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Il genocidio silenzioso
by Robert C. Koehler Thursday April 01, 2004 at 01:18 PM mail:  

http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=1515

Il genocidio silenzi...
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"Dopo che gli americani hanno distrutto i nostri villaggi e ucciso molti di noi, siamo anche rimasti senza le nostre case e non abbiamo niente per sfamarci. In ogni caso, noi avremmo superato queste sofferenze e perfino le avremmo accettate, se gli americani non ci avessero tutti condannati a morte".
Questa frase non è facile da leggere, specialmente per chi ha proiettato il male fuori dal proprio cuore, all'interno di qualche grotta in Afghanistan o in un buco nascosto in Iraq, e ha ridotto la vecchia domanda, che ciò ispira, a: "Come si fa a cacciarlo a suon di bombe fuori dalla faccia della terra?".
Prima che il danno diventi ancor più grande, prima che il giudizio della storia diventi peggiore, prima che noi contaminiamo tutto il mondo – perfino prima di votare per le prossime elezioni – noi dobbiamo fermare quello che stiamo facendo. Dobbiamo fermarlo ora.

E' ora di ascoltare non gli analisti della difesa, i sondaggi o gli esperti, ma la gente come Jooma Khan, un nonno che vive in un villaggio nella provincia di Laghman, nell'Afganistan nord-orientale, che dice quello che abbiamo scritto sopra.

Certamente egli merita 30 secondi della nostra attenzione.

"Quando vidi mio nipote, deforme," ha detto in un'intervista nel mese di marzo 2003, "mi resi conto che le mie speranze per il futuro erano scomparse. Ciò è differente dalla disperazione provata per le barbarie russe, anche se a quel tempo persi mio figlio più grande, Shafiqullah. Questa volta, invece, sento che noi siamo parte dell'invisibile genocidio che l'America ci ha buttato addosso, una morte silenziosa da cui non potremo fuggire".

Noi stiamo conducendo più guerre, in Afghanistan e in Iraq – in pratica, guerre nucleari, dato il nostro largo uso di corazze e missili all'uranio impoverito. Questo non è un segreto. L'uranio impoverito, con il suo straordinario potere di penetrazione e la sua capacità di esplodere all'impatto, ci ha fornito l'aiuto per assicurarci il nostro dominio militare dovunque andiamo. Ma le persone come Jooma Khan e suo nipote raccolgono solo i suoi effetti tossici.

Così, naturalmente succede anche alle nostre stesse truppe.

Le parole di Kahn sono solo un frammento della agghiacciante testimonianza raccolta nei documenti del Tribunale Internazionale per l'Afghanistan, una iniziativa di cittadini giapponesi che recentemente ha concluso la sua inchiesta durata due anni, relativa alla prima fase della guerra al terrorismo. Ma essi, nei loro documenti, dicono tutto, solo che noi non possiamo ascoltarli. Se noi potessimo ascoltare Jooma Khan, e gli altri che suonano l'allarme riguardo l'uranio impoverito, come ad esempio l'ex geologo del laboratorio Livermore, Leuren Moret, che ha testimoniato presso il tribunale, non ci sarebbero solo migliaia di persone nelle strade americane a chiedere di fermare la guerra, ma centinaia di migliaia, o milioni – la stessa cifra che scende in piazza in altre parti del mondo. L'impiego delle armi all'uranio non è il solo atto nella nostra irresponsabilità criminale in Afghanistan e in Iraq, che ha portato il tribunale ha emettere il verdetto di colpevolezza contro Gorge Bush, accusato di crimini di guerra, ma è sicuramente il più rabbrividente. (Il pieno resoconto del lavoro del tribunale si può leggere a http://www.mindfully.org/Reform/2004/Afghanistan-Criminal-Tribunal10mar04.htm)

Come ha testimoniato Moret, l'uranio impoverito si trasforma in polvere estremamente fine dopo la sua esplosione; le singole particelle sono più piccole di un batterio o di un virus. E "si stima che l'accumulo di un milionesimo di grammo in una persona possa essere fatale. Non ci sono metodi conosciuti di trattamento".

E la polvere di uranio è dappertutto. Un minimo stimato tra le 500 e le 600 tonnellate è ora sparso sull'Afghanistan, e parecchie volte quella quantità si trova sul suolo iracheno. In termini di inquinamento atmosferico globale, è come se noi avessimo fatto esplodere l'equivalente di 400.000 bombe di Nagasaki, afferma Moret. I numeri sono vertiginosi, ma i potenziali orrori sono cosa molto peggiore.

La polvere all'uranio impoverito fa molto di più che distruggere il sistema immunitario di chi lo tocca o lo respira; essa altera il nostro codice genetico.

Così, i difetti alla nascita sono in continua crescita in Afghanistan dal momento dell'invasione "nati senza occhi, senza braccia, con tumori che protrudono dalla bocca… genitali deformi" secondo il rapporto del tribunale.

Questa spaventosa ipoteca sulle generazioni future – sul nostro futuro – ha portato gli investigatori a coniare il termine di "genocidio silente" per descrivere gli effetti di questa orribile arma.

La risposta del Pentagono a tali accuse è negare, negare, negare. E i mezzi d'informazione americani lavorano come co-cospiratori morali.

Ma parlare di colpa non è il punto della questione. Perché anche coloro i quali aspettano ancora una "prova conclusiva" che dimostri che la polvere di uranio impoverito sia la causa, o un fattore, della malattia misteriosa e dei difetti nei neonati di coloro che tornano dalle zone di guerra, avrebbero tutte le buone ragioni per fermare il suo uso già da adesso.

Terrorismo globale? Ascolta Jooma Khan. Poi guardati allo specchio.

© 2004 Tribune Media Services

Traduzione comedonchisciotte.net

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Si, pero'...
by bruttaffare Thursday April 01, 2004 at 02:00 PM mail:  

abbiamo portato la democrazia, tante donne non portano piu' il burka, Bin Laden l'abbiamo quasi preso.......
Non si puo' negare il lato positivo della guerra.....
Proprio oggi e' stato fatto un accordo con le autorita' Afghane per contrastare il traffico di droga......

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Falsità dietro falsità
by Child Thursday April 01, 2004 at 03:09 PM mail:  

Cosa? Abbiamo portato la democrazia? A parte che non è vero. A parte che sta facendo di tutto per il impedire che la Lojra (?) o come diavolo si chiama il Gran Consiglio degli anziani delle varie tribù assuma il comando della nazione, in modo che sia l'uomo degli stranieri Karzai a tenere in mano il bastone del comando per proteggere altri interessi che nonquelli locali. A parte che i veri capi afghani dell'alleanza del Nord sono stati fatti fuori con l'aiuto di Al Qaeda al momento opportuno. A parte che la guerra dei russi è stata assecondata dagli americani, come ammise Brzezinski in un'intervista. A parte che la guerriglia contro gl'invasori sovietici non è stata aiutata dalla Cia ma boicottata attraverso l'invio in afghanistan dei guerriglieri talebani, che hanno sottratto ai veri muslim ( quelli di Massud )la vittoria finale e la possibilità d'istituire una nuova nazione islamica. Democratizzare l'Islam è come islamizzare i democratici. Sono cose che non hanno attinenza l'una con l'altra.
A parte che i talebani sonoi stati appoggiati e finanziati sino a pochi mesi prima dell'11 settembre e probabilmente anche dopo... A parte che, come ha scritto G. Chiesa, i capi talibani sono stati fatti segretamente evacuare con gli elicotteri per salvarli e ricostituire così quella guerriglia a causa di cui l'Isaf ha la possibilità di rimanere sul suolo afghano a lungo.
A parte che avendo studiato Islamistica ed essendo un oprientalista, certe cose non le possono dar a bere.
A parte che i burqa pòer ora fortunatamente le donne li portano ancora, come testimonia G. Strada. Giacché quella è la loro tradizione. Nessuno si lamenta degli occidentali che portano le mutandine strette o i pantaloni troppo attillati, ciò provocando alle donne perdite bianche e agli uomini diminuzione degli spermatozoi nei testicoli. ciò per evidenziare tutta l'ipocrisia che sta dietro alla faccenda del burqa. Faccende da Bonino & C.
A parte tutte le cose che ho citato, ma possibile che di fronte ad un post così ben fatto, pieno di umanità e di comprensione anche per l'Occidente criminale ( mi piace particolarmente quella stupenda frase del "cacciare il male dal proprio cuore e relegarlo in una grotta dell'Afghanistan o in buco dell'Iraq )si faccia finta di non vedere e di non sentire? Siamo abituati a tutto, direte Voi, ma non è questo il modo di reagire.
Dopo un post del genere, che è minuzioso nell'analisi del crimine afghano laddove parla delle speranze morte per il futuro presso quei vecchi pur abituato alle fatiche e alle penurie di un clima ingeneroso, considerato il ruolo complice anche della sinistra liberale e neocomunista a fianco di questa orribile destra liberale e neonazista, bisogna reagire con ben altro spirito!
Occorre analizzare innanzitutto il comportamento della civiltà occidentale, che pur di dominare non ha messo da parte gl'inganni e gl'artifici dei secoli coloniali. E non è che neanche in un passato meno prossimo l'Occidente abbia dato sfoggio di grande umanità. Solo chiacchiere. Quello che avviene in Afghanistan è il risultato di tre secoli di illuminismo, razionalismo e falso umanitarismo. I risultati si vedono.
Ha ragione il nostro amico, non ci avevo mai pensato, benché fosse stato un militare tre ani fa a confidarmelo proprio qua su Indy, non si mette da parte il D.U. pur essendo a conoscenza delle gravi malattie che produce per fattori bellici, per la forza di penetrazione che ha la sostanza sul piano strategico e di tattica militare.
La sentenza è quindi che Bush è un criminale di guerra. E chi lo aiuta a compiere le sue campagne pestifere pure. Anche tutto il Parlamento italiano dunque ha responsabilità di quanto avvenuto in Afghnistan. Ricordare quel "siamo tutti americani". Non è il caso comunque di criminalizzare i nostri parlamentari, in quel momento era difficile sapere bene ciò a cui si sarebbe andati incontro, seppure ci fosse già stata l'esperienza del Kosovo, che fu un fatto molto diverso e più agghiacciante di quanto è stato raccontato, anche dalla sinistra.
Accettiamo il fatto che la sinistra si sia decisa a cambiar rotta almeno per l'Iraq. Ora dovete far in modo che questa s'appoggi sull'Unione Europea anziché sull'Onu, organizzazione che fa acqua da tutte le parti. E che si crei un'alleanza fra Italia-Spagna-Germania e Francia.
Per concludere sull'Afghanistan rammento che qualcuno come Sgarbi ebbe a dire che la liberazione dell'Afghanistan da parte americana equivaleva a quella dell'Italia.
Sì, in effetti, se si pensa che il regime fascista fu architettato e messo in piedi dalla massoneria internazionale, diretta probabilmente dalle legge americane ed anglosassoni, e che furono quegli stessi che l'avevano ideato a combatterlo, si può dire che il paragone reggeva, ma non nel senso che intendeva Sgarbi.
Circa la droga, gli americani diedero soldi ai talebani per distruggere le colture di oppio proprio nell'inverno 2000. Sono quelli i danari ai quali alludevo. Lo scopo era ben altro che distruggere quel mercato della droga di cui gli Usa sono il principale referente. Come ha dimostrato Ruppert, ex-addetto alla reperessione del narcotraffico. Significativamente qualcuno ( vedi un art. sul tema in N.M.M. ) ha parlato anzi di "colombianizzazione" dell'Afghanistan.
Un'ultima cosa sui bambini mutilati e deformi. In una terra dove la destrezza fisica non è un lusso per piacere all'altro sesso ma un mezzo essenziale per la sussistenza, quelle mutilazioni e quelle deformazioni sono un impedimento alla sopravvivenza quotidiana. Senza contare che l'effetto deleterio non è terminato, ma continua negli anni. Poiché quello è un paese inquinato e ormai non è più il solo: l'ex-Jugoslavia, il Kuwait, l'Afghnistan, l'Iraq. Se fosse unicamente una questione ecologica sarebbe già di per sé un orrore. Invece il fatto ambientale, in condizioni tanto disperate, è quaai argomento secondario.

P.S.- Per gl'Indyani. Un art. di tale levatura deve ricevere 100, 200 commenti. Non vi pare che lo abbiate sinora troppo trascurato? D'accordo l'Afghnistan non è più argomento di dibattiti, ma...

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concordo con Child
by LHR Thursday April 01, 2004 at 03:24 PM mail:  

Fuori gli occupanti da Irak, Afghanistan, Ex-Jugoslavia e da tute le loro basi sparse per il mondo.

per Child: Per fortuna che il numero dei commenti non è proporzionale alle letture degli articoli.

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eh no, caro,
by swan Thursday April 01, 2004 at 03:49 PM mail:  

Non te la pui cavare dicendo

"Accettiamo il fatto che la sinistra si sia decisa a cambiar rotta almeno per l'Iraq."

La Yugoslavia e' L'INIZIO DI TUTTO invece.

E' li' che bisogna concentrarsi e li' che bisogna chiedersi dove si e' sbagliato.
Troppo facile dimenticare "opportunamente" tutto e pensare
a quello che "conviene" oggi.
Cosi' la pensano i militanti DIESSINI.
Le guerre "umanitarie" scomode dimentichiamole, dato che eravamo al governo, ora che siamo all'opposizione, pensiamo ai poveri Iraqeni.
Il popolo pero' non se lo scorda.
Non potrete per sempre sfuggire alle vostre criminali responsabilita'.
Chi mi garantisce che un domani, magari vincendo le elezioni riscoprite di essere nuovamente dei "fans" dell'uranio impoverito ????


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con grande dolore
by roberto Thursday April 01, 2004 at 05:51 PM mail:  

Ho trascorso in Afghanistan alcuni dei mesi più belli della mia vita, e, per tacitare i maliziosi "benpensanti" e i burocrati del gulag staliniano che inquinano anche questo sito, non li ho passati a fumarmi pipe ad acqua a "chicken street", ma a scarpinare negli altopiani dell'Hindu Kush, tra le tende nere dei nomadi Durrani e Ghilzai, e nel Pamir afghano, tra i Kirghizi semi-sedentarizzati a forza dopo la chiusura dei confini da parte dell'Unione Sovietica e della Cina Popolare.
Ho ancora in bocca il sapore dell'uva di Kandahar e a volte, in qualche giornata limpida, in montagna, sento ancora il profumo di legna bruciata che si mescolava a quello del latte caldo nelle albe gelate di un inverno a Kabul.
Ma quel che ricordo con più nostalgia è la fierezza di un popolo fatto di tanti popoli diversi, litigiosi, poveri quasi tutti, compreso il vecchio re che sorrideva da un'unica fotografia ufficiale, stretto in una divisa miserella ma senza le toppe che adornavano quelle dei suoi soldati. Nobiltà di un popolo dove era difficile scorgere un mendicante.
Fierezza e orgoglio ed una ospitalità sincera che mi consentiva di comunicare con gli occhi e le mani con donne, bambini ed uomini nella più povera delle tende o nelle capanne di fango dei contadini.
Ho bevuto innumerevoli tazze di the nelle "chaykhane" dove il cerchio degli uomini si stringeva per farmi sedere tra loro, su vecchi tappeti consumati.
Nei vicoli come su per i sentieri di montagna, mi hanno spesso accompagnato ragazzini scalzi dagli occhi bellissimi, che da me volevano solo una foto ricordo e un sorriso.
Torrenti gelati, pochi alberi e un cielo azzurro chiaro, incredibilmente luminoso, che ritrovavo nell'iride di qualche ragazza, memoria del passaggio antico dei greci di Alessandro. E un alba arancione, svegliato dalla pregheira di un vecchio, e resa memorabile dal fumo denso e dolce del charas che usciva dal cannello di legno del suo Abul-Babul, fatto con il fondo di una vecchia bottiglia di vetro.
Mura d'argilla, mangianastri colorati e rilucenti di mille frammenti di specchio, riso e kebab di montone e la mano forte e asciutta che stringevo al momento di andarmene.

Molte volte ho pensato a che ne era, ora, di quei volti, di quegli occhi, di quelle mani, dilaniati dalle bombe, accecati e tranciati dalle lame delle baionette.
E adesso guardo la foto di un corpo, neonato e deforme, e piango, stupidamente piango, come un vecchio rimbambito. In silenzio, mentre scrivo sulla mia tastiera, che faccio fatica a vederla.
Piango per loro, e me ne vergogno pure, ma piango anche di rabbia per la mia gente, per la nostra indifferenza, il nostro stupido egoismo, gretto, volgare, insensibile.
Noi, l'occidente, i marines americani, gli "afgancy" russi, gli alpini e i carabinieri italiani. Noi che in Afghanistan abbiamo portato democrazia e pace, ben nascosta nelle "cluster bombs", arancioni come il colore delle loro albe e delle razioni di cibo che la nostra guerra umanitaria, le nostre missioni di pace hanno scaricato dal cielo più limpido del mondo su un popolo bambino, crudele e dolce, trasformato in carne da macello, vittima e carnefice a un tempo, con il falso alibi di strappare alle donne quel velo, il chador, fatto di mille pieghe sottili, riparo dal vento e dalla sabbia.
Noi, orgogliosi portatori di una modernità sconosciuta e non desiderata. Una modernità fatta di carriarmati, volga nere, jeeps verde oliva, antenne paraboliche, lancia missili portatili ...

Quale libertà?

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Magnifico il commento di Robby
by Child Thursday April 01, 2004 at 10:20 PM mail:  

Anch'io sono stato in quella terra a vedere i bambini in groppa all'asinello, in quelle bettole ad assaggiare uno yogurt da favola, nelle soste dei minibus ad assaggiare i dolci meloni. Una volta ebbi la fortuna di ascoltare persino 'Epitaph dei King Crimson, in una discoteca che pareva uscita dalle 'Mille-e-una notte'. Tante belle americane erano là che fumavano hascish e mi dicevano: - Perchè non fumi? sei cattolico? - Poi c'è stata la chiusura delle frontiere ed è accaduta quella tragedia immane che bene racconta un ottimo film russo con Michele Placido. Ma ora è molto peggio, come dice bene l'articolo sopra. Anche per me è una pena sapere di quanto stia avvenendo. L''accogliente Afghanistan, meta dei giovani di un'intera generazione, ora è là che langue col coltello alla gola. Come Ti capisco!

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