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Pinerolo, nasce "Niño"
by Spazio Sociale Autogestito - "Niño" Sunday, Nov. 23, 2003 at 5:16 PM mail:

Spazio Sociale Autogestito - "Niño"

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.:Pinerolo 2003. Un altro mondo è in costruzione:.

Pinerolo. Ridente cittadina ai piedi delle Alpi, nel nord-ovest dell’Italia.
Ci vivono 34.000 anime, che sembrano essere immerse in un mondo cristallizzato.
I giovani, alla sera, possono scegliere solo tra il trascorrere una serata al pub con consumazione obbligatoria e lo stare a casa. Nessuno spazio per concerti, nessuno spazio perché gruppi artistici, politici o culturali possano incontrarsi; un solo spazio studi (la biblioteca civica), un solo spazio per i gruppi musicali che vogliono provare (la sala prove a pagamento).
Ed in tutto questo, una sempre più evidente frattura nella società pinerolese, dove i giovani non parlano più con gli anziani, dove i bambini non possono giocare all’aperto, se non nei pochi parchi pubblici.
Tutto sembra ovattato. Le contraddizioni fanno parte di una realtà lontana, che non ci coinvolge. Gli immigrati vengono visti come facenti parte del panorama locale. Torino, con i suoi problemi, è lontana.
Ed è qui, in questa realtà edulcorata, dove però le contraddizioni esistono, e soprattutto sono sentite sulla pelle sempre e solo dai soliti, che è nata la proposta. Decine di locali smessi. Vecchie fabbriche, vecchie case. Locali in stato di abbandono un po’ovunque. Una società che, proprio per la sua piattezza e stabilità, fatica ad incontrarsi, a parlarsi, a fare politica, a socializzare, appunto.
È necessario sfondare il muro della normalità. È necessario svelare le contraddizioni dove esse sono celate senza essere risolte. È necessario riempire di colori il grigio che ci circonda, che ci avvolge, che ci soffoca. Nella nebbia che soffoca i cervelli atrofizzati dai troppi discorsi della “politica” dei salotti, giocata come spettacolo televisivo astratto e ruffiano, noi diciamo: “ORA BASTA”.
È questa frase, che otto anni fa venne usata dal popolo del color della terra in Chiapas per gridare alle moltitudini del mondo la loro rivolta, ci sprona nella nostra pratica quotidiana. L’esperienza ci dice che l’unico modo per far tornare le persone alla politica che fa dell’uomo e della donna, donne e uomini liberi, è che ognuno la viva in prima persona, nella coscienza dell’importanza della propria azione quotidiana nel proprio tempo e nel proprio spazio (non è forse questa la politica?). Bisogna che partecipi, che non deleghi passivamente ogni decisione agli altri, ma che prenda ed assapori quella parte della vita, che è fatta di colori e forme diverse, e per questo bella da scoprire.
Perché ormai il grigio del clima si riflette sui muri delle case, quelle case che ora sono vuote, figlie di una umanità che vive sugli sprechi, e non sa usare quello che ha.
Noi vogliamo riempirli di progettualità e colori, di politica e partecipazione. Vogliamo tornare a vivere, e con noi far tornare a vivere la nostra città in una dinamica di interazioni, scambi e partecipazione. E non ci dicano che sappiamo solo contestare e siamo privi di idee propositive. Noi la nostra idea di società la stiamo costruendo parlando, confrontandoci e lasciandoci mettere in discussione da chi ha esperienze diverse dalla nostra, contaminandoci. Ed è a partire da questo confronto che vogliamo far nascere nuovi e reali spazi di libertà. E ci opponiamo ad ogni schematizzazione. Noi siamo oltre ogni possibile schema opaco e precostituito. Noi vogliamo colorarvi, e dirvi che nella convinzione che UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE, ANZI IN COSTRUZIONE, pretendiamo da questa società che si dice libera, delle nuove opportunità di azione.



.:Spazio sociale autogestito “Niño”:.


Chi siamo, cosa vogliamo.

.:antifascismo:.

A Pinerolo ed in tutt’Italia assistiamo ad una ripresa ogni giorno più esplicita del riciclaggio della retorica fascista, che sfocia sempre più spesso in azioni di intimidazione, vandalismi ed intolleranza. Sentiamo quindi il bisogno di ribadire ancora una volta ciò che ci accompagna da sempre nella nostra storia politica e personale: e cioè la pratica quotidiana dell’antifascismo, come discorso sia culturale che di militanza.
Crediamo che il neofascismo oggi sia un fenomeno complesso e che non può prestarsi a facili semplificazioni. Fenomeni come Forza Nuova ed altri gruppi affini hanno un loro perché, che affonda le radici non solo nell’ignoranza, ma anche in una dinamica di emulazione e di moda di gruppo, e/o di paura e contrapposizione verso il diverso. Schierarsi contro una tale deriva sociale e politica è compito di ognuna ed ognuno di noi.

.:antiautoritarismo:.

Volendo contrapporsi ai germi dell’autoritarismo che troppo spesso hanno inquinato le pratiche politiche di ogni schieramento, rifiutiamo ogni pratica verticistica e ogni organizzazione che subordina l’individuo a se stessa.
Al contrario pensiamo invece che la presa di decisioni tramite consenso e la partecipazione collettiva alla costruzione del Niño siano i presupposti per creare relazioni diverse tra le persone ed aprire reali spazi di libertà.

.:autogestione degli spazi:.

Il progetto è quello di un luogo “restituito” alla città nel senso più ampio del termine.
Il prenderci in carico uno spazio pubblico, potrà aiutarci nel ridefinire una pratica comune che si opponga al processo di atomizzazione ed impoverimento che ha ormai inglobato anche le dinamiche relazionali, ed è una occasione concreta per chi come noi pensa che il vivere in una città significhi anche partecipare attivamente , essere protagonisti e non spettatori passivi di ciò che accade a livello amministrativo, culturale e sociale.
Concretizzando questo discorso, a noi pare importante sottolineare il momento dell’autogestione come esperienza non soltanto educativa ed in grado di legare vissuti personali dei singoli ad un progetto, ma anche come fondamento di una modalità diversa di approccio verso la collettività ed il bene comune. L’assunzione di responsabilità che nella gestione, nella fruizione e nell’organizzazione di questo spazio, saranno considerevoli, significherà:
- saper essere creativi, attivi, propositivi e collaborativi
- saper accogliere, ascoltare, discutere e prendere delle decisioni - saper dar luogo ad esperienze significative in fatto di condivisione dei saperi e di dialogo
- avere cura a livello pratico della struttura che ci ospita.

.:non lucro:.

Il problema sul quale vogliamo concentrarci è quello della autoproduzione del reddito al di fuori del circuito alienante del lavoro. Creare un lavoro quindi, che non rispecchi il classico schema padrone – salariato, ma che sia una ricerca cooperativa ed una sperimentazione di una socialità diversa, in grado di creare reddito condiviso. Creare legami sociali attraverso una modalità diversa di intendere il lavoro.
Dalla nostra discussione, è risultato che il Niño si presterebbe a due tipologie di lavoro:
- lavoro sociale su progetti
- l’istituzione da parte di chi vuole o ne ha le capacità, di corsi più o meno a pagamento.
Per quanto riguarda questa seconda possibilità lavorativa, è evidente che la stessa idea di corso non è in grado di assicurare una condivisione libera dei saperi, ma rientra nel classico schema che vede una sorgente di sapere, che dietro compenso elargisce conoscenze a chi non le ha. In più il tramite monetario mercifica il sapere, rendendolo equiparabile a un prodotto da vendere. Convinti e convinte che la libera circolazione del saperi e delle conoscenze sia la base per una società diversa, non possiamo accettare questa forma lavorativa all’interno dello spazio sociale.
Per quanto riguarda invece la prima possibilità, occorre fare una precisazione. A nostro avviso infatti l’autoproduzione di reddito, e quindi la creazione di lavoro, hanno due caratteristiche principali: la struttura “a rete”, e la caratteristica “sociale”. La struttura a rete è l’unica in grado di creare rapporti sociali su basi egualitarie. Ogni nodo della rete ha infatti pari dignità e pari possibilità di critica all’interno della struttura lavorativa. La caratteristica di socialità invece assicura che tale lavoro debba essere finalizzato alla creazione di relazioni sociali primarie; un lavoro inserito nella società che si ponga come scopo un intervento in grado di ripristinare relazioni laddove il panorama che ci si pone davanti ne è assolutamente impoverito. L’applicazione dell’economia neoliberista, attraverso un uso quasi religioso dell’individualismo e la distruzione dei legami sociali preesistenti che questo comporta, distrugge anche l’ambiente sociale in cui ogni essere umano deve essere immerso per vivere bene. Opporsi a questa deriva tramite l’autoproduzione di reddito, è uno dei nostri obiettivi.
Un lavoro sociale a rete su progetti, quindi.
In questa prospettiva risulta importante anche sottolineare che in un mondo nel quale la precarizzazione del lavoro, rende quest’ultimo deprivato dei diritti condivisi nel xx secolo, mercificando il lavoratore, risulta quantomai indispensabile sperimentare forme diverse di lavoro. In questo modo la sperimentazione del lavoro diventa una vera e propria pratica di resistenza all’economia neoliberista, e non può essere considerata come “lucro”, ma assimilata alla costruzione di un mondo differente, basato su presupposti diversi.

.:antirazzismo:.

Crediamo che i/le migranti attualmente vengano usati come risorse per il sistema produttivo, facendo parte, loro malgrado, di quell’insieme di esclusi (la stragrande maggioranza della popolazione) creato dal neoliberismo.
Come esclusi, essi non possono godere dei diritti di cittadinanza fondamentali. Noi vogliamo partire invece da una logica diversa, che considera i/le migranti come persone e come cittadini a tutti gli effetti, indipendentemente dalla loro condizione “legale”.
Riteniamo fondamentale che la società si apra ad un confronto e ad una contaminazione reciproca, perché pensiamo che sia soffocante e degradante per il tessuto sociale il dover vivere con la paura verso l’altro/a, rinunciando così alla possibilità di un arricchimento reciproco portato da un confronto sereno. L’unica via per uscire dalla chiusura della società attuale, è quella che riporta le persone ad incontrarsi e parlare anche con chi è differente per cultura, pelle, religione, nazione o ceto sociale, spogliati dei pregiudizi reciproci.
L’intercultura quindi è, a parer nostro, l’unica strada per produrre una reale sicurezza sociale, basata sul rispetto.

.:antisessismo:.

I motivi per cui scambi e confronti possono fallire nella loro autenticità, sono purtroppo moltissimi. La vita sociale, strutturata com’è su meccanismi di contrapposizione, competitività ed esclusione, non può che produrre continue frustrazioni nelle relazioni.
Il sessismo si inserisce perfettamente nella logica di questa socialità mortificante. Noi ci opponiamo a qualsiasi pratica tesa a squalificare. In base ai nostri principi, ogni differenza di genere e di identità sessuale, deve poter essere nominata, esplicitata, vissuta nella sua interezza. Per questo auspichiamo/vogliamo che il Niño possa essere un luogo nel quale sperimentare relazioni non inificiate da pregiudizi. Un luogo nel quale potersi esprimere senza correre il rischio di essere giudicat* e valutat* sulla base della propria appartenenza sessuale.


.:primi progetti:.

g[asp] – altrinformazione sociale pinerolese Per ragionare sui meccanismi dell’informazione e cominciare a parlare di autoproduzione di informazione dal basso attraverso internet e tv di strada.
Info: gasp@inventati.org


Sportello migranti. Un sportello di servizi costruito dal basso con i/le migranti, per sfuggire alle logiche assitenzialistiche e costruire contaminazione.
Info: pinsf@inventati.org


Laboratorio multimedia. Un laboratorio aperto ad tutti, dove poter usufruire gratuitamente dei servizi internet. Perché l’accesso alle tecnologie ed ai saperi deve essere libero.
Info: gasp@inventati.org




:::Altrimenti ci trovate da metà dicembre a rimettere a posto il Niño il Via Midana a Pinerolo, presso i campi sportivi:::

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