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La censura delle multinazionali cala sul latte in polvere
by s-coop Saturday, Nov. 27, 2004 at 1:30 AM mail:

Esce il latte molto meno caro e non lo dice nessuno?

AFFARI DI STAMPA
Niente latte, c'è la pubblicità
Caccia alla notizia. L'altroieri uno dei principali gruppi alimentari italiani - la Coop - ha annunciato che metterà in vendita un latte per l'infanzia a prezzo più che dimezzato rispetto a quello dei concorrenti. In tempi di crisi e dato lo scalpore che da mesi suscita il caso del latte in polvere - venduto in Italia a prezzi doppi o tripli rispetto al resto d'Europa -, ci si sarebbe aspettati una certa attenzione da parte dei quotidiani italiani. Qualche settimana fa, un annuncio minore conquistò tutte le prime pagine. L'annuncio veniva da una sede governativa - ministero della salute, con una Sirchia contento e autocelebrante - e le firme erano pesanti - Nestlé, Heinz, Humana, Star e compagnia consimile -, dunque, anche se si trattava della promessa di un taglio del 30% dei prezzi entro il 31 dicembre, la buona novella fu data con clamore. Altrettanto clamore ci si sarebbe aspettati ieri. Invece, niente. Se si esclude Il Messaggero - quotidiano che, va riconosciuto, ha fatto tutta la «campagna del latte» - dell'annuncio Coop sui grandi giornali di ieri non c'è traccia. Naturalmente ognuno è libero di dare le notizie che vuole, ma stupisce questa disattenzione quasi corale in un momento in cui l'attenzione dei consumatori sui prezzi è spasmodica. La Coop non ha molti altri modi per far girare l'informazione sul nuovo prodotto, dato che la pubblicità del latte in polvere è proibita (giustamente, in attuazione delle convenzioni che promuovono l'allattamento al seno). Al contrario la pubblicità di tutti gli altri prodotti che le multinazionali del latte vendono è benvenuta, soprattutto sui grandi giornali che ieri non hanno dato la notizia del ribasso del prezzo del latte. (r. c.)


__________il giorno prima:


Cooperative alla guerra del biberon
Latte in polvere La «formula» per neonati a 9 euro la confezione. La Coop lancia il suo marchio e sfida le multinazionali: «La riduzione dei prezzi è rimasta solo una promessa». Per le famiglie un risparmio di 8-900 euro l'anno. E un'avvertenza: «Il latte della mamma resta il migliore»
ROBERTA CARLINI
ROMA
La Coop sbarca nel mercato dei lattanti e sfida le multinazionali sul terreno del biberon: da dicembre sugli scaffali dei supermercati del colosso cooperativo si troveranno barattoli di latte in polvere a marchio coop, a 9 euro a confezione. Ossia, 1 euro all'etto, insomma un prezzo europeo, di quelli che attualmente i consumatori di latte - o meglio i loro genitori - riescono a spuntare solo acquistando dall'estero via internet o consorziandosi per andare a fare la spesa oltrefrontiera. «Il prezzo è un terzo di quello dei latti venduti al supermercato e un quarto rispetto ai prodotti venduti in farmacia», ha detto ieri il presidente della Coop Aldo Soldi presentando la «creatura». Che gode di un atto di nascita di tutto rispetto, aggiungendo alle varie certificazioni di qualità europee il «visto» del prestigioso Istituto Gaslini di Genova. Il nuovo latte, che attualmente viaggia su camion dalla Francia all'Italia e arriverà nei supermercati all'inizio di dicembre, è stato presentato ieri a Roma. Con un incipit assai inusuale, per un venditore: «Per quanto buono possa essere il latte industriale, quello materno è e resterà sempre infinitamente migliore, da tutti i punti di vista», ha premesso Aldo Soldi presentando i due barattoloni nuovi di zecca di «Crescendo Coop 1» e «Crescendo Coop 2». Se proprio non si può evitare di dare in biberon, noi vi facciamo risparmiare, è il passo successivo. La grancassa suonata da Sirchia e dal suo «tavolo dei produttori», dal quale qualche settimana fa uscì la decisione di una riduzione del 30% del prezzo dei latti in polvere in Italia, non c'entra niente, assicurano i dirigenti Coop. «Stavamo studiando la questione da tempo», racconta Soldi. «La questione» è l'abnorme prezzo del latte artificiale in Italia, ormai nota dopo anni di denunce, istruttorie antitrust, iniziative dei consumatori. Risolta dalla Coop con un accordo con un gruppo francese di cooperative - Unicopa Group - per la produzione della preziosa polvere: Unicopa fa il latte, Coop lo marchia, importa e distribuisce. «Crescendo Coop 1» andrà da 0 a 6 mesi, «Crescendo Coop 2» per il proseguimento, con tutti i contenuti di proteine, carboidrati, lipidi, sali minerali, ferro, calcio, fosforo, selenio, vitamine ecc. ecc. richiesti dagli standard di qualità. Rigorosamente Ogm free, i latti presentati ieri vantano anche le certificazioni di rito (Vision 2000, Iso 14.000, Ecocert, Agriconfianze). «A 9 euro a confezione ci guadagniamo anche, non è un'iniziativa promozionale», chiarisce Vincenzo Tassinari, presidente di Coop Italia. Com'è possibile? «Con il controllo di tutta la filiera della produzione e distribuzione», è la prima risposta. Alla quale poi si aggiungono altri elementi: non abbiamo le spese di «promozione» che le grandi case sostengono per arrivare nel circuito ospedaliero e pediatrico, aggiunge poi Tassinari, augurandosi che il patto siglato dalle multinazionali con Sirchia sull'autoriduzione della propaganda medica sia rispettato. «Certo anche noi informeremo i pediatri, ma non a colpi di benefits». Nei conti dei megaconcorrenti i responsabili Coop non vogliono entrare più di tanto, «vi diciamo però che per quanto riguarda la nostra filiera produttiva possiamo garantire qualità e sicurezza a prezzi europei»: e per una famiglia con neonato che si alimenta al biberon il vantaggio può essere dell'ordine di 8-900 euro all'anno.

Con queste premesse, il latte a marchio Coop dovrebbe sbancare il mercato, che è di 200 milioni di euro e 6.600 tonnellate all'anno. Ma i capi del gruppo cooperativo italiano sanno che non sarà così, dato che il 95% del prodotto è venduto in farmacia (dove il latte a marchio Coop non arriverà), il 5% nei supermercati: Coop punta ad accaparrarsi almeno tutta la quota dei supermercati (attualmente ne ha la metà). Nella scelta del latte per la prima infanzia, hanno appurato tutte le ricerche a partire da quella dell'Antitrust, dipende in modo cruciale dall'indicazione del reparto maternità dell'ospedale e del pediatra, dove le multinazionali sono ben presenti con un ferreo accordo di rotazione. Perché il latte Coop a 9 euro dovrebbe sfondare un cartello così resistente? «Perché ha le stesse qualità e perché con la crisi i consumatori sono diventati più razionali e attenti», dicono i capi della Coop. «Noi speriamo che siano le stesse mamme a chiedere ai pediatri: posso prendere questo latte, che costa meno della metà?», si augura Tassinari. Che non si aspetta ringraziamenti né tappeti rossi da Nestlé & co., ma si augura «che le contromisure siano tutte commerciali», ossia che anche i big facciano scendere i prezzi, perché «la riduzione del 30% promessa a Sirchia non s'è ancora vista».

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Ci sono 10 commenti visibili (su 20) a questo articolo
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Titolo Autore Data
informati prima di parlare puntino Wednesday, Feb. 22, 2006 at 12:00 AM
allibita silvia Tuesday, Feb. 21, 2006 at 11:12 PM
ANTISPECISTI =NAZISTI LIBERI TUTTI Tuesday, Jul. 19, 2005 at 10:43 PM
gli insulti ve li meritate Tuesday, Jul. 19, 2005 at 2:13 PM
la malafede dello specista veg-anal Tuesday, Jul. 19, 2005 at 1:50 PM
non voglio bene ai bugiardi nenahce un po' Tuesday, Jul. 19, 2005 at 12:26 PM
ammazza oh! volemose bene Tuesday, Jul. 19, 2005 at 11:28 AM
non è vero per niente Monday, Jul. 18, 2005 at 9:56 PM
IL NON VOSTRO LATTE latte e' morte Monday, Jul. 18, 2005 at 9:45 PM
senti coglione la banda costa Monday, Jul. 18, 2005 at 9:40 PM
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