Tratto da "Le Monde" del 27 ottobre
Le speranze dei senza terra alla vigilia dello scrutinio Alla frontiera dei comuni di Sao Paulo e di Casamar, all'accampamento di « La terra senza male », la sala di riunioni del movimento Sem Terra si riduce ad una costruzione rudimentale fatta da un'armatura di rami coperta da un tetto di catrame e teli di plastica.
Nei dintorni, circa 450 baracche ricoperte di plastica nera - propizia all'effetto serra- si aggrappano ai fianchi polverosi di una minuscola vallata.
Alcune portano lo slogan : "Agora è Lula" (Adesso è Lula). Grande favorito nei sondaggi contro Josè Serra, vecchio ministro della Sanità e rappresentante del governo, Luiz Inacio Lula da Silva è qui sicuro di poter riportare un netto successo in occasione del secondo turno delle elezioni, questa domenica.
Grazie al sostegno attivo della conferenza episcopale nazionale, il Movimento dei Sem Terra è in effetti diventato, in nome della lotta per la riforma agraria nel corso di questi ultimi otto anni, la principale forza di opposizione al presidente uscente Fernando Henrique Cardoso.
Moltiplicando le invasioni delle proprietà fondiarie abbandonate, e le occupazioni delle sedi regionali dell'Istituto nazionale di colonizzazione e della riforma agraria, i suoi militanti non hanno smesso di tenere in considerazione il fronte delle rivendicazioni sociali alle quali Lula, se sarà eletto, dovrà rispondere prioritariamente.
In ogni caso, il MST, sempre più indipendente dal PT, appare sempre più come uno spauracchio a causa della sua capacità di mobilitazione e organizzazione.
E' per iniziativa dei servizi di assistenza della parrocchia di Maua, città industriale del circondario di Sao Paulo, dove viveva in una catapecchia con sua moglie e sua figlia, che Joel Barbosa, panettiere pasticcere disoccupato da più di tre anni, ha partecipato, il 20 aprile , alla fondazione dell'accampamento "La terra senza mali". Il terreno di 300 ettari, occupato sotto l'egida del MST appartiene alla Sabesp, la società a capitale misto incaricata della distribuzione dell'acqua, che voleva farne una discarica pubblica.
L'ordinanza di sgombero emessa dalla giustizia è rimasta lettera morta, Joel Barbosa ha qui costruito la sua casa e delimitato il suo fazzoletto di terra. In sei mesi, una sorta di favela rurale è nata.
« Io non me ne andrò di qui se non otterrò in cambio un lotto di terra garantito dalle autorità. Con Lula, io credo sarà più facile. Io ho sempre votato per lui perché conosce i nostri problemi. E' come me del Nordeste": cos' racconta Joel, Barbosa, originario di un piccolo borgo dello Stato di Pernambouc.
Originario della stessa regione, la più povera del Brasile, Josè da Silva, 19 anni, condivide il suo punto di vista. Ex straccivendolo a Campinas, a 100 km da Sao Paulo, si è unito al MST "per fuggire la droga e la violenza urbana" . Sogna di ottenere un pezzetto di terra per farci vivere sua madre.
La vittoria annunciata di Lula è lontana dall'essere percepita come una sorta di serata di gala, poichè l'alleanza elettorale sigillata tra il candidato del PT con il Partito liberale ha presumibilmente falsato gli orientamenti.
Il profili basso adottato durante la campagna elettorale dai dirigenti del MST, considerato alla stregua dei sindacati per il patto sociale che Lula si dice il solo in grado di negoziare da presidente, si frappone ai discorsi incendiari dei leaders del Movimento dei Lavoratori Senza Tetto (MTST), altra organizzazione di esclusi nata otto anni fa, con al benedizione dell'episcopato.
Distante una ventina di chilometri da « La terra senza mali » , l'accampamento « Carlos Lamarca », dal nome di un guerrigliero morto in un imboscata nel 1971 durante la dittatura militare (1964-85), confina con un bucolico insieme residenziale denominato "Parco dei Principi".
Circa 10.000 persone si ammassano sotto un sole di piombo in catapecchie cubiche di lamiera e legno inevitabilmente nere. Su questo terreno accidentato, che appartiene a due imprese private, l'atmosfera è più sinistra che nel campo dei senza terra. I manifesti del PT sono molto più rari.
L'istinto di rivolta, che si nutre qui della miseria estrema, si legge nello sguardo di Gilson Oliveira, un giovane nero di 24 anni. Membro del coordinamento dell'accampamento, ha fatto i suoi studi d'attivista in una organizzazione studentesca. Per lui, la probabile elezione di Lula"non rappresenta una grande cosa, poiché il PT si è alleato con la borghesia". "I senza tetto iscritti nelle liste elettorali voteranno logicamente per Lula, ma se sarà necessario, chiunque sia il presidente, scenderemo nelle strade per canalizzare l'indignazione della gente. Forse il ricorso alle armi sarà la soluzione finale?".
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