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intervento reload
by c1cc10 Friday, Nov. 07, 2003 at 1:07 PM mail:

il testo che e' stato preparato in vista dell'intervento di reload all'ass. metropolitana.

Analisi
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Il nostro scenario prende spunto da un'analisi sull'ambiente metropolitano,
inteso come spazio di produzione culturale ed economico.
A milano noi operiamo il nostro agire politico. Qui e non
altrove e' identificabile un orizzonte politico che poggia sul concetto di
"societa' informazionale"[*]. Infatti siamo calati in un contesto in cui
l'informazione e' un mezzo di produzione, una metodologia di guadagno, un
valore di per se stesso.
L'affrontare il livello di rivendicazione legato alla gestione delle
informazioni significa considerare le informazioni stesse, la loro diffusione e la
loro gestione come le colonne su cui oggi la vita della metropoli si poggia.
Vi si poggia perche' il denaro e' informazione, perche' l'informazione
genera denaro, perche' la produzione e' oramai prevalentemente immateriale e
si basa sul terziario avanzato e quindi sui concetti di "formazione",
"programmazione", "controllo dei dati" che generano rapidamente nuove
tipologie di posti di lavoro e quindi impattano duramente il tessuto
sociale.
Infatti la flessibilita' e l'indeterminazione dei nuovi lavoratori sono
legate alla velocita' di adattamento che una ditta oggi deve sostenere a
causa delle modifiche al ciclo produttivo.
Se su questo si e' daccordo, allora anche alcuni passaggi che seguono
possono essere accettati.
Innanzitutto si pone il problema della gestione dei dati
personali/digitali: ad esempio le problematiche sul diritto
alla privacy sono all'ordine del giorno. Le informazioni che rilasciamo
in rete sono preda ambita. Esse ci descrivono oltre le nostre
consapevolezze e diventano aggettivi per occhi che scrutano
indirettamente nelle nostre vite.
Per scopi commerciali, nel caso vadano in pasto a grandi aziende.
Per il controllo sociale, quando vengono analizzate dalla polizia.
Sono persino fonte di valutazione sul posto di lavoro.
Nuovi e potenti servizi di comunicazione hanno preso piede e stanno
condizionando chi la metropoli la vive. La possibilita' di veicolare
informazioni verso i propri cari annullando la distanza fisica, l'ampio
spettro di informazioni trasmissibili (oramai la multimedialita' e' il
meno), hanno il loro peso in un ambiente che e' un vissuto compartecipato di
esperienze e di culture eterogenee che fanno della comunicazione interna e
del feedback presso le proprie culture madri un punto che le denota dentro
la metropoli.

Conseguenze
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Nasce allora la consapevolezza che la lotta e', _oggi_ a
_milano_, una lotta che passa fortemente anche per la gestione del
flusso di dati che quotidianamente ci scorre davanti. Questo vale per
l'informazione data in pasto all'opinione pubblica, per i dati personali
di lavoratori o consumatori, per i ponti comunicativi che si sbracciano
oltre il limitato ambito fisico-logistico imposto dalla strutturazione
a celle di questa citta'-alveare.
Il ganglio dell'informazione e' la sua natura digitale: il digitale permette
un salto in avanti nella possibilita' di inserire molteplici tipologie di
comunicazione in un solo vettore.
Il controllo delle informazioni e della loro diffusione e' percio' uno dei
principali perni della pressione poliziesca e censoria che viene subita da
chi approccia questo livello di lotta: una lotta che ha la caratteristica di
avere un proprio orizzonte, ma anche di innestarsi su terreni di conflitto
piu' calati nella realta' tangibile.
Le nostre risposte sono state finora:
1) Un metodo di lavoro, basato sulla partecipazione dal basso e sulle
affinita' di metodo, che affronti dei problemi concreti a cui e' possibile
dare spazio di rivendicazione passando anche per soluzioni tecniche.
2) Una autorganizzazione che si poggi sulla consapevolezza degli strumenti
digitali ed elettronici di comunicazione per impadronirsene e valutarne peso
e possibilita'.
3) L'autoformazione come veicolo di condivisione e diffusione di competenze
e consapevolezza.
4) La replicazione degli strumenti di comunicazione mediante
l'autoproduzione, per dare visibilita' e agibilita' di accesso, condivisione
e diffusione a tutte le informazioni che non hanno voce o che non sono
considerate degne di averla.

Conclusioni
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La direzione che abbiamo intrapreso con i nostri progetti punta a
rivendicare la necessita' di avere libero spazio di informazione e reali
possibilta' di produzione di informazione. Noi stiamo creando un "welfare"
comunicativo dal basso: una rete metropolitana decentrata, interconnessa, modulare,
basata sulle affinita' di metodo, che risponda alle esigenze di formazione e
comunicazione del territorio e di chi apre o gestisce progetti sul
territorio. Crediamo che gli spazi occupati/liberati a milano non possano non passare
anche per una liberazione degli spazi di comunicazione (immateriali ma
concreti):
- per garantire un passaggio consapevole a chi lavora sui progetti, evitando
violazioni del privato, censure e liberticidi
- per fornire una risposta alle esigenze di chi attraversa la metropoli e le
da' vita e colore.
Nel 21esimo secolo abbiamo non soltanto la necessita' di rivendicare i
diritti inalienabili dell'uomo quali il diritto all'acqua ed al cibo, ma
un diritto che e' proprio del tempo in cui viviamo: il diritto di
comunicare. Ovvero Il diritto di metterci in relazione con i cittadini
dell'intero pianeta al di la' dei confini imposti dalle banche, dalla
societa' dello spettacolo e dal fondamentalismo guerrafondaio.
Esigiamo che la rete sia un luogo pubblico, nel suo uso e nel suo
accesso, vogliamo spazio libero entro cui sviluppare le nostre esigenze
comunitarie, non falsamente "gratuito" entro la logica della
manipolazione dei nostri dati.
In una milano che vanta d'essere la citta' piu' cablata d'europa,
esigiamo punti di accesso pubblici per tutti senza distinzione di
provenienza.
Ne deriva che la sopravvivenza degli spazi a milano passa anche per la loro
capacita' di diventare nodi intercomunicativi di una rete metropolitana e
per la loro funzione di irradiamento e concentrazione di informazioni sul
territorio. Per questo motivo la loro agibilita' logistica deve essere
garantita fino alla loro piena funzionalita' (rete, luce, acqua).

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