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lettera aperta al sindaco iervolino
by vittorio passeggio - coord. vele scampia Tuesday, Jan. 14, 2003 at 3:01 PM mail:

piano riqualificazione scampia

Al Sindaco di Napoli
On. Rosa Russo Jervolino

Gli abitanti delle Vele di Scampìa Le hanno da tempo manifestato il profondo disagio per l’ insieme dei problemi irrisolti legati al Piano di Riqualificazione del quartiere e in particolare alla realizzazione dei nuovi alloggi, al trasferimento dai vergognosi tuguri in cui sono costretti ad abitare e alla definizione di un insieme organico di attrezzature primarie e secondarie da integrare alle residenze, per una crescita socio-economica del quartiere e per dargli definitivamente una connotazione urbana.


Questi disagi sono stati espressi in particolare attraverso una mostra nella quale ne abbiamo documentato i motivi, mostra che Lei ha avuto occasione di vedere sugli spalti del Maschio Angioino il 18 luglio scorso e che è stata riproposta dal 17 al 20 ottobre.


Le ricordiamo che queste manifestazioni sono
l’ espressione di un profondo malessere misto alla rabbia di chi non comprende più in quanto tempo avrà fine una lotta per dare dignità alle proprie condizioni di vita e ad una diversa idea della periferia urbana, una lotta che dura ormai da più di quindici anni.


Le sottolineamo quindi, ancora una volta, alcune delle ragioni di questi disagi:
1) Il tempo intercorso dai primi censimenti ad oggi ha determinato in molti casi la modifica dei componenti del nucleo familiare e, in conseguenza, anche la insufficienza delle pezzature degli alloggi previsti.
Ne consegue l’esigenza di rivedere le graduatorie dopo le consegne dei 242 alloggi già preassegnati, anche per accertare se i nuovi alloggi sono stati assegnati ai soli nuclei provenienti dalle Vele.
2) Le abitazioni realizzate fino ad oggi non sono state previste per nuclei familiari composti da uno o due soli componenti; l’ assenza di risposte appare come una inaccettabile dilazione o una preoccupante furbizia vista l’ età avanzata di molti componenti di questi nuclei familiari.
E’ necessario un censimento e una proposta a partire da eventuali modifiche ai progetti delle residenze attraverso un confronto serrato tra il Comitato e
l’ Ufficio del Piano di Riqualificazione, anche attraverso una sua radicale riorganizzazione;
3) Le assegnazioni di alloggi e dei negozi sottostanti devono essere eseguite con la massima trasparenza, anche con la presenza del Comitato nella sede del Servizio Casa e con la riattivazione del bando concorsuale per le assegnazioni dei negozi. In particolare non si comprende più la precedenza data agli occupanti delle Vele F,G e H che i tecnici responsabili (ancora in carica – Dirigente Servizio Piano di Riqualificazione Scampìa Arch. Enrico Martinelli) e gli amministratori (all’ epoca) ritenevano una priorità assoluta e che trovava giustificazione nella contemporaneità di tutti gli appalti e quindi di tutte le assegnazioni degli alloggi; questa contemporaneità oggi è totalmente disattesa visto che a sette anni dalla approvazione del Piano in Consiglio Comunale constatiamo la esiguità degli alloggi consegnati e la rilevanza degli alloggi ancora da cantierizzare come indicato dal prospetto sottostante, da cui si evince che non sono stati iniziati i lavori per ben 351 alloggi e che sono da consegnare, o non realizzati 489 alloggi a fronte di soli 86 consegnati:


Via Ghisler 24 consegnati
Via Monte Rosa 24 consegnati
Via Galimberti 38 consegnati
Via Labriola 84 da consegnare
Via Ghisler 150 da consegnare
Via Labriola 180 non realizzati
Viale Resistenza 139 non realizzati
Via F. Cervi 32 non realizzati
Via Gobetti 147 lavori in corso
Via Gobetti 64 lavori in corso
Via F. Cervi 36 lavori in corso


926

4) La mancata applicazione delle penali a carico delle ditte appaltatrici pur in presenza di gravi ritardi accumulativi sui tempi di esecuzione previsti nei capitolati.
5) Le rioccupazioni di quasi tutti gli alloggi lasciati liberi un anno addietro rappresentano un gravissimo problema sia per gli impedimenti alla successiva attuazione del Programma di Riqualificazione sia perché accentuano in modo insopportabile le già difficili condizioni di convivenza.
Va ribadita l’ urgenza di rimuovere le scale di accesso ai ballatoi contemporaneamente alla liberazione degli alloggi.
Questa operazione può avere come conseguenza sia
l’ isolamento sia lo sdoppiamento di nuclei familiari che vanno quindi riaggregati tenendo conto delle esigenze espresse dagli stessi nuclei respingendo la proposta di trasferimenti indiscriminati trattando i nuclei stessi alla stregua di pacchi postali.
6) l’ attuazione del Piano di Riqualificazione è stata sempre richiesta come un intervento che integrasse organicamente l’ attuale situazione di periferia ad uso solo abitativo (con i conseguenti problemi di marginalità e devianza) con la collocazione di attrezzature in grado di portare nella nostra zona delle funzioni a scala urbana.
Queste integrazioni sempre riprese a parole nelle esibizioni verbose di convegni, interviste e dichiarazioni, oggi sono nella quasi totalità disattese, ma devono essere riportate al centro della strategia di intervento urbano sul quartiere, assumendo definitive decisioni su Attività Produttive, Protezione Civile, Cittadella Universitaria, attrezzature sportive, polo artigianale, piazza telematica, piazza della socialità, etc. La mancata realizzazione della città universitaria data per scontata, comporterà il permanere delle Vele A-B-C-D insistenti sul quartiere perché prive di destinazione d’ uso e soggette a sciacallaggi vari da parte di chi vuole farle rioccupare.
L’ eventuale aumento delle cubature edilizie residenziali lungo via Baku andrà preso in considerazione solo dopo la realizzazione di queste fondamentali attrezzature.
Sarà inoltre importante collegare il Piano di Riqualificazione all’ insediamento di attività per la produzione di beni e servizi previsti nell’ area dell’ ex Centrale del Latte dal Piano Regolatore (Ambito n° 7) di prossima approvazione, concordando le modalità di intervento.

Le ricordiamo ancora che i disagi e le inadempienze segnalate si sommano alle nostre allucinanti condizioni di vita che si perpetuano ormai da più di venti!!! anni, che hanno fatto delle Vele l’ emblema della periferia urbana degradata (non solo di Napoli), che hanno costretto intere generazioni di cittadini della Sua città a nascere, crescere e morire in questo inferno.
Le ricordiamo che noi siamo stati le cavie di esperimenti urbanistici, edilizi e tecnologici dichiarati falliti soprattutto per le disastrose condizioni di vita in cui ci hanno costretti a vivere.
Le ricordiamo che a fronte di questi cittadini che collegano questa lotta al loro riscatto civile e alla loro dignità di uomini, le istituzioni, e spesso le autorità amministrative comunali, che dovrebbero essere più responsabili, non rispondono o dilungano evasivamente i tempi o assumono atteggiamenti di colpevole distacco.
Le ricordiamo che questa esperienza, con tutte le complessità che essa ha comportato e comporta, è frutto principalmente della ostinazione degli abitanti e di chi ne ha condiviso e supportato il percorso, spesso contro istituzioni sorde ai loro doveri o contro figure intellettuali incapaci.
Le ricordiamo infine la specificità di questa esperienza che, come poche altre, vede la trasformazione di una parte di città in conseguenza delle critiche mosse dai cittadini stessi a distorti modelli urbani ed edilizi e alle conseguenti proposte di cambiamento; si tratta di interventi sul territorio che per i loro contenuti dovrebbero essere visti dagli Amministratori con la stessa attenzione con cui vengono seguite le grandi trasformazioni urbane (Variante di area occidentale, orientale, centro storico, etc).
In occasione della mostra del 18 Luglio avemmo da Lei la promessa di un incontro che ad oggi non ci è stato ancora concesso. Avremmo voluto esporLe gli argomenti che qui Le abbiamo accennato; avremmo voluto chiederLe di usare tutta l’ autorità che le deriva dalla Sua carica per rimuovere le cause dei gravi disagi esposti e riprendere la strada per completare l’intervento su Scampìa insieme coi suoi abitanti.
Avremmo voluto denunciare ancora la distrazione di fondi per oltre 600 milioni delle vecchie lire per ristrutturazione di aree sportive, trasferiti dal piano di Scampia al quartiere Piscinola, e il colpevole affidamento a gestione privata.
Avremmo voluto ricordare il rispetto degli adempimenti assunti dall’ Amministrazione Comunale con la delibera consiliare e gli emendamenti aggiuntivi n° 2399 del 25/5/95 comprensivi della istituzione della Consulta (con il Comitato) per la partecipazione ed il controllo del Piano di Riqualificazione.
L’ intervento su Scampìa è ad un punto di mezzo dal quale non si può tornare indietro. L’ ostinazione, di cui ci deve dare atto, ci porterà a riprendere tutte le iniziative necessarie per potere acquisire diritti elementari che ci sono sempre stati negati.
A sei mesi dalla promessa di incontro e a due dall’ invio di questa lettera l’ incontro non c’è mai stato.
Siamo costretti quindi a chiamare alla mobilitazione e alla lotta i cittadini delle Vele e di Scampia sia in occasione della riproposizione della Mostra nel quartiere Scampìa sia in occasione della discussione sul Piano Regolatore in Consiglio Comunale.
Cordiali saluti.
Napoli, 08/01/03 Il coordinamento Vele di Scampìa


Vittorio Passeggio, Gennaro De Rosa

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