La manifestazione contro la mafia in memoria di Peppino Impastato ha attraversato l'omertà, dall'Italtel di Carini al Municipio di Cinisi

Dall'Italtel di Carini fino a Cinisi, contro la mafia, nel nome di Peppino Impastato. 16 km di strada statale che attraversa frazioni e paesi dove la mafia è radicata da sempre: oltre quattromila persone, siciliani ma non solo, hanno ricordato a persiane chiuse e volti indifferenti che la mafia è una montagna di mmerda, proprio come diceva Peppino. Molte delle persone presenti a questa lunga camminata avevano partecipato ai forum di questi giorni, approfondendo la conoscenza di una realtà criminale che qui si pone come norma inviolabile, giocando sulla disinformazione e l'ignoranza. I forum e il media center si sono riallacciati idealmente a quello che faceva Radio Aut: informare e far riflettere su comportamenti mafiosi che sono entrati in tutti gli aspetti del quotidiano, anche quelli apparentemente innocui. Il corteo si apriva con gli striscioni storici fatti dagli amici di Peppino subito dopo il suo assassinio, striscioni testimoni di un'attesa lunga ventiquattro anni; ma dietro ai compagni storici c'erano tanti volti nuovi, giovani, non più solo poche facce note come in anni passati. Musica, striscioni, bandiere rosse, scritte sui muri, slogan contro la mafia che venivano scanditi con più forza quando si arrivava al centro dei paesi, e che si sono trasformati in inviti a uscire dalle proprie case e unirsi al corteo una volta entrati a Cinisi. Davanti alla casa della madre di Peppino Impastato il corteo si è fermato, applaudendo questa donna coraggiosa di 86 anni che non ha mai perso la voglia di lottare per suo figlio. A piazza Municipio Salvo Vitale, compagno di Peppino, ha letto il documento finale del forum, riflessioni aperte da cui si dovrà prendere spunto per il futuro del movimento antimafia.