Piano Speculatore
La vicenda di Colle della strega è un caso tristemente comune, in una città come Roma, dove lo sviluppo urbanistico deciso esclusivamente dagli accordi speculativi politici-costruttori, sta smembrando ogni anno chilometri quadrati di verde. Ma è anche la prova che l'autorganizzazione, dal basso, senza mezzi e contrastata da un accordo "trasversale" (particolarmente nell'area del Municipio XII, il "mattone" ha amici sia a destra che a sinistra, come dimostra la vicenda del Laurentino) può riuscire in imprese apparentemente disperate.
La lunga e complessa storia dell’edificazione di Colle della Strega comincia nel 2001; utilizzando lo strumento dei c.d. art. 11 (ufficialmente, uno dei tanti progetti dei programmi di recupero urbano, nati per portare nei quartieri IACP di Roma servizi ed opere necessarie alla collettività) il consiglio comunale approva un progetto per l'edificazione di 72.000 metri cubi sul bordo dell’area verde del Fosso della Cecchignola.
Proprio a "giochi fatti", ecco spuntare il comitato di cittadini; dopo un sit-in all’assessorato all’urbanistica ed un inaspettato quanto effimero interesse della stampa, davanti alla scomoda verità gli amministratori locali si rimbalzano le responsabilità. La conferenza dei servizi viene sospesa: sparisce il rappresentante dei costruttori, i tecnici tacciono. Dopo un ricorso al TAR ed una serie di diffide ed esposti da parte del comitato, emerge persino l'omissione di un parere negativo di edificazione formulato dalla Sovrintendenza Archeologica. Nel frattempo, la stampa romana, da sempre cauta quando si tratta di edilizia, inizia a "dimenticare" la questione...
>>> continua
|