Dalle gabbie alle strade, autogestione dei servizi sociali
L'11 gennaio 2005 i precari e le precarie dei canili hanno presentato un libro bianco dove documentano la condizione
di un servizio sociale gestito dal Comune di Roma, creando un danno d'immagine a chi vuole fare facili
campagne elettorali con l'animalismo e il servizio di cura agli animali.
Durante diversi mesi di mobilitazione i
precari e le precarie dei canili comunali di Roma
hanno sperimentato forme di lotta e comunicazione sociale, conseguendo vittorie importanti.
Dal punto di vista della vertenza sindacale,
l'accordo del 22 giugno del 2004 sancisce un impegno del comune di
Roma a regolarizzare con un contratto a tempo indeterminato, la condizione lavorativa di 106 precari: accordo firmato ma mai rispettato.
Di fronte ad una proposta contrattuale che aumentava di 2 ore il carico di lavoro, imponeva la rinuncia
a 100\120 euro di salario mensile e sanciva di fatto la trasformazione di una onlus animalista
in una azienda, i precari e le precarie hanno cominciato a sperimentare assemblee pubbliche che ponevano
al centro non solo la questione degli animali, ma una discussione complessiva sull'intero servizio che si svolge
nei canili comunali.
Nonostante mesi di ritardi nei
pagamenti degli stipendi, il mutismo da parte delle istituzioni e dell'onlus, i precari hanno continuato ad esprimere un
servizio di qualità, consapevoli del fatto che la responsabilità della cattiva gestione non poteva scaricarsi sugli utenti,
i cani. La conseguenza diretta di questa situazione è la stata la sperimentazione di blocchi stradali che
hanno posto a tutta la metropoli il problema della gestione dei servizi sociali.
Inoltre attraverso la pratica dell'autogestione del lavoro
si è dimostrato che sono la cooperazione e la relazionalità tra
i precari/e a garantire quotidianamente i servizi sociali.
Attualmente, nonostante la mobilitazione, non si hanno notizie
sulla condizione contrattuale dei precari/e dei canili.
A partire dalla propria esperienza di lotta I precari/e dei canili lanciano un'appello affinchè nasca uno spazio pubblico
di confronto cittadino dove narrare le diverse esperienze e le molte solitudini per connetterle in un percorso comune
contro la precarietà e per i servizi sociali pubblici e gratuiti.
|