Ex-SNIA, la Sapienza sta col palazzinaro
L'area industriale dismessa della ex-SNIA sulla via Prenestina è
destinata a diventare una sede universitaria, nel quadro della
frammentazione e delocalizzazione della Sapienza. Secondo i piani il
rettore Guarini e il palazzinaro Pulcini (l'attuale proprietario degli
stabilimenti in disuso), che stavano negoziando
l'affare di nascosto,
l'università l'avrebbe comprata a 3700 euro al mq, mentre attraverso l'esproprio comunale costerebbe solo 50 euro al mq.
L'accordo è stato denunciato dal CSOA ex-SNIA, dal comitato di quartiere Pigneto-Prenestino, dai Cobas Sanità-Università-Ricerca, dalla Rete dei Ricercatori Precari e dagli studenti, che hanno fermato in tempo la trattativa e proposto una soluzione alternativa: un insediamento dell'università armonico con le esigenze sociali e culturali del quartiere. L'arrivo dell'ateneo più grande d'Europa al Prenestino, infatti, rischierebbe di diventare una nuova occasione per la speculazione abitativa, così com'è accaduto a San Lorenzo in cui una stanza da affittare è ormai una miniera d'oro per il proprietario e dove l'università non si apre alla partecipazione del quartiere.
La gestione della Sapienza appare dunque sempre più traballante e losca: un bilancio da baratro, le lezioni nei cinema e una precarietà dilagante, sono spiegate con l'eterna litania della scarsità di fondi. Ma per arricchire palazzinari già ricchi, i soldi si trovano sempre.
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