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Memory report: Br, guerriglia diffusa, Autonomia e Pci
by memory reporter Friday, Mar. 22, 2002 at 4:15 PM mail:

Intervento introduttivo di Primo Moroni alla discussione su Brigate Rosse, guerriglia diffusa, Autonomia e Pc. Tratto da LE PAROLE E LA LOTTA ARMATA. Storia vissuta e sinistra militante in Italia, Svizzera e Germania. edizioni SHAKE, Milano 1999 (il testo riportato: da p 51 a p 54)

...Molti studiosi affermano che il '68 italiano sia durato 10 anni in piu' che negli altri paesi. Questo sia per l' estensione degli organismi rivoluzionari, nati fuori dai partiti istituzionali, sia per la caratteristica fondamentale di legame profondo con la classe operaia. La classe operaia italiana delle grandi fabbriche si saldo' strettamente con i movimenti sociali esterni alla fabbrica, creando una unione tra operai, studenti e lavoratori di altri comparti, determinando l' estendersi di un' autonomia politica, dell' intelligenza sovversiva sociale separata dalla sfera del dominio politico dei partiti e delle istituzioni. Tale separazione viene giudicata molto pericolosa dalla classe politica italiana degli anni Sessanta e Settanta, espressione della borghesia industriale, che difronte alla grande rivolta si e' arroccata rispondendo in termini di ordine pubblico.
Uno storico inglese "liberal" ha analizzata 5000 episodi di violenza in italia, tra il '67 e il '75, dimostrando che i soggetti che li avevano compiuti rivendicavano degli obiettivi ampiamente compatibili con la costituzione democratica italiana: chiedevono alle istituzioni semplicemente l' applicazione dei principi della costituzione. Siccome il sistema politico italiano di allora, arretrato e corrotto, non era in grado di garantirla, furono scatenate contro il movimento le forze di polizia: reprimendo, manganellando,arrestando, ammazando.
I movimenti tutttavia non sono nati a causa della repressione, ma con una propria autonomia, una propria idea diversa di solidarieta', del lavoro, dei rapporti con lo stato e il concetto stesso di autorita'.
La componente armata all' interno dei movimenti venne acuita dal rifiuto di un processo di modernizzazione democratica della societa'. Al culmine dell' autunno caldo i servizi segreti dello stato, unitamente ad i loro colleghi americani, provocarono la strage di Piazza Fontana, facendo ricadere la colpa su dei militanti anarchici, per spezzare le lotte operaie. Cio' ha fatto si che molti compagni della nascente sinistra rivoluzionaria italiana si convincessero che la borghesia italiana avesse posto lo scontro sul piano militare. Da quel momento datano i primi organismi clandestini armati: i GAP scrivono nei loro documenti che forse e' in corso un colpo di stato in italia e che bisogna prepararsi. Cosi' fara la 22 Ottobre e lentamente anche militanti di alcuni organismi, ancora pubblici e visibili come Sinistra Proletaria, Nuova resistenza - vengono fondate le primi Br semiclandestine. Tutte le organizzazioni politiche extraparlamentari di quel periodo si dotano di servizi d' ordine e di strutture semiclandestine, nell' eventualita' di doversi difendere da un attaco dello stato.
Quella strage, che segna storicamente l' inizio della strategia della tensione, ha impresso una torsione alla politica italiana e al movimento rivoluzionario. Ma l' offensiva di criminalizzazione dei movimenti, non riusci' ad interrompere le lotte, che anzi si sviluppano nel "ciclo operaio massa" (cioe' della figura di operaio del nuovo sistema produttivi fordista), che durera' dal 1969 al 1973, determinando la cosiddetta conflittualita' permanente.
Si ha pero' una perdita in questo conflitto: negli anni Settanta, insieme alla rivolta sociale ed economica del mondo del lavoro, si accompagna una grande rivolta culturale, esistenziale. Molto studiata e' stata quella usa, della cultura underground, ma anche in quella francese e nell' esperienza delle comuni di Berlino si dava importanaza alla rivoluzione esistenziale come principio fondante della liberazione di tutti. Un fenomeno di rinnovamento culturale complessivo che ha portato alla rivalutazione della psicoanalisi, alla critica delle istituzioni totali, dei manicomi, delle carceri, della giustizia, alla critica del sapere borghese. Con la radicalizzazione politico-ideologica del periodo '68-'69, la componente piu' controculturale si separa e fa un percorso parallelo a quello delle formazioni ufficiali della sinistra rivoluzionaria e delle nascenti formazioni clandestine.
Questo ciclo fece un lungo percorso fino al '73 e fu molto difficile per il potere riuscire a governarlo.
Il movimento si estende sempre piu', tocca strati molto diversi della societa' e ingloba nella rappresentanza rivoluzionaria anche quei soggetti disprezzati dai marxisti - come i Lumpenproletariat, i settori improduttivi - coinvolge parte dei ceti medi come gli insegnanti, e produce, tra l' altro, il grande evento della presa di coscienza della prorpia differenza del movimento delle donne. Interi settori della societa' raggiungono la loro autonomia all' interno dello stato, rendendo per larga parte impraticabile la gestione ordinaria e costringendo gli apparati e i padroni a un' operazione sotterranea e costante di provocazione , violenza e mistificazione.
Non potendo proseguire in quello scontro, c'e' una fase che va dal '73 al '78 circa, quando i padroni decidono di agire direttamente sul corpo vivo della classe e della societa', dando il via ad una profonda ristrutturazione industriale insieme ad un marcato decentramento produttivo, prendendo interi pezzi di fabbrica e spostandoli in altri luoghi. Si frantuma la produzione in tante unita' e si spezza l' unita' operaia - che all' interno della fabbrica aveva acquisito una propria autonomia rispetto alle organizzazioni sindacali - usando la cassa integrazione come arma politica, "non per mettere momentaneamente a riposo dei lavoratori per mancanza di produzione", ma per eliminare le avamguardie della fabbrica. Questa lunga offensiva padronale, che modifica i territori della metropoli attraverso la progressiva diversificazione delle attivita' produttive e creera' il sistema del lavoro nero fuori dalla fabbrica, manda in crisi i gruppi politici extraparlamentari e costringe operai e avanguardie ad alzare il livello dello scontro.
Un organizzazione come Prima linea decide che, per mantenere l' autonomia, la democrazia e il potere operaio gia' raggiunti in fabbrica, e' necessario alzare il livello dello scontro e organizzarsi anche militarmente per reggere l' attacco padronale. Contemporaneamente nel tessuto sociale nasce e prende forza l' Autonomia operaia, organizzata o diffusa, che pur praticando la violenza non e' strutturata in organizzazioni clandestine e insegue il capitale sul territorio, la dove si scompone in nuove forme di potere.
Da quel momento le risposte assumono diverse forme. Quella di Pl e altri organismi come la "Walter Alasia", sostengono per esempio, che bisogna essere presenti all' interno della fabbrica e contemporaneamente avere delle strutture clandestine. Altri movimenti di massa come l' Autonomia operaia danno risposte diverse sul territorio continuando a legare fra loro soggetti difformi anche fuori dalla fabbrica, nei luoghi piu' dispersi della metropoli...

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