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Guerra chirurgica e popolo Kurdo
by Ghini Paola (By M.M.) Wednesday, Mar. 26, 2003 at 9:16 AM mail:

Guerra chirurgica: il popolo kurdo tradito un’altra volta Di Ghini Paola

Lunedì, 24 marzo. Kurdistan.
La guerra è iniziata da pochi giorni e già ha trovato, sulle principali testate giornalistiche, pessimi biografi, ben lontani dall’operare una seria ricerca. La chiamano guerra chirurgica contro Saddam Hussein, ma per ora, la prima vittima accertata è ancora una volta la libertà delle popolazioni kurde.
Il Parlamento turco, pochi giorni fa, ha approvato ufficialmente la spedizione di enormi contingenti militari in territorio kurdo iracheno. Si tratta, secondo notizie di agenzia, di più di 1.000 truppe. Nello stesso tempo, dopo una vera e propria contrattazione con gli Stati Uniti, che dura già dal novembre 2002, il parlamento turco, ha concesso agli USA l’uso dello spazio aereo. Nonostante le dichiarazioni ufficiali confuse e altalenanti dei generali statunitensi, la Turchia ha di fatto ottenuto l’assenso degli Stati Uniti all’ingresso di truppe in Kurdistan iracheno: uno scambio di favori vantaggioso per entrambi.
Eppure chiunque sia direttamente in contatto con l’Ufficio di Informazione sul Kurdistan, in esilio in diverse sedi europee, o più semplicemente con la gente comune del Kurdistan, sa che già da gennaio, i commandos dei militari turchi stavano posizionandosi lungo il confine turco con l’Iraq, proprio nella zona nota come Regione Autonoma Kurda. Dunque la decisione delle forze militari turche di invadere il Kurdistan Iracheno era stata presa molto tempo prima che il parlamento turco desse l’approvazione e che il Pentagono ammettesse gli accordi come se fossero dell’ultima ora.
Ma tutto questo non ci stupisce. Fin dagli anni Settanta, con il colpo di Stato militare, la Costituzione turca prevede l’esistenza di un organo militare, detto Consiglio di Sicurezza Nazionale (MGK), che è in grado di legiferare in materia militare, in modo autonomo rispetto al Parlamento, e in evidente contrasto con qualsiasi principio democratico. La normativa turca si traduce quindi nell’assoggettamento del Parlamento al potere militare. Ogni volta, si tratta per l’MGK di dare semplicemente un aspetto accettabile alle sue azioni.
Al maquillage, ha provveduto adesso il Parlamento turco con l’affermazione secondo cui scopo dell’attraversamento dei confini sia quello di offrire supporto ai profughi iracheni e sconfiggere il terrorismo. Chiunque conosca la storia del popolo kurdo, può riconoscere quanto ci sia di falso e criminale in questa affermazione.
Il popolo kurdo ha la sventura di calpestare un suolo la cui ricchezza va dal petrolio, all’oro, dall’acqua ai gas, dall’uranio al ferro. Stiamo parlando di un territorio di 550mila km quadrati, abitati oggi da circa 30 milioni di kurdi. Dopo la I guerra mondiale, con il Trattato di Losanna, principalmente per il volere di Turchia, Gran Bretagna e USA, il territorio kurdo fu squartato e assoggettato rispettivamente a Turchia, Iran, Siria e Iraq. Oggi in Turchia abitano circa 18 milioni di kurdi, cioè il 20% della popolazione turca, mentre in Iraq sono circa 6 milioni. Le zone petrolifere di Mosul e Kirkuk, oggi sotto bombardamento, sono a prevalenza kurda.
Turchia, Iraq, Siria e Iran non furono mai teneri con i Kurdi, che finirono sequestrati dentro le loro stesse terre. I genocidi di Halabja (Iraq, 1988) e di Tunceli (Turchia, 1938 e 1995) sono solo la punta visibile dell’iceberg. Le torture e le deportazioni per chiunque osi manifestare il più blando dissenso a questi 4 regimi, sono una realtà quotidiana riconosciuta da tutte le associazioni per i diritti umani. I kurdi guardano ai militari turchi con lo stesso terrore con cui guardano a Saddam Hussein. In Turchia, anche oggi i villaggi kurdi vengono allagati, il bestiame bruciato, i dissidenti mutilati, i loro avvocati, incarcerati.. Proprio la settimana scorsa, i giornali turchi rendevano noto che il governo turco ha dichiarato illegale l’Hadep, il partito filo kurdo, e così si è riaperta la stagione della caccia. Tuttavia, la speranza dei civili kurdi resta quella di vedere i propri diritti umani e civili rispettati. E questa è la più grande paura del governo turco: di perdere la gallina dalle uova d’oro.
Dopo la guerra del Golfo, del 1991, gli Stati Uniti conclusero le operazioni lasciando un assetto politico deplorevole, con la consueta incuranza in fatto di gestione post-bellica. La zona dei kurdi fu congelata dalle Nazioni Unite, i cui militari avrebbero dovuto difenderla sia da Saddam Hussein, sia dai turchi. In realtà niente di tutto ciò accadde. L’Autonomia della Regione è del tutto provvisoria e deve essere rinnovata dall’ONU ogni 6 mesi. I carrarmati turchi a scadenze mensili entrano nella regione e fanno stragi. Nel 1996, anche Saddam Hussein entrò indisturbato nella Regione kurda e fece stragi. E per coronare questo capolavoro di diplomazia, l’ONU affidò la guida della Regione a due famiglie, i Talabani e i Barzani, che, pur avendo avuto il merito di avere rattoppato con pochi mezzi una zona distrutta dalla guerra, di avere realizzato uno stato laico e di avere reso accessibile ai più l’istruzione, non acconsentirono mai a vere elezioni e in più si ricavarono una lucrosa nicchia nel narcotraffico e nel contrabbando di petrolio con i paesi limitrofi, il tutto senza mai acconsentire a vere elezioni.
Le popolazioni kurde, sia in Turchia, con l’Hadep, sia nella Regione Autonoma in Iraq, in tutti questi anni, hanno sempre cercato di organizzare la democratizzazione dei propri territori, ma sempre i dissidenti sono stati eliminati.
Per questa guerra, le famiglie dei Barzani e dei Talabani hanno concesso il loro supporto militare agli Stati Uniti, nella speranza di un rimpasto successivo, a loro favorevole, senza alcuna approvazione popolare. Gli Stati Uniti hanno così ottenuto, dalla Turchia, lo spazio aereo e, dai vertici kurdi, la carne da macello per combattere al confine. Il risultato finale è che la Turchia, temendo il riconoscimento di uno stato kurdo, invade silenziosamente il Kurdistan: forze speciali antiguerriglia, quelle già utilizzate negli anni ’90 per i sterminare i kurdi nei villaggi del Kurdistan turco. La popolazione civile kurda sta già evacuando verso le montagne.
Questa è la guerra chirurgica pianificata dagli Stati Uniti.

Paola Ghini

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