Dalla procura altre tredici denunce con l'aggravante di eversione, otto compagni rischiano gli arresti domiciliari
La procura di Bologna ha notificato altre tredici denunce, ancora una volta accompagnate dalla pesante aggravante di eversione, ad alcuni dei manifestanti che il primo maggio scorso subirono le cariche della polizia mentre si radunavano in stazione per partecipare all'EuroMayDay Parade di Milano, giornata internazionale di lotta contro la precarietà. Per otto di questi compagni, studenti e precari, il Pubblico Ministero ha presentato richiesta di arresti domiciliari, su cui il 30 settembre dovrà pronunciarsi il Tribunale delle Libertà.
Una gravissima iniziativa giudiziaria che si inserisce appieno nell'irrespirabile clima repressivo che negli ultimi mesi a Bologna sta sistematicamente colpendo quanti ogni giorno rispondono ad uno stato di precarietà sempre più diffusa e ad un carovita sempre più opprimente con la riappropriazione dal basso dei diritti negati. Un attacco frontale orchestrato congiuntamente dalla Procura, dalla Questura e dall'Amministrazione Cofferati, che non perde occasione per creare le condizioni politiche adatte. Un attacco violento ed esteso, che utilizza spesso l'arma dei reati associativi, finalizzato ad indebolire l'autorganizzazione sociale, criminalizzare le pratiche di lotta per impedirne la connessione con il tessuto cittadino, restringere gli spazi di agibilità politica riducendo ad atto illegale ogni tentativo di trasformazione dell'esistente.
Alla Bologna della repressione diffusa, laboratorio del governo nazionale che verrà, risponderemo rilanciando le lotte sociali, come unica risposta possibile all'intimidazione e alla negazione dei nostri bisogni e dei nostri desideri.
