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Questioni che pongono le denunce di Dorigo
by Sacchi Marco Tuesday, Oct. 10, 2006 at 8:55 AM mail: antanarivo@libero.it

Pongo inizialmente un quesito. Le denunce di Paolo Dorigo (e di altri torturati come si vede nel sito http://www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org oppure http://www.avae-m.org) sono frutto di fantasie? Paolo Dorigo è un pazzo. Se sì, lo si dica apertamente.
Se invece si ritiene che la controrivoluzione preventiva si è ulteriormente sviluppata (e io sono di questo parere) lo si dica apertamente e lo si denunci.
Lo so che per molti compagni (sicuramente in buona fede) certi argomenti possono apparire fantascienza. Ma non è fantascienza. L’ex presidente degli U.S.A Clinton, il 03.12.1995, dopo le proteste del Comitato dei sopravissuti degli esperimenti di controllo mentali su esseri umani, ha chiesto ufficialmente scusa al paese ed alle vittime di questi esperimenti.
Ma allora chi ha interesse a non porre sul serio queste denunce? Nell’esposto denuncia fatto da Paolo Dorigo contro Alberto Fragomeni + altri ed ignoti, scritto tra il marzo e maggio del 2004 mandata al Dr. Guarinello Sost. Procuratore c/o la Procura della Repubblica di Torino, tra le tante cose si denuncia la presenza dei servizi quali DIA, SISDE, SISMI, UGICOS, CESIS e altri, attraverso personale con doppio stipendio che trasforma le carceri, in particolare quelle del circuito di massima sicurezza 41 bis, in strutture di regime dipendenti dai ministeri degli interni e della difesa, stile “segrete” (qualcosa che potrebbe configurarsi come una struttura di tipo gladio 1°).
In questa denuncia si parla di Marino Sacchetti, “detenuto” a Biella. Sacchetti, carabiniere per 7 anni, amico di un prete italiano ucciso in Perù dai maoisti (si tratta di Alessandro Dordi Negroni di Bergamo) da carabiniere ha lavorato prima come scorta e poi 4 anni sui Monti Berici come scorta in caserma Nato di radiocontrollo, poi si è “licenziato” (ufficialmente) è stato successivamente guardia giurata e miliziano in Croazia. Un curriculum di un agente dei servizi.
Rifaccio la domanda a chi interessa a denigrare Dorigo? Magari qualche “rivoluzionario” o “antagonista” pensa che senza rivoluzione non si può fare niente? Che questo tipo di denunce siano fuorvianti e borghesi? Io penso, come comunista marxista – leninista – maoista che l’essenza della lotta politica per un Partito Comunista è la lotta per il potere politico, ma che questa deve essere preparata adeguatamente, non come vorrebbero gli economicisti spingendo la classe operaia, il proletariato e le masse popolari a lottare solo su obiettivi economici ma lottando sulla totalità delle contraddizioni sociali: “Il proletariato diventa rivoluzionario solo poiché (…) interviene in tutte le manifestazioni della vita sociale come guida di tutte le masse popolari e sfruttate” (Lenin; Tesi sui compiti fondamentali della Congresso dell’Internazionale Comunista).
Mi viene da pensare che denigrare Dorigo potrebbe essere un favore da parte di alcuni realtà che si spacciano per antagonisti se non addirittura rivoluzionari a soggetti istituzionali/politici per una trattativa nascosta verso una forma di amnistia e il riciclaggio di un ceto politico “rivoluzionario”. Sono follie questi miei sospetti? Non scordiamoci che nella storia del movimento rivoluzionario italiano degli anni ’70 è pieno (a partire dai gruppi dirigenti delle organizzazioni rivoluzionari) di pentiti, dissociati e soluzionisti. Posso sbagliare? Me lo auguro di tutto il cuore. E pura paranoia la mia? Magari indicatemi un psichiatra. 2°
Biella, viene a pensare (e a pensare male come diceva Andreotti spezzo ci azzecca) che la questione dei libri sia una diversione rispetto alla lotta che Dorigo stava attuando. Infatti Questa faccenda dei libri viene risolta da Margara con un convegno a Biella del luglio 2005, mentre sulla vicenda di Dorigo gli manda dei “saluti” tramite il psichiatra Casagrande (uno che scappa appena arrivano le prove radiologiche delle sue denunce).
Una denuncia come quella di Dorigo viene proprio adesso che stanno emergendo con i casi Abu Omar e soprattutto Telecom, l’emergere di una struttura parallela (magari collegata con quella presenti nelle carceri).
Nel corso dell’inchiesta sul rapimento di Abu Omar si appurato che, mentre ufficialmente, il SISMI rifiutò di offrire la propria collaborazione alla CIA, si mosse parallelamente il gruppo capeggiato dal numero 2 del SISMI Marco mancini e formato dal vecchio collega Giuliano Tavaroli e dal comune amico Emanuele Cipriani. Sia il passato di Mancini, all’ombra del famoso colonnello Bonaventura nella Divisione Pastrengo dei Carabinieri, sia i legami intimi di Cipriani con la famiglia Gelli.
Dunque si potrebbe sollevare il velo su una struttura parallela che svolgeva attività di sorveglianza e intercettazioni per contro della CIA, nell’ambito della cosiddetta “guerra al terrorismo” e condotta con mezzi illegali sul suolo italiano (magari le intercettazioni dei politici possono essere riconducibili a ordini atlantici).
Lo strano “suicidio” di Michele Bove, il responsabile si sorveglianza di TIM che apparentemente si lanciò da un cavalcavia al centro di Napoli il 21 luglio, in pieno giorno raggiunge una dimensione sinistra all’affare. Bove era un collaboratore degli inquirenti proprio sul caso Abu Omar. Un “suicidio” simile era avvenuto in Grecia l’anno scorso: vittima, un ingegnere informatico di Vodafone, Costas Tsalikidis, che aveva scoperto un sofisticato software collocato nella rete di telefonia mobile della compagnia, che permetteva di spiare le telefonate del capo del governo e altri ministri, funzionari, attivisti contro la guerra ecc. Tsalikidis fu trovato appeso ad un cappio legato alle tubature del proprio bagno. Questo tipo di morte rientra nella stessa tipologia della morte di Landi. E parlando di misteri, non bisogna dimenticare che non ci sono notizie sulla sorte di Davide Cervia, giovane geniale e promettente tecnico italiano di guerre elettroniche, che venne sequestrato in Lazio il 12 settembre 1990.
Devo precisare, per correttezza che escludo i compagni militanti BR-PCC o i militanti rivoluzionari o condannati per BR-PCC che si trovano in 41 bis al 28.03.06. siano partecipi da ogni trattativa (Dorigo ha mantenuto un’ampia nonostante le diverse impostazioni un’ampia corrispondenza con la compagna Nadia Lioce).
Un'eventuale trattativa avverrebbe alle loro spalle.
Una denuncia di tutto quello che sta avvenendo nelle carceri (e perciò della tortura elettronica) può solo giovare alla loro resistenza contro le politiche di annientamento in atto nelle carceri verso i prigionieri rivoluzionari e i proletari prigionieri.


IPOTESI

Tutto questa vicenda di torture e segreti stato nasce dall’azione di Aviano. E’ la prima volta che in Italia viene attaccata una base americana, base militare presidiata
di una importanza a livello europeo (ci sono armi nucleari, retrovia degli attacchi imperialisti) 3°.
Nel documento di rivendicazione dell’azione di Aviano c’è una novità. Il sostegno alla Guerra Popolare in Perù, è la prima volta che con la sigla BR si onora il maosimo.
Dorigo subito dopo l’arresto si è dedicato alla solidarietà (anche con traduzione di testi) alla Guerra Popolare in Perù. Su questo lavoro sul Perù , è stato combattuto come non mai in carcere e tuttora i sabotaggi soprattutto a questo.
In sostanza, voler rompere sulla cappa di silenzio voluto da tutte le parti politiche contro la Guerra Popolare in Perù 4°.
Altro elemento che non si deve dimenticare e può aiutarci. Sacchetti come diceva prima sosteneva di essere stato amico di un prete ammazzato dai maoisti, che sia vero o meno che conosceva questo prete, è indicativo che la provocazione riguarda il Perù. Un’indicazione dell’importanza della Guerra Popolare in atto in questo paese.
Pensiamo all’Operazione Lima. Voluta da Craxi, scriveva a proposito il sen. Bruti nella relazione della Commissione parlamentare antimafia sulla presenza di Gladio in Sicilia: “In base a ciò che sappiamo l’operazione è stata del tutto clandestina. Essa ha implicato il rapporto con uno Stato estero, al di fuori di ogni protocollo. Con ogni probabilità, il ministro degli Esteri e il Ministro della Difesa ne sono rimasti all’oscuro, così come deve essere rimasto all’oscuro il Cesis”. Nel 1987 il SISMI, il servizio segreto militare italiano, arriva a Lima, capitanato dal maresciallo Vincenzo Li Causi, uomo di fiducia del generale Paolo Inzerilli, responsabile di Stay bheind, ovvero Gladio. Porta con sé, oltre a tecnici esperti, armi e apparecchiature tecnologiche sofisticate come ponti radio e sensori a raggi infrarossi, per un valore di cinque miliardi di lire italiane. Lo scopo della missione era proteggere il presidenze peruviano Alan Garcia (dell’APRA membro dell’Internazionale Socialista) da un possibile colpo di mano da parte delle forze armate e dare la caccia a Abimael Guzman.
Quando Li Causi torna in Italia assume le funzione di capo centro del Centro Scorpione istituito a Trapani (struttura Gladio). L’attività del Centro Scorpione non è mai stata chiara anche per la presenza di un aereo superleggero, di cui non si individua la funzione (nello stesso periodo a Trapani ci fu l’omicidio Ristagno e qualche anno prima nel 1985 l’attentato al giudice Parleremo che stava indagando su logge massoniche coperte). Nel 1993, il maresciallo Li Causi morì nel corso della missione ONU in Somalia in un agguato 5°.
Perciò l’ipotesi che Paolo Dorigo tra i tanti motivi viene torturato sia l’azione di Aviano (osare attaccare una base militare U.S.A. 6°) e la solidarietà alla Guerra Popolare in Perù e negli altri paesi. Attività che serve anche nelle metropoli imperialiste a mantenere aperta una prospettiva rivoluzionaria.
Perciò ritengo o si dica pubblicamente che tutte queste denunce sono frutto di fantasia o di pazzie dovute al lungo soggiorno in carcere di Paolo Dorigo, o se si persevera nella politica di dire Paolo Dorigo è un pazzo o un malato, viene il sospetto che ci sia dell’altro, qualcosa di losco.





NOTE

1° Nella controinchiesta di Paolo Dorigo come esempio lampante c’è uno schema ampiamente illustrativo delle connessioni della banda Maniero affiliata alla mafia siciliana e turca ed ai servizi americani tramite il SISMI ed ufficiali ROS, alla questura veneziana, e della responsabilità di Maniero della liquidazione di altre bande di rapinatori che davano fastidio nel territorio con spiate mirate che servivano ad ucciderne i componenti da parte della polizia.
2° Dorigo ha un ricordo (che è anche una denuncia) molto pesante, nell’aprile 2001 in un
volantino fatto da un detenuto politico molto noto fatto circolare nel movimento Sacchetti viene spacciato come compagno assieme quello di Aldo Giuseppe conclamato collaboratore di giustizia. Questo detenuto protegge Sacchetti anche quando Paolo gli dice che è stato carabiniere e per alcuni mesi fa socialità con lui. Subito dopo comincia la tortura dopo che si accorgono che la socialità con Sacchetti mira ad una aggressione pesante. Cose che sanno, in quanto le rivendica, ma non viene denunciato. Come mai? Aspettavano l’aggressione a Sacchetti per poi spedirlo in qualche reparto psichiatrico così finalmente si esplicita in maniera chiara che Dorigo è un pazzo?
3° C’è stata tutta una letteratura che vede l’azione contro Aviano come una “stupidaggine”, “fatta male”, “fatta da dilettanti” ecc. In sostanza si tratta di denigrare, un’azione militare contro una base U.S.A. (tra le righe si potrebbe interpretare “che hanno voluto osare troppo”). Invece se si legge la sentenza, si comprende la complessità dell’azione, anche se Dorigo stesso ne ammette limiti ed errori, nel documento del 1995, a Trieste.
4° La sinistra italiana ha sempre appoggiato le FARC colombiane e il EZLN. Il Partito Comunista del Perù è sempre stato considerato “terrorista” e “legato al narcotrafico”, cosa del tutto falsa: l’EPG-EPL ha spesso giustiziato narcotraficanti e delinquenti colpevoli “di delitti contro il popolo”.
5° Per notizie inerenti all’Operazione Lima: G. Naria Sendero Luminoso Tullio Pironti Editore stampa nel 1994, Giuseppe De Lutiis Il lato oscuro del potere Editori Riuniti stampato nel 1996.
6° Chi tocca gli USA si scotta, come non dimenticare le torture ai compagni delle BR dopo il rapimento Dozier.

SACCHI MARCO


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