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bombardamenti sulla storia
by il manifesto Tuesday, Apr. 15, 2003 at 1:09 PM mail:

Fahrneit iracheno «In fiamme, la memoria, la storia e la coscienza collettiva di un popolo. E dietro, la volontà di annullare l'idea stessa di unità araba» http://www.ilmanifesto.it/oggi/art97.html

Baghdad, bombardamenti sulla storia
L'incendio della Biblioteca nazionale. In fumo, preziosi documenti d'epoca ottomana. Parla Antonino Pellitteri
Fahrneit iracheno «In fiamme, la memoria, la storia e la coscienza collettiva di un popolo. E dietro, la volontà di annullare l'idea stessa di unità araba»
IAIA VANTAGGIATO
«Il miglior posto dove star seduti è la sella di un cavallo e il miglior amico è un libro». Era questo - ci racconta Antonino Pellitteri, docente di Storia dei paesi islamici all'università di Palermo - uno dei versi più amati da Al-Mutanabbi, il grande poeta arabo vissuto tra il 915 e il 965, in piena era abbaside. E viene da chiedersi come avrebbe reagito, oggi, di fronte all'incendio della Biblioteca nazionale di Baghdad e ai danni che, nelle ultime ore, subisce quella di Mossul. Al preside della sua facoltà, Pellitteri ha appena inviato una lettera con cui chiede di farsi interprete del problema delle biblioteche e di costituire una associazione di solidarietà volta a preservare la memoria storica dell'Iraq.

Prima il il saccheggio del museo archeologico, poi l'incendio della Maktabak Wataniyyah, la biblioteca nazionale fondata nel 1961. Che cosa si vuole distruggere, oltre che un patrimonio storico-artistico di valore inestimabile?

La memoria, la storia e la coscienza collettiva di un popolo. Vede, io sono convinto che ci sia una regia dietro tutto questo. Non mi spiego altrimenti la notizia - gravissima - che ho appreso da Al-Jazera solo due giorni fa. Il governo statunitense starebbe per varare un progetto di revisione dei testi scolastici iracheni con particolare riferimento ai manuali di storia.

A che scopo?

Eliminare qualsiasi riferimento a Saddam Hussein - «purificare» è la traduzione del termine arabo - e depurare i testi dall'ideologia del partito Baath.

Una ideologia considerata tanto pericolosa da meritare l'annientamento?

Quell'ideologia esprime, essenzialmente, l'idea di una unità araba, ecco perché ha una presa fortissima sulla coscienza collettiva araba. Ed ecco perché fa paura all'Occidente.

Che cosa va perduto con l'incendio della Biblioteca di Baghdad?

Sicuramente la perdita più grave riguarda i documenti del Centro nazionale degli archivi fondato, nel 1972, all'interno della Maktabak Wataniyyah. Nel centro - come mi spiegava, nel 2001, la sua direttrice - erano conservate non solo opere antiche e classiche della storia araba medievale relativa al periodo degli abbasidi e dei mamelucchi) ma anche i documenti dei tribunali sharaitici d'epoca ottomana.

Perché questi documenti rivestono tanta importanza?

Perché costituiscono per il mondo arabo - in particolare per le province dell'impero ottomano, cioè Baghdad, Bassora e Mossul - una fonte inesauribile per la comprensione e lo studio della storia moderna, quella che va dal XVI secolo alla I guerra.

Cosa intende?

Che la storia sociale, politica ed economica dell'epoca ottomana è stata sempre molto maltrattata. E non solo dalla storiografia occidentale ma anche da quella musulmana. Quei documenti - compravendite cui prendevano parte anche le donne, librerie trasmesse di padre in figlio, elenchi di libri lasciati in eredità - avrebbero permesso di riscrivere quella storia.

Impossibile trovarne di simili altrove?

A Damasco, ma non mi sembra - in questi giorni - una notizia consolante.

Cos'altro sta andando in fumo?

Molte cose relative al periodo abbaside e mamelucco, libri di scienze con riferimento all'algebra. Uno dei grandi bibliotecari del Bayt al-Hikmah (la biblioteca islamista fondata nell'815 d.c. e poi distrutta, ndr) era Al-Khuwarizmi, il padre dell'algebra.

Ha più incontrato la direttrice del Centro?

No, l'aveva ivitata a Palermo per un convegno di arabisti e islamisti ma le è stato negato il visto dalle autorità italiane.

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