From: sciar@tin.it
Subject: Re: No, signor Sciarra, non ci siamo proprio.
Date: July 1, 2004 11:49:43 AM CEST
To: charlieholmes@tin.it, Verditoscana@yahoogroups.com
Reply-To: sciar@tin.it
Vediamo di capirci meglio e per l'ultima volta. La sua e di Barocci è una polemica capsiosa e proverò a spiegare perché, facendo una premessa "quando dico di non conoscere la situazione faccio questa affermazione da tecnico, non da politico, e ciò significa che non ho mai personalmente visto le analisi delle acque, del terreno ecc., quando invece dico di conoscere la situazione significa che ne sono a conoscenza per motivi professionali". Ciò detto rispondiamo a Barocci:
Roberto Barocci ha scritto questo commento:
"Quanto afferma il Responsabile del Laboratorio di Sanità Pubblica, il Verde Gianfranco Sciarra, ripetendo affermazioni già fatte sulla stampa locale dall'Assessore regionale, il Verde Franci, testimonia il tentativo di minimizzare e di nascondere la realtà. Infatti quale esigenza spinge lo Sciarra ad affermare che il limite di 10 microgrammi/litro di Arsenico è vigente dal 1 gennaio di quest'anno? Nascondendo il fatto che la legge, la quale stabilisce tale limite, è il D.Lg.vo n.°31 del 2001 ed è entrata in vigore il 18.3.2001, facendo decadere da quella data il precedente DPR 236/88, ma consentendo tuttavia con l'art.15 una prima deroga con scadenza entro il 25.12.2003 "per la messa in conformità" delle acque potabili, come cita il titolo stesso dell'articolo 15? Quindi perchè nascondere che la deroga ottenuta quest'anno dalla Regione Toscana fino al 25.12 2004, in realtà è il secondo rinvio ottenuto per l'applicazione di un limite (i 10 microgrammi/litro), già introdotto in ritardo dalla legislazione italiana, che aveva recepito solo nel 2001 una direttiva CEE del 1998, emessa su allarmanti richieste dell'OMS e dello JARC, risalenti ai primi anni '90?" Queste domande sono rivolte specificamente a lei quanto quelle a cui lei ha scelto di rispondere. Queste due ultime domande sono infatti introdotte da Barocci con la frase: "Ancora due domande all'esperto Sciarra [...]" Quindi anche le altre erano rivolte a lei. Con la differenza che in quelle altre domande c'era il cuore della questione. E lei è chiamato in causa anche come politico. E contengono l'accusa di voler minimizzare e nascondere la realtà, documentando come la sua frase contenga una inesattezza che crea l'impressione che l'abbassamento del limite sia appena stato introdotto (nascondere) a cui fa seguire: " [...] non credo sia terribile prolungare ancora per qualche mese il vecchio limite, dando così modo di approntare gli impianti di abbattimento o di miscelare l'acqua con altra acqua in cui non è presente arsenico" (minimizzare). Sì, minimizzare, parlare di qualche mese per approntare gli impianti quando Barocci dice che la regione non ha nemmeno uno studio idrogeologico in mano a supporto della sua richiesta di deroga, E lei a tutto questo non risponde per non alimentare polemiche? Una volta si diceva: "Troppo comodo!!"
Risposta: E' uso in Italia ma anche negli altri paesi della UE considerare come scadenza effettiva di una legge e/o direttiva l'ultima data utile. Conseguentemente è ultra normale considerare come scadenza effettiva quella del 25-12-2003. Inerzia, insensibilità? spesso si, ma a volte, come in questo caso difficoltà a reperire le necessarie risorse economiche (Barocci dovrebbe conoscere bene la disastrosa situazione economica del Consorzio Fiora, visto che il suo partito si è giustamente battuto contro la concessione ai privati della risorsa acqua nel bacino dell'Ombrone). Però Barocci ha ragione, ho realmente sbagliato di 6 giorni, l'obbligo effettivo del nuovo limite scattava il 25-12-2003 e non il 1-1-2004. Il mio considerare non tragica una ulteriore proroga, dipende invece da due fatti: (a) nel caso che si beva l'acqua di rubinetto, l'abbiamo bevuta per tutta la vita, quale differenza statistico-epidemiologica c'è rispetto al rischio di cancro se la continuiamo a bere per un altro anno? La risposta è semplice, pochissima se non nulla. (b) nel caso che si beva acqua minerale (e Barocci sa bene che la stragrande maggioranza dei cittadini beve questo tipo di acqua), il problema dell'acqua di rubinetto non si pone. Si pone invece e in maniera estremamente importante per le acque minerali, le quali essendo sottoposte ad altre leggi possono contenere quantità di arsenico ben superiori a quelle di rubinetto. Non posso qui dire il nome dell'acqua minerale, ma posso garantire sulla mia parola d'onore che una delle acque più vendute e pubblicizzate (e quindi bevute) d'Italia contiene una concentrazione di arsenico ben superiore ai 10 microgrammi/litro. Allora perché non fare, come io dentro e fuori dai Verdi ho più volte sollecitato, una battaglia affinché acque di rubinetto e minerali siano sottoposte alla stessa normativa almeno per quanto riguarda le sostanze tossiche? Non sarebbe molto più utile ciò (visto che la stragrande maggioranza degli Italiani beve acqua minerale) rispetto ad una battaglia contro la regione Toscana che sta comunque cercando di porre rimedio ad una situazione che è sicuramente inaccettabile ma meno pericolosa di quanto si vuol far credere?
Roberto Barocci continua: Quanto alle risposte che ha dato, lei mi fa un torto (anche per il tono paternalista) se pensa che io (o Barocci che è colui che scrive) non sappia che le acque della Toscana Sudoccidentale sono naturalmente piuttosto cariche di arsenico e che ciò avviene perché l'arsenico è contenuto nel terreno. Ma lei stesso scrive che nelle ceneri ematiche questo arsenico "si è solo concentrato" e se queste ceneri vengono prima classificate come inerti (uno scandalo per cui mai nessuno pagherà) e poi liberamente distribuite sopra e sotto il territorio e accumulate in un panettone di 1,5 milioni di metri cubi che sprofonda sotto il suo stesso peso fino a penetrare negli acquiferi sottostanti, non mi sembra proprio la stessa cosa. Lei dice di non conoscere la situazione di Grosseto. Capisco che non si può sapere tutto, ma mi stupisco (e soprattutto mi preoccupo) che un esponente del partito ambientalista che è pure Responsabile del Laboratorio di Sanità Pubblica dell'Area Vasta Toscana Sud, non conosca uno dei più grossi problemi ambientali della Toscana del sud.
Risposta: Per quanto attiene al"conoscere" rimando a quanto scritto in premessa. Per quanto attiene alla classificazione delle ceneri ematitiche ed alla loro allocazione in miniera, non volendo riaprire una annosa polemica con Barocci, mi limiterò a dire che tale classificazione fu approvata dalla Regione Toscana, con il voto contrario dei Verdi che all'epoca erano all'opposizione (il partito di Barocci allora non esisteva ma i suoi uomini stavano nell'allora Partito Comunista che governava la Toscana insieme ai Socialisti) per cui sono d'accordo che sia stato estremamente grave mettere le ceneri in miniera. Rispetto all'acqua, quello che volevo dire era invece un'altra cosa, ovvero che l'acqua contiene "naturalmente" arsenico in quantità non affatto trascurabili e quindi il deposito di ceneri ematitiche può aggravare la situazione ma non esserne la causa.
Credendo di aver ormai detto tutto, ribadisco che non risponderò ad ulteriori sollecitazioni. Gianfranco Sciarra
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