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milano, case sfratti e occupazioni, dal manifesto
by nike Wednesday, Aug. 20, 2003 at 11:55 AM mail:

Gli affitti in città aumentano, e con essi le occupazioni di case. Il caso Milano

Cerchi casa? L'alternativa si chiama «squat»
In aumento nella periferia milanese e nell'hinterland gli edifici occupati da giovani che fanno anche politica
Occupazione e autogestione L'ultimo palazzo occupato si chiama Malamanera (foto Indymedia). Ma ci sono anche lo Spazio preokkupato e Teknocasa. E in autunno se ne annunciano altre. In alto, edilizia popolare a Milano (foto Emblema)
HANAJ RAJA
MILANO
Malamanera, Spazio preokkupato, Teknocasa. Si chiamano così le tre nuove case occupate da giovani lavoratori e studenti di Milano. Per chi non ha i soldi per pagare gli affitti milanesi e per chi non può sperare di ottenere un alloggio popolare, lo squat è ancora un'alternativa per trovare una casa. E la «casa» in uno squat è anche voglia di vita collettiva e di crescita che stride con quel quadretto italiano in cui il passaggio dall'adolescenza alla maturità avviene a casa di mamma e papà. Se non si può neanche comprare una macchina usata a rate senza la garanzia del babbo, figuriamoci la casa. A Milano questo è un fenomeno ancora più evidente. Qui c'è tutto, non c'è motivo di chiedere a mamma e papà di andare a studiare o lavorare in altre città, i soldi in famiglia non mancano ma gli affitti sono astronomici. E allora l'unione fa la forza. «Le prime esperienze di vita fuori dalle mura domestiche sono come un biglietto Interrail - racconta una squatter piena di entusiasmo - io, i miei amici e il miglior ingegno mai dimostrato per riuscire a stare via il più a lungo possibile e per vivere bene anche con pochi soldi in tasca». Nonostante l'ostilità del comune a Milano le occupazioni a scopo abitativo non hanno mai smesso di riproporsi. In alcuni casi si occupa senza fini politici ma semplicemente per trovare una soluzione pratica e comunitaria al problema della casa. In altri invece chi occupa è pronto a dare battaglia e inizia così a far politica a partire dai propri problemi. Come al Malamanera, una casa occupata pochi mesi fa nell'ex quartiere operaio della Bovisasca, una palazzina di tre piani di proprietà delle Ferrovie nord dove vivono stabilmente una trentina di ragazzi. L'età media degli occupanti, maschi e femmine, è tra 22 e 25 anni. Quasi tutti sono studenti e alcuni hanno alle spalle l'esperienza di Metropolix, il primo e unico esperimento di ostello autogestito in Italia che intorno al 2000 ospitò centinaia di ragazzi da tutta Europa, fino a quando la giunta (era già sindaco Albertini) decise lo sgombero. Malamanera invece è una casa comune che ospita piccoli laboratori e spazi culturali. Entrando dal cortile sembra ancora di essere in uno scalo merci in disuso, ma superata la porta dello stabile le scale sono state appena dipinte di azzurro e l'ambiente è luminoso e in progressiva ristrutturazione. I primi esperimenti di turni e cucina sono un corso pratico di economia domestica. Il diploma si prende in bagno, è lì che in un appartamento condiviso si misura la capacità di tenuta di un gruppo di ragazzi.

Nella zona nord (quella che i ragazzi milanesi chiamano la «città infinita perché lì l'hinterland avanza senza soluzione di continuità), vivono gli attivisti dello spazio Preokkupato nella ex-bocciofila alle porte di Sesto. I «preoccupati» sono una ventina di ragazzi che lavorano ma senza posto fisso. Abitano in una villetta con giardino dove hanno aperto uno spazio culturale con un piccolo bar. Sono stati tra i protagonisti della Mayday parade, la manifestazione con cui i precari celebrano il primo maggio. Un caso felicemente particolare è quello di San Giuliano Milanese. Qui qualche decina di giovani precari un anno fa occupò il condominio Teknocasa. Una palazzina di tre piani con appartamenti dove vivere e accogliere i casi di emergenza di chi non ha casa nell'hinterland. Il gruppo di San Giuliano nonostante lo sgombero ha raggiunto uno dei suoi obiettivi: ha scoperchiato il problema della casa per chi è escluso dalle graduatorie per gli alloggi popolari. Dopo un confronto aspro ha finalmente ottenuto ascolto dalla giunta di centrosinistra, che circa un mese fa si è decisa a presentare un progetto per la realizzazione di 34 appartamenti da affittare a canone agevolato recuperandoli da alcune case comunali e sfruttando un finanziamento del 45% del Piano operativo regionale (Por). E in questa torrida estate di polemiche sul caro-affitti e promessi sgomberi qualcun altro si sta già organizzando per settembre, il desiderio di casa a quanto si dice nell'undergrond a Milano vivrà una stagione di sorprese.

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