Comunicato dello sgombero di rebeldia
Rebeldìa laboratorio delle disobbedienze occupato
Oggetto: contro lo sgombero, continua la rivolta!
Stamani, alle prime ore dell’alba le forze dell’ordine con decreto del Procuratore capo della Repubblica, hanno sgomberato il laboratorio delle disobbedienze Rebeldìa, situato a Pisa in via Emanuele Filiberto. Dopo 52 giorni di occupazione caratterizzata da esperienze straordinarie di aggregazione, socialità, dibattito politico e culturale, nonché di creatività artistica e teatrale, si è messo in scena un ignobile sgombero, che ha ridotto, ancora una volta, una forte richiesta e un necessario bisogno di spazi a questione di ordine pubblico. L’Università, che dovrebbe essere spazio aperto e pubblico di dibattito e confronto, ha mostrato, al contrario, sin dall’inizio dell’occupazione, un atteggiamento di chiusura e di autoreferenzialità. Non manchiamo di ricordare che il Rettore e tutto il suo staff, fino ad arrivare al Senato Accademico, si sono sempre rifiutati di dialogare con gli occupanti e di aprire un tavolo di discussione cittadino sul problema degli spazi. Non hanno riconosciuto una occupazione fatta da più singoli (studenti, disoccupati, precari, lavoratori, cittadini) e soggettività: con questa chiusura e questa perentoria volontà di contrapporsi a Rebeldìa, si sono, nei fatti, resi responsabili di quanto accaduto. Così hanno aggiunto alla responsabilità principale di aver lasciato per oltre 3 anni l’area ex-ASNU nel degrado e all’abbandono totale, quella dello sgombero! Noi, al contrario, avevamo avviato una reale operazione di tutela e salvaguardia ambientale, nonché di bonifica di tutto lo stabile e del suo cortile. Consideriamo questo atto di sgombero inscenato dalla Questura di Pisa non soltanto di una estrema gravità, ma anche la dimostrazione di un crescente clima di intolleranza politica e di repressione verso le istanze e i bisogni sociali di questa città. Inoltre, le argomentazioni della Procura della Repubblica, che hanno autorizzato l’intervento delle forze dell’ordine, ci paiono assai pretestuose e capziose. Non solo siamo in presenza di una struttura non fatiscente, come hanno anche testimoniato i Vigili del Fuoco quando hanno fatto il sopralluogo richiesto dall’Ateneo, ma non è stato prodotto nemmeno il disturbo della quiete pubblica, come hanno dimostrato i continui attestati di solidarietà e la partecipazione degli stessi abitanti del quartiere alle nostre attività. La realtà di Rebeldìa continua! Non permetteremo che un’esperienza politica, culturale e di socialità come quella costruita in queste settimane a Pisa venga annullata e criminalizzata. Nelle prossime ore costruiremo nel movimento iniziative di solidarietà e lotta, a partire dalla partecipazione alla manifestazione nazionale di Genova per chiedere verità e giustizia. Nessun Procuratore o Rettore ottuso, nessuna legge ingiusta, nessuna burocrazia e polizia potrà fermare la moltitudine disobbediente!
Pisa, 20 luglio 2003
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