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 Rassegna Stampa: «E ora il G8 a Montecitorio»

MaterialiDopo la pubblicazione degli atti dell'inchiesta Diaz, le sinistre chiedono l'inchiesta parlamentare: «Basta menzogne, ora la verità».
Mille domande senza risposta Agnoletto: «Via De Gennaro»
A. MAN.

Adesso le opposizioni insorgono. Dopo la pubblicazione dei verbali dell'inchiesta sull'assalto alla scuola Diaz, che dimostrano chiaramente le responsabilità dei funzionari di polizia intervenuti, Verdi, Prc e sinistra Ds tornano a chiedere con insistenza una vera commissione d'inchiesta sui fatti del G8 di Genova del luglio 2001, con l'appoggio anche di Lega ambiente, del comitato «Verità e giustizia» che ha Giulietto Chiesa come presidente onorario e dell'ex portavoce del Gsf Vittorio Agnoletto. «Se hanno simulato aggressioni e costruito prove false, chi garantisce che abbiano detto la verità su altri drammatici episodi?», insiste Agnoletto chiedendo anche le dimissioni di Gianni De Gennaro, capo della polizia. Le carte uscite su manifesto, Repubblica e Secolo XIX, bersaglio ieri dell'«irritazione» procura di Genova che lamenta l'ennesima «fuga di notizie», indicano almeno due aspetti su cui il parlamento dovrebbe riflettere. Il primo è che un po' tutti, dal ministro Claudio Scajola a De Gennaro fino ai vari dirigenti di ps sentiti un anno e mezzo fa a Montecitorio, hanno mentito o almeno taciuto su circostanze decisive davanti al comitato d'indagine parlamentare formato allora (privo però di poteri istruttori e chiuso in fretta e furia dalla maggioranza di destra). E' Paolo Cento dei Verdi a rilevarlo: «Le menzogne che abbiamo sentito più volte dopo quei terribili giorni devono trovare dei responsabili perché altrimenti verrebbero tollerate frange antidemocratiche all'interno delle forze dell'ordine». Il secondo elemento è che sulla Diaz, come del resto su tutti i fascicoli del voluminoso pacchetto sul G8 che occupa da diciotto mesi la procura di Genova, emergono responsabilità penali ma anche d'altro genere: politiche, operative, tecniche. E la magistratura, anche a voler escludere l'«insabbiamento» di fatti di rilievo penale, non certo può arrivare ovunque. «Bisogna far luce, finalmente, su quanto realmente accaduto in quei giorni, sulle catene di comando e sulle responsabilità politiche», insiste Graziella Mascia del Prc.

Chi, se non il parlamento, può indagare sulla carica di via Tolemaide contro il corteo autorizzato dei Disobbedienti, che ha aperto una vera e propria battaglia nelle strade? Chi può ottenere informazioni sulle indicazioni arrivate all'Italia dai servizi e dalle polizie di tutto il mondo, che secondo varie testimonianze sarebbero state all'origine di quell'esplosione di violenza da parte delle forze dell'ordine? Chi può chiarire come mai in piazza Alimonda, nelle manovre che si sono concluse con la morte di Carlo Giuliani, fossero coinvolti alti ufficiali dei carabinieri, compreso il comandante delle truppe speciali chiamati Compagnie di intervento risolutivo (Ccir) tenente colonnello Giovanni Truglio? E soprattutto, chi diavolo ha dato ordine di formare compagnie speciali? E ancora, chi ha il potere di andare fino in fondo sulle dichiarazioni di Franco Gratteri, il direttore del Servizio centrale operativo della ps che attribuisce il pestaggio, il finto accoltellamento e le finte molotov della Diaz a «una componente della polizia che non ritengo rappresentativa del corpo»? Gratteri, vale la pena di ricordarlo, è tra gli uomini più vicini a De Gennaro: se perfino lui parla di componenti pericolose nella ps non c'è da stare allegri. E le questioni da chiarire sono davvero molte, molte altre.

A Genova intanto la magistratura si concentra sui no global. Singolare l'iniziativa dei magistrati di pubblicare oggi, sul Secolo XIX, la foto di due manifestanti ripresi al G8. «Chi li ha visti li segnali». Manca solo la taglia.

Nota: Dal Manifesto dell'8 Gennaio 2003



 
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