20 dicembre presidio presso il tribunale di S.Maria C.V.
Il 20 dicembre, dalle ore 9, in concomitanza con la seduta processuale, si terrà un sit-in presso il Tribunale di S. Maria Capua Vetere per testimoniare la vicinanza e la solidarietà agli imputati del grottesco e surreale “teorema dei pasticcini” e soprattutto per gridare il no convinto ad ogni forma di repressione delle lotte sociali tesa ad imbavagliare il dissenso nel meridione del nostro paese!
>> MERCOLEDI 15 DICEMBRE Assemblea delle realtà antagoniste ed autorganizzate al Centro Sociale Tempo Rosso - h. 20.30
Ventuno nuovi avvisi di garanzia contro altrettanti militanti del CSOA Tempo Rosso di Pignataro Maggiore. La notifica dei 21 provvedimenti è giunta a pochi giorni dall’udienza del 20 dicembre di un altro processo che vede coinvolti 10 militanti della stessa struttura in merito all’ormai famigerato caso dei “pasticcini”. Le 21 denunce, emesse in seguito all'iniziativa di contestazione al ministro Alemanno del 16 maggio scorso, data in cui una legittima e pacifica manifestazione di dissenso si svolse in un clima di tensione ingiustificata, creata “ad hoc” dagli amministratori locali e culminata con l’inutile militarizzazione del territorio che portò ad intollerabili manifestazioni di restrizione reale della libertà di tutti. Una piazza aperta a tutti ma negata solo ai manifestanti, cariche contro persone inermi, lo sgomento e l’indignazione generale dei presenti per tanta violenza gratuita. Non è certo un caso che la repressione di piazza e, successivamente, le 21 denunce, arrivano al culmine di un intenso anno di lotte popolari in difesa dell’ambiente nell’agro caleno contro la piattaforma per rifiuti nocivi di Pignataro e la centrale Termoelettrica di Sparanise. Un anno in cui i giovani del centro sociale sono stati solo una parte del vastissimo movimento popolare che ha investito in lungo e in largo Terra di Lavoro: le popolazioni di Pignataro, Sparanise, Calvi Risorta, Vitulazio, Carinola, sono scese compatte in strada per reclamare una qualità migliore della vita e scongiurare ulteriori speculazioni sul nostro territorio. Risulta quindi chiarissimo a nostro avviso che queste 21 denunce sono la risposta palese delle istituzione a quanti, in zone disastrate del meridione come la nostra, intraprendono percorsi di lotta e riscatto sociale per una migliore condizione della vita: laddove la gente comune scende in strada per riappropriarsi del diritto al dissenso e per decidere delle proprie sorti, la risposta repressiva di questo governo e dei suoi apparati diventa più arrogante e violenta con arresti, cariche e denunce.
Per questi motivi gli attivisti intendono dare una risposta concreta e civile a questi attacchi abominevoli, “sospetti” e vigliacchi, con azioni di solidarietà concreta e con la partecipazione attiva a momenti di crescita democratica.
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