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CAMP DARBY
by malvivent Thursday, Feb. 27, 2003 at 8:42 PM mail:

Traduzione itaiana della pagina in inglese su http://www.globalsecurity.org/military/facility/camp-darby.htm a cura dei traduttori per la pace (traduzione autoritativa, sottoposta a revisione)

Camp Darby.

Camp Darby è probabilmente più rinomato come località turistica; gli stabilimenti balneari, il campeggio, e la guesthouse richiamano l'attenzione di soldati statunitensi e della NATO, dei loro familiari e dei dipendenti civili del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti da tutta l'Europa.

Camp Darby è la sede di 26 strutture di appoggio dell'esercito, dell'aviazione e del Dipartimento della Difesa. Fra le organizzazioni dell'esercito figurano il Combat Equipment Battallion-Livorno (battaglione per le attrezzature da combattimento), o CEB-L, il cui compito è quello di immagazzinare e mantenere efficienti le attrezzature e i veicoli preposti, e il 839th Transportation Bn. (893° battaglione trasportatori), incaricato dal Comando per la Gestione del Traffico Militare di gestire tutti i porti marittimi che offrono appoggio alle operazioni militari statunitensi in tutto il Mediterraneo.

Con l'accordo firmato nel 1951 da Italia e Stati Uniti si stabilì che questi ultimi potessero attivare delle linee di comunicazione sul suolo italiano e occupare dei territori nelle vicinanze di Livorno che divennero poi Camp Darby in onore del Brig. Gen. William O. Darby, rimasto ucciso il 30 Aprile 1945 durante un'azione nel nord Italia. In seguito alla firma del Trattato di Stato dell'Austria del 1955, tutte le forze di occupazione vennero ritirate dal territorio. In virtù degli accordi con l'Italia Camp Darby diventò la base per il trasferimento di soldati, attrezzature e risorse dall'Austria.

L'USAREUR (struttura militare statunitense con base in Europa) ha progettato la costruzione o il rimodernamento di tutte le strutture necessarie a due centri strategici di spiegamento, uno situato presso i Rhine Ordnance Barraks, adiacenti alla base aerea di Ramstein (Inghilterra), che supporta la regione centrale, il secondo nel Nord Italia, che supporta la regione meridionale. Inoltre è stato sviluppato un programma di stazionamento che assicura ad ogni unità dispiegabile la presenza di un punto di smistamento dei rifornimenti, di un'adeguata rete stradale e di aeroporti regionali di imbarco e sbarco (APOD/APOE).

Camp Darby ospita inoltre una struttura per la conservazione di munizioni di 2000 acri. I 125 bunker che lo compongono contengono le riserve di munizioni strategiche delle divisioni europee dell'esercito, e dell'aviazione statunitensi nonché del Comando per il Materiale dell'Esercito. Fra le divisioni dell'aviazione presenti in misura permanente sul posto figurano il 31st Munitions Squadron (31° squadrone munizioni) e il 31st Redhorse Flight (corpo speciale dell'aviazione). Quest'ultima unità gestisce due set completi di attrezzature preposte per l'ingegneria, circa 500 pezzi in tutto, che l'aviazione utilizza per la costruzione di campi di aviazione e per riparare le piste danneggiate.

Il CEB-L si occupa della conservazione e manutenzione delle attrezzature necessarie ai cosiddetti “two-by-two brigade set“, brigate composte da due unità blindate e due battaglioni di fanteria meccanizzata; questa è l'unica struttura deputata allo svolgimento di tale compito in tutto il sud dell'Europa e ne costituisce una delle attività delegate principali. Tutte le attrezzature, i pezzi di ricambio e il materiale di sostegno, sono contenuti in enormi depositi; file di carrarmati M1, M2 e M3 Bradleys, carri di recupero M88, jeep blindate Humvees e camion punteggiano le installazioni trastullandosi sotto l'italico sole.

Camp Darby è l'unico sito dell'esercito statunitense in cui il materiale preposto venga custodito insieme alle munizioni, così da permettere il trasferimento simultaneo di attrezzature, veicoli e munizioni alle unità in attesa. Ad esempio, questo è l'unico luogo in tutta la regione meridionale da cui si possano trasportare munizioni via mare: queste raggiungono il porto di Livorno passando per un canale che lo collega direttamente a Camp Darby, da lì vengono caricate su piccole imbarcazioni transoceaniche e portate, dopo un viaggio di due ore verso sud, in un altro porto dove possono essere caricate su navi da munizioni. Inoltre il campo è molto vicino allo spazio aereo di Pisa, in grado di permettere le manovre di un C-5, così da rendere possibile il trasferimento aereo di munizioni o attrezzature da combattimento fondamentali.

Nel corso dell'estate del 2000, il 31st Munitions Squadron (MUNS) di Camp Darby ha trasferito, in un'operazione durata 12 giorni, più di 100.000 articoli per un peso netto di materiale esplosivo maggiore di 53000 libbre (oltre 28 tonnellate), spostandoli da otto strutture per l'immagazzinamento di munizioni (depositi sotterranei o igloo) ad un'altra zona di custodia. Motivo di questo trasferimento sono stati gli errori nella costruzione del soffitto di quegli igloo che contenevano missili altamente esplosivi, testate, proiettili e detonatori. I problemi strutturali di questi elementi, costruiti 22 anni fa, sono andati peggiorando di anno in anno. Nel 1981 e nel 1995 sono state eseguite delle valutazioni tecniche; verso la metà degli anni '80 venne ancorata al soffitto una rete di acciaio su cui venne spruzzato dello shockcrete, una qualità di cemento armato; ma nel maggio del 2000, il peso del rivestimento aveva provocato, in uno degli igloo, il distacco di grandi porzioni di shockcrete, della rete e di parte del soffitto preesistente. Ciò ha obbligato il 31st MUNS a chiedere l'intervento del Genio Ingegneri dell'Esercito degli Stati Uniti perché stilasse una relazione tecnica su tutti gli otto igloo. Gli studi hanno rivelato una situazione ancora più preoccupante riguardo alla fatiscenza delle strutture, quindi il 31st MUNS ha dovuto interrompere la corrente degli otto capannoni ed interdirne temporaneamente l'accesso lasciandovi abbandonate pile di munizioni che arrivano fino al soffitto. Le munizioni sono state rimosse in seguito in una collaborazione del 31st MUNS con il Genio Civile Ingegneri del USAFE (corpo dell'aviazione statunitense con base in Europa) coordinata dallo staff del Quartier Generale del USAFE, in cui è stato utilizzato il ARTS (All-purpose Remote Transport System) per la rimozione delle munizioni dagli igloo, e i robot Mk 3 del RONS (Remote Ordnance Neutralization System) per un maggiore controllo sulla situazione.

Per il 2005 sono previsti degli importanti lavori di miglioramento dello Scalo Tombola dell'Area per l'Immagazzinamento di Munizioni di Camp Darby a Livorno. L'area del Canale dei Navicelli, situata proprio di fronte allo Scalo Tombola, deve essere dragata se si vuole garantire la possibilità di scaricare agevolmente le munizioni necessarie ad un'eventuale operazione futura. Le eliche delle navi-munizioni e i propulsori ad arco continuano a trascinare il fondale del canale dai punti di minore a quelli di maggiore profondità provocando una riduzione dell'effettiva profondità delle acque a tal punto da dimezzare l'effettiva capacità di trasferimento marittimo delle munizioni. Questo problema è stato esasperato dalle operazioni di trasporto di munizioni in sostegno alle operazioni della NATO e degli Stati Uniti nei Balcani realizzati negli ultimi anni. A questo si aggiunga che le infrastrutture portuali, ora in condizioni fatiscenti, necessitano diverse opere di miglioramento al fine di massimizzare la loro futura potenziale capacità di garantire appoggio ad eventuali operazioni.

Il Canale dei Navicelli potrebbe essere dragato al vantaggioso costo di 48milioni di Lire (24.000 dollari), grazie alle operazioni di dragaggio già in corso; se invece si dovesse stipulare un nuovo contratto di dragaggio le spese si raddoppierebbero, senza contare che non sarebbe saggio posporre queste opere, considerata l'incostanza della situazione nei Balcani. L'ulteriore dragaggio, con la posa di un tappeto di cemento armato (con pannelli di questo materiale), o pietrame per fondazioni subacquee lungo tutta l'estensione e l'ampiezza dello Scalo Tombola costerebbe all'incirca 300milioni di Lire (150.000 dollari). Ma anche questo non garantirebbe una stabilizzazione del fondale di lunga durata attraverso successivi dragaggi. L'esercito sta portando avanti delle ricerche sull'integrità delle pareti a pannelli metallici esistenti adottando principalmente metodi elettronici, come l'uso di side-scan sonar, per scoprire ogni eventuale separazione fra le pareti o falle nei pannelli. Le riparazioni, se necessarie, costerebbero fra i 100 e i 130milioni di Lire (50/65.000 dollari) a seconda della gravità del problema.

I restanti miglioramenti della struttura dello Scalo Tombola, per un valore di 1,8milioni di dollari, saranno ultimati entro il 2010. Fra le opere previste la costruzione di una struttura di controllo delle munizioni; l'estensione della lunghezza della banchina al fine di permettere l'ancoraggio e lo scarico di due navi costiere per il trasporto di munizioni; l'allargamento della portata e dell'ampiezza del canale per consentire alle navi costiere la conversione ad U; la pavimentazione dello scalo; l'illuminazione delle banchine, per garantire appoggio alle operazioni ventiquattr'ore su ventiquattro; la costruzione di infrastrutture per lo svolgimento delle operazioni di scalo; la riparazione dei 3 ponti terrestri che danno accesso alla struttura; e la costruzione di 6 piattaforme per la custodia di munizioni. Tali miglioramenti saranno finanziati grazie ad un emendamento all'attuale pacchetto NATO per i possibili progetti militari, e saranno soggetti all'approvazione di questa organizzazione.

L'Attività di Deposito dell'Esercito Leghorn, già conosciuto come Centro Generale di Sostegno-Livorno, situato sulle coste nordoccidentali italiane, è diventato IOC (Comando per le Operazioni Industriali) nel 1994. La missione dell'attività di immagazzinamento è quella di ricevere, imbarcare, provvedere alla custodia e alla manutenzione della Riserva di Guerra dell'Esercito e delle scorte per i piani operativi. La responsabilità per le scorte della riserva di guerra immagazzinate sul posto è stata trasferita al IOC nel 1993, l'anno successivo sono state fatte traslocare anche le installazioni. Il IOC è responsabile del Comando per il Materiale dell'Esercito per la gestione di tutte le Riserve di Guerra dell'Esercito nel mondo. Nonostante il deposito sia recente nel IOC, il proprio servizio per l'esercito ha una lunga storia: costruito nel 1951 nei pressi di Livorno, il magazzino e l'adiacente area per la custodia di munizioni hanno fornito sostegno alle forze armate statunitensi in Austria; pochi anni dopo estesero i propri servizi alle divisioni presenti in Italia e nel sud della Germania.

La missione di Leghorn è cambiata al cambiare delle esigenze dell'esercito. In principio la struttura era stata creata per rifornire esclusivamente una piccola regione dell'Europa; al giorno d'oggi i suoi 2.400 acri di deposito ospitano tanto materiale da poter garantire l'equipaggiamento di un'intera brigata. Fra le scorte, chiamate AWR-2, sono comprese munizioni, materiale rotabile, unit basic loads, ed articoli di sopravvivenza suddivisi in 45 pacchi per le compagnie. A differenza dei POMCUS (materiale per le operazioni d'oltreoceano assemblato negli Stati Uniti) che hanno una destinazione già definita, queste attrezzature sono pacchetti pronti per essere imbarcati ed utilizzati in operazioni degli Stati Uniti in tutto il mondo. Ad ottobre, quando il IOC assumerà il comando ed il controllo dell'organizzazione Gruppo Attrezzature da Combattimento per l'Europa, Leghorn ne entrerà a fare parte. Attualmente Leghorn è responsabile dell'immagazzinamento, della distribuzione e della manutenzione di scorte AWR-2, delle scorte del Dipartimento di Stato, delle scorte di appoggio dell'Ufficio degli Stati Uniti per i Disastri Esteri, e delle scorte di decremento delle divisioni europee dell'esercito statunitense.

Il Combat Equipment Battallion-South (battaglione per le attrezzature da combattimento per la zona meridionale) e la sua 24th Cbt. Equip. Company (24° compagnia per le attrezzature da combattimento) nel Deposito dell'Esercito Leghorn di Livorno conservano un inventario di materiale e munizioni, compreso l'equipaggiamento sufficiente a rifornire una brigata pesante composta da due unità blindate e due battaglioni di fanteria meccanizzata, per un valore totale di 2miliardi di dollari. Il deposito contiene 2.600 pezzi di materiale rotabile dell'esercito oltre alle attrezzature e alle forniture, più di 11.000 articoli delle scorte nazionali, ed offre la maggiore area di immagazzinamento di munizioni di tutte le divisioni europee dell'esercito statunitense.

Dieci capannoni ospitano forniture fra cui razioni da campo, petrolio conservato, materiale da costruzione e da barriera, camion e carrarmati oltre ai pezzi di ricambio per le attrezzature. Leghorn ha giocato un ruolo importante nel supporto di esercitazioni militari della NATO e delle missioni umanitarie degli Stati Uniti imbarcando e trasportando materiale per la Somalia, le Filippine, il Rwanda e la Cecenia. Quest'estate Leghorn ha fornito appoggio per l'esercitazione Mountain Shield. Su richiesta del USAREUR il deposito ha preparato circa 400 pezzi di materiale rotabile come gli HEMTT (trattrici e trainati per trasporti eccezionali) e gli HMMWV (veicoli pesanti da trasporto in battaglia), oltre a trattrici e generatori. Il deposito, presieduto da un colonnello luogotenente, conta su una forza lavoro composta da 330 dipendenti fra militari, civili statunitensi e civili locali.

Verso la metà del maggio 2001 l'acqua corrente distribuita a Camp Darby è stata giudicata potabile, tuttavia, l'acqua da bere distribuita nel Deposito dell'Esercito Leghorn è stata valutata come non potabile a causa della presenza di composti organici volatili. Al fine di rifornire la comunità di acqua potabile sicura, l'esercito è stato rifornito di acqua imbottigliata sufficiente a tutto il personale impiegato nel deposito. E' in corso un progetto per portare, attraverso delle tubazioni, l'acqua potabile di Camp Darby al Deposito dell'Esercito Leghorn.

È importante assicurare una qualità della vita accettabile per il Team di Sostegno dell'Area-Livorno, che viene svolge le proprie funzioni di gestione ed installazione a Camp Darby che la propria struttura originaria, il 22nd Area Support Group (22° gruppo di sostegno dell'area), svolge per la Caserma Ederle a Vicenza.

La popolazione permanente di Camp Darby, contando i dipendenti e i loro familiari supera le 2.000 unità. Il personale militare conta circa 350 addetti equamente divisi fra appartenenti all'esercito e all'aviazione. Gli impiegati italiani sono circa 580 suddivisi fra lo staff del Team di Sostegno dell'Area e il CEB-L. È presente inoltre una base di addestramento della Guardia Nazionale dell'Esercito. Durante l'estate vengono spiegati circa 700 soldati della Guardia, solitamente tecnici o ingegneri, ma il campo si serve anche di membri della polizia militare che utilizzano un'area locale di addestramento interna alla struttura e vivono in una grande area residenziale. Fra le possibilità offerte c'è quella di visitare luoghi come Roma, Pisa e Firenze.

Il posto si trova fra Pisa e Livorno, nella parte più meridionale della Riviera. Camp Darby non dispone di una propria area per l'alloggio dei militari, la maggior parte di questi vive con la propria famiglia in appartamenti affittati dal governo. I dipendenti civili del DOD (Dipartimento della Difesa) e quei militari che non rientrano nell'assegnazione dei posti governativi provvedono personalmente alla propria sistemazione usufruendo di sovvenzioni (BAQ) e del rimborso per l'affitto e le spese di mantenimento accordate loro dalla OHA, Overseas Housing Allowance (organizzazione deputata all'assistenza dei dipendenti statunitensi all'estero).

Il fatto che Camp Darby sia un'importante postazione strategica non le impedisce di rappresentare anche un'attrattiva, essendo questa una delle principali destinazioni per le ferie. Si trova nella Riviera italiana, è ben equipaggiata ed ha anche il pregio di essere relativamente economica. Nel 1999 Camp Darby ha ospitato fra i 25.000 e i 30.000 villeggianti e ci si aspettava che nel 2000 si raggiungessero le 50.000 presenze. Tutti i militari statunitensi, anche in pensione, i loro familiari e i dipendenti DOD civili hanno libero accesso alle strutture del MWR (Moral, Welfare and Recreation, organizzazione ricreativa dell'esercito statunitense) compresi il centro commerciale e la mensa. Tutti coloro che sono stati assegnati alle unità della NATO, in possesso di carte d'identità o disposizioni di questa organizzazione, godono delle stesse possibilità di accesso. I membri di organizzazioni affini alla NATO hanno accesso limitato: ad esempio possono usufruire di alcune delle strutture del MWR, ma non del centro commerciale o della mensa.
(Traduzione di Orsetta Spinola – Traduttori per la Pace)

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altra trad su Camp Darby
by malvivent Monday, Mar. 03, 2003 at 9:03 AM mail: malvivent@autistici.org

Army Prepositioned Stock 2 ( APS-2 )/ Riserve preposizionate dell'esercito



Unità Gruppo Equipaggiamento da Combattimento – Europa

Comando del Materiale dell'Esercito – Fwd Europa



Basi


. Brunssum, Paesi Bassi



. Coevorden, Paesi Bassi



. Eygelshoven, Paesi Bassi



. Vrienzenveen, Paesi Bassi



. Bettembourg, Lussemburgo



. Sanem, Lussemburgo



. Zutendaal, Belgio



. Bardufoss, Norvegia



. Camp Derby, Italia

Riferimenti

Riserve militari preposizionate ( APS-2) Documento informativo, Esercito US, 10 Settembre 2001.


Le riserve militari preposizionate 2 ( APS-2), sono le riserve europee sotto il controllo del Gruppo Equipaggiamento da Combattimento Europeo ( CEGE). La configurazione per l'autorizzazione e l'equipaggiamento per i corpi di squadra preposizionati in Europa centrale e nei Paesi Bassi risulta di due Corpi di squadra 2x1 ( Due squadre ognuna costituita da due battaglioni corazzati e un battaglione da fanteria meccanizzato).



Nell'Ottobre del 1995 l'unità operativa di deposito dell'esercito di Livorno a Camp Derby in Italia diventa parte della CEGE. La riserva consiste di una serie di squadre 2x2, costituite da due battaglioni corazzati e due battaglioni da fanteria meccanizzati. Livorno è responsabile del materiale in deposito in Israele. Al momento la CEGE ha in dotazione circa 100 militari, 50 civili, 600 cittadini locali, e 1.150 impiegati a contratto. In totale il finanziamento di APS-2 ammonta a 100 milioni di dollari.



Le Forze Statiunitensi in Kossovo ( KFOR) e in Bosnia ( SFOR) hanno utilizzato equipaggiamenti di APS-2 per appoggiare operazioni in corso. Trai i maggiori sistemi da combattimento si contano carri armati, veicoli Bradley, obici, e mortai, sono tra i maggiori sistemi da combattimento forniti. Per SFOR tra Dicembre '95 e Settembre '00 sono state imbarcate 16,683 unità di equipaggiamento. Per KFOR tra Aprile '99 e Maggio '01 la CEGE ha fornito 10, 678 unità di equipaggimento.



Il 15 Agosto 2001, il consiglio per la supervisione dei requisiti dell'esercito (l' Army Requirements Oversight Council -AROC) ha approvato la proposta di riconfigurazione e ridistribuzione di APS-2, subordinatamente alla pubblicazione della Revisione Quadriennale della Difesa. La nuova configurazione APS-2 è appositamente ideata per corrispondere alle richieste dei contingenti di EUCOM. Essa consisterà di:



Una Forza di Pronto Intervento di 5 M1A1s, 5 veicoli Bradley da combattimento (BFVs), 14 M113s, 20 HMMWVs supercorazzati, 3 HEMTTS, e 1 SEE.



Un Battaglione Task Force di 30 M1A1s, 30 BFVs e 14 M113A3s.



Uno squadrone da Cavalleria di 10 veicoli da combattimento.



Un Pacchetto di Servizi di Supporto da Combattimento



USAREUR ha adottato una nuova configurazione APS-2, molto più piccola di quella attuale, ed ha ridistribuito le rimanenze di APS-2 in altre APS per innalzare il livello generale di prontezza delle APS e per soddisfare altre richieste militari.


La riconfigurazione e ridistribuzione di APS-2 ridurrà notevolmente il carico di lavoro di stoccaggio e manutenzione presso i siti di deposito APS-2.. La chiusura dei siti derivata dalla riconfigurazione di APS-2 implica questioni politico militari sensibili che dovranno essere risolte di concerto dai ministeri della difesa e degli esteri e richiederanno consultazioni con le nazioni ospiti.


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dossier su camp darby
by collettivo rosa luxemburg pisa Thursday, Mar. 06, 2003 at 7:44 PM mail:

DOSSIER COS’È
CAMP
DARBY


_OPUSCOLO DI CONTROINFORMAZIONE DISTRIBUITO DAL COLLETTIVO ROSA LUXEMBURG VOLTO AD EVIDENZIARE IL RUOLO CENTRALE DELLA BASE COME PUNTO OPERATIVO NELLE DINAMICHE IMPERIALISTE STATUNITENSI. INIZIATIVA CHE RIENTRA NELLA NOSTRA FERMA OPPOSIZIONE ALL’ENNESIMA GUERRA, PROPAGANDATA COME LOTTA PER LA SALVEZZA DEI VALORI DEMOCRATICI, CHE IN REALTÀ RAPPRESENTA IL CICLICO E NECESSARIO PASSAGGIO NELLE DINAMICHE INTERNAZIONALI DEL SISTEMA CAPITALISTICO._



CAMP DARBY: LA STORIA.

All’interno del Parco Naturale di Migliarino, S.Rossore, Massaciuccoli più di 1000 ettari di terreno sono occupati dalla base militare americana dell’ 8° US Army Support Group. Il sito militare è stato costruito dopo gli accordi internazionali del 1951 ed inaugurato l’anno seguente col nome di Camp Darby in onore al generale William O. Darby, morto in guerra nel Nord Italia il 30 Aprile del ’45. Ufficialmente la base è attrezzata a depositi e magazzini e ha il compito di fornire supporto logistico a tutte le forze americane operanti a sud del fiume Po e in tutto il bacino del Mediterraneo e del Nord Africa. L’installazione della base avvenne anche grazie alle promesse di benefici e di posti di lavoro per gli italiani; ma per essere assunti i lavoratori dovevano superare un severo “esame” di provata fede anticomunista. Nella zona c’è ancora chi ricorda la formula da sottoscrivere: “io solennemente giuro di non favorire alcun membro protettore di partiti politici che comportano la sovversione degli Stati Uniti d’America o che asseriscono il diritto di sciopero contro il governo italiano o il governo degli Stati Uniti d’America”. Al giorno d’oggi, nella base, gli italiani dipendenti in aziende di manutenzione, pulizia e manovalanza sono circa 600 mentre gli americani che qui lavorano e vivono stabilmente con le famiglie sono circa 1100 (400 militari professionisti e 700 della Guardia nazionale). Molte volte, negli anni novanta, Camp Darby è stato al centro di polemiche causate dal timore che questa base, oltre che logistica si apprestasse a diventare operativa e che ospitasse, oltre che alle armi convenzionali, ordigni nucleari. Nel 1977 il comando militare della base avanzò una richiesta alla Regione Toscana per poter costruire un accesso navigabile sul fiume Navicelli. La richiesta fu accolta e attualmente il canale è funzionante nel collegamento diretto della base americana col mare. Addirittura l’anno scorso la NATO ha varato un programma per allargarlo e per cementificarne i fondali, in modo da raddoppiare la capacità di carico. Entro il 2010 non lo percorrerà più un mercantile alla volta, ma due contemporaneamente accelerando i tempi di mobilitazione dell’armata. Due anni fa il campo militare fu al centro di una allarmante vicenda di sicurezza. Enormi depositi sotterranei refrigerati, costruiti negli anni settanta per proteggere dal calore gli apparati più sofisticati, destinati ai caccia e ai bombardieri, cominciarono a mostrare gravi problemi strutturali. I tecnici della base tentarono un rinforzamento con lastre di acciaio che peggiorò ulteriormente la situazione. Nel maggio 2000 pezzi di cemento cominciarono a cadere dal soffitto sulle armi e i genieri fecero scattare l’allarme. Con cautela estrema tra giugno e luglio vennero sgomberati dodici bunker, contenenti 100 mila ordigni con 23 tonnellate di esplosivo ad alto potenziale. L’operazione fu descritta come delicatissima dagli stessi operatori, che l’hanno realizzata con robot telecomandati: nella loro piccola rivista l’hanno chiamata “piccolo miracolo”. Anche in questo caso, come in ogni caso in cui si è messa a repentaglio la vita della gente dei dintorni e non solo, nessun militare statunitense ha riferito nei confronti delle autorità dello stato italiano.

IL PROFILO DELLA PENISOLA ITALIANA SU UNA VECCHIA BOMBA CON LA MICCIA ACCESA…

Alla vigilia dell’ennesimo passo egemone statunitense il territorio italiano prosegue il suo compito di immenso deposito di armi e piattaforma d’attacco. La nuova polveriera irachena è infatti un’altra mossa nell’immenso quadro della AirLand Battle 2000 (TRADOC 1982) che sancisce la necessità che Usa e alleati della NATO intervengano insieme nelle regioni di crisi anche fuori dai confini descritti nell’atto costitutivo, giustificazione d’eccellenza al neocolonialismo americano.
Si parte dalla guerra del Golfo, l’Alleanza Atlantica non vi partecipa in quanto tale ma l’intera infrastruttura della Nato sì. L’operazione Tempesta del Deserto conduce venti giorni ininterrotti di missioni aeree su un Iraq indifeso, rovesciando 88.000 tonnellate di bombe (tra cui armi proibite capaci di distruzioni di massa) su obiettivi sia militari che civili. Era da Camp Darby che provenivano quasi tutte le munizioni; base che ha la peculiarità di un canale navigabile quale quello dei navicelli, collegamento che permette il trasporto di giganteschi carichi di armi senza che nessuno possa spiarli.
1993, Conflitto in Bosnia. Dopo essere riusciti a far cadere tutte le trattative di pace, per la prima volta, ufficialmente, la Nato si prepara ad un’operazione militare “out of area” e per la prima volta l’Italia presta non alcune basi, ma il suo intero territorio da Udine a Catania come appoggio logistico per le squadre aeree.
Si arriva all’ingresso dei paesi dell’Est nella Nato, occasione per gli Usa di un colossale business per l’industria bellica, che vende, quale condicio sine qua non per l’entrata nella Nato, armamenti statunitensi per una riconversione secondo gli standard dell’alleanza. Saranno appunto i prestiti per questo colossale affare ad assicurare la diretta dipendenza da Washington di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca.
Nel 1996 sui moli tirrenici sono sbarcate quasi 3300 cluster bomb (congegni a frammentazione micidiale, delicati nei traslochi) si preparava il conflitto balcanico e la Nato appoggiata fortemente da Germania Francia e Italia, arrivava senza interpellare l’Onu all’operazione “umanitaria” del 1999 , vengono utilizzati armamenti concepiti per l’attacco nucleare e da Camp Darby partono il 60% delle bombe. In quest’anno si quantifica a 32.000 tonnellate la capacità complessiva dei magazzini della base toscana.
2001 l’intero Afghanistan, civili compresi, deve essere punito e chi se non la Nato deve medicare la ferita statunitense. Adesso la dottoressa ha già accerchiato l’Iraq colpevole di essere un bersaglio non affondato in pieno. Stavolta è una guerra preventiva, nel senso che previene anche le risoluzioni Onu, con i contingenti già schierati ed una corposissima spedizione di materiale bellico che ancora una volta l’Italia si presta ad ospitare. Treni, aerei senza segni di riconoscimento e imbarcazioni si dirigono verso l’immenso magazzino toscano del 31° squadrone che ha come simbolo il profilo della penisola italiana disegnato su una vecchia bomba con la miccia accesa.

GLI ARMAMENTI DI CAMP DARBY.

Cosa contengano realmente i depositi di Camp Darby non è stato chiarito da nessuna indagine né tantomeno da accordi internazionali multilaterali.
Nonostante questo si ricordano diversi episodi che hanno contribuito a far luce sulle funzioni e le risorse della base, situata a pochi chilometri da un aeroporto militare e ad un importante snodo portuale. Proprio questa sua collocazione strategica ha sempre fatto pensare che ad una funzione di transito e deposito temporaneo in vista di crisi internazionali, una volta con la guerra fredda contro il blocco “socialista”, oggi per supporto logistico e militare alle unità di intervento rapido della NATO. Già nei primi anni ’80 si verificò lo scarico di container marittimi al porto di Livorno da parte di unità della marina americana, il cui contenuto non fu mai chiarito e che fu oggetto di diverse interpellanze parlamentari tra il 1982 e il 1984 da parte di deputati dell’allora P.C.I.
Sembra comunque che questo rifornimento apparentemente ingiustificato, trasportato in breve tempo alla base di Camp Darby, fosse un “normale” approvvigionamento missilistico (si tratterebbe di missili da contraerea Sam e di una trentina di Cruise) data la crescente tensione nell’Europa centro-orientale (Romania – Bulgaria – Albania).
Diversa è la questione invece per il nuovo materiale bellico trasportato alla base nei mesi precedenti il primo conflitto nel Golfo Persico: secondo alcune organizzazioni ecologiste e la rete antagonista toscana di allora (prevalentemente centri sociali di Pisa, Livorno e relative provincie), entra nel sito militare materiale missilistico, poi effettivamente utilizzato nel conflitto, come le famose bombe “BLU-52”, capaci di polverizzare qualsiasi cosa nel raggio di chilometri e le bombe all’uranio impoverito, vera novità tecnologica di quel periodo. Su queste ultime è necessario aprire una parentesi: quanto sancito dal referendum sull’energia atomica e l’utilizzo del nucleare del 1987, il nostro paese non solo rinuncia all’energia derivante dall’uranio ma vieta categoricamente che sul nostro territorio si costruiscano o vengano custodite armi nucleari convenzionali o meno. Le bombe a uranio impoverito sono di fatto armi atomiche con un contenuto di uranio appena sotto le soglie delle convenzioni internazionali, innalzate per l’occasione dal Consiglio delle Nazioni Unite nel 1994 al fine di garantire un potenziale distruttivo più alto, con una ricaduta radioattiva ufficialmente temporanea ma che, come constatato in Iraq e in Serbia, risulta permanente nel territorio e nelle falde acquifere.
Tornando alla base, si ricorda il transito del ’91, verso, porti e aeroporti militari, di queste armi assieme a grossi quantitativi di munizioni ed equipaggiamenti (tende, kit sanitari, fuoristrada), scenario ripetuto nel 1999 per la guerra in Kosovo.
Secondo una stima realizzata da un giornalista britannico, nella base toscana dovrebbero essere contenuti equipaggiamenti per circa 20.000 unità militari, comprensivi di munizioni e armi leggere. Per la stima di missili, armi pesanti, blindati ed elicotteri, non è possibile stabilire con certezza il numero , poiché nessuno, neanche il Ministero della Difesa, ha accesso a questo tipo di informazioni per i vigenti accordi del Patto Atlantico che il nostro paese non ha avuto la minima vergogna a sottoscrivere.
Tra questi ricordiamo l’ultimo, sancito all’indomani dell’11 Settembre che prevede la libera circolazione di armi e truppe sul nostro territorio, con l’utilizzo del trasporto pubblico, norma che viola almeno due pricipi costituzionali: uno sulla sovranità del nostro territorio nei rapporti di alleanza, l’altro e più famoso art.11 sulla guerra.
In conclusione va ricordato un episodio recente, che di per se rappresenta un fenomeno unico: a tre parlamentari italiani è stata concessa l’autorizzazione ad un’ispezione all’interno della base e ciò a confermato che all’interno sono custodite bombe ad uranio impoverito e altri armamenti proibiti. Se questo è quello che ci mostrano esplicitamente figuriamoci la pericolosità di tutto ciò che viene segretamente taciuto ed occultato.

GLADIO E NEOFASCISTI A CAMP DARBY.

Camp Darby ha avuto un ruolo chiave nei rapporti di collaborazione tra i servizi segreti americani , i servizi segreti italiani, e le strutture clandestine del neofascismo italiano nel corso degli anni ’70. Nel 1984 dai risultati di un’inchiesta sul neofascismo veneto condotta dal giudice Casson, secondo alcune testimonianze e documenti sequestrati, è emerso che i servizi segreti americani (CIA) avrebbero consentito a gruppi neofascisti italiani e spagnoli di partecipare ad uno speciale corso di addestramento nelle tecniche militari e investigative con a capo aderenti alla massoneria e alla P2 di Gelli. Nell’ottica di un disegno imperialista di repressione anti-comunista portato avanti dagli Stati Uniti Camp Darby ha avuto grande importanza come punto di sostegno nella vicenda “Gladio”. Gladio è un’organizzazione clandestina, con struttura militare, realizzata a partire dal 1951 dal SIFAR (poi SID, SISMI), con il chiaro scopo di instaurare una dittatura militare, attraverso un golpe di stato. Il SIFAR (servizio informazione forze armate) è costituito da varie sezioni SIOS (servizio informazioni operative e situazione) alle dipendenze dei capi di stato maggiore dell’esercito, marina, aviazione, ma pur sempre sotto il diretto controllo della CIA. Nel 1956 viene stipulato un accordo tra SIFAR e CIA, mai ratificato con un voto in parlamento, che predispone un’organizzazione nota come “STAY BEHIND”, e successivamente a partire dal 1959 i servizi segreti americani cominciarono a inviare armi per il progetto Gladio che verranno depositate nelle caserme dei Carabinieri, nelle basi militari U.S.A. e nel 1963 in 139 contenitori in sigla NASCO. Emerge chiaramente come la struttura Gladio sia stata funzionale agli interessi di controllo e stabilizzazione della politica americana di fronte al pericolo della costituzione di un movimento di massa rivoluzionario e anticapitalista: basti pensare alla schedatura, tra il 1959 e il 1962, di 157.000 cittadini italiani presunti comunisti, messa in atto dall’allora capo del SIFAR De Lorenzo e al ruolo che avrà il SIFAR negli anni successivi con il tentativo di colpo di stato “Piano Solo” del 1964 e con le stragi degli anni ’70. E al centro di queste innumerevoli trame vi è proprio la base di Camp Darby poiché, sempre per quanto emerso dall’inchiesta Casson, nell’interrogatorio del generale Fortunato (capo del SID servizi informazione difesa), la base americana di Pisa , tra il ’71 e il ’74, è stata utilizzata per l’uso addestrativo e come deposito di armi destinate ai
golpisti sotto l’etichetta di materiale non convenzionale.

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Info camp darby
by l'appeso Thursday, Mar. 06, 2003 at 10:29 PM mail:

godzilla.redleghorn.net/campdarby.html

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Nasco?????????
by yonni Friday, Mar. 07, 2003 at 9:30 AM mail:

A me risulta che i Nasco fossero depositi di armi ed attrezzature logistiche nasco-ste dai partigiani comunisti ed in seguito da altri esponenti del partito o simpatizzanti dell'Unione Sovietica per promuovere, con i soldi di Mosca, la Rivoluzione Comunista anche in Italia.
Recentemente sulle montagne liguri ne è stato ritrovato uno. Come vedi non esisteva solo il pericolo "Gladio" e la sua rete sovversiva, ma anche un pericolo "rosso" fatto di segreti mai svelati e imbarazzanti.

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nasco o anti gladio
by tendina Tuesday, Mar. 11, 2003 at 5:20 PM mail: nologogd@libero.it

in realtà esistevano i nasco ma non per una possibile rivoluzione comunista in Italia ma come rete anti-golpe: si sa che si mobilitarono durante il tentato golpe del 1971 e comunque esistevano in funzione anti gladio(gladio era quell esercito paramilitare che si sarebbe mosso in caso di vittoria democratica alle elezioni del PCI ).Ragazzi attenzione a non dire stronzate!

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gladio?
by zagor Thursday, Mar. 13, 2003 at 8:23 PM mail:

Gladio si sarebbe mobilitata in caso di invasione sovietica o di golpe anti democratico, non in caso di vittoria democratica del P.C.I. Gladio doveva essere quello che il movimento partigiano fu nel '45, in Francia e Italia.

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