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FASCI COME I FUNGHI
by DEMO Saturday, May. 15, 2004 at 5:10 AM mail:

ECCO UN ALTRO GRUPPO....

MA QUANDO E' SALTATO FUORI??

http://www.fasciitaliani.it/

MA IL SIMBOLO DEL FASCIO E' LIBERO?

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c'e anche l'organigramma
by piazzale loreto Saturday, May. 15, 2004 at 5:47 AM mail:

c'è anche l'organigramma con i numeri di telefono dei "responsabili" regionali.....ma secondo voi è legale?

Coordinatore nazionale : Dr. Giuseppe RIDULFO tel 3388440679

Vice coordinatore nazionale vicario : Claudio NEGRINI tel 3393201541

Responsabile Centro - Nord : Ermanno FACCIOLI tel 3483301216

Responsabile Centro - Sud : Carlo MAIORANA tel 3477847380

Coordinatore Lombardia : Franco BETTONI tel 3395472236

Coordinatore Veneto - Friuli e Trentino : Paolo ZANELLA tel 3405818639

Coordinatore Emilia Romagna e Marche : Enrico FERIOLI tel 3397849691

Coordinatore Toscana : Antonino MARCIANO' tel 055892038

Coordinatore Liguria : Nestore TORMENE tel 3291067628

Coordinatore Piemonte e Valle D'Aosta : Claudio GRASSI tel 0321 807935

Coordinatore Puglia - Abruzzo e Molise : Pietro Francesco CRISEO tel: 3408606696

Coordinatore Calabria - Basilicata e Campania : Pietro Francesco CRISEO tel: 3408606696

Coordinatore Sicilia : Carlo MAIORANA tel 3477847380

La segreteria Nazionale :

Via G.Giusti,32 TEL/fAX 091 - 347885 Palermo

La segreteria organizzativa :

Via Margutti,26 46028 Sermide ( MN ) Tel 3393201541 Fax 0386/62292



http://www.fasciitaliani.it/Fasciitaliani_19_Organigramma.htm

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bisogna denunciarli
by law and order Saturday, May. 15, 2004 at 8:05 AM mail:

Cari adm,dovete segnalare il sito alla magistratura.Sulla home ci sono già i presupposti per l'incriminazione per ricostituzione del partito fascista(credo,sentite i vostri legali).
Alla svelta.

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strategia
by claudio Saturday, May. 15, 2004 at 8:36 AM mail:

è una strategia, nella quale rientrano questi, FN ecc...

in sintesi:
da parte della destra istituzionale (chiamata centro destra) c'è buon gioco nel denunciare gli "estremismi" di sinistra e anche di destra, promettendfo di prendere in mano la situazione con pugno di ferro per ristabilire l'ordine. Inoltre qualche fascistello tiene impegnata la sinistra militante, i gruppetti di fasci sono facilmente infiltrabili, manovrabili ecc...

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chiuderlo!!
by no distraction Saturday, May. 15, 2004 at 8:52 AM mail:

Il sito va segnalato alla magistratura,è vero.Non c'è altra via e altra riflessione possibile.

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i dati del dominio
by piazzale loreto Saturday, May. 15, 2004 at 9:09 AM mail:


questi sono i dati del dominio, sicuramente utili per una denuncia
domain: fasciitaliani.it
x400-domain: c=it; admd=0; prmd=fasciitaliani;
org: Giuseppe Ridulfo
descr: Giuseppe Ridulfo persona fisica
admin-c: GR2211-ITNIC
tech-c: SC279-ITNIC
postmaster: SC279-ITNIC
zone-c: SC279-ITNIC
nserver: 62.149.128.2 dns.technorail.com
nserver: 62.149.132.2 dns2.technorail.com
dom-net: 62.149.0.0
mnt-by: TECHNORAIL-MNT
created: 20030117
expire: 20050117
changed: webmaster@technet.it 20021231
changed: hostmaster@nic.it 20030111
source: IT-NIC

person: Giuseppe Ridulfo
address: via Giusti, 32
address: 90144 Palermo
phone: +39 091 347885
fax-no: +39 091 347885
e-mail: giamico@tin.it
nic-hdl: GR2211-ITNIC
changed: webmaster@technet.it 20021231
changed: hostmaster@nic.it 20030111
source: IT-NIC

person: Stefano Cecconi
address: Technorail s.r.l. Piazza Garibaldi 8
address: 52010 soci (AR)
phone: +39 0575 51571
fax-no: +39 0575 562849
e-mail: webmaster@technet.it
nic-hdl: SC279-ITNIC
notify: webmaster@technet.it
mnt-by: TECHNORAIL-MNT
changed: webmaster@technet.it 20040220
source: IT-NIC



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..ed il webmaster
by piazzale loreto Saturday, May. 15, 2004 at 9:16 AM mail:

dimenticavo il webmaster http://www.fasciitaliani.it/Fasciitaliani_43_Contatti.htm

Responsabile sito internet

Ing. Pietro Francesco CRISEO tel: 3408606696

E-Mail: fascicalabria@yahoo.it

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attenzione, ha 6 fucili :)
by claudio Saturday, May. 15, 2004 at 9:41 AM mail:

Vendo regolare sovrapposto Bernardelli "Orione" usato raramente (ne ho 6) canne e meccanica perfette al prezzo di Euro 1.300. Per contatti: Pietro Francesco Criseo Via Monte Cucco, 18/20 89035 Bova Marina (RC) Tel. 3408606696 E-Mail: criseo@criseotelecom.com (primo risultato su google)

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uso saltuario
by piazzale loreto Saturday, May. 15, 2004 at 9:45 AM mail:

per fortuna che li usa raramente...forse ha piu' padronanza del manganello sto' infame

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andrebbe denunciato
by massimo della pena Saturday, May. 15, 2004 at 10:04 AM mail:

Il Delitto Di Ricostituzione Del Partito Fascista

***

di "Marco Quadrelli"


Premessa:
Nell'iniziare a trattare questo delicato argomento (i miei lettori
sanno che mi piace trattare quasi esclusivamente, anche dal punto di vista
giuridico, argomenti di frontiera comunque scomodi e quasi tabù), sapevo
che mi sarei trovato di fronte ad una mole documentaria di tendenza
repressiva.
Leggendola, invece, mi sono accorto con stupore, che l'intento del
legislatore non è quello di "de-monizzazione", bensì quello di
"educazione".
Il tema è quello relativo alla determinazione dell'ambito di
applicazione delle norme finalizzate alla prevenzione ed alla repressione
del delitto di riorganizzazione del partito fascista. E' attuale, sia
alla luce dei fatti accaduti che delle argomentazioni presenti in questa
conferenza.
Gli interrogativi che in coda a questo intervento porrò, mireranno a
domandarsi sul significato e sull'utilità della permanenza nel nostro
sistema giuridico di tale apparato repressivo, avvalorato dalla
scarsissima applicazione giurisprudenziale della normativa in esame,
soprattutto per quanto attiene al reato associativo.
Si tratta, pertanto, di chiarire il significato di tale normativa, nel
più ampio contesto del nostro si-stema giuridico-costituzionale, con
particolare riguardo ai diritti di libertà.


Dai Decreti Luogotenenziali alla XII disposizione transitoria e finale
della Costituzione (cenni):
Già nelle prime norme, configurate come temporanee dal legislatore, si
preoccupavano di impedire il risorgere del disciolto partito fascista.
Si rammentano la soppressione del Tribunale speciale per la difesa dello
Stato (R.d.l. 29.07.1943 n°668), del partito nazionale fascista (R.d.l.
02.08.1943 n°704), della Camera dei fasci e delle corporazioni (R.d.l.
02.08.1943 n°705), del regi-me corporativo (R.d.l. 09.08.1943 n°721).
L'opera di rinnovamento proseguì con la punizione dei delitti fascisti e
di collaborazionismo, l'avocazione dei profitti del regime e la
repressione delle atti-vità neofasciste.
La nomenclatura "sanzioni contro il fascismo", derivante dal primo
provvedimento che disciplinò in maniera organica la materia (D.L.Lgt.
27.07.1944 n°159) riflette approssimativamente il contenuto della
legislazione, che accanto a sanzioni penali ed amministrative, prevedeva
anche le relative fattispecie, oltre ad istituti di diritto processuale,
di diritto tributario ed a norme regolanti la devoluzione allo Stato del
patrimonio delle disciolte organizzazioni fasciste.

Si prevedevano sanzioni, consistenti, alternativamente, nella "casa di
lavoro", "colonia agricola", "confino di polizia" o nel "campo di
internamento" per coloro i quali commettevano atti diretti a favorire il
risorgere, sotto qualsiasi forma e denominazione, del disciolto partito
fascista od a esaltarne pubblicamente, con qualsiasi manifestazione
scritta o verbale, le persone, gli istituti e le ideologie, ancorché il
fatto non fosse previsto come reato (art.3 D.L.Lgt. 26.04.1945 n°149).
Veniva punito con la reclusione da dieci a venti anni il fatto di
"chiunque ricostituisce sotto qual-siasi forma o denominazione il
disciolto partito fascista ovvero ne promuove la ricostituzione" (D.L.Lgt.
26.04.1945 n°195).
L'entrata in vigore della Costituzione segna la solenne affermazione
del divieto di riorganizzazio-ne del partito fascista, sancita con la XII
disposizione transitoria e finale.
La tutela penale contro le attività neofasciste veniva affidata alla L.
03.12.1947 n°1546, previsto come provvedimento il cui vigore sarebbe
venuto meno non appena rivedute le disposizioni relative alla stessa
materia contenute nel codice penale ed in ogni caso entro il 31.12.1952.

Un'adeguata sistemazione del vasto corpus legislativo inerente le
"sanzioni contro il fascismo", si può realizzare intorno a tre punti
principali: a) i fatti di promozione, organizzazione e partecipazio-ne al
fascismo in periodo monarchico e repubblicano; b) i fatti di intelligenza
e collaborazione con i tedeschi durante l'occupazione militare; c) le
attività neofasciste (consistenti nella riorganizzazione del disciolto
partito fascista, nell'apologia del fascismo e nel compimento di
manifestazioni usuali al disciolto partito fascista) incriminate per
l'insidia che tendono alle istituzioni democratiche.

I fatti di promozione, organizzazione e partecipazione al fascismo:
Tali fatti furono variamente specificati nelle singole leggi sulle
sanzioni contro il fascismo, costi-tuendo le fattispecie condizionanti di
una sere di conseguenze personali a contenuto sfavorevole:
la decadenza dei senatori (art.8 u.c. R.d.l. 02.08.1943 n°705), quale
incapacità permanente assimilabile nel contesto dell'interdizione perpetua
dai pubblici uffici (art.28 c.p.), anche se non vi era sanzione penale nei
loro confronti, in quanto solo sanzione di diritto costituzionale;
la sospensione dei diritti elettorali e di altri diritti pubblici
soggettivi (coi caratteri alternativi di temporaneità e di permanenza) ai
sensi dell'art.8 c.1 R.d.l. ult. cit.. Tale sanzione non integrava gli
estremi del reato. Tali incapacità vennero meno a seguito dell'entrata in
vigore della Costitu-zione, che nel capoverso della XII disposizione
transitoria, demandò alla legge ordinaria di stabile le limitazioni
temporanee. Vi provvide la L. 1453/1947;
la risoluzione del rapporto di pubblico impiego (che trova applicazione
nei D.L.Lgt. 159/1944, 702/1945 e 48/1948), ovvero il procedimento nel
corso del quale venivano accertati i fatti da cui la risoluzione del
rapporto dipendeva;
la risoluzione del rapporto di lavoro privato. Due le fattispecie: una
relative ad aziende private che svolgevano attività di interesse pubblico
(art.11 D.L.Lgt. 159/1944) e per dirigenti di società di capitale (art.8
c.1 D.L.Lgt. 702/1945);
la cancellazione dagli albi professionali, con norme analoghe alla
risoluzione del rapporto di pubblico impiego;
la radiazione da accademie e da istituti culturali;
l'avocazione dei profitti del regime;
il delitto degli alti gerarchi (art.2 c.1 D.L.Lgt. 159/1944) , di natura
dolosa. Portava, se era riconosciuta l'aggravante alla pena
dell'ergastolo, con privazione dei diritti elettorali, confisca dei beni e
la risoluzione del rapporto di lavoro privato;
il delitto di atti rilevanti (art.3 D.L.Lgt. 159/1944), applicato contro
coloro che avevano organizzato squadre fasciste che avevano compiuti atti
di violenza e devastazione. Erano puniti agli effetti dei disposti di cui
agli artt. 118 e 120 del Codice Zanardelli.

Il collaborazionismo con i tedeschi dopo l'8 settembre 1943:
La materia è disorganica, non enunciando in modo unitario i fatti di
collaborazione. Li specifica, anzi, diversamente, in rapporto ai singoli
effetti che ad essa riconnette. La tipicizzazione fu com-piuta dal
D.L.Lgt. 159/1944 per relationem, con una norma di rinvio alle
disposizioni del codice penale militare di guerra. Fu integrato
dall'art.1 D.L.Lgt. 22.04.1945 n°142 che specificò alcuni fat-ti di
collaborazionismo. Furono disciplinati anche i delitti di
collaborazionismo c.d. presunto.
Molti di tali reati furono amnistiati nel 1946.

Le attività neofasciste:
La repressione delle attività neofasciste costituisce il settore
attuale dell'intero campo di sanzioni contro il fascismo.
Oltre ai già citati D.L.Lgt. n°149 e n°195/1945 che prevedevano pene
per specifici reati, furono completati dalla XII disposizione transitoria
e finale della Costituzione e dalla L. 03.12.1947 n°1546 che al precetto
costituzionale dava attuazione. Ciò sostituiva il disposto dell'art.270
c.p., in quanto norma emanata dal fascismo a presidio delle proprie
istituzioni, ma all'epoca vigente.
Tale ultima Legge fu sostituita dal disposto della L. 20.06.1952 n°645.
la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione:
Tale disposizione afferma che "è vietata la riorganizzazione, sotto
qualsiasi forma, del disciolto partito fascista". L'inciso "sotto
qualsiasi forma" indica che è sufficiente la formazione di un organismo
politico di tipo associativo, anche locale, che al fascismo si ispiri e
che di esso si ponga come continuatore.
Essa trae origine dall'art.17 del Trattato di pace armistiziale, atto
ad impegnare il neonato Governo italiano ad impedire il sorgere di
organizzazioni "che abbiano per oggetto di privare il popolo dei suoi
diritti democratici". Secondo alcuni Autori (Manna, Vinciguerra), tale
vincolo internazionale influì sull'assetto costituzionale (cosa che non è
avvenuta per la Germania).
La Costituzione contiene una precisa opzione in ordine alla libertà
associativa, in base alla quale l'ideologia fascista è l'unico disvalore
politico in contrasto con i valori che hanno dato luogo a tale carta
fondamentale. Donde la XII disposizione finale, anche se rubricata come
"transitoria" ha as-sunto il carattere di "finale", in quanto propende
chiaramente verso l'individuazione di un vero e proprio limite alla
libertà di associazione, invece che di una mera eccezione (Nuvolone,
Padova 1972).

La Legge 20.06.1952 n°645 (la c.d. "Legge Scelba"):
La L. 645/1952 sostituiva, ma non interamente, la precedente L.
1546/1947 (rimase, infatti in vigore l'art.6, concernente la norma
incriminatrice dell'istigazione pubblica a riorganizzare il partito
fascista). Pertanto il disposto della L. 645/1952, disciplinava in
maniera organica la repressione delle attività neofasciste.
La legge prevede alcuni reati costituiti dalle attività neofasciste,
inserendo specifiche disposizoni processuali e la misura collaterale di
scioglimento del riorganizzato partito fascista.

Il coordinato disposto di cui agli artt.1 e 2 disciplina il delitto di
riorganizzazione del partito fasci-sta. Nell'art.1 si enuncia il
concetto di riorganizzazione, mentre nell'altro assoggetta alla stessa
pena chi promuove od organizza la ricostituzione e chi dirige
l'associazione neofascista una volta ricostituita. Stabilisce una pena
minore per i semplici partecipanti.
Donde, chiunque compie gli atti di esaltare, minacciare od usare
violenza, di denigrazione della democrazia, chi esalta fatti e persone del
fascismo storico, rientra nella fattispecie, in seno alle modalità
esecutive della condotta di chi promuove, organizza, dirige o partecipa
all'associazione stessa. Pertanto vi sono tre fattispecie distinte: a)
promozione/organizzazione; b) direzione di associazione; c) partecipazione.
Il disposto specifica pure che l'associazione/movimento:
deve avere finalità antidemocratiche proprie del partito fascista;
che usi/esalti/minacci violenza quale metodo di lotta politico;
che propugni la soppressione delle libertà garantite dalla
Costituzione/denigri la democrazia e le sue istituzioni;
che denigri i valori della resistenza;
che svolga propaganda razzista;
che rivolga la propria attività all'esaltazione di esponenti, principi,
fatti e metodi propri del partito fascista;
che compia manifestazioni esteriori di carattere fascista.
I tre delitti offendono il medesimo interesse. Sono delitti
obiettivamente politici, con la cui punizione la legge mira a tutelare
l'ordinamento costituzionale e democratico nei confronti del feno-meno
associativo di tipo neofascista.
Comune ad essi è l'elemento associativo, che dev'essere stabile.
La violenza sanzionata è sia quella propugnata in astratto che compiuta
in concreto, sia propria che impropria.
Ma non ogni episodio delle condotte sopra descritte costituisce uno dei
delitti di riorganizzazione del partito fascista. Occorre, infatti che
esso sia idoneo a determinare la costituzione di associazio-ne/movimento
avente le descritte finalità.
La difficoltà sta nel fatto che nessuna organizzazione descrive tali
comportamenti od obiettivi nello statuto: soccorrono, pertanto:
la reiterazione del comportamento;
il n° dei partecipanti,
noti indici di persistenza di condotta.
I delitti descritti hanno la comune connotazione dolosa.

In questa sede non mi soffermerò sui problemi di struttura della norma
penale, sui problemi di legittimità costituzionale, sull'entità delle pene
(principali ed accessorie) e sulle circostanze aggravanti, come su altri
problemi concernenti la tecnica penalistica, in quanto non interessanti in
questa sede. Rinvio, per approfondimenti sul tema, ad una bibliografia
essenziale:
Vinciguerra "Fascismo (Sanzioni)" Enciclopedia del Diritto, vol.XVI, p.914
ss.;
Cass. 15.06.1950 n°868, in Giur.conpl.cass.pen., 1950, II,127;
Peronaci "Attività fascista o diretta alla restaurazione della monarchia"
Enciclopedia Forense, I, Mi, 1958, 579;
C.Cost. 06.07.1966 n°87:
Maggiore "Il delitto di ricostituzione del partito fascista" in Foro
Padano, 1951, IV, 274;
Manzini "Trattato di diritto penale italiano", p.16 nt.4;
Antolisei "Manuale di diritto penale, Parte speciale", I°, Mi, 1966, 113;
Siniscalco "La XII disp.trans. Cost. e divieto di manifestazioni fasciste"
in R.I.D.P.P., 1959, 167.

In ordine all'istigazione pubblica alla riorganizzazione del partito
fascista, essa è punita a norma dell'art.6 L.1546 cit., anche a mezzo
stampa.
Vi sono specificati i vari casi: a) istigazione non accolta; b)
istigazione accolta. Pena: da 1 a 8 anni.

La sentenza del Tribunale di Roma del 21.11.1973, tratta del "delitto di
ricostituzione del disciolto partito fascista".
Nella massima, si può leggere anche "Soggetto attivo ed elemento
materiale", "Natura giuridica del delitto", "Reato di pericolo", "Momento
esecutivo", "Elemento psichico: dolo generico".
La massima ufficiale è la seguente:
Soggetto attivo del reato di ricostituzione del disciolto partito
fascista, previsto dalla L.20.06.1952 n°645, che attua la XII Disposizione
finale della Costituzione, è chiunque promuova, organizzi, diriga o
partecipi ad un movimento od ad un'associazione che abbia le
caratteristiche e le finalità di cui all'art.1 L. cit.
La condotta criminosa del delitto di ricostituzione del disciolto partito
fascista consiste nel perseguire finalità antidemocratiche, proprie di
quel partito, nella esaltazione, comunque posta in essere degli esponenti,
dei principi, dei fatti e dei metodi del fascismo e nel compiere
manifestazioni esteriori di carattere fascista. Ne consegue che i beni
giuridici protetti sono la struttura dello Stato, il metodo democratico
della lotta politica e la sopravvivenza delle libertà fondamentali
garantite dalla Costituzione. Trattasi di reato di pericolo ed il suo
momento consumativo si concreta nel promuovere un movimento politico come
sopra specificato, inclusa l'ulteriore fase dell'organizzazione, senza che
abbia giuridica rilevanza il raggiungimento del fine proprostosi dagli
agenti.
Per la commissione del delitto di ricostituzione del disciolto partito
fascista è sufficiente il dolo generico, che consiste nella previsione e
volontà di giungere attraverso il movimento e l'organizzazione, alla
ricostituzione di detto partito, anche se le specifiche finalità del
movimento/assiciazione siano del tutto indifferenti alla determinazione
volitiva dell'agente.
Tale imputazione era rivolta ad una quarantina di persone, accusate di
aver costituito, organizzato, diretto e partecipato al "Movimento Politico
Ordine Nuovo".
Il P.N.F. fu soppresso con R.D.L. 02.08.1943 n°704 e già con il R.D.L.
134/1944 si provvedeva alla punizione dei delitti ed illeciti del
fascismo. L'art.1 D.Lg.Lgt. 195/1945 prevedeva come reato la ricostuzione
del P.N.F..
Tralasciando l'analisi delle disposizioni di legge che la Corte ha fatto
(si dilunga per parecchie pagine e non ci serve), ci dobbiamo riferire al
disposto di cui alla L. 645/1952, che agli artt.1, 2 e 3 riguardava
fattispecie inerenti quanto posto a giudizio dinanzi al Tribunale di Roma,
nella sentenza qui in commento.
Il contenuto di tali articoli individua: a) il soggetto attivo del reato;
b) il bene giuridico protetto; c) la condotta criminosa; d) la natura del
reato; e) l'elemento psicologico; f) le sanzioni previste.
Il soggetto attivo del reato risulta dal combinato disposto degli artt. 1
e 2, ed è "chiunque promuova, organizzi, diriga e partecipi ad un
movimento/associazione che abbia le caratteristiche e le finalità indicate
nell'art.1"
Precisazione: "associazione" è organizzazione stabile di più soggetti al
fine di raggiungere un intento comune o tutelare un comune interesse.
"Movimento" non ha qualificazione giuridica, potendo definirsi solo quale
organizzazione embrionale che si distingue dal "partito" solo per la sua
instabilità.
Esse sono però una collettività di soggetti.
Coloro che vi aderiscono possono distinguersi in: a) promotori; b)
organizzatori; c) dirigenti; d) partecipanti.
I promotori, organizzano il momento iniziale della vita associativa,
Gli organizzatori possono non aver partecipato alla fondazione, ma hanno
contribuito allo sviluppo, controllandone i gangli centrali,
i dirigenti ed i partecipanti. Questi ultimi hanno funzione attiva
all'interno del movimento, aderendovi.

Tenuto conto di questo, la Corte, ha richiamato l'art.1 della XII
disp.trans. e finale della Cost., che recita che "è vietata la
riorganizzazione sotto qualsiasi forma..." .
Bisogna quindi esaminare la portata del termine "riorganizzazione". Si ha
solo con la fedele riproduzione o reiterazione totale (non
parziale/approssimativa) dell'organizzazione vietata e che abbia cessato
di esistere.
Non è sufficiente un'effimera rievocazione ed un rimpianto puramente
verbale, ma deve puntare a dar vita a qualcosa di durevole.
Si possono tuttavia colpire forme embrionali di tali movimenti.
Gli artt.2 e 3 D.Lg.Lgt 159/1944 distingueva l'aver "creato" da chi ha
"contribuito a mantenere in vigore".
Ma la norma richiamata del 1944 cozza con la Legge 645/1952, in quanto
nella prima si parla di "regime fascista", mentre nella seconda di
"partito fascista": il cozzare sta nel fatto che la riorganizzazione di un
partito non può confondersi con quella di un regime, che sono due cose ben
diverse.
Quanto al "partito" si intende un'organizzazione politica che abbia alla
base l'ideologia propria di quel partito e, quindi, non c'entra nulla con
l'età anagrafica dei promotori (eccezione difensiva).
L'art.1 della legge 645/1952 ha fissato le condizioni perché
un'assocaizione/movidmento costituisca riorganizzazione del disciolto
"partito fascista":
a) perseguire finalità antidemocratiche;
b) rivolgere l'attività all'esaltazione di esponenti, principii, fatti e
metodi propri del partito fascista;
c) il compiere manifestazioni esteriori di carattere fascista.

Le ipotesi sub b) e c) possono, ove poste individualmente dai singoli,
concretare due reati a sé stanti:
- apologia del fascismo (art.4);
- manifestazioni fasciste (art.5).

Sono stati contestati:
- denigrazione della democrazia e delle sue istituzioni;
- esaltazioni dei principii, metodi e simboli propri del disciolto
partito fascista;
- la minaccia e l'uso della violenza quale sistema di lotta politica.
[Quest'ultimo inciso si applica pienamente anche al metodo "rosso" -
n.d.r.]

I beni giuridici protetti dalla legge sono:
- la struttura democratica dello Stato italiano;
- il metodo democratico nella lotta politica;
- la sopravvivenza delle libertà fondamentali garantite nella
Costituzione.
Questo non può confondersi con la critica anche la più aspra e negatoria
della opposizione democratica, con l'attentato alla democrazia.

Nota finale:
La L. 645/1952 ha inteso dare applicazione all XII disp.trans. e fin.
della Cost., prevedendo nuove fattispecie penali in base ai principi di
libertà associativa sanciti dalla Costituzione.
L'elenco di cui all'art.1 è solo esplicativo del concetto insito nel
reato in esame, onde poter poi meglio identificare le fattispecie degli
artt. successivi, senza sostituirsi alle previsioni del codice penale.
Ciascuno dei delitti indicati in tale legge ha connotazione propria e
distinta da quella dei reati già previsti da altre norme del c.p.. Per
quanto non previsto dalla Legge 645/1952 sovviene il c.p..



http://www.diritto.it/articoli/penale/quadrelli.html

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in Africa e Sudamerica
by claudio Saturday, May. 15, 2004 at 10:06 AM mail:

       Nota di precisazione :

Le filiali qui riportate non esistono più. Oggi non si costruiscono più filiali, ma consociate. La nostra,responsabile dell'area <b>America Latina</b> è:CELULAR Engehnaria Ltda e si trova a Rio de Janeiro (Brasile), mentre fra breve,apriremo un'altra consociata in Congo; responsabile per<b> l'area Africana</b>

Anche la sede è cambiata.......Quello che è rimasto sono solo le qualità. A parte gli scherzi.......Abbiamo dovuto espandere la nostra azione e rivolgerla anche a quei popoli che, più del resto del mondo, hanno necessità di svilupparsi per portarsi allo stesso livello tecnologico degli altri paesi più "Erroneamente detto" civilizzati o emancipati. Vi posso,però,garantire ( chi scrive è il titolare ) che l'America del Nord e l'America del sud,soprattutto, hanno un potenziale ineguagliabile. Sono le più grandi potenze......Perchè hanno le più grandi risorse. Basti solo pensare che il Brasile è il paese più ricco del mondo ed il meno popoloso in proporzione alla sua superficie. Grazie     e scusate l'evasione.

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link
by claudio Saturday, May. 15, 2004 at 10:07 AM mail:

scusate, ho fatto un po' di confusione.
quello che leggete sopra viene da

http://www.criseotelecom.com

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noooooo....
by io Saturday, May. 15, 2004 at 11:38 AM mail:

...."organigramma" noooooooo!!!

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ma la legge viene interpretata..
by antifa Saturday, May. 15, 2004 at 6:40 PM mail:

NON SIAMO IN UN PAESE DOVE LA LEGGE SIA PRECISA...

INFATTI UN ALTRO MOVIMENTO DICE :

Il Movimento politico nazionale FASCISMO E LIBERTÀ, legalmente costituito con atto notarile in data 25 Luglio 1991, ha ottenuto il riconoscimento di liceità con la propria denominazione ed il simbolo del Fascio Repubblicano, dalle SENTENZE DI ARCHIVIAZIONE e/o PIENA ASSOLUZIONE di supposti reati di ricostituzione del disciolto partito fascista e di apologia di fascismo (Legge Scelba) emesse dai Tribunali di MILANO (tre sentenze), ALESSANDRIA, SIENA, TERNI, TRIESTE, CALTANISSETTA, VICENZA, AREZZO, PORDENONE, ORISTANO (Tre sentenze), GENOVA, (due sentenze) BRINDISI, (due sentenze), BRESCIA, PISA, ANCONA, TREVISO, NOVARA, MANTOVA, TERAMO, SONDRIO, SIENA, ASTI, BOLOGNA, TORINO, ALBA(CN), CREMONA con la motivazione:"IL FATTO NON SUSSISTE."

ED IL MOVIMENTO ESPONE PURE ESSO IL FASCIO
E' SUL SITO

http://www.fascismoeliberta.it/Prologo/prologo.html

COME LO SPIEGHIAMO ???????????????????????????????????????

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NON SOLO HAIDER
by ANTIFASCISTA ANTICLERICLALE Saturday, May. 15, 2004 at 6:50 PM mail:




NON SOLO HAIDER...

Da quando in Austria è andato al potere il partito di Jörg Haider i "benpensanti" d'Italia (e di tutta Europa) hanno iniziato a gridare al pericolo neonazista, ai "xenofobi", ai "razzisti".
Ma il nazismo ed il fascismo non sono solo xenofobia e razzismo, odio per gli immigrati ed i "diversi", è riduttivo per le sinistre limitarsi a considerarli esclusivamente come tali. Scriveva Gabriele Ranzato: "non c'è vera ed efficace lotta antifascista che non sia insieme lotta per il socialismo, una lotta, cioè, che del fascismo cancelli la matrice di classe". E' questa matrice di classe che purtroppo ultimamente la sinistra si è dimenticata di evidenziare nella propria lotta antifascista ed è proprio questa "dimenticanza" che rende poco costruttivo l'antifascismo degli ultimi anni. Così, quando sentiamo i rappresentanti di Forza Nuova o della Fiamma Tricolore sostenere di essere loro i veri "antagonisti alla globalizzazione capitalistica" non possiamo continuare ad accusarli solo di "xenofobia", dobbiamo riprendere la "matrice di classe" che ha fatto del fascismo null'altro che il braccio armato del capitale, nell'Italia di Mussolini come nella Germania di Hitler, come nel Cile di Pinochet. Se non teniamo presente questo, cadiamo come pere cotte nella trappola di certi "antifascisti" del tipo del sindaco di Trieste Riccardo Illy che metterebbe volentieri fuorilegge sia i movimenti neonazisti che i partiti comunisti.
Scrive Michael Schmidt nel suo interessante testo "Neonazisti" [1]: < il neonazismo non è un problema tedesco. Certo, in Germania ci sono "radici" molto profonde ma sarebbe una follia liquidare sbrigativamente l'avanzata dell'estremismo di destra negli altri paesi come fenomeno passeggero. Ormai si è creata una rete di estremisti che operano su scala internazionale: non hanno una struttura gerarchica nè si muovono su un unico piano. Ogni gruppo, ogni individuo, stabilisce collegamenti con i paesi vicini e mantiene il contatto con elementi della destra "estrema" e "moderata". E per diverse ragioni: per esempio per "aiutarsi" a fare propaganda o per garantire un rifugio ai terroristi >.
A Trieste avrebbe dovuto svolgersi, nel novembre scorso, un raduno dell'internazionale nera promosso da Forza Nuova, che ha, com'è logico, molti collegamenti internazionali. Fa capo, come gli stessi suoi dirigenti affermano, ad "Euronat", la rete europea di quella destra radicale che si è ritrovata in Umbria nell'agosto scorso in un convegno organizzato dalla rivista Orion edita da Maurizio Murelli. Ad Euronat fa riferimento, oltre al Partito Nazionalista Slovacco, il Fronte Ellenico, Democracia Nacional (gli "eredi" della Falange spagnola), il Movimento Patriottico Popolare finlandese, il Partito della Grande Romania, il Partito Svedese Democratico, Alianca Nacional portoghese, la Deutsche Volksunion ed il Partito Nazionalista serbo, anche il più famoso Fronte Nazionale francese di Jean-Marie Le Pen.
All'annuncio di questo "raduno" subito si sono levate voci di protesta contro Forza Nuova e contro le simpatie che ha per il leader del FPÖ Haider. Ma quasi nessuno ha battuto ciglio negli ultimi anni quando altre forze politiche di destra o "centrodestra" (come Alleanza Nazionale e Forza Italia) hanno tutto sommato portato avanti più o meno gli stessi contenuti eversivi di Forza Nuova. A proposito di questo "raduno" dobbiamo precisare che Forza Nuova ha continuato ad annunciarlo e poi rinviarlo, prima per gennaio, poi in occasione del G8 sull'ambiente a Trieste ai primi di marzo, annunciandolo quindi, con un paio di giorni d'anticipo, per il 24 febbraio, con la partecipazione dei leader del partito neonazista tedesco Udo Voigt e Horst Mahler. Temi del "convegno" sono il no al "bilinguismo" (cioè alla recentemente appravata legge di tutela per la minoranza slovena in Italia) ed il no alla globalizzazione.
Dopo tanto tira e molla sulla data di questo raduno, viene quasi il dubbio che abbiano continuato ad annunciarlo e rinviarlo semplicemente per far parlare di sè, consci anche del fatto che ogniqualvolta annunciano una manifestazione, subito si alzano le voci dei "benpensanti" di cui sopra, che ne chiedono il divieto e così, bene o male, riescono a farsi dare quello spazio stampa che altrimenti sarebbe loro negato.
In occasione di questo "raduno annunciato" la redazione del periodico "La Nuova Alabarda" di Trieste ha curato un dossier nel quale viene ricostruita un po' la storia di Forza Nuova (ma non solo di essa), vengono analizzate le sue radici storiche e quanto da loro pubblicato (sia nel loro sito Internet che su carta) e le loro attività correnti. Ma assieme a ciò che dice Forza Nuova vi è riportato anche ciò che dicono le altre organizzazioni, neo o vetero nazifasciste, con particolare riguardo a ciò che avviene a Trieste, città peculiare per molti aspetti e che non a torto il poeta Umberto Saba definì "la più fascista d'Italia". Ovviamente in questo intervento non parleremo tanto della situazione triestina, per lasciare invece spazio ad argomenti più generali.

COMINCIAMO CON IL PARLARE DI TERZA POSIZIONE...

In una lettera apparsa sul quotidiano triestino "Il Piccolo" (25.2.2000) il responsabile provinciale della sezione triestina di Forza Nuova, Fabio Bellani, definì "evidente mistificazione" quanto scritto dallo stesso quotidiano in occasione della manifestazione di contestazione della trasmissione "Circus" di Michele Santoro (presente a Trieste, ricordiamo, per dibattere del "caso Haider"), ossia l'avere rilevato la presenza di "Terza posizione". Che "non esiste più da 20 anni", scrive Bellani, il che è anche vero, però se Forza Nuova non desidera essere confusa con Terza posizione dovrebbe evitare di scrivere, come invece fa in certi suoi bollettini e documenti "Forza Nuova per la Terza posizione". Ma cos'era Terza Posizione?
Scrive Gianni Flamini [ 2]< ... Francesco Mangiameli, Roberto Fiore, Gabriele Adinolfi (...) stavano fondando una nuova organizzazione e dando alle stampe un giornale. Si sarebbero chiamati entrambi "Terza posizione" >. Era il 1979, e Flamini cita un brano dei loro scritti: < "Terza posizione rimuove le stagnanti acque della rassegnazione e si manifesta come polo per tutti coloro che vogliono disegnare con noi il futuro del nostro sistema. Dobbiamo considerarci naturali alleati dell'Islam, a cui non può non andare la nostra stima" >. Il 14.12.1979, in una sede romana del movimento vengono arrestati tre esponenti di Terza posizione, colti nel bel mezzo del trasporto di una cassa piena di bombe a mano. Nella perquisizione successiva la DIGOS troverà divise da carabiniere e guardia di finanza, documenti rubati e falsi, fucili ed esplosivi vari. Su possibili legami tra Terza posizione ed i terroristi dei NAR indagò all'epoca il giudice Mario Amato, che fu assassinato da Gilberto Cavallini, dei NAR, il 23.6.1980.
Ancora Flamini [ 3]a proposito di questo omicidio: < Da qualche settimana (si parla dell'aprile del 1980, n.d.r.) viene dipanandosi nel carcere di Regina Coeli una tetra storia di denunce, ritrattazioni e ricatti che ha come protagonista un detenuto marchigiano, Marco Mario Massimi, arrivato alla soglia dei quarant'anni provvisto di un solido passaporto di avventuriero e falsario, oltre che di attivismo neofascista. A metà aprile il detenuto Massimi ha mandato un circospetto messaggio al giudice Mario Amato (...) per avvertirlo che è disposto a raccontargli qualche storia sepolta nell'archivio delle imprese criminali dei NAR (...) Massimi ha parlato di vari misfatti e anche di un omicidio (...) di Antonio Leandri (...) ucciso per sbaglio perché scambiato per l'avvocato missino Giorgio Arcangeli, odiato come spia dagli affiliati ai famosi Nuclei >. Secondo Massimi < ... quel delitto (...) era stato deciso durante un incontro al quale erano presenti anche due professori >. Che sarebbero stati il criminologo Aldo Semerari (psichiatra forense, massone, diplomatico del Sovrano Ordine di Malta e "da sempre agente dei servizi d'informazione militare") e Paolo Signorelli (detto il "professore", era "noto anche per l'abitudine di arricchire le sue lezioni di storia e filosofia con discorsi sul fascismo, sul nazismo, sulla purezza della razza e sulle prospettive di un nuovo fascismo in Italia"; fu tra i fondatori di "Lotta popolare" nel 1976 e poi della rivista "Costruiamo l'azione" nel 1978; arrestato nel `79, divise per un mese la propria cella con il leader dei NAR Valerio Fioravanti). Dalla ricostruzione di Flamini appare che le rivelazioni di Massimi, invece di rimanere riservate, si propalarono e < Massimi aveva fatto presto ad accorgersene, se non altro per via dell'agitato valzer di avvocati di destra che si era subito ritrovato intorno. Tutti interessati a difenderlo >. Tra essi Nicola Madia, Francesco Caroleo Grimaldi e Antonio De Nardellis, i quali si sarebbero ritrovati, assieme a Semerari e Signorelli, la sera del 13 aprile 1980, perché c'era "un grave stato di pericolo" per il professor Semerari, almeno stando a quanto risulterebbe dalle intercettazioni delle telefonate fatte da Madia. In seguito, a richiesta degli inquirenti sul perché di quel raduno, dopo negazioni e tergiversamenti, . Querela che non verrà mai presentata, ma nel frattempo Massimi aveva ritrattato le sue dichiarazioni ed aveva anche denunciato il giudice Amato per abuso di potere.
Quaranta giorni dopo il giudice Amato cadrà ucciso nell'agguato tesogli dai NAR. Semerari invece verrà ritrovato cadavere a Napoli il 1deg. aprile 1982 ed il suo omicidio verrà attribuito alla camorra.
Torniamo a Terza Posizione. Dopo le perquisizioni del `79 Fiore e Adinolfi lasciano l'organizzazione in mano a Giorgio Vale, ed in questo modo < avviene il salto di qualità: l'attività deliquenziale non è più sporadica (...) Vale (...) perfettamente a suo agio nel ruolo di capo legionario organizza campi paramilitari dove allena gli altri terroristi...> [4]. Gli "ideologi" Fiore e Adinolfi invece fuggono nel settembre del 1980 . Dopo quasi vent'anni di "esilio" a Londra Fiore ricomincerà a costruire un altro gruppo di estrema destra, Forza Nuova appunto, che si avvarrà di contatti con molti altri movimenti simili che stanno nascendo un po' qua e un po' là in Europa. Altra sorte avrà Mangiameli, che sarà ritrovato cadavere a Roma l'11.9.1980, ucciso dai fratelli Valerio e Cristiano Fioravanti e Giorgio Vale dei NAR, perché avrebbe tenuto per sè il denaro che questi gli avevano affidato con l'incarico di organizzare l'evasione del terrorista Concutelli. Ancora Cingolani: . Ed ecco uno stralcio del volantino scritto da Francesca Mambro per la rivendicazione dell'omicidio di Mangiameli: <... abbiamo giustiziato il demenziale profittatore Francesco Mangiameli degno compare di quel Roberto Fiore e di quel Gabriele Adinolfi, rappresentanti della vigliaccheria cronica.. .>.
< A proposito di Fiore e Adinolfi affermerà Valerio Fioravanti: "I capi di Terza posizione erano abili perché non dicevano ai giovani militanti occorre fare questa o quella rapina, ma nel corso di una riunione esponevano l'esigenza di avere del denaro per delle iniziative e facevano in modo che i ragazzi volontariamente proponessero un piano di rapina. In questo modo, molti ragazzi erano stati mandati allo sbaraglio e poi arrestati" >.

DAL LIBANO A LONDRA E DI NUOVO IN ITALIA.

Scrive Silvio Maranzana [5]: < Due terroristi dei NAR stanno orchestrando da Londra lo sbarco in Italia di un nuovo movimento fascista >. L'articolo ricostruisce l'attività di Fiore e del suo camerata, il cantautore Massimo Morsello (conosciuto nell'ambiente come il "De Gregori di destra"), latitanti nella compiacente Londra, dove sono diventati "imprenditori di successo", titolari della "Meeting point", un'azienda che organizza concerti e turismo scolastico, soggiorni e prevendite di biglietti per partite. Così pure, scrive Maranzana, secondo la polizia inglese i Nostri avrebbero organizzato attraverso la società "Trust of St. Michael the Archangel" delle vendite di beneficienza per raccogliere fondi "destinati a fondare in Spagna un villaggio fascista". Un progetto per un villaggio spagnolo "dove i nazionalisti di tutta Europa possano vivere nel nuovo ordine" appare anche, prosegue Maranzana, nel bollettino interno dell'organizzazione "neonazista" "Third position international", tanto per riprendere le solite sigle. All'idea di questo "villaggio" < Morsello se la ride. "Una città nera? Magari si potesse costruire, me ne andrei là di corsa. Purtroppo però sono tutte invenzioni di un giornalista" >. Però nel novembre 1999 il quotidiano "Liberazione" riprenderà un articolo dello spagnolo "El paìs" nel quale si legge che "il gruppo neonazista britannico Terza posizione internazionale (si noti il nome, n.d.r.) si appresta a ricostruire un villaggio abbandonato che ha comprato interamente due anni fa (...) nella regione di Valencia".
Quanto alla permanenza a Londra dei due condannati per associazione sovversiva in Italia, troviamo che il quotidiano "Il Manifesto" del 5.11.1998 riprende un articolo dell'inglese "Guardian", il quale avrebbe sostenuto "sulla base di nuove informazioni di un'ex agente della CIA in Europa" che Fiore e Morsello sarebbero stati "reclutati" in Libano nei primi anni `80 (si erano lì rifugiati subito dopo essere scappati dall'Italia) dal servizio segreto inglese MI6 e che per questo motivo la Gran Bretagna non concesse mai la loro estradizione all'Italia. Michael Schmidt [6] riferisce che la rivista inglese "Searchlight" (giugno e luglio 1989) sostenne più precisamente che il MI6 riteneva < sufficientemente importante quello che Fiore sa sui campi di addestramento di Al Fatah in Libano, per permettergli di gestire anche tre ditte a Londra >. I dirigenti di Forza Nuova hanno più volte sostenuto di avere presentato querele per queste affermazioni, e di avere vinto le cause.
Il Libano coi suoi campi paramilitari è un leit-motiv anche per alcuni triestini che furono coinvolti nei primi anni `80 nel corso delle inchieste sui NAR: i fratelli Livio e Ciro Lai, Gilberto Paris Lippi, Fausto Biloslavo ed Antonio Azzano. Questi ultimi tre il 1deg. luglio 1981 < vengono arrestati per ordine della magistratura di Bologna per reticenza e falsa testimonianza in merito a loro soggiorni nel Libano, in campeggi paramilitari dei falangisti. Due giorni dopo viene precisato che l'inchiesta si colloca nel quadro delle indagini sulla strage del 2 agosto alla stazione ferroriaria> [7].
Gilberto Paris Lippi, negli anni `70 militante del Fronte della Gioventù, diventerà negli anni `90 esponente di spicco di A.N. arrivando a ricoprire la carica di vicepresidente della Provincia di Trieste e poi di consigliere regionale.
Biloslavo (sulla cui figura ci dilunghiamo un po' perché è giornalista di fama nazionale) diventerà poi reporter di guerra per conto dell'agenzia Albatross (fondata a Trieste ma con diramazioni internazionali); negli anni `80 andò più volte in Afghanistan; nel 1987 fu arrestato ed imprigionato per alcuni mesi dalle autorità afghane perché sospettato di contatti coi guerriglieri; ritornò ancora una volta a Kabul e fu investito da un camion, restando vivo per miracolo. Si recò anche diverse volte nella ex Jugoslavia: nel 1993, durante un reportage nell'entroterra dalmata, rivelò [8] , ed anche che < in Krajina un ex mercenario serbo stava addestrando la "brigata Garibaldi" composta da uno sparuto gruppo di italiani >. Questa notizia fu "smentita" sulle pagine del "Piccolo" dove il giornalista Paolo Rumiz scrisse < di "bombe", complotti e disinformazione per "tirare l'Italia nella trappola balcanica" accusando direttamente ed indirettamente il sottoscritto, l'Indipendente, altri giornalisti oltre a politici vari, dall'ex senatore Arduino Agnelli all'ex sindaco di Trieste Giulio Staffieri >. La polemica innescata sfociò in una querela da parte di Biloslavo che la ritirò tre anni dopo a fronte della pubblicazione sul "Piccolo" del testo dal quale abbiamo tratto i brani sopra evidenziati. Biloslavo è inoltre uno dei giornalisti "specializzati" sull'argomento "foibe", ha pubblicato diversi articoli (sul "Borghese", su "Epoca", "Il Giornale Nuovo" ed altri) sugli "infoibatori titini" che ancora si troverebbero in Slovenia e Croazia.
Biloslavo in seguito fece le seguenti dichiarazioni (pubblicate sul "Piccolo" del 27.11.97) in merito alla comparsa del suo nome tra quelli degli otto triestini che sarebbero stati frequentatori di un campo falangista libanese secondo quanto scritto da Giuseppe De Lutiis [9]: < E' non solo falso, ma ridicolo e difatti nessun organo inquirente mi ha mai chiesto informazioni. Io a Beirut ci sono stato per alcune settimane tra il `78 ed il `79, ospite a casa di alcuni amici cristiano-maroniti. (...) non ho mai saputo della partecipazione di estremisti di destra triestini a campi di addestramento...>. Ma questa affermazione è in netta contraddizione con quanto scritto dalla stampa dell'epoca e poi riportato da Tonel: sul "Piccolo" [10] infatti leggiamo che . Quindi non corrisponderebbe al vero che "nessun organo inquirente" abbia chiesto "informazioni" a Biloslavo. Ricordiamo anche che l'avvocato dei tre era quel Marcantonio Bezicheri che fu a suo tempo difensore di Freda ed ora è esponente nazionale della Fiamma Tricolore.
Torniamo ai fondatori di Forza Nuova. Massimo Morsello che, secondo Gianni Barbacetto [11] si autodefinisce "fascista, cattolico, latitante e cantautore politicamente scorretto" è rientrato in Italia nella primavera del `99 grazie alla legge Simeone perché gravemente ammalato (si parlò di cancro in fase terminale). Ma dopo qualche mese Morsello pare avere riacquistato la salute, difatti va in giro a fare concerti e comizi ed è intervenuto pure ad una manifestazione a Trieste nel maggio 2000.
Nello stesso articolo Barbacetto ricostruisce così la "genesi" di Forza Nuova, nata all'inizio come una sorta di movimento d'opinione all'interno della Fiamma tricolore, dove coagulava i militanti attorno al proprio bollettino, il "Foglio di lotta" (che esce tuttora).
Nel 1997 lo stesso Rauti decise di mettere fine a questa fronda impedendo la diffusione del "Foglio" e "richiamando i camerati alla disciplina". Ma a quel punto ci fu la scissione vera e propria e < Fiore e Morsello, da Londra, indicarono la data - il 29 settembre, San Michele Arcangelo, protettore della Guardia di Ferro di Codreanu, il leader del fascismo romeno - in cui, gettate alle ortiche le vecchie prudenze rautiane, sarebbe finalmente nata una forza nuova >. In contemporanea si formò, attorno ad un gruppo di giornalisti di estrema destra (Mario Consoli, Piero Sella, Sergio Gozzoli, fondatori del giornale "Uomo Nuovo") un gruppo che, avendo un rapporto privilegiato con Le Pen, cercava di costruire un "Fronte nazionale" anche in Italia.
Parte del nucleo dirigente di Forza Nuova è stato coinvolto nell'inchiesta sugli Hammerskin italiani, facenti parte di quella rete neonazista internazionale fondata una decina d'anni fa in Texas e poi diffusasi in Europa, presentantesi come "l'elite dell'elite" degli skinheads. Il loro simbolo sono due martelli in marcia (quelli che appaiono nel film "The wall" dei Pink Floyd), e si ritengono .
Anche Fiore fu coinvolto nell'inchiesta sugli "Hammerskin", accusato di esserne il finanziatore e fu per questo motivo che dovette rinviare di un anno il suo rientro in Italia. Il leader milanese degli Hammerskin, Duilio Canu, diventò poi dirigente locale di Forza Nuova.
Altri dirigenti di Forza Nuova sono Alessandro Ambrosini, vicentino, già del Fronte della Gioventù e quel Maurizio Boccacci che fu per anni leader del "Movimento Politico", associazione dell'estrema destra che alla fine degli anni `80 costituì [12]< il punto di riferimento e di organizzazione di centinaia di estremisti di destra > a Roma < ... nata nel 1985 sulle ceneri di Terza Posizione >. (Ancora una coincidenza, n.d.r.?). < Anche il simbolo è simile. E la struttura semiclandestina è composta di giovani disposti a colpire comunque. Frequentano le palestre, conoscono il karatè ed il full-contact. (...) Il leader si chiama Maurizio Boccacci, 35 anni, che è passato dalle file di Avanguardia Nazionale di Stefano Delle Chiaie, al FUAN di via Siena, la scuola di Paolo Signorelli (ve lo ricordate? n.d.r.) dove sono cresciuti anche il giovane Alibrandi, Francesca Mambro e Giusva Fioravanti. Le sedi (...) sono piene di materiale di propaganda neonazista, stendardi e gagliardetti, magliette con le riproduzioni di Hitler, anfibi con le punte di metallo e, naturalmente, le armi per la battaglia contro i negri e gli ebrei>. L'articolo prosegue con un elenco dei pestaggi compiuti dai naziskin del Movimento Politico. Nel 1992 fece scalpore la notizia che una sede del Movimento Politico fu presa d'assalto da un gruppo di giovani ebrei stanchi delle continue aggressioni dei neonazisti.

COSTRUIRE UNA FORZA NUOVA.

Viste queste premesse e vista la presenza assidua che Forza Nuova ha a Trieste da due anni in qua (precisiamo subito che quanto a presenza numerica alle manifestazioni contano dalle cinque alle trenta persone al massimo) siamo andati a cercare notizie su di loro, ed ecco quanto abbiamo tratto dal materiale da essi stessi fornito (sia su volantini e riviste che sul sito Internet www. forzanuova.org, sito che, va detto, è diventato negli ultimi mesi molto parco di informazioni ).
Cos'è dunque Forza Nuova?
I loro "punti fermi" (come essi stessi li definiscono nei loro documenti) sono otto, e precisamente:
1: abrogazione delle leggi abortiste;
2: famiglia e crescita demografica al centro della politica di rinascita nazionale;
3: blocco dell'immigrazione e avvio di un umano rimpatrio;
4: messa al bando di massoneria e sette segrete;
5: sradicamento dell'usura e azzeramento del debito pubblico;
6: ripristino del concordato Stato-Chiesa del 1929;
7: abrogazione delle leggi liberticide Mancino e Scelba;
8: formazione di Corporazioni per la difesa dei lavoratori e della comunità nazionale.
Sono di conseguenza fascisti, palesemente fascisti, non quelle cose addomesticate come A.N. di oggi. Sono corporativisti, cattolici integralisti, antiabortisti, odiano gli immigrati e i "non europei" (dove tra questi includono pure, non si capisce a quale titolo, tutti gli ebrei); sono contrari al divorzio e favorevoli "alla famiglia"; propugnano uno stile di vita "legionario", cantano le lodi della Decima Mas di Borghese come della Falange spagnola di de Rivera, come della legione romena Arcangelo Michele di Codreanu.
Così esprimono i loro ideali di lotta nel ndeg. 17 del loro bollettino: < Oggi, a dispetto di tutto, esistono ancora parti sane del popolo che aspettano solo di incontrare una Guida militante per risvegliarsi, per liberarsi dalle strutture di menzogna che la opprimono e la avvelenano, per sostituirle con gerarchie naturali espresse dal popolo stesso. Ma questa guida militante potrà forgiarsi, ergersi su tutto e farsi riconoscere dal popolo solo per mezzo dello spirito di Sacrificio. La Storia insegna che senza sudore, lacrime e sangue non si arriva alla Vittoria finale >. (Già, ma di chi sarebbero il sangue, il sudore e le lacrime? non della Guida, di solito...).
Il punto di forza sul quale si fondano è "la sopravvivenza del nostro popolo" (quello italiano, s'intende) minacciata da tre fattori "pericolosissimi": l'aborto ("ogni anno si uccidono", dicono "200.000 futuri italiani"), l'immigrazione ed il crollo demografico. Per risolvere quest'ultimo problema suggeriscono di fare delle leggi che svolgano "un ruolo di incentivo alla procreazione" sotto forma di "aiuti" che vadano a "premiare le famiglie che arrivano al terzo figlio o vanno oltre". (Pare che Roberto Fiore abbia sette figli). Contro l'immigrazione che mina "l'identità del popolo italiano" propongono due soluzioni: innanzitutto bloccare l'immigrazione e "qualora vi siano richieste di mano d'opera dal nord si deve attingere al meridione italiano o ai paesi di cultura europea o favorire il ritorno di quei numerosissimi italiani emigrati e disposti a tornare temporaneamente o definitivamente nella terra d'origine; poi "l'inizio di un umano rimpatrio degli immigrati" che dovrà avvalersi, di "centri di sviluppo italiani nei paesi del terzo mondo che grazie alla tecnologia europea favoriscano il progresso dei paesi in difficoltà creando al tempo stesso occasione di lavoro per gli italiani".
Dunque sono contrari all'immigrazione dei "non europei" in Italia, ma sono favorevoli al colonialismo che favorisca l'emigrazione degli italiani nel mondo. Del resto, se l'Italia accetta il loro discorso di boom demografico, da qualche parte gli italiani dovranno pure andare a lavorare, dopo che l'Italia sarà satura.
Sono contrari al "bilinguismo" (dove per esso intendono ogni forma di tutela di qualsivoglia minoranza etnica) e nell'ipernazionalista Trieste trovano consenso tra tutti coloro che negano alla comunità etnica slovena il diritto di esprimersi nella propria lingua; così pure sono contrari alla legge Mancino dato che essa proibisce di dire "s'ciavo" (epiteto dispregiativo che i razzisti triestini usano per gli sloveni) ed altri insulti di marchio razzista e considerano questa legge "un'arma puntata contro chi vuole esprimere le proprie opinioni", stando a quanto asserito più volte da Fabio Bellani.
Sono contrari alla massoneria ed alle organizzazioni internazionali come la Trilateral ed il Bilderberg, quali esponenti del mondialismo capitalista, ma che certe frange del terrorismo nero siano state usate in passato da certa massoneria (P2) non sembra creare loro problemi di coscienza. O forse è anche a cose come queste che si riferiscono quando parlano di "esempi di machiavellismo negativi" quali "collusioni ambigue in funzioni di golpe (vero o presunto)" in un articolo sul nuovo ruolo di A.N. (vedasi il ndeg. 20 del loro bollettino "Foglio di lotta", che appare anche nel sito Internet).
Sono populisti, e lo dimostrano con tre delle loro più importanti attività: la campagna "compra italiano", la "Befana tricolore" e l'associazione "Italica" che organizza campeggi estivi per "bambini provenienti da famiglie bisognose".
Nel Bollettino ndeg. 13 vediamo come si strutturano queste attività.
< Dal popolo per il popolo: la Befana tricolore.
Viene scelta la zona adatta ... un quartiere proletario o povero ... si contattano con una lettera le famiglie dove il capofamiglia è senza lavoro o sottoccupato... vengono poi coinvolti tutti i militanti ed i simpatizzanti del movimento in raccolta di fondi, vestiario, giocattoli ... viene annunciata la Befana Tricolore con volantini e manifesti ... si diramano poi comunicati ... le manifestazioni vanno tenute preferibilmente nelle sedi di Forza Nuova. Il tutto deve essere poi concluso con un'appello alla popolazione ... per la ricostruzione del Patrimonio tradizionale e del tessuto sociale della città o del quartiere >.
A parte la strumentalizzazione politica che traspare da questo modo di fare "carità pelosa" svolgendo le iniziative di beneficienza (?) nelle sedi del movimento, c'è anche altro che dà da pensare. L'individuazione delle famiglie che vanno contattate a questo modo richiede una forte presenza di controllo sul territorio da parte dei forzanovisti, che del resto strutturano le proprie sedi in maniera molto "funzionale", quasi militarista, a leggere le loro indicazioni per i militanti. Ma fino a che punto si spinge la loro attività? Fino ad una sorta di "schedatura" della popolazione dei quartieri? E cosa può accadere ad una famiglia, che pure "bisognosa", magari decida per convinzione antifascista di rifiutare la "Befana tricolore"? In quale "schedatura" potrà incorrere?
Il progetto "Compra italiano" (del quale sarebbe tra i maggiori organizzatori l'ex Hammerskin padovano Ambrosino) invece funziona così: < è ... una campagna lanciata recentemente dalla Corporazione Lucana ... i contadini riuniti sotto la Corporazione Lucana spediscono il loro camion carico di arance verso le varie città d'Italia dove vengono gestite in modo autonomo da individui o gruppi legati alle sezioni di Forza Nuova ... le arance passano di mano una volta sola e vengono distribuite direttamente dai piccoli distributori sparsi nelle varie città > (logicamente tutti membri di Forza Nuova).
E cosa fa invece l'associazione "Italica"? Organizza i "pionieri d'Italia" la cui "struttura è attualmente suddivisa in reparti, composti da quattro o sei squadriglie con bambini da 6 a 14 anni, suddivisi in maschili e femminili; a capo di questi reparti vi è un consiglio-capi composto prevalentemente da ex appartenenti ad associazioni scoutistiche preesistenti. Attualmente si sta pensando di creare anche un reparto di ragazzi più adulti, quale scuola di preparazione per la formazione dei consigli capi di tutta Italia >.
Segue (Bollettino ndeg. 17 del settembre `98) una descrizione delle "uscite" di questi "reparti" e di queste "squadriglie", < in preparazione del campo estivo che si svolgerà in Francia ... il progetto ... è stato perfezionato durante le colonie estive Evita Peron 1998 con le quali si è potuto sperimentare il metodo che verrà utilizzato nelle attività pionieristiche >. Colonie queste che Forza Nuova avrebbe organizzato per venire incontro alle "famiglie bisognose" (anche qui vediamo una ricerca selettiva delle famiglie cui proporre un soggiorno estivo per i figli). Iniziativa lodevolissima? Ma la giornalista Cristiana Mangani del "Messaggero" ha raccolto alcune testimonianze che sono state pubblicate in un articolo nel giugno `98. I ragazzini da lei sentiti sarebbero stati "reclutati" nelle case ex Bastogi dalla sezione di Forza Nuova di Cave dei Tirreni, per un soggiorno gratuito a Gressoney. I genitori, dopo avere inviato i figli in montagna, allarmati dal tono di una delle telefonate a casa fatta da un bambino, < hanno preteso che il gruppo tornasse a Roma e si sono trovati davanti dei ragazzini spaventati, arrabbiati, pieni di graffi e lividi. Ieri hanno chiamato la polizia e denunciato l'associazione Forza Nuova ... >. Raccontano i ragazzini: < una volta due di noi sono stati portati nel bosco perché non volevano dormire ... siamo dei bambini piuttosto vivaci, ma loro ci hanno trattato come rifiuti. Dovete imparare a vivere, ci dicevano. Vi mettiamo a posto noi >. E un altro: < Uno di noi ha reagito per la pasta che faceva schifo, lo hanno preso e sbattuto contro il muro. Se non ti sta bene, gli hanno detto, te ne puoi anche andare. E hanno aggiunto: vai a fare del bene a persone come queste >. E via di seguito con racconti simili. Così conclude la giornalista: < nessuno pensava di trovare piccoli lord sulle montagne di Gressoney. Tantomeno però di imbattersi in una scuola di addestramento per marines >.
Un altro dei cavalli di battaglia di Forza Nuova è "l'opposizione all'anticultura" (in effetti il loro linguaggio è molto "contro", si dichiarano ripetutamente "antagonisti", ricalcando sia vecchie parole d'ordine di certa sinistra che di altri "vecchi" fascisti alla Freda e Ventura). Sostengono ad esempio (e purtroppo non hanno tutti i torti...) che l'insegnamento umanistico nelle scuole, oltre a fare schifo, viene pure ridimensionato dalle riforme scolastiche per lasciare più spazio ad altre materie "scientifiche". Si preoccupano molto dell'insegnamento della storia, sostenendo che lo studio di essa è subordinato alle logiche del potere e che essendo questo in mano alla sinistra vengono insegnati dei falsi storici funzionali a chi sta al potere (tenendo presente che i libri di storia sono più o meno sempre quelli da trent'anni a questa parte e che la "sinistra" è al potere da solo quattro, tutto il discorso ci pare un po' forzato).
Ad ogni modo la loro risposta è di organizzare < corsi di Storia da tenere nei propri locali ... tenuti da professori del movimento o d'area, che ricalchino la struttura dei normali corsi scolastici e che quindi si rivelino utili agli studenti nei loro studi. Al termine di questi corsi ... verranno stilate e distribuite dispense del corso >.

PROGETTO CONTROPOTERE.

Ci troviamo quindi di fronte ad un movimento politico che è organizzato in maniera quasi militarista, che ha comunque una discreta disponibilità di fondi finanziari (loro sostengono che si tratta di "autotassazione", oppure, più recentemente, di introiti derivanti "dalle cause vinte contro coloro che ci hanno diffamato"[13], ma ricordiamo che l'attività londinese della Meeting Point aveva fruttato un bel po' di soldi ai suoi titolari) e che si "autogestisce" (o quantomeno ha in programma di fare) un mucchio di cose: dalla scuola alle colonie estive (che sembrano piuttosto campi paramilitari), dalla distribuzione diretta di generi alimentari al controllo nei quartieri. Sotto questa luce assume un aspetto particolare anche il nome del loro "progetto Contropotere": cosa intendono per "contropotere"? La creazione di uno stato all'interno dello Stato?
Se ci limitiamo a leggere sui giornali e sui loro bollettini ufficiali, vediamo che il "progetto Contropotere" appare sostanzialmente come la creazione di una sorta di centri sociali ideologicamente schierati all'estrema destra. Uno spazio per iniziative culturali (secondo il concetto che di "cultura" ha quel tipo di persone, ovviamente), di socializzazione, per dibattiti, per i loro progetti "compraitaliano" eccetera.
Nel sito Internet, invece, il progetto Contropotere viene descritto in ben altro modo.
< L'esperienza degli ultimi anni ci insegna che se pur necessario, concentrarsi su tematiche politiche del momento può non essere sufficiente; va compiuto uno sforzo continuo per creare strutture durature che garantiscano la continuità del movimento in caso di attacchi, tradimenti e atti repressivi ... alcuni movimenti europei si sono adoperati negli ultimi anni nel gettare semi di contropotere ... abbiamo visto il progetto villaggio in Spagna, progetto che potrebbe essere seguito presto da nuove iniziative simili in altri paesi... >. Domanda: ma se qui Forza Nuova "rivendica" il "progetto villaggio in Spagna" come mai Morsello s'era tanto preoccupato di negare che esistessero dei progetti simili, se questi "villaggi" sono iniziative del tutto innocenti?
Vengono poi descritti tre esempi di queste "nuove iniziative" in Inghilterra, Normandia ed Irlanda, dove 1) la presenza di vasti appezzamenti di terra;
2) l'appartenenza delle proprietà a militanti o associazioni non lucrative gestite da militanti;
3) la presenza di attività economiche, di strutture politico-culturali, di piccole Cappelle >.
In queste proprietà (quella inglese comprende 10 ettari di terreno ed una "casa di notevoli dimensioni" che oltre al resto comprende anche 5 stanze "per i residenti e gli ospiti") le "strutture economiche" consisterebbero in "uno studio per la produzione di video" e di "edizione, produzione e distribuzione di libri".
Dulcis in fundo questa considerazione sull'importanza dell'acquisto di tali proprietà: < anche nei casi più estremi di repressione le strutture sono lì a disposizione di chi continuerà la lotta politica. A questo proposito è di particolare importanza la fisionomia giuridica delle associazioni non a scopo di lucro che garantiscono l'uso delle proprietà per fini prestabiliti stabiliti negli statuti e che proteggono il tutto da possibili atti persecutori >.
Il "progetto Contropotere" così come descritto somiglia più alla creazione di una serie di basi logistiche che non ad un < laboratorio di idee dove poter coniugare pensiero ed azione al di fuori degli schemi imposti dai burattinai del sistema >, come dichiarato da Fabio Bellani al "Piccolo" del 26.5.1999.
Sul territorio nazionale Forza Nuova ha avuto una forte espansione negli ultimi due anni, arrivando a contare, all'inizio del 2001, 45 sezioni. a fronte delle 27 del 1999 e delle 39 del 2000.
Il massimo dello sviluppo l'organizzazione l'ha visto nelle Puglie, regione che negli ultimi anni ha assunto due peculiarità, collegate tra di loro dai traffici degli "scafisti": l'ingresso di "clandestini" in Italia e l'attività di contrabbando che si è trasformata in una vera e propria guerra contro lo Stato.

FORZA NUOVA A TRIESTE.

La prima uscita "ufficiale" di Forza Nuova a Trieste ha avuto luogo il 28.3.1998, quando una dozzina circa di militanti, circondati da una notevole quantità di forze dell'ordine in tenuta antisommossa, ha manifestato contro i SERT e contro la droga. Si sono poi "presentati" il 9 maggio successivo, con una conferenza alla quale ha presenziato pure Sergio Gozzoli.
Hanno poi proseguito con una conferenza contro l'immigrazione (novembre `98); una contro il "bilinguismo" (dicembre `98), alla quale ha preso la parola anche Giorgio Rustia (persona della quale parleremo avanti più approfonditamente); numerosi presidi contro il bilinguismo, contro l'immigrazione e a sostegno del cosiddetto processo "contro gli infoibatori". Nell'aprile del `99 una loro delegazione (Paolo Karatossidis e Riccardo Baggio, di Padova e Luciano Fragasso di Vasto) avrebbe dovuto partire da Trieste per incontrarsi con Seselj a Belgrado, in piena aggressione NATO contro la Jugoslavia, ma furono fermati al confine serbo.
Nel maggio del `99 hanno invece inaugurato la loro sede nelle case popolari di Valmaura, quartiere dormitorio ad alto rischio teppistico (i due stadi ed il palazzetto dello sport si trovano in quella zona, il che la rende appetibile agli ultras); nel corso dell'estate hanno indetto varie conferenze anche con la sigla di "Contropotere". A settembre hanno indetto una "festa di contropotere" con chioschi, musica, cabaret e le solite conferenze di Rustia sui "revisionismi storici".
Ad ottobre un'altra conferenza sui "revisionismi storici", con Giorgio Rustia; a novembre altra conferenza, questa volta sul tema "quando a Trieste si moriva per l'italianità". Relazioni dell'immancabile Rustia e di Sergio Gozzoli, che ha dissertato per più di un'ora sui temi dell'europeismo visto come contraltare alla colonizzazione nordamericana e sulla necessità di costruire una forza politica organica in grado di coagulare i popoli europei in un'Europa delle etnie e delle identità locali autonome piuttosto che delle nazioni. Ha poi definito gli stili di vita dei militanti di questa forza politica: detentori di una cultura che esalti il senso della virilità e della femminilità, dell'audacia e della forza di carattere nei giovani; una cultura che protegga la famiglia e sostenga la religione (ma "non ha importanza che ci si creda o meno", secondo Gozzoli, il che potrebbe anche apparire blasfemo); una cultura che insegni il rigore, l'autodisciplina, l'orgoglio per la virtù; ed infine un paio di consigli pratici ai militanti: "il vostro tempo sia sempre tempo di milizia", "cercate donne che vi diano tanti figli", cosicché in questa battaglia tra un po' di tempo si potrà essere in molti.
Va detto che ad ascoltare questo discorso di Gozzoli alla fine erano rimaste poco meno di dieci persone, oltre ad un paio di giornalisti ed alcuni poliziotti.
Nello stesso periodo Forza Nuova ha inaugurato una nuova sede, abbandonando le case popolari della periferia per stabilirsi in un ex negozio in una zona centralissima; recentemente ha di nuovo traslocato, in una via non troppo lontana dal centro.

CAMERATI DI VIAGGIO.

Il 2000 è stato l'anno in cui Forza Nuova è salita prepotentemente alla ribalta dopo avere promosso manifestazioni di solidarietà con Haider ed il suo partito, e visto che in Italia si tende ad essere più antinazisti che antifascisti, dato che agli italiani si perdona di più che non ai tedeschi, anche gli antifascisti più tiepidi si sono accorti che esiste un "pericolo" Forza Nuova. Ma non c'è solo Forza Nuova...
Il 25 aprile del 2000 a Trieste ha visto, oltre alla consueta commemorazione antifascista al lager della Risiera di S. Sabba, anche una serie di iniziative dell'estrema destra. La Fiamma tricolore ha compiuto il consueto "pellegrinaggio" alla foiba di Basovizza (con corteo di macchine schiamazzante attraverso il paese, che è abitato prevalentemente da sloveni) e poi ha convocato in mattinata un convegno dal titolo "I crimini dei vincitori", con il segretario Portolan e l'avvocato Bezicheri, il noto difensore di estremisti di destra più o meno eversivi nonché avvocato di parte civile al processo romano cosiddetto "per le foibe" (in realtà c'è un unico imputato accusato dell'omicidio di tre persone a Fiume nel maggio `45) per conto di una non meglio nota associazione di "Amici e discendenti di esuli".
Altro convegno indetto da Fascismo e Libertà sul tema: "L'Italia dei grandi processi ingiusti: severa e crudele con Priebke, assolutoria con gli assassini delle Foibe". Relatori: don Curzio Nitoglia (direttore della rivista "Sodalitium"), Mario Spataro (giornalista e revisionista storico), l'avvocato Sinagra ed il presidente nazionale del movimento Giuseppe Martorana.
Non vale la pena di riferire nei particolari gli interventi, accenniamo solo brevemente a quello dell'avvocato Sinagra (asserito ed orgoglioso affiliato alla loggia P2, noto per essere stato il difensore di fiducia di Gelli come pure del governo turco all'epoca dell'affaire Ocalan, come dell'ex ufficiale Olivera, torturatore agli ordini del dittatore argentino Videla, nonché per essere stato il "promotore" del cosiddetto "processo per le foibe", per cui, come dice egli stesso, il suo nome è collegato "al genocidio degli italiani" delle regioni che lui considera "italianissime" d'Istria, Dalmazia e Carnaro), che ha esposto un'interessante teoria. Il fascismo in Italia, dice, era nato dall'esigenza di saldare assieme la soluzione di due problemi: la giustizia sociale e l'unità nazionale, ed è in seguito cessato per sconfitta militare e non per verifica economica, come invece è successo col comunismo (che rimane per Sinagra la "tragedia di questo secolo"), ed il problema del fascismo in Italia è che è durato troppo poco. Che è sì un'esperienza passata, ma da quel simbolo (cioè il fascio littorio) escono due filoni che rappresentano i due problemi che devono essere risolti ancora oggi (la giustizia sociale e l'unità nazionale) "gli spunti per non dimenticare che ciascuno di noi è parte di un tutto", e sarebbe questo il significato profondo del concetto del "fare la guardia al bidone di benzina": il fascismo era una esperienza che accomunava tutti in un'unico fascio.
Ritroveremo Nitoglia e Spataro come oratori pure in una conferenza indetta nella serata da Forza nuova col titolo "Quale liberazione?", assieme ai soliti Bellani e Rustia e certo Franco Damiani.

SUL REVISIONISMO STORICO E LE "FOIBE".

Abbiamo visto che le "iniziative" di Forza Nuova sono spesso incentrate su temi storici o pseudo tali, e dato l'accenno ai "corsi di storia" che l'associazione organizza, è a questo punto necessario fare una (non molto breve...) digressione per affrontare il tema del revisionismo storico come è stato portato avanti negli ultimi anni, e non solo da "estremisti" di destra, ma dagli stessi rappresentanti della storiografia "democratica".
Il revisionismo storico italiano è diverso da quello spiccatamente europeo, soprattutto inglese e tedesco, che si pone lo scopo di riabilitare il nazismo negandone le parti peggiori, ad esempio sostenendo che le camere a gas di Auschwitz non sono mai esistite, che non vi fu un genocidio del popolo ebraico, che i documenti esistenti in merito sono dei falsi storici, come ad esempio lo stesso diario di Anna Frank.
In Italia più che di riabilitazione del fascismo ci troviamo di fronte ad una denigrazione del movimento partigiano, forse perché, essendo già passata nella coscienza popolare l'idea che il fascismo di Mussolini fu una dittatura "all'acqua di rose" (cosa che è più difficile da sostenere per Hitler), è necessario "alzare il tiro" e quindi capovolgere le parti. Trasformare gli antifascisti da oppressi che si erano ribellati ai propri oppressori in "terroristi", "eversori", "fuorilegge", dando per assodato dunque che la legge fascista fosse giusta e da rispettare. "Dimenticando" che il fascismo non era andato al potere con libere elezioni ma mediante un colpo di stato, e che i suoi metodi di governo non erano propriamente democratici.
Significativa è da questo punto di vista l'esistenza di una "Consulta per la revisione storica" della quale farebbero parte, secondo l'ANSA del 5.1.1999, i "nazisti Merlino e Signorelli" e l'avvocato Sinagra. Di quest'ultimo abbiamo già parlato e parleremo ancora; Signorelli l'abbiamo precedentemente incontrato e "Merlino" è forse quel Mario Merlino di Avanguardia Nazionale che fece l'infiltrato nei gruppi anarchici romani alla fine degli anni `60? Ed è lo stesso Mario Merlino che l'avvocato Sinagra ha citato come teste di parte civile nel cosiddetto "processo per le foibe" del quale abbiamo già accennato?
Le "foibe" rappresentano il grosso cavallo di battaglia della storiografia nazionalista sul confine orientale. Con questo termine si intendono le pretese esecuzioni sommarie che sarebbero state operate dai partigiani jugoslavi dopo la liberazione di Trieste e Gorizia e della regione istriana. La propaganda nazionalfascista, dal 1945 in poi, ha sostenuto che "migliaia di persone" sarebbero state "infoibate" (cioè gettate nelle "foibe", le cavità naturali presenti nel Carso triestino ed istriano) "sol perché italiane". Col passare degli anni la storiografia "progressista", invece di fare chiarezza sulle menzogne di marca fascista e neoirredentista, si è invece appiattita su di esse, e troviamo oggidì sindaci "progressisti", storici "democratici" ed esponenti del centrosinistra sostenere le stesse tesi che fino a dieci-quindici anni fa erano patrimonio esclusivo degli ambienti della destra più retriva (abbiamo visto che purtroppo persino il quotidiano "Liberazione" ha dato spazio a queste falsificazioni storiche pubblicando una serie di articoli sul problema, a firma Maria Rosa Calderoni), con l'unica differenza che dalla "causale etnica" ("infoibati sol perché italiani") si è passati a quella "politica" ("infoibati perché contrari al comunismo titoista"). Tutto ciò ovviamente è strumentale alla nuova demonizzazione del comunismo, quella in atto da una decina d'anni a questa parte, dopo la "caduta del muro di Berlino": mentre prima l'anticomunismo viscerale era patrimonio esclusivo dalle destre, da una decina d'anni in qua abbiamo assistito ad una "conversione" su questi temi da parte di certi settori che potremmo definire i "pentiti" della sinistra, proprio per questo ancora più fanaticamente anticomunisti. In questa trasformazione della storiografia "democratica" in funzione anticomunista abbiamo assistito addirittura a delle rivalutazioni dell'operato di Stalin in chiave antititoista.
Per quanto concerne le foibe va detto che in realtà di esecuzioni sommarie alla fine del conflitto nella cosiddetta "Venezia Giulia" ve ne furono, ma in misura molto inferiore a quanto accadde nelle altre città d'Italia, come a Milano o nel famoso "triangolo rosso". Lo storico Mario Pacor così descrisse il "malcontento operaio" nel maggio del `45, quando Trieste era sotto amministrazione partigiana jugoslava:
< Fu così che agli operai insorti non fu permesso di procedere a quelle liquidazioni di fascisti responsabili di persecuzioni e violenze, a quegli atti di "giustizia sommaria" che invece si ebbero a migliaia a Milano, Torino, in Emilia e in tutta l'Alta Italia nelle giornate della liberazione e poi ancora per più giorni. "Non ce lo permettono" mi dissero ancora alcuni operai "pretendono che arrestiamo e denunciamo regolarmente codesti fascisti, ma spesso, dopo che li abbiamo arrestati e denunciati, essi li liberano, non procedono. E allora?" ne erano indignati... > [14].
La mistificazione propagandistica contro gli "infoibatori" viene usata in maniera strumentale dalle destre per avallare sia i propri discorsi neoirredentisti che quelli razzisti di rifiuto di riconoscere alla comunità slovena il diritto ad una legge di tutela. Questo è il terreno sul quale si muove Forza Nuova a Trieste.

BILINGUISMO, MAI!

Tornando alla situazione specificatamente locale, a Trieste Forza Nuova ha un cavallo di battaglia in più da portare avanti: la lotta contro il cosiddetto "bilinguismo" (più correttamente la legge di tutela per la comunità etnica slovena che è presente, ricordiamo, nelle provincie di Trieste e Gorizia e nel Friuli orientale storicamente da diversi secoli). Nel corso di questa "battaglia" Forza Nuova ha trovato l'adesione di uno strano personaggio, tale Giorgio Rustia, triestino vissuto per trent'anni a Milano prima di rientrare nella città natale agli inizi degli anni `90. Rustia, che si è avvicinato a Forza Nuova dopo avere fondato un "Comitato spontaneo di triestini che non parlano lo sloveno" è diventato il referente locale di "Contropotere" per il quale tiene regolarmente conferenze pseudo-storiche dove tratta della storia recente di Trieste. In realtà egli non è uno storico, è laureato in scienze biologiche, ma sulle pagine dei giornali locali appaiono spesso sue lettere in merito alla questione delle foibe e ai rapporti tra italiani e sloveni in queste terre. Il modo che ha Rustia di fare "controinformazione" su questi argomenti è quello di estrapolare frasi e spezzoni da vari documenti per darne poi un'interpretazione di parte (come si suol dire, prendendo una frase di qua ed una di là si può riuscire a dimostrare che il Papa ha celebrato anche una messa nera...). Il tutto teso a dimostrare una presunta "cattiveria" del popolo sloveno che da decenni non ha pensato ad altro che cercare di eliminare "l'italianità" di queste terre; che Rustia faccia ciò in perfetta malafede è dimostrato dal fatto che, più di una volta, sulle pagine dei giornali sono apparse chiarificazioni e smentite delle interpretazioni da lui date a frasi stralciate di qua e di là, ciononostante Rustia insiste nel riscrivere sempre gli stessi concetti.
Questo personaggio a Trieste rappresenta anche il Centro di studi storici della Guardia Civica (la Guardia Civica fu un gruppo militare creato dai nazisti a Trieste dopo l'8 settembre `43, riconosciuto dagli storici come corpo collaborazionista), pur non avendo militato nel suddetto Corpo ed è anche segretario dell'Associazione Congiunti Deportati in Jugoslavia, pur non essendo, a quanto è dato sapere, imparentato con alcun "deportato" (a Trieste si usa questo termine impropriamente per definire i prigionieri di guerra che furono condotti in Jugoslavia subito dopo la liberazione della città nel maggio `45); ha inoltre stretti contatti con le varie associazioni combattentistiche comprese quelle dei reduci della Repubblica di Salò, unite nell'Associazione Grigioverde.
Tanto per rendere l'idea ecco il testo del volantino diffuso dal "Comitato spontaneo di cittadini che non parlano sloveno" nel novembre 1998:
< Fra poche settimane, dopo l'imminente approvazione della Legge di tutela globale degli sloveni, tutti gli uffici pubblici e molte attività private dovranno mettersi in grado di dare immediata risposta (...) in lingua slovena, anche a chi capisce l'italiano. Tutte le nuove assunzioni saranno riservate esclusivamente a migliaia di nostri concittadini di madrelingua slovena e, probabilmente, anche a sloveni d'oltre confine. Non di tutela si tratta, bensì di inaccettabili privilegi. Che cosa rimarrà per te, cittadino che non parli sloveno e per i tuoi figli? Solo la disoccupazione o l'emigrazione! (...) Triestino che non parli sloveno, tra pochi giorni il governo dell'Ulivo approverà la legge dei privilegi ai cittadini italiani di madrelingua slovena. A loro saranno riservate tutte le future assunzioni negli uffici pubblici (Comune, Provincia, Regione, Finanza, Polizia, Carabinieri, Scuole, Ferrovie, Telefoni, Nettezza Urbana, Ospedali, Trasporti ecc. ) perchè essi pur parlando tutti l'italiano, avranno il diritto di ricevere negli uffici e servizi pubblici, risposta verbale immediata in sloveno. Questo perchè ai pochi mestatori di professione della minoranza slovena, la lingua che tu parli ed anch'essi parlano, fa schifo! L'articolo 8 di questa legge, condanna te ed i tuoi figli alla disoccupazione, così come tanti italiani, tra cui i nostri padri ed i nostri nonni sono stati condannati alle foibe! > Ed infine la parte migliore: < ... il "Piccolo" (...) ed il sindaco Illy insieme a tutti i cattocomunisti servi degli sloveni, vogliono di nuovo pugnalarti di sorpresa e a tradimento!!! Essi (...) si preoccupano perché ci sono pochi treni per andare oltre l'Isonzo! (...) vogliono che tu ed i tuoi figli, quando sarete obbligati ad emigrare per fare posto a carsolini e lubianesi, possiate viaggiare belli comodi! >.
Ancora da riportare le affermazioni di Bellani (12.12.1998) in merito al loro modo di scendere in piazza contro il "bilinguismo": "lo faremo nella totale legalità e compostezza come è nostra abitudine" (ma quali sono le "abitudini" di Forza Nuova?); affermazioni che, se collegate a quanto detto da Rustia nella medesima occasione "in città vi saranno dei torbidi quando i triestini si accorgeranno della pericolosità della legge sul bilinguismo", pongono quantomeno degli interrogativi in materia di ordine pubblico. Fatti questi di stretta attualità nel momento in cui stendiamo queste righe e vediamo come a Trieste, dopo l'approvazione in Parlamento della legge di tutela per la minoranza slovena in Italia, stia rimontando la canea "antibilinguismo", travestita da malintesi sentimenti di "amor di patria" e "italianità", portata avanti, è bene precisarlo, soprattutto da esponenti del Polo delle Libertà, non solo A.N. ma anche Forza Italia.

EUROREGIONI E MITTELEUROPE.

E' poi interessante che Forza Nuova abbia rilevato (ancora in merito alla questione slovena) che . Sorvolando sul fatto che gli "italianissimi" forzanovisti non sanno scrivere in italiano, vediamo che nella primavera del 2000 il consiglio regionale ha stanziato 11 miliardi di finanziamenti ad un "Istituto per gli sloveni del Friuli Venezia Giulia", iniziativa che ha visto il plauso di un'unica associazione slovena, la Comunità economico culturale slovena che fa capo a tale Boris Gombaè (il quale si richiama politicamente alla Lega Nord ed alcuni anni fa aveva sostenuto che gli sloveni potevano aspettarsi la legge di tutela solo da Forza Italia); Gombaè e la sua associazione a loro volta starebbero prendendo contatti con un altro "istituto" per le minoranze etniche, analogamente promosso dalla Regione Carinzia, ed alla cui presentazione hanno partecipato uno stretto collaboratore di Haider, Karl Anderwald, vicedirettore dell'ufficio di presidenza della Regione Carinzia e lo stesso Gombac.
E, tanto per verificare come certe cose non sono nate oggi, ripeschiamo un articolo apparso sul "Meridiano" di Trieste il 29.8.1985, firmato dal rappresentante del Movimento Trieste (il referente politico dell'associazione "Civiltà Mitteleuropea") Paolo Parovel. In questo articolo vengono riportate le analisi del Ministero degli interni austriaco sul Kärtner Heimatdienst ("servizio patriottico carinziano") apparse nel 1981 in una pubblicazione dal titolo "Rechtextremismus in Österreich nach 1945" ("L'estremismo di destra in Austria dopo il 1945").
Questo dossier fu pubblicato in seguito ad una polemica sorta tra Parovel e gli esponenti della Lista per Trieste, la cui organizzazione femminile, il Movimento Donne Trieste, aveva invitato il presidente del KHD Josef Feldner ad un incontro pubblico (avvenuto il 25 maggio 1985) con l'avvocato Giorgio Bevilacqua del Comitato Difesa dell'italianità di Trieste.
Ecco come viene descritto il KHD nel volume: < si tratta di una delle grandi e consolidate organizzazioni dell'estrema destra austriaca (...). Le sue proposizioni centrali sono il "mantenere tedesca la Carinzia" e la lotta contro la minoranza slovena che pretende "privilegiata", e precisamente contro i suoi diritti riconosciuti dal Trattato di Stato. Manipola la maggioranza di lingua tedesca contro la minoranza slovena alimentando la cosiddetta "Urangst" (timore ancestrale della slovenizzazione). Denuncia gli Sloveni carinziani come "stranieri" e "comunisti di Tito. Nelle sue pubblicazioni il KHD tenta di strumentalizzare, monopolizzandoli per i propri scopi, concetti come "patria", "patriottismo" e "carinziani". Nel 1972 (...) si oppose più volte duramente all'apposizione di tabelle bilingui di località che furono poi rimosse illegalmente (...). Il censimento delle minoranze era stato continuamente preteso (...) >. Questa descrizione, come fa notare Parovel, mostra un "perfetto parallelismo, strutturale e concettuale del modello KHD con l'operazione Comitato Italianità a Trieste e Gorizia". I contenuti sono sempre gli stessi, i metodi... si assomigliano. Parovel denuncia inoltre che Feldner già nel 1978 aveva tentato di "sbarcare" in Italia cercando collegamenti con l'associazione "Civiltà mitteleuropea" ed alcuni "autonomisti" triestini, operazione al tempo smascherata come di estrema destra e quindi fallita. Sette anni dopo evidentemente con la Lista per Trieste la cosa era riuscita meglio. Ancora al `78, sostiene Parovel, risale il "contatto diretto con neofascisti veneti dell'area di Ordine Nuovo, tramite questi con i neofascisti del Fronte della gioventù a Trieste".
Teniamo presente che buona parte della base elettorale del partito di Haider si basa oggi su associazioni come il KHD.
Vediamo ora cosa si intende per "Mitteleuropa" a Trieste: in Regione troviamo diverse associazioni che fanno riferimento alla "Mitteleuropa". Oltre alla già citata "Civiltà Mitteleuropea", che si richiama ai valori più positivi del concetto di Mitteleuropa, cioè il rispetto delle etnie e la convivenza tra i popoli, abbiamo anche "Trieste Mitteleuropa", fondata nel settembre del `98 dopo la chiusura della sezione locale dell'associazione "Mitteleuropa" (cioè l'associazione che ha sede a Cervignano e che organizza i festival di Giassico per il "genetliaco" dell'imperatore Francesco Giuseppe, dalla quale si staccò a suo tempo anche "Civiltà Mitteleuropea"), chiusura causata da dissidi interni alla sezione triestina. Tra questi dissidi anche il fatto che ad alcune riunioni "mitteleuropee" in Austria prendevano parte pure associazioni di ex combattenti delle S.S. con i rispettivi labari. "Trieste Mitteleuropa" ha molti contatti con gli indipendentisti sudtirolesi ed ha più volte organizzato assieme a loro manifestazioni e cerimonie con sfilate di "Schützen".
Come presidente di "Trieste Mitteleuropa" fu nominata Laura Tamburini, esponente di punta (è consigliera comunale) del Fronte Giuliano, già "Nord Libero" (il movimento politico che propugna l'indipendenza del Territorio Libero di Trieste come previsto dal Trattato di pace, poi cancellato da quello di Osimo). Questo movimento, dopo avere fatto parte della Lega Nord, corre ora da solo, proponendo però di tanto in tanto delle alleanze "anomale". Nel 1997, ad esempio, aveva trovato il consenso di vari esponenti delle associazioni degli esuli istriani sulla proposta di ricreare il Territorio Libero da San Giovanni di Duino a Cittanova in Istria, e non solo: < quanto poi al resto dell'Istria, a Fiume e alla Dalmazia, se diventassero delle Repubbliche indipendenti, gli esuli potrebbero tranquillamente farvi ritorno assumendone anche la rispettiva cittadinanza, finalmente liberi dal giogo colonialista zagabrese>[15].
Nel 2000 abbiamo di nuovo sentito parlare di "euroregione istriana", proposta lanciata da settori governativi italiani e di amministratori di alcuni comuni istriani, ma pensiamo anche alle avances di Haider per una "grande Carinzia", "macroregione" (termine questo caro pure alla Lega Nord) che comprenda anche il Nordest italiano e la Slovenia.
Riguardo ora ai rapporti tra Lega Nord e Forza Nuova troviamo un'interessante affermazione apparsa nel ndeg. 20 del "Foglio di lotta" (estate 1999): < ... il fenomeno forse più interessante (delle elezioni europee, n.d.r.) è il crollo verticale della Lega dell'ormai screditato Bossi. Forza Nuova è pronta ad accogliere tra le sue fila la base di quel partito costituita da uomini da sempre anticomunisti, attaccati alle tradizioni e nemici dei poteri forti sovrannazionali >. In seguito, il 16.10.1999 Haider è intervenuto "a sorpresa" al comizio che Bossi stava tenendo a Vicenza; tale notizia è stata data dal periodico "Padania. Lega Nord" (dicembre 1999) con questo titolo < Il pendolo della storia sta andando verso la riscoperta dei valori della famiglia e delle radici. Mitteleuropa: incontro Bossi, Haider. Una lotta comune contro la globalizzazione dell'Unione Europea e a favore dell'Europa dei popoli > . Nell'articolo vengono anche riportate le posizioni del leader austriaco, in sintesi che egli intende lavorare, a livello europeo, solo con la Lega. A queste affermazioni Bossi avrebbe risposto sostenendo il bisogno di costruire una "casa comune mitteleuropea" allo scopo di difendere i popoli dai pericoli della globalizzazione". Ed ancora dall'articolo citato: < ... la stampa di regime cerca in tutti i modi di demonizzare questo nuovo flusso che porta il pendolo della storia ad oscillare nella direzione dei valori cioè della salvaguardia della famiglia e delle radici dei popoli (....) la Mitteleuropa ha in comune una storia significativa e comuni valori cristiani... >.
Europa dei popoli, famiglia, cristianità: gli stessi "valori" che abbiamo sentito porre come fondamentali anche da Forza Nuova. In una conferenza indetta da Forza Nuova e tenutasi a Trieste il 6.11.1999, il direttore della rivista "Uomo libero", Gozzoli, ha ribadito la necessità di portare avanti un concetto di Europa quale ordine etnico tra popoli affini per radici di lingua e di sangue, di affinità storiche e di un ordine ideale di Europa come civiltà da contrapporre alla globalizzazione imposta dagli Stati Uniti. Così Forza Nuova e Lega Nord hanno in comune le posizioni in materia di immigrazione e sono da subito scese in piazza assieme in molte città (prime fra tutte Padova e Como) per esprimere il loro sostegno a Haider.
Del resto quel Franco Rocchetta che è stato a lungo esponente di spicco della Liga Veneta a Padova (oltre che sottosegretario della Lega Nord nel governo Berlusconi del 1994) è lo stesso Rocchetta che nel 1968 si recò in Grecia, a spese del governo golpista dei colonnelli, per un viaggio d'istruzione sulle tecniche di infiltrazione. Tra gli altri 51 suoi compagni di viaggio

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