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Palladini: «Facciamo lotte illegali ma sparare è suicida»
by da il manifesto Tuesday, Nov. 04, 2003 at 10:22 AM mail:

Parla Bruno Palladini del Movimento antagonista toscano: «Occupiamo case e blocchiamo treni, le nostre azioni sono di massa e alla luce del sole. Le Br invece organizzano omicidi per diffondere testi politici».

«Le nuove Brigate rosse? Non hanno alcun radicamento sociale e attuano una pratica suicida. Noi antagonisti con tutto ciò non c'entriamo assolutamente nulla. Pratichiamo forme di illegalità come l'occupazione di case o il blocco dei cantieri dell'Alta velocità, ma con azioni di massa». Alla grande informazione il nome di Bruno Palladini probabilmente dirà poco. Eppure può essere considerato una memoria storica dell'antagonismo toscano. 48 anni, in politica dal `72 «come cane sciolto», il `77 nel collettivo autonomo Santa Croce, poi l'Autonomia, le battaglie contro il nucleare degli anni `80, la contestazione al comizio del segretario generale della Cgil Trentin nel `93, le occupazioni di case (in una delle quali tuttora vive), fino alla militanza più recente nei Cobas e nel Movimento antagonista toscano, Palladini ha rappresentato la cerniera tra due mondi spesso incomunicanti, i «moderati» del Social forum e i cosiddetti «duri» dell'antagonismo in conflitto con «il liberismo attenuato alla Toscana» delle amministrazioni locali di centrosinistra. Il segreto? «Abbiamo utilizzato una duplice formula. Da una parte partecipare all'organizzazione materiale e alla fase di dibattito, dall'altra proporre una parte esterna, con un'assemblea internazionale dei movimenti di lotta per la casa e una manifestazione davanti alla base Usa di Camp Darby. Quest'ultima forse a ragion veduta, visto cosa è accaduto di lì a poco in Iraq», spiega.

Palladini, dieci anni fa avete cacciato proprio da un campeggio a Camp Darby il collettivo antimperialista nel quale militavano Nadia Lioce e altre persone coinvolte nell'inchiesta sulle nuove Br. Già allora eravate su posizioni distanti, anche se nessuno all'epoca poteva prevedere dove tante «chiacchiere» sarebbero andate a parare.

Abbiamo sempre avuto una posizione netta. Con quel tipo di pratica non c'entriamo assolutamente niente. Noi pratichiamo forme di illegalità come l'occupazione di case o come quando tentiamo di impedire gli sfratti. Però tenendo sempre presente l'aspetto dell'azione di massa. Quella di questi brigatisti è una pratica autodistruttiva, che non porta da nessuna parte. Anche negli anni passati siamo stati chiari su questo tipo di cose, ma non perché dobbiamo difenderci da qualcosa o dobbiamo difendere qualcosa da qualcuno. Bensì perché non ci appartiene altro che non sia la costruzione di massa delle iniziative. Questo negli anni lo abbiamo dimostrato, non abbiamo scelto di far saltare i pilastri dei cpt o di gambizzare i proprietari di casa o i magistrati che fanno gli sfratti. Abbiamo fatto delle battaglie alla luce del sole, siamo andati con le nostre facce, con i nostri corpi come direbbe Casarini. I nostri blocchi dei treni con le armi per l'Iraq hanno contribuito a mobilitare migliaia di persone contro la guerra. Tutta un'altra cosa rispetto a quattro dementi che decidono di costruire un'organizzazione iperblindata, che l'unico rapporto che ha con la società è dibattere un omicidio per scrivere poi un documento politico che nessuno legge all'infuori dei magistrati. Penso che anche sul piano della comunicazione siano abbastanza deficitari, visto che scrivono documenti di 60 pagine impossibili da pubblicare.

Giuseppe D'Avanzo su Repubblica sostiene che è proprio grazie alle vostre pratiche che brigatisti come Boccaccini possono «coltivare» la loro «doppiezza».

E' lo stesso ragionamento di chi dice che dopo lo spinello viene l'eroina. Quello che facciamo noi ci costa decine di denunce, ma avviene alla luce del sole. Anche questo dovrebbe far riflettere, perché da un punto di vista brigatista questa esposizione alla repressione è controproducente. Sì, perché la repressione è un prodotto dei conflitti, come dimostra la campagna contro la Fiom. E l'illegalità che viene prodotta da un certo tipo di conflitti e di lotte è quella che definiamo la nostra legalità, cioè diritti che vorremmo acquisire perché li riteniamo patrimonio della maggioranza di questa società. Tutto ciò è in antitesi con i processi di illegalità armata di queste Brigate rosse. E poi noi siamo per l'autorganizzazione, un'organizzazione verticale come quella della Br non ci interessa. Basterebbe questo a testimoniare come i nostri processi vadano in direzione diversa rispetto a quelli.

Secondo gli inquirenti Boccaccini frequentava il Cpa Firenze sud, un centro sociale che fu molto critico nei confronti del Social forum europeo.

Sì, il Centro popolare autogestito non ha aderito al Fse. I nostri rapporti con loro sono sempre stati sulle mobilitazioni. Loro si sono sempre proposti in maniera chiara, sulla guerra come su altre tematiche. Bisogna tenere presente che il Cpa ha una caratteristica di centro sociale di quartiere ma non è un vero soggetto politico generale sulla città come siamo noi. E' il centro sociale più frequentato di Firenze, anche perché organizza molti concerti e altre attività, ma sul terreno politico ha un'esposizione minore. Ad esempio al G8 di Genova loro erano presenti, ma abbiamo organizzato tutto noi. E poi bisogna ricordare che un anno prima del Social forum ci fu anche lo sgombero del vecchio Cpa, nella fabbrica ex Longinotti, con la seguente occupazione dello spazio attuale. E questo rappresentò sicuramente un trauma forte per loro.

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