LA REBELDìA NON SI FERMA
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Stamani alle ore 10,05 i disobbedienti pisani sono rientrati con un blitz all’interno di Rebeldìa, il laboratorio delle disobbedienze sgomberato alle prime ore dell'alba sabato scorso. Oltre cento compagne e compagni hanno violato l'ennesima “zona rossa”, denunciando l'atteggiamento ottuso e arrogante dell'Università che, non solo per anni aveva lasciato nel degrado e nell'abbandono quell'area, ma che ha inoltre deciso di affrontare la richiesta di spazi per attività sociali e culturali come un problema di ordine pubblico.
Pochi minuti dopo l'ingresso si sono presentati in forze tutti gli agenti della DIGOS di Pisa che, dopo le prime minacce al cordone che presidiava l’entrata, hanno deciso di scavalcare la recinzione e fare irruzione, pistole alla mano, da una finestra laterale. Solo grazie alla presenza di due parlamentari, Giovanni Russo Spena e Titti De Simone, è stato possibile riportare a ragione una truppa e di questurini, poliziotti e digossini che hanno addirittura, con spintoni i minacce verbali, impedito alla stampa di entrare. Dopo una trattativa con il Questore, Eugenio Introcaso, si è svolta la conferenza stampa dei disobbedienti davanti a giornalisti, telecamere e fotografi durante la quale è stata riaffermata l'occupazione e rilanciato il piano delle iniziative e azioni per il mese di settembre.
Sono sedici le denunce per occupazione. Minacciano che già altri provvedimenti saranno combinati contro i disobbedienti per l’azione odierna. Ancora una volta reprimono e appongono i sigilli sui nostri bisogni, riducono qualsiasi spazio di agibilità politica a questione di ordine pubblico. Anche spostando il piano sul terreno della forza militare sappiano lor signori che non ci fermeranno. L’anomalia si moltiplica, la Rebeldìa non si ferma. Abbiamo dimostrato di poter arrivare quando e dove non ci aspettano.
Nessuno pensi di tenere chiuso con la forza, la violenza e l'arroganza uno spazio che per ben 52 giorni è stato un luogo di socialità, aggregazione e politica restituito alla città e agli abitanti di Pisa.
Rebeldìa / Laboratorio delle disobbedienze ri-occupato Pisa, 22 luglio 2003
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