Contro la guerra in Lombardia
In Lombardia ci sono 446 aziende e 16 operatori nel settore dell'industria
bellica: e' la regione leader nella produzione di armi leggere. E' una guerra che passa anche per i quotidiani rapporti sociali
quella che i movimenti, in mille e più forme e modi, contestano.
Nel 1994 in seguito alle proteste dei "Cassaintegrati Aermacchi
per la
Pace ed il Diritto al Lavoro" che si rifiutarono di accettare una
proposta
di difesa del lavoro mediante richieste di aumento di commesse militari, la
regione Lombardia ha votato una legge che prevedeva la nascita e
il finanziamento di un agenzia regionale per la riconversione
dell'industria delle armi.
La regione vara la legge e fonda così quest'agenzia, formata sia da
rappresentanti della Giunta e del Consiglio Regionale sia da
rappresentanti delle forze sociali (sindacati, associazioni e
industriali).
L'agenzia, dal 1994 al 1997, ha prodotto vari studi sulle industrie
lombarde, ma a causa dello scarso finanziamento non ha mai potuto
finanziare processi di riconversione ma solo promuoverli.
Dal 1998 l'agenzia e' praticamente inoperativa, ed ora grazie alla
revisione della legge 185/90 (che regola la vendita e l'esportazione delle
armi), e alla pratica della guerra preventiva la regione Lombardia ha
intenzione di dismetterla.
Bisogna ricordare che dall'insediamento dell'ultima Giunta regionale
l'agenzia non e' stata piu' convocata, né è stata rifinanziata la legge.
La decisione di sopprimere
l'agenzia rivela la volonta' di appoggiare una
logica di guerra e di business di mercato.
In questa pagina si puo' firmare
l'appello di difesa dell'Agenzia per la riconversione bellica.
20 marzo 04: giornata di azione globale contro la guerra
Appuntamenti locali: Newroz curdo a Milano [appello |
appuntamento] - Due giorni a
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Riflessioni:
Ponte della Ghisolfa: noi non ci
saremo
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