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In contatto con Baghdad (30)
by robdinz Tuesday, Mar. 25, 2003 at 11:40 PM mail: robdinz@hotmail.com

Il documento dei "45"

Colpiti i ripetitori della televisione irachena, Iraq Tv, causando il blocco di due reti su tre della tv di stato.
Numerosi feriti si possono contare tra tecnici della manutenzione in quel momento presenti in uno stabile adiacente.

Due missili sono caduti vicino all’Hotel “Palestine” senza apparentemente colpire alcun bersaglio.

E intanto sui cieli di Baghdad si è visto il primo “Drone”.
Si tratta di piccoli aerei telecomandati (non più lunghi di 6/8 metri), ma muniti di missili, che vengono utilizzati per “spiare”il terreno prima dell’arrivo delle truppe di terra.
Si è visto e si è toccato, mi hanno riferito, poiché normalmente dovrebbe volare ad una altezza superiore ai 5.000 metri, perché questa volta è stato abbattuto. Centrato dalla contraerea con la “complicità” di una incredibile tempesta di sabbia che ha letteralmente sommerso la città di una polvere impalpabile ed irrespirabile spessa almeno 5 centimetri.

E questa del “Drone” è una pessima notizia.
Vuol dire che probabilmente le truppe anglo-americane sono (relativamente) vicine
ed il compito del “Drone” abbattuto era probabilmente quello di “vedere” con precisione l’area sud della città dopo i bombardamenti che, per 4 giorni e 4 notti consecutivi, l’hanno praticamente spianata. Aprendo di fatto alle truppe di assalto Usa ed inglesi l’ingresso nella capitale.

Torniamo ai ripetitori tv abbattuti: questi sono stati colpiti pochi minuti dopo che la televisione irachena aveva dato la notizia più terribile che si potesse immaginare, ma che in qualche modo si sapeva che prima o poi sarebbe diventata ufficiale: il numero totale delle vittime, tra civili e militari iracheni, durante i primi sei giorni di guerra d’invasione si possono calcolare tra 1.500 e 2.000, comprendendo in questa orribile contabilità tanto le vittime sotto i bombardamenti quanto i soldati uccisi in combattimento.
I feriti, sempre complessivamente tra civili e militari, sarebbero più di 3.000.

Quindi la Tv ha annunciato che avrebbe fatto vedere i piloti dei caccia abbattuti sui cieli di Baghdad sabato scorso, accreditando così patente di veridicità a tutti coloro che sostenevano di essere stati testimoni oculari degli abbattimenti e del relativo lancio dei piloti con il paracadute sui tetti della capitale.

A questo punto sono stati colpiti i ripetitori e le trasmissioni si sono interrotte.

La città è deserta, solo vecchi camion militari continuano a trasportare truppe verso punti imprecisati delle periferie. Focolai di incendi sono ancora presenti un po’ dappertutto e ben visibili di notte.
Questa notte, come mi dicono, fa freddo ed alcuni dei fuochi sono stati accesi da gruppi di cittadini per scaldarsi o per poter cucinare qualcosa di caldo.

Delle lancie e delle veloci barche vanno su e giù sui fiumi trasportando non si capisce cosa. E’ la prima notte che avviene un movimento del genere.

Un free-lance ha smarrito il passaporto, ed al momento non possiede più alcun documento di riconoscimento. E questo è un problema serio per lui. Primo perché non è in possesso di tutti i “documenti” ufficiali rilasciati alla stampa “ufficiale”. Secondo perché teme che il ritrovamento del passaporto possa in qualche modo “certificare” la sua presenza a Baghdad senza che questa sia in regola con le procedure standard stabilite dalle autorità.
Fino a che non si troverà una soluzione è stato convinto a rimanere nella casa, ospite da amici iracheni, dove si trova, così da non correre inutili rischi di essere “fermato”per un qualsiasi controllo di routine.

Incontro stasera tra colleghi europei con alcuni giornalisti iracheni che lavorano nella stampa della capitale.
Un incontro molto animato, tra il sentimento pacifista tipico dei colleghi europei, il desiderio e la determinazione di difendere la propria città fino ad ipotizzare di armarsi da parte di alcuni colleghi iracheni, ed altri invece che tutto sommato non vedono l’ora di liberarsi di Saddam. Pur condannando con vigore la guerra e bollandola come imperialista.
Nel bel mezzo dell’incontro è spuntato un foglio del Ministero della Difesa iracheno che un collega ha tirato fuori dalla tasca dei pantaloni.
Ricordiamo tutti la famosa lista dei 45 paesi che George W Bush ha mostrato al mondo come alleati degli Usa nella guerra contro l’Iraq (quella per intenderci dove era presente anche l’Italia). In quell’occasione, Bush e Colin Powell sostennero che tra i 45 paesi “amici”ve ne erano 15 che preferivano rimanere “anonimi”.
Sulla lista del collega iracheno (su carta intestata del Ministero della Difesa dell’Iraq) erano presenti in bell’ordine tutti e 45, divisi in due parti: 30 + 15. E sopra la “mini-lista” dei 15 tutti hanno letto in inglese, e ne sono testimoni oculari, la parola “confidential”.
Quella che segue è la trascrizione completa della lista così come appariva sul documento del collega iracheno.

Una partita di “dama” con tanto di rivincita e “finalissima”ha posto fine all’incontro.
E ciascuno ha ripreso la strada, nella buia e spaventosa notte di Baghdad, per raggiungere la propria casa, l’albergo, le stanze affittate dai privati.

Khaled, dopo la cena nuziale è “scomparso” con la sua giovanissima moglie oltre le tende che difenderanno per poche ore , fino all’alba, la loro prima notte di nozze.

Che la notte sia leggera.

A domani
I 30 paesi che ufficialmente appoggiano la guerra contro l'Iraq
così come sono stati presentati esplicitamente dalla Casa Bianca:



Afghanistan
Albania
Australia
Azebaigian
Bulgaria
Cekia
Danimarca
El Salvador
Estonia
Georgia
Italia
Giappone
Sud Corea
Lettonia
Lituania
Macedonia
Olanda
Nicaragua
Filippine
Polonia
Romania
Slovacchia
Corazia
Spagna
Portogallo
Turchia
Thailandia
Gran Bretagna
Ucraina
Uzbekistan



I 15 paesi che pur appoggiando gli Usa
hanno scelto la formula di non farlo sapere:

Israele
Egitto
Giordania
Arabia Saudita
Bahrein
Kuwait
Oman,
Qatar
Emirati Arabi
Filippine
Singapore
Colombia
Etiopia
Eritrea
Canada

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