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AMNISTIA PER NATALE: LA CHIEDONO SEGIO, PANNELLA E SALVI
by AMNISTIA ! Wednesday, Nov. 23, 2005 at 1:58 PM mail:

DA "REPUBBLICA.IT"

Roma, 13:46

AMNISTIA PER NATALE: LA CHIEDONO SEGIO, PANNELLA E SALVI

"L'attuale sistema delle pene e dei luoghi preposti alla loro esecuzione non risarcisce nessuno ma costituisce invece una gigantesca farsa, una drammatica messa in scena, una simbolica e ridondante punizione che serve a nascondere il vuoto della giustizia". Lo ha detto Sergio Segio (ex terrorista di Prima Linea), intervenuto ieri nella trasmissione Radiocarcere, a Radio Radicale, per illustrare la proposta 'amnistia per Natale' rilanciata da Marco Pannella. Il leader radicale, dal canto suo, invece ha proposto una manifestazione a Natale proprio per sollecitare l'amnisitia. Ed infine, sempre dai microfoni di Radio Radicale, a favore dell'amnistia si e' schierato anche il senatore dei Ds Cesare Salvi. Segio ha ricordato che "solo negli ultimi 5 anni, dal 2000 al 2004 - ben 865.073 persone hanno beneficiato della prescrizione dei reati per i quali erano state inquisite', che '60.000 persone sono in carcere (un record nella storia della Repubblica), altre 50.000 sono in misura alternativa alla detenzione, ulteriori 70-80.000, gia' condannate a pene inferiori ai 3 anni (4 nei casi di tossicodipendenza), sono in attesa delle decisioni del giudice circa la possibilita' di scontare la condanna in misura alternativa". "Due anni fa - ha invece detto Marco Pannella - uno che stava in carcere che si chiamava Adriano Sofri chiese di fare una manifestazione sulla Cecenia. Non se ne fece nulla, nemmeno un girotondo, anche se tutti dissero che aveva ragione. Oggi ci troviamo in una situazione nella quale in cui si preannunciano scioperi, iniziative, proteste, di tutto e su tutto, tranne che per la situazione nelle carceri italiane". A Pannella quello che oggi gli fa "letteralmente paura e' che c'e' un sistema parasociale che organizza in cinque o sei giorni milioni di manifestanti. Chiedo se ci sia qualcuno che consente ai detenuti e alle loro famiglie una manifestazione, qualcosa che salvi la giuridisdizione". "Amnistia per Natale - ha proseguito il leader radicale - vuole ricordare una vecchia campagna che si chiamava 'liberta' per Valpreda per Natale'. D'accordo sull'amnistia anche il senatore diessino Cesare Salvi, intervenuto in diretta nella trasmissione: "io sono molto favorevole. La verita' e' che oggi sono in carcere i diversi, gli esclusi. L'amnistia strisciante della prescrizione dimostra che nelle carceri si consuma una enorme ingiustizia".



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NON LA CHIEDONO, LORO, PER NESSUN RIVOLUZIONARIO E RESISTENTE
by Paolo Dorigo n.119 progressivo Wednesday, Nov. 23, 2005 at 2:07 PM mail: paolodorigo@alice.it

NON LA CHIEDONO, LORO, PER NESSUN RIVOLUZIONARIO E RESISTENTE

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Amnistia, l'Unione si impegni
by Verdi Saturday, Nov. 26, 2005 at 11:19 AM mail:

editoriale

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GIUSTIZIA
Amnistia, l'Unione si impegni
ALFONSO PECORARO SCANIO GIANFRANCO BETTIN
Riemerge drammaticamente il problema carcerario. Il crescente sovraffollamento del circuito penitenziario - popolato da 60mila detenuti contro una capienza di 41mila - si associa alla progressiva restrizione dei diritti con il venir meno dell'accesso alle pene alternative e ai percorsi di reinserimento. E' uno degli effetti della pericolosa corsa di questi anni alla risposta repressiva a qualsiasi tipo di emergenza, ormai persino di semplice istanza sociale. Pensiamo alla normativa in materia di droghe che ne criminalizza il consumo e alle normative in materia di immigrazione che colpiscono con la pena la semplice irregolarità del soggiorno. Pensiamo anche al sistematico ricorso alla sanzione penale nei confronti di ogni tipo di dissenso sociale, con oltre 8mila procedimenti aperti verso i manifestanti, dal G8 di Genova del 2001 alle recenti denunce per le azioni nonviolente contro la Tav in Val di Susa.

Ieri è tornata per l'ultimo passaggio in senato l'ormai famosa proposta di legge ex Cirielli. Un testo sciagurato che non prevede solo prescrizioni e non punibilità per personaggi eccellenti ma soprattutto - per la generalità dei cittadini non eccellenti - l'inasprimento delle pene detentive e l'impossibilità di accesso alle misure alternative al carcere per tutti coloro che sono incorsi nella recidiva. Un modo di pensare la giustizia che noi Verdi non possiamo condividere e contro il quale è necessario un grande sforzo di discussione e mobilitazione. La ex Cirielli deve essere fermata, così come va rilanciata con forza la battaglia parlamentare e sociale per un provvedimento di amnistia e indulto. Noi Verdi vorremmo estenderlo ai reati sociali e a quelli cosiddetti minori. Proponiamo che i tavoli programmatici dell'Unione siano investiti dalla discussione. Siamo infatti convinti che bisogna intervenire sulla situazione carceraria, ormai in condizione di vera e propria inciviltà, e per evitare che il ciclo di lotte ambientaliste e pacifiste, che dal 2001 in poi ha attraversato il nostro paese, possa essere ridotta ad una risposta penale e carceraria. La proposta dell'amnistia per i reati sociali deve perciò essere attuata nell'ambito di una più generale depenalizzazione dei reati minori.

Lunedì prossimo i parlamentari e i consiglieri regionali dei Verdi visiteranno molte carceri del nostro paese per denunciare questa situazione. Invitiamo tutte le associazioni e gli esponenti del mondo sociale, culturale e politico che in questi anni hanno mantenuto viva l'attenzione su questi temi a mobilitarsi con noi: per cercare di impedire che la ex Cirielli diventi norma vigente; per denunciare le condizioni di vita nelle carceri; per sollecitare l'approvazione di provvedimenti di depenalizzazione per violazioni minori, tuttora previste come reato ma prive di disvalore sociale e valenza penale; per rivendicare l'uscita da anni di risposte repressive e per l'approvazione del provvedimento di amnistia-indulto su cui la maggioranza delle forze politiche a parole si è impegnata più volte.

Gli autori sono presidente e vicepresidente dei Verdi





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Marco Pannella su Adriano Sofri e l'amnistia
by Il Detenuto Ignoto Sunday, Nov. 27, 2005 at 4:42 PM mail:

Marco Pannella su Adriano Sofri e l'amnistia


Roma, 26 novembre 2005

• Dichiarazione di Marco Pannella


Ieri sul foglio Adriano Sofri ha scritto:

"HO SENTITO MARCO PANNELLA E FRANCESCO COSSIGA ANNUNCIARE CHE SARANNO ALLA TESTA DI UN CORTEO CHE RIVENDICHERA’ UN’AMNISTIA PER I CARCERATI POVERI, CIOE’ PER I CARCERATI, A NATALE. UN PASSO DIETRO DI LORO CAMMINERA’ IL MIO SPIRITO"

La Marcia di Natale per l’Amnistia, la Giustizia, la Libertà, che avrebbe dovuto abbracciare a Roma le sedi del Parlamento, del Governo, per concludersi in Piazza San Pietro e Piazza del Quirinale, è ancora… ipotetica. A mio avviso, comunque, non potrebbe tenersi senza la partecipazione di Adriano Sofri. Se lo stato della sua convalescenza lo richiederà, si sposterà a Pisa.

La nonviolenza ci detta di rivolgerci al Potere. Anche il peggiore e infame. Con fiducia e amore civico, perché rispetti la sua stessa legalità, la moralità che gli è propria e necessaria.

Obbediremo. Ma non senza Adriano Sofri. Proprio quando e se questo Potere, nel suo insieme impotente e feroce, avesse compiuto l’opera ultradecennale volta ad assassinarlo in spirito, in corpo.

NON MOLLARE PROPRIO ORA, ADRIANO!

Qualche settimana fa, sempre su "Il Foglio", Adriano mi invitò a non rimandare più oltre di adempiere a miei compiti e doveri da lui e pochi altri conosciuti, che rischierebbero di restare altrimenti "privati".

E’ il suo (oso dire: nostro) modo di vegliare sulle ragioni e sulla destinazione del nostro essere compagni e amici; è il "memento mori", dolce e intransigente, di onorare con compassione, se non il mondo, l’un l’altro, il noi, vissuto e vivente.

Ora comprendo, collego quel che sta facendo, e che stava mostrando alla nostra debole vita, il briccone.

No, Adriano! Anche tu hai qualcosa di non compiuto, da compiere, che stiamo per compire e non lo sarà, "per ora", (cioè: non sarà) senza di te; accettando di essere "spirito" "rassegnandoti" a lasciar loro il corpo che finora hanno recluso, ma mai avuto, posseduto.

Adriano, la nostra nonviolenza, il nostro amore, la nostra storia (come oso interpretarli, leggerli) non ci consentono di negare loro "per sempre" l’amnistia. Ai potenti, resi dementi, folli dall’impotenza del "potere", che questa "amnistia" hanno negata, beffata, derisa. Costringiamoli finalmente a concederla. Anche a loro, che ne hanno avuto, hanno e avranno bisogno, necessità.







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Lettera aperta di un detenuto a Cesare Previti
by Flavio Zaghi Sunday, Nov. 27, 2005 at 5:37 PM mail:

Lettera aperta di un detenuto a Cesare Previti
di Flavio Zaghi - Redazione di Ristretti Orizzonti

Ciao Cesare, ti scrivo dal carcere, da dove ho seguito con molto interesse, come un po' tutti i compagni d'altronde, tutta 'sta questione sulla ex-Cirielli, che era senz'altro, almeno per te, un asso nella manica da giocarti proprio come ultima chance per evitarti il carcere, però purtroppo è andata male: …a volte sai, e te lo dico per esperienza, a tirare fuori gli assi dalle maniche si rischia di essere scoperti e il risultato non è poi certo quello sperato.
In pratica, Cesare, ora la legge che era stata studiata per tenerti fuori è stata modificata e il rischio di finire anche tu in carcere sta iniziando a diventare concreto.
Sai, volevo dirti, e magari avremo poi occasione di parlarne all'aria con più calma e con tutti gli altri amici, che però sei stato un po' scorretto nelle tue ultime dichiarazioni: infatti sia io che gli altri qui ne abbiamo parlato molto del fatto che tu sostieni che l'inasprimento delle pene, dettato appunto da questa nuova legge, non è sbagliato, e che tu lo approvi in quanto ritieni che sicuramente farà da monito e deterrente per la commissione di altri reati. Noi qui, che non abbiamo grandi cose a cui pensare, siamo piuttosto attenti a queste questioni, e a nostro avviso e dai dati che circolano, pare addirittura che il numero dei reati negli ultimi anni sia piuttosto in calo, perciò è inutile inasprire ulteriormente le condanne, specie poi in questo paese dove sono già abbastanza pesanti.
Togliere poi la possibilità ai recidivi di accedere ai benefici della legge Gozzini, che dava, a mio modesto parere, un barlume di speranza di potersi reinserire e riproporsi alla società, è stato un brutto gesto, anche perché, e lo vedrai da te quando sarai tra noi, qui dentro si rischia di tornare indietro di trent'anni, a quando appunto c'erano solo le regole dettate dalla violenza. No dico, non vorrai mica permettere a Roberto Castelli, dopo il brutto tiro che ti ha fatto, di ricreare una succursale dei dannati?! Cerca di parlarci con 'sto ragazzo e fargli capire che, una volta senza carica politica, potrebbero essere parecchi quelli del suo giro che rischiano di raggiungerti.
Sai, ti dico queste cose perché noi abbiamo capito che a rimetterci maggiormente poi, sono solo i tossici e i poveri disgraziati che sono i recidivi e che qui dentro sono praticamente accatastati proprio per il fatto che ce n'è una botta da paura. Non ho capito poi, quando ti sei reso conto che ti stavano facendo le scarpe, quello che hai detto: "Adesso allora mi difenderò in tribunale…"; ma scusa, non potevi pensarci prima? Si sarebbero evitati almeno tutti 'sti casini!
Sono contento, e gli amici qui anche loro con me ovviamente, che almeno con questo fatto delle prescrizioni in tempi più brevi, i figli di Silvio potranno restare incensurati pur essendo indagati, e quindi loro non conosceranno mai, per fortuna, cosa vuol dire entrare in carcere. Loro comunque, detto tra noi, si sarebbero potuti permettere un collegio di difesa da far mettere sull'attenti i giudici, altroché noi, a noi ci ha fregato l'avvocato, anzi, il cavaliere, eh…, vecchio filibustiere!
Senti Cesare, adesso, quando verranno poi ad arrestarti, avvertimi, mi raccomando, che vedo se riesco a tenerti il posto qui nella cella accanto alla mia; non staresti neanche male, c'è posto qui alla undici con Kamel, un ragazzo tunisino poliomielitico che ha praticamente solo l'uso di una gamba, è qui da qualche anno e non vogliono saperne di buttarlo fuori. Comunque prende una botta di terapia e non lo senti neanche, casomai te la vedi tu per le pulizie della cella ed è sufficiente che gli segni qualche pacco di tabacco ogni tanto in spesa e lui è come se non ci fosse.
Poi casomai appena esce Giuliano, il mio compagno, la prossima estate, allora facciamo la domandina e passi con me, vedrai, ce la passiamo bene. Qui oltretutto la sbobba non è proprio male e poi comunque ormai c'ho un corredo di pignatte e fornelli da fare invidia a una casalinga e quindi se vogliamo farci una pastasciutta, basta mettersi lì e farla. A proposito, come te la cavi in cucina?
Vabbè dai, ci vediamo presto, ah, quasi dimenticavo: quando arrivi in matricola dove dovrai lasciare le impronte digitali e le foto segnaletiche, diglielo chi sei, non fare il modesto, e ricordati di farti cucire la cintura dell'accappatoio altrimenti poi te la levano e rischi di dover andare in giro con un fettuccia di lenzuolo della casanza ai fianchi, roba che se ti beccano rischi di perderti quarantacinque giorni, qui sono piuttosto severi su ste cose e un rapporto disciplinare ti può far saltare anche la semilibertà o l'affidamento, anche a te, che puoi ancora sperarci.
A presto, Flavio.




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