liberta' di manifestare?
L'ameno paesino di Davos per quest'anno, non sarebbe dovuto essere solo lo scenario in cui i "leaders" del mondo (come amano definirsi) prenderanno i loro accordi, immersi in coktail e piste da sci, decidendo la vita e la morte di milioni di persone, ma a Davos sarebbero duvuti arrivare tutti quegli attivisti che da sempre si oppongono alla mondializzazione, uniti nell'Alleanza di Olten.
Nell'avvicinarsi della manifestazione (sabato 25), le misure di sicurezza (per cui il governo svizzero a speso ben 10 milioni di euro) sono diventate da film holiwoodiano: dall'apparizioni di "liste nere", da utilizzare alla frontiera per respingere i "pericolosi", a un gabbioni di metallo, passando per metal detector, telecamere e controlli minuziosi (sotto occhio di polizia internazionale, specializzata in antiterrorismo) per ogni singola persona intenzioanta a salire a Davos.
La posizione dei movimenti di fronte a queste provocazioni e' stata chiara a Davos tutt* senza controlli ne' liste nere. Davanti a questo clima di tensione molte sono state ad oggi molte le azioni che hanno accompagnato l'arrivo dei "global-leaders" in Svizzera, che si concluderanno con il passaggio alle frontiere e il grande corteo indetto per Sabato 25 a Davos. Per arrivare quindi il primo appuntamento è in frontiera a Chiasso per venerdì 24 gennaio per accogliere il corteo che partirà da Como alle 18 per entrare in Svizzera. Contemporaneamente a Basilea e Ginevra, sarà l’occasione per rivendicare una volta di più il diritto alla libera circolazione di tutt*. Sabato mattina alle 8'00 partenza da Lugano (cornaredo, lato fiume) verso Davos coi bus del CSA il Molino e di JoTaKe Como.
Nel frattempo sono stati attivati ben tre media center: un tendonemediacenter a Davos, un media/convergence center alla Rote Fabrik di Zurigo e un mediacenter a Laveno sulla frontiera italiana.
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