Colpo di spugna! Per i responsabili delle torture ai no-global nella caserma lager di Bolzaneto nessuna condanna. La prescrizione cancellerà tutto. Ma noi ricorderemo i loro nomi.
Oronzo Doria, generale della polizia penitenziaria
Giacomo Toccafondi, responsabile sanitario del carcere
Alessandro Perugini, ex-vicecapo Digos
Anna Poggi, commissario capo
Alfonso Sabella, magistrato coordinatore
Claudio Ricci, generale
Alfonso Mattiello, generale
Pasquale Migliaccio, capitano agenti di custodia
Ernesto Cimino, capitano agenti di custodia
Bruno Pelliccia, capitano agenti di custodia Antonio Biagio Gugliotta, ispettore polizia giudiziaria
"l'occhio immediatamente ti cadeva non sull'ebete e sadica soddisfazione del torturatore, ma su chi veniva torturato riducendolo a cosa, a oggetto, ad armalo: manichino per addestramento.., ex omo ora cane al guinzaglio... non più omo ma solo un pezzo di carne trimante offerto alla vucca spalancata di un cane".
I LIVELLI APICALI - alla voce dei Responsabili, il livello apicale a Bolzaneto viene indicato per la Polizia di Stato il vice questore Alessandro Perugini, e il commissario capo Anna Poggi (entrambi indagati); per l'Amministrazione Penitenziaria il magistrato coordinatore Alfonso Sabella (per il quale è stata chiesta l'archiviazione), il generale Claudio Ricci, il generale Alfonso Mattiello, l'allora colonnello Oronzo Doria (indagato), i capitani Pasquale Migliaccio, Ernesto Cimino e Bruno Pelliccia, tutti del disciolto Corpo degli Agenti di Custodia, l'Ispettore della Polizia Penitenziaria Antonio Biagio Gugliotta (indagato).
I REATI - I reati contestati sono a vario titolo abuso d'ufficio, violenza privata, abuso di autorità contro detenuti o arrestati, falso, violazione dell'ordinamento penitenziario e della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
Tutti "reati minori". Il trattamento, valutazione condivisa anche dalla magistratura, è stato disumano e degradante. Però, se le percosse, le lesioni personali, i sequestri di persona, le ingiurie, sono commessi da rappresentanti dello Stato sono da considerarsi "reati minori".
Per qualunque persona civile, cittadina e non suddita di un governo dispotico, questi sono REATI GRAVI e se la giustizia non li vuole perseguire, dovranno essere i cittadini a farsene carico. Altrimenti saltano tutte le regole del gioco e diventa impraticabile anche il rispetto delle "autorità costituite" proprio perchè queste vengono a meno nel loro ruolo di giudicanti, emettendo sentenze contrarie al comune senso di giustizia.
QUESTI I NOMI DEI TORTURATORI, avete voglia di averli come vicini di casa?
Portiamogli la nostra indignazione sotto casa. Pubblichiamo le loro immagini e indichiamole alla pubblica condanna. Non aspettiamo come in Argentina che siano passati 20 anni dai fatti per mostrarli in tutta la loro gravità alla pubblica opinione. Gli esecutori hanno nome e cognome, facciamoli conoscere a tutti, come viene fatto per i pedofili o per altri soggetti che rappresentano un pericolo per la società.
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