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documento del gruppo istruzione precarieta' e lavoro approvato dall'assemblea donne a FI
by mj Monday, May. 19, 2003 at 1:24 AM mail:

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GRUPPO PRECARIETA'/ ISTRUZIONE / ARTICOLO 18

La riflessione del gruppo Precarietà/istruzione/art. 18 è partita dalla
constatazione comune dell'esistenza della precarietà nel mondo del lavoro,
come anche nel sistema della formazione di quanto questa sia arrivata a
pervadere anche i nostri modelli di vita. La precarietà è giunta, infatti,
ad essere un paradigma esistenziale che coinvolge differenti soggettività
(il mondo giovanile, e in questo, le giovani donne in particolare, i
migranti e le donne migranti, le lesbiche, ma anche le donne adulte).

Uno dei punti sollevati collettivamente è la questione di come fare agire il
conflitto: è infatti fondamentale intenderlo non a livello individuale, ma
aprire la nostra prospettiva su vari piani ed agire conflitti collettivi per
attuare strategie di resistenza e di lotta. In questa ottica, pur
riconoscendo l'importanza del sindacato, come strumento di conflitto e luogo
dove agire il conflitto anche di genere, avvertiamo anche la necessità di
individuare, per la natura stessa del precariato, anche altre modalità di
azione.

Uno degli strumenti per indagare la precarietà può essere la costituzione di
un percorso di inchiesta politica; è per questo motivo che in questa sede
sono stati distribuiti questionari per indagare le soggettività femministe
al lavoro.

Ma come si è articolata la discussione sul nodo della flessibilità?
Flessibilità e precarietà possono essere considerati dei sinonimi? Alcune
hanno suggerito l'esistenza di un margine di ambivalenza. E' infatti
necessario indagare queste trasformazioni che costituiscono un dato di
complessità nel mondo del lavoro.esiste effettivamente una percezione molot
diversificata sul piano soggettivo della propria identità in quanto
lavoratrice, precaria, atipica, ecc. Per molte, è determinante il piano
della realtà, che impedisce la possibilità di fare scelte libere, che
vincolano di conseguenza a modelli precari di vita. Rispetto a questo, è
necessario introdurre elementi di rigidità nel lavoro, che provochino
un'inversione di tendenza alle politiche di erosione del salario e dei
diritti.
Altri gruppi hanno preferito indagare il piano dell'immaginario collettivo,
in cui si mette in questione il ruolo centrale del lavoro e venga criticata
quell'ottica lavorista che ha plasmato la costruzione dell'identità della
persona.
Un'ultima importante questione da ricordare, anche se solamente accennata, è
l'interrogativo se il lavoro precario e a tempo indeterminato possa ancora
rappresentare uno dei passaggi obbligati nel percosro dell'emancipazione
femminile.

In questo quandro in cui la precarietà si definisce come fattore
strutturale, poniamo l'accento sull'affermazione dei diritti:
1)per l'articolo 18, che va oltre la battaglia difensiva, ma mira
all'estensione dei diritti a tutte le lavoratrici e ed i lavoratori;
2)l'intreccio fra dirittti lavorativi e diritti di cittadinanza per le donne
migranti che subiscono il ricatto giuridico da parte dei datori di lavoro a
cui sono state vincolate dalla legge Bossi/Fini;
3)Diritto all'espressione del proprio orientamento sessuale, contro le
discriminazioni implicite ed esplicite nel mondo del lavoro e
dell'istruzione, per una piena applicazione della Direttiva europea 78/2000,
che nel progetto di legge italiano viene stravolta dal governo berlusconi.

Per quanto riguarda l'istruzione, la nostra riflessione si è articolata
sull'analisi di come il processo neoliberista stia riconfigurando tutto il
sistema costituito da scuola, università e ricerca. Le forme di
precarizzazione lavorativa, la frammentazione dei saperi, la competitività
pervadono a partire dall'università tutti gli altri ordini di scuola, perché
l'obiettivo è quello di tendere ad un modello unico europeo. Questo processo
penalizzerà però tutte quelle donne provenienti da altri paesi del mondo,
che seppur avendo un analogo livello di istruzione, non sono ammesse ai
concorsi e non possono vedere riconosciuti i propri titoli accademici. In
questo quadro abbiamo infien sottolineato, l'ambivalenza degli studi di
genere. Questi possono infatti essere un luogo di rottura e conflitto con
queste tendenze, quanto anche possono correre il rischio di esserne pervase.





VOTIAMO SI AL REFERENDUM PER L'ESTENSIONE DELL'ART.18.

La precarieta' del mondo del lavoro invade tutti gli spazi della vita, in particolare delle giovani donne, delle migranti, delle lesbiche.

Contro precarieta', insicurezza emergono strategie di sopravvivenza, di resistenza e si costruiscono iniziative per la difesa e l'estensione dei diritti.

Estendere i diritti del lavoro, renderli davvero universali, e' un fatto di civilta'.

Nella legislazione del lavoro e' il contraente piu' debole che deve essere tutelato, mentre il tentativo del governo Berlusconi e' di rovesciare l'impianto legislativo a favore del soggetto piu' forte: il datore di lavoro.

Estendere l'art. 18 significa riconoscere pari dignita' alle lavoratrici, ai lavoratori a prescindere dal numero dei dipendenti. E' un chiaro riconoscimento del valore del lavoro al di la' delle contingenze.

Il modello neoliberista smantella i diritti fondamentali, in primis il diritto a non essere licenziati/e senza "giusta causa".

L'estensione dell'articolo 18 e' una tutela immediata per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori dipendenti e apre la strada all'estensione dei diritti anche per il lavoro atipico e precario.

Noi, donne che abbiamo memoria di genere e siamo consapevoli che la rivoluzione piu' lunga non e' ancora giunta alla meta, vogliamo concorrere alla costruzione di una diversa cittadinanza per tutti e tutte, contrapposta al processo di precarizzazione che mina il sistema di garanzie e di tutele esistente e che crea sempre piu' profonde disuguaglianze ed esclusioni.

Crediamo che la vittoria del SI contribuirebbe fortemente ad aprire una nuova stagione per l'affermazione dei diritti di cittadinanza, sociali e civili di tutti, nativi e migranti.

La vittoria del SI determinerebbe nei fatti la prima sconfitta delle politiche neoliberiste e di smantellamento dello stato sociale di cui il governo Berlusconi e' piena espressione. Sarebbe per i movimenti un avanzamento nel segno dell'alternativa e della trasformazione sociale.

Noi che ci battiamo per un altro mondo possibile, rivendichiamo una indivisibilita' dei diritti sociali e civili.

Per queste ragioni ci rivolgiamo alle donne, ai giovani, a tutti coloro che sperimentano l'insicurezza lavorativa perche' vogliano sostenere il referendum in modo vincente.


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