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Siamo tutti Dario e Maximiliano
by tro Monday, Jul. 01, 2002 at 7:09 PM mail:

Mabel Bellucci- Ana Dinerstein

Siamo tutti Dario e Maximiliano

Di fronte alla drammatica repressione contro la presa del Puente Pueyrredòn in Avellaneda, da parte del Movimiento de Trabajadores Desocupados (MTD) della Coordinadora Aníbal Verón, la maggioranza dei programmi politici e notiziari televisivi ha messo essenzialmente a nudo lo sguardo più reazionario della classe media verso questo movimento autonomo, animato da pratiche di democrazia diretta e reattivo alle politiche clientelistiche, implementate tanto dallo Stato, quanto dai partiti politici.

Nonostante questo, si potrebbe sperare che i dirigenti del movimento Piquetero, che dirigono agenzie di stampa, si facessero carico di una responsabilità fondamentale: rivelare, davanti ad un'opinione pubblica, che ancora dubita chi sia il nemico, questa mossa del potere contro i disoccupati e quindi contro tutti!
Ma appare chiaro che detti referenti dell'ala più istituzionalizzata del movimento piquetero si siano convertiti in figure prolisse e assimilabili in certi settori, come nel caso di Luis D'Elia, titolare della Federación de Tierra y Vivienda e dirigente della Central de Trabajadores Argentinos (CTA).
Altresì forte oppositore del Bloque Piquetero Nacional- affine a Izquierdia Partidaria- nelle cui fila non si riconosce la Anibal Verón, causa dissidenze metodologiche e politiche.

Luis D´Elía rappresenta ciò che l'establishment desidera vedere di questo movimento: un'inclinazione al dialogo e alla negoziazione e una posizione di non confronto, nonchè antisovversiva.
Coltivare questo profilo concede benefici: si calcola che D'Elia maneggi approssimativamente 60.000 Piani Lavorativi, con tutto ciò che ne deriva in termini di accumulo di potere, in un'Argentina rasa al suolo dalla fame e dalla povertà.
Debitore del tremendo peso dei disoccupati nella lotta popolare, ha concentrato un ruolo ogni volta piu protagonista all'interno della CTA.
Esiste il rischio che la Central, che nacque come intento di produrre unità, nella diversità e nell'articolazione, in un grande movimento sociale, si disperda
in un clima di internismo, che non riflette le pratiche politiche nate a partire dalla rivolta del 19 e 20 dicembre.

Le dichiarazioni di d'Elia riguardo la sanguinosa giornata del Puente Pueyrredón sono state patetiche e poco fortunate, contro un diverso modo di resistere e affrontare organizzativamente il conflitto della disoccupazione.
I mezzi di comunicazione hanno utilizzato l'analisi classica dell'accaduto, e cioè la violenza generata dai piqueteros della Coordinadora Aníbal Verón, mettendo in discussione una partita, giocata nella scena dello sperabile.
Ma sono pochi coloro che replicano questa stessa protesta, di fronte invece alla reazione violenta e di già giustificata dei collettivi di ahorristas (risparmiatori), che perdono la loro saggezza di classe, quando organizzano estenuantemente azioni dirette contro le catene bancarie.
Anzi, questi metodi aggressivi sono visti di buon occhio, giacchè truffa e violazione alla proprietà sono argomenti che giustificano azioni anche violente.

In altre parole, la batterìa mediatica della teoria dei due demoni aggiornata ai nuovi tempi, coincide con le ultime dichiarazione di Luis D´Elía.
Vale a dire: non si stanno dirigendo contro il movimento dei piqueteros in generale, ma contro la Coordinadora Anibal Verón in particolare, fino a quando la stessa non si conformi disciplinatamente alle loro regole sistemiche e istituzionali.
Ora, non sono più vittime, ma assassini.
Se non portassero il passamontagna, pietre o pali per difendersi, se non affrontassero con il loro corpo uno scontro di lotta ad armi impari, sarebbero senz'altro cittadini pacifici, che reclamano i loro diritti perduti.
La sola esistenza del piquetero come figura reale e simbolica, al di là delle sue teorìe e del suo agìre, è violenta, perchè è il prodotto della violenza del capitalismo, della moneta e del lavoro alienato.

Di fronte all'omicidio spietato di Maximiliano Costeki e Darío Santillán, solo possiamo dire:
"Siamo tutti Dario e Maximiliano, nel momento della loro morte.
Le loro morti simboleggiano le nostre morti fisiche o virtuali.
Seamos todos Piqueteros!"

Mabel Bellucci
Ana Dinerstein

Buenos Aires, 30.6.02



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