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Roma: Intervento esule kurda
by Rete Azad (By M.Molotov) Saturday, Apr. 12, 2003 at 9:51 PM mail:

Ricevo e inoltro: INTERVENTO ALLA MANIFESTAZIONE DEL 12 APRILE 2003 “CONTRO LA GUERRA INFINITA”

Come esule kurda, anzitutto vorrei ricordare a chi oggi esalta la democrazia dopo le bombe, che quattro anni fa l’Occidente respinse l’offerta di pace e democrazia del nostro principale leader, Ocalan, consegnandolo invece ai suoi aguzzini.
Se l’Europa avesse avuto più coraggio, forse oggi sarebbe cambiata non solo la Turchia ma anche l’Iraq, e il regime di Saddam sarebbe già caduto dal basso, senza una guerra crudele e illegale.

Perché è vero: ogni passo avanti o indietro in una parte del Kurdistan si riflette nelle altre.
La democrazia e la libertà (quelle vere, non quelle imposte da armi straniere) sono contagiose.
La proposta di un democrazia pluralista e federativa, allora come oggi, può diffondersi dalla Turchia all’Iraq e viceversa, e in tutta l’area.

Difatti non c’è kurdo il cui cuore non abbia tremato, vedendo la bandiera del Kurdistan con il sole antico di Zoroastro sventolare su Kirkuk e Mosul.
Ma mentre vedevo quelle immagini di gioia, in controluce vedevo anche le stragi di bambini a Baghdad, l’esodo di Bassora.
Non farlo sarebbe nazionalismo miope, e scaverebbe un solco fra kurdi e arabi, che insieme devono convivere in un nuovo Medio oriente con tutti gli altri popoli.

D’altra parte, chi cedette all’Iraq quelle antiche città kurde? L’Inghilterra, in nome del petrolio!
Chi nell’88 ha dato a Saddam le armi chimiche per gasarci ad Halabja? Tutto l’Occidente: e mentre noi protestavamo insieme a voi, Europa e Usa votavano a Ginevra perché l’Onu tacesse!
Chi nel ’91 ha restituito alla Guardia repubblicana Kirkuk e Mosul insorte? Il generale Powell e il padre di Bush!
E chi oggi vorrebbe impedire il ritorno degli esuli cacciati in decenni di pulizia etnica? Tutti gli stati che ci opprimono, a cominciare dalla Turchia; e presto, temo, anche il nuovo potere di Baghdad.

Noi kurdi conosciamo da generazioni gli inganni dei signori della guerra.
Ma siamo abituati, come diceva Apo, a far fiorire anche la nuda pietra.
Dopo e contro la guerra, vogliamo fare della Mesopotamia, culla della civiltà, l’avanguardia dell’umanità nel nuovo secolo.

Il caos del dopoguerra può portare a una terribile guerra civile in Iraq, e ad uno scontro etnico, aggiunto a una guerra d’occupazione turca, nel Kurdistan irakeno.
Oppure può essere l’occasione di un grande cambiamento, se i kurdi sapranno ritrovare la loro unità nazionale, ed unirsi con i democratici irakeni e turchi, prendendo in mano il proprio futuro.

E se voi ci aiuterete.
Portando nella nostra terra aiuti umanitari ma anche speranza di pace e autogoverno.
Offrendo ai nostri esuli asilo, ma anche dignità, identità, speranza di ritorno.
Restando vicini al popolo kurdo, al popolo irakeno, alle vittime di questa e di tutte le guerre e le repressioni, e sostenendo le forze democratiche.
E il popolo kurdo, come il popolo palestinese e tutti i popoli che molto hanno sofferto, è una grande riserva di democrazia e di umanità, per il Medio oriente ed anche per voi.

Hevi Dilara

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