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19 marzo - In piazza per l'Iraq
by COBAS Thursday, Feb. 03, 2005 at 1:41 PM mail:

19 MARZO MOBILITAZIONE MONDIALE PER IL RITIRO DELLE TRUPPE DALL’IRAQ MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA

19 MARZO MOBILITAZIONE MONDIALE PER IL RITIRO DELLE TRUPPE DALL’IRAQ
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA

Il quinto Forum sociale mondiale a Porto Alegre è stata l’edizione di gran lunga più partecipata e quella davvero “mondiale”, con una presenza (oltre a quella dominante latinoamericana) rilevante dell’Asia, del Nordamerica e dell’Africa, e con quella “tradizionale” europea (un po’ in calo, soprattutto per quel che riguarda gli italiani/e).
Usciti dalla oramai angusta PUC (l’Università delle prime edizioni), più di 150 mila persone, con una presenza enorme di giovani, hanno dilagato su un territorio vastissimo, “liberato” dalle ingessate e formali plenarie con i “grandi” nomi e restituito ad una marea di seminari autogestiti (magari a volte in maniera un po’ caotica, con qualche inutile accavallamento e disfunzioni organizzative).
Per sei giorni una marea di anti-liberisti e di anti-capitalisti di oltre 120 paesi del mondo ha discusso appassionatamente e deciso il programma delle prossime mobilitazioni del movimento no-global e no-war. Ne è uscito, grazie anche all’importantissimo e tenace lavoro di raccordo svolto da alcune delegazioni e soprattutto da quella italiana, un piano di lavoro e di manifestazioni decisamente radicale, approvato dall’Assemblea finale dei movimenti sociali (la cui formula andrà rivista, dato che oramai la separazione tra Forum che discute e Assemblea che agisce, sembra definitivamente superata), che copre tutto l’arco del conflitto antiliberista, dalla guerra al debito estero, dal WTO al G8, dal commercio all’agricoltura, dalla lotta delle donne e degli esclusi (paria e “sans” in tutti i campi) a quella per l’acqua, dalla sanità alla scuola, alla precarizzazione del lavoro e così via.
E al primo posto di queste mobilitazione è stata posta la lotta alla guerra, a partire da quella irachena - ritenuta l’epicentro dei conflitti -, alle armi, alle basi militari, per il disarmo nucleare.
Ma, di ritorno in Italia da Porto Alegre con occhi, mente e cuore pieni di tale partecipazione e impegno senza precedenti, ci tocca ripiombare nelle nostre miserie politiche quotidiane e assistere ad un coro scandaloso di esaltazioni dell’intervento bellico in Iraq. I risultati delle elezioni nel tanto martoriato paese vengono usati dalla destra per glorificare l’aggressione militare ed il suo principale ideatore, Gorge Bush, nonché i suoi servi minori come Berlusconi. Ma anche “a sinistra” in tanti si accodano: da quell’Asor Rosa, coordinatore di una imprecisata “sinistra alternativa” che chiede incredibilmente al movimento no-war di rinnegare la sua opposizione “senza se e senza ma” alla guerra, fino al ben più rilevante centrosinistra prodiano, che si inventa un impresentabile “piano in 7 punti” che rinvia alle calende greche e all’intervento Onu (l’istituzione, non dimentichiamolo mai, che ha provocato con l’embargo la strage di centinaia di migliaia di iracheni e che resta pienamente subordinata agli Usa) il ritiro delle truppe italiane dall’Iraq.
Come Cobas non avevamo fatto previsioni sulle elezioni in Iraq, essendo esse gestite dagli occupanti che, senza alcun controllo imparziale, le hanno guidate e manipolate a piacimento, essendo poi gli unici a poter fornire dati ed immagini (le file di votanti che tanto commuovono i nostri massmedia, di solito invece indifferenti ai morti) e dunque a poter organizzare qualsiasi truffa sui dati, magari facendo diventare un 20-30% un 50-60%. Ma comunque anche una eventuale significativa partecipazione al voto (mettiamo pure un 30%) dimostra il contrario di quello che sostengono i “laudatores” di Bush e Berlusconi. I cittadini/e iracheni, stremati dalla guerra, ne vogliono uscire a tutti i costi: e una parte, forse rilevante, di essi/e spera che, eletto comunque un governo iracheno, gli eserciti occupanti abbandonino l’Iraq.
Questo non è solo il nostro parere, ma soprattutto quello delle componenti irachene presenti a Porto Alegre (sciti e sunniti, religiosi e laici, moderati e radicali) nonché delle aree del movimento anti-war che, proprio per questo, hanno deciso di intensificare la mobilitazione per la fine della guerra e il ritiro delle truppe, mettendo al primo posto delle iniziative programmate la Giornata mondiale del 19 marzo su questo tema. Per questa data sono già ora previste centinaia di manifestazioni in tutto il mondo (solo negli Usa se ne svolgeranno oltre 500, mentre in decine di altri paesi, dall’India al Venezuela, dal Giappone al Brasile, dall’Argentina alla Corea e in numerose nazioni europee, le manifestazioni saranno nazionali e si svolgeranno nelle capitali: ed è certo che la cifra aumenterà vertiginosamente nei prossimi giorni, dopo l’annuncio di Porto Alegre) che porteranno in piazza milioni di persone per chiedere l’immediato ritiro delle truppe e la restituzione dell’Iraq agli iracheni.
In questo quadro, una manifestazione nazionale con tali obiettivi si svolgerà il 19 marzo anche a Roma. Per discuterne organizzazione e modalità, tutte le reti, organizzazioni, associazioni, forum e comitati, nazionali e locali, interessati si incontreranno domenica 6 febbraio a Roma (sede nazionale della Confederazione Cobas, V.le Manzoni 55, metro A fermata Manzoni, alle ore 10).

Piero Bernocchi
Confederazione Cobas

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bernocchi si è perso?
by belzebù Thursday, Feb. 03, 2005 at 2:54 PM mail:

per caso bernocchi si è perso? mamma arci e papà cgil lo hanno abbandonato all'aeroporto di Porto Alegre? aiutate bernocchi, riportatelo a Porta a Porta che magari ritrova i genitori e gli amichetti, quelli che uscivano con lui a prendere il gelato "contro la guerra e contro il terrorismo".

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bernocchi stai a casa
by marco Thursday, Feb. 03, 2005 at 3:06 PM mail:

bernocchi, sei proprio iìuno stronzo. Una riunione convocata da diverse strutture la vuoi far passare come cosa nemmeno dei Cobas, ma tua personale. basta con i portavoce, miliucci che aspetti a fare fuori questa canaglia strumentelizzatore. ricorda che se fosse davvero una riunione indetta da bernocchi ci sarebbero solo 4 stronzi. per fortuna altri ed altre sono i soggetti che vi saranno a roma. per favore a bernocchi trovategli un fottuto posto in parlamneto o in tv (magari da vespa dove già fece una figura a dir poco cacina)almeno si leva dalle palle.

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basta coi portavoce!
by io Thursday, Feb. 03, 2005 at 3:41 PM mail:

Smettiamola coi presunti portavoce futuri politicanti!
Il movimento se ancora esiste non ha bisogno di capi e capetti!

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Bernocchi
by Cobar Thursday, Feb. 03, 2005 at 3:58 PM mail:


Bernocchi ha quasi l'eta di Matusalemme, anche se li porta bene;
oltretutto se avesse volto sistemarsi in qualche parlamento e' da mo' che avrebbe potuto farlo.
Se si iniziasse invece a fare delle critiche nel merito delle analisi che qualsiasi individuo e qualsiasi organizzazione sono libere di postare attraverso i mezzi di comunicazione del movimento, invece di fare dell'antipersonalismo che altro non sembra che degenerazione del personalismo portata avanti da frustrati fustigatori?

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grazie cobar
by marco Thursday, Feb. 03, 2005 at 6:11 PM mail:

ma grazie cobar per averci illuminato. che bernocchi se volesse era già in parlamento ci credo poco, se rifondazione non vuole poi. il problema è che bernocchi usa una riunione convocata da varie realtà nazionali per farsi propaganda e per fare passare l'idea che sia lui a convocarla. ecco il problema, una questione di metodo e questa è la critica. ed il metodo di bernocchi è un metodo di merda, tipico del politicantino da 4 soldi, un povero portavoce. che poi ognuno sia libero (che magica parola) di postare la merda che vuole è lapalissiano e non è certo un saccente alla cobar a ndoverlo dire.

a casa starebbe meglio, ripeto anche per l'organizzaziopne politico-sindacale(come da lui definita sic!!) dei cobas.
ciao

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