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[processo cosenza] udienza 13.04.05
by è dura ma a volte.... ctrl+c Thursday, Apr. 14, 2005 at 6:52 PM mail:

è dura ma a volte.... ctrl+c bisogna copi'ncollare... se nessuno che c'era fa due righe... piccola rassegna stampa(web) abbastanza fedele (!) della giornata di ieri, ma certo no di "movimento". nun c'ho il tempo de farla (schiusmi) dal quotidiano della calabria: - La richiesta dei difensori al processo sui 13 militanti no global: «Sentiamo Bush, Putin e Chirac» - UNA SOCIOLOGA PER I "NO GLOBAL" E' stata inserita nella lista testi di due dei tredici indagati Per l'Avvocato Nucci <<e' importante capire la genesi del fenomeno>>. La difesa "chiama" i capi di Stato - E domani si decide sulle intercettazioni ai parlamentari da nuovacosenza.com: Ripreso il processo G8 a Cosenza. Si aspetta la decisione sull’audizione dei capi di stato

dal quotidiano della calabria
La richiesta dei difensori al processo sui 13 militanti no global: «Sentiamo Bush, Putin e Chirac»

COSENZA - La Corte d' assise di Cosenza, davanti alla quale si sta celebrando il processo contro 13 militanti no global accusati di sovversione ed attentato agli organi dello Stato, dovrebbe decidere oggi se accogliere la richiesta dei difensori degli imputati di ascoltare, come persone offese, i capi di Stato che parteciparono nel luglio del 2001 al G8 di Genova. I difensori degli imputati, tra l'altro, hanno chiesto che vengano a deporre nel processo Bush, Putin, Chirac e Berlusconi.
Alla richiesta dei difensori si e' opposto il pubblico ministero, Domenico Fiordalisi, che ne ha sottolineato l' ininfluenza ai fini dell' accertamento delle responsabilita' degli imputati.
Secondo quanto riferito, invece, dall' avvocato Carlo Petitto, ''la deposizione dei Capi di Stato si rende necessaria per capire se effettivamente si creo' a Genova quel clima d' intimidazione e di influenza negativa sui lavori del G8 di cui si sarebbero resi responsabili, secondo la tesi dell' accusa, i militanti no global''. A giudizio, dopo un'articolata indagine condotta dai carabinieri del Ros e dagli investigatori della Digos, sono finiti: Luca Casarini, leader delle "tute bianche"; Francesco Caruso, ispiratore dei "disobbidienti" napoletani (entrambi assenti in aula); Francesco Cirillo, 52 anni, ambientalista, di Diamante; Antonio Campenni', 37, ricercatore universitario di Parghelia; Anna Curcio, 31, ricercatore universitario, di Cosenza; Michele Santagata, 36, di Cosenza; Lidia Azzarita, 29, di Napoli; Claudio Dionesalvi, 31, di Cosenza; Giuseppe Fonzino, 28, leader dei no global di Taranto; Salvatore Stasi, 48, di Taranto; Emiliano Cirillo, 23, di Diamante; Vittoria Oliva, 62, di Montefiascone (Viterbo); Alfonso De Vito, 33, di San Giuseppe Vesuviano. Sono tutti accusati d'aver fatto parte di un'associazione sovversiva denominata "Rete meridionale del Sud ribelle", costituita formalmente a Cosenza il 19 maggio del 2001. Il processo si svolge proprio per questo nella città bruzia.
Il pubblico ministero, da parte sua, ha chiesto la citazione come testimone del Capo della Polizia, Gianni De Gennaro. Anche su questa richiesta la Corte d' assise, presieduta da Maria Antonietta Onorati, dovrebbe pronunciarsi oggi.
E domani le porte della corte di Assise si riapriranno, sempre in merito al processo no global, per discutere sulla eventuale distruzione delle intercettazioni telefoniche operate dalla Digos sul telefonino del leader delle tute bianche Luca Casarini e sulle quali compaiono spezzoni di conversazione fra lo l'indagato e i parlamentari Graziella Mascia (Rifondazione), Paolo Cento e Mauro Bulgarelli (entrambi dei Verdi). Sono le stesse intercettazioni al centro della puntata della trasmissione Rai "Punto e a capo" che scatenarono un vespaio di polemiche. Sulla vicenda intervenne Pier Ferdinando Casini, presidente della Camera dei deputati. Seguì, l'8 marzo scorso, la richiesta del procuratore della Repubblica di Cosenza, che chiese alla corte presieduta dalla Onorati di valutare «la distruzione delle parti di registrazioni e delle parti di brogliaccio di ascolto delle conversazioni effettuate da Casarini Luca con membri del Parlamento, in quanto trattasi di colloqui irrilevanti per la decisione».
Domani, dunque, la decisione. Particolarmente attesa dai diretti interessati.

dal quotidiano della calabria
UNA SOCIOLOGA PER I "NO GLOBAL"
E' stata inserita nella lista testi di due dei tredici indagati
Per l'Avvocato Nucci <<e' importante capire la genesi del fenomeno>>. La difesa "chiama" i capi di Stato
UNA SOCIOLOGA per analizzare il fenomeno "no global": la sua presenza è stata ufficialmente chiesta ieri mattina durante una nuova udienza del noto processo che continua a catalizzare su Cosenza l'interesse dei media nazionali. La richiesta è stata formalizzata dall'avvocato Maurizio Nucci, che nella sua lista testi ha inserito, appunto, anche il nome di una sociologa. Si tratta di Donatella Della Porta, docente universitaria a Firenze ed esperta in movimenti collettivi. «E' importante capire - ha spiegato il penalista al presidente della corte, Maria Antonietta Onorati - la genesi di tale fenomeno e il vissuto politico delle persone che si sono avvicinate a tale ideologia». La Della Porta ha seguito da vicino, con tanto di pubblicazioni, il fenomeno no global e il G8 di Genova. Per Nucci «è importante capire se determinate frasi (quelle intercettate dagli inquirenti durante le indagini e ora utilizzate dall'accusa come fonti di prova, ndr) sono frutto di un modo di dire o la rappresentazione di un fatto reale. Noi - ha aggiunto il penalista - non chiediamo l'impossibile a nessun teste. Non abbiamo piegato nessuno alle esigenze della difesa». Il riferimento è ai testi che il pm Fiordalisi ha inserito nella sua lista: «i testi della difesa di Dionesalvi e Curcio (due degli imputati no global, assistiti dallo stesso Nucci, ndr) possono dirci veramente cosa è successo durante al G8 e non certo Di Gennaro (il capo della Polizia chiamato a deporre da Fiordalisi sui fatti di Genova, ndr)». Non a caso, oltre alla sociologa, nella lista di Nucci compaiono anche esperti di dialetto cosentino: «Chi è al di fuori di questa realtà - ha spiegato l'avvocato - deve essere messo nelle condizioni di comprendere».
«INUTILIZZABILI LE FONTI DEL PM». E di liste testi e di fonti di prova ieri mattina si è concentrata l'attenzione di magistrati e avvocati. Nel corso dei loro interventi, i penalisti hanno ancora una volta contestato le ultime fonti di prova presentate dal pm Fiordalisi, sollecitandone l'inutilizzabilità. Tra queste compare un dvd, della durata di circa tre ore, nel quale vengono riproposti gli scontri di Genova e dal quale emergerebbe il ruolo svolto da alcuni degli attuali imputati. Il pm ha chiesto anche la visione in aula di tale filmato. Cosa che ha trovato in disaccordo l'intero collegio difensivo. L'avvocato Giuseppe Belvedere ha fatto notare che «in questa fase la corte è esclusivamente giudice delle prove»; Nucci ha parlato della «probabile suggestione che potrebbe creare tale video». Una suggestione destinata a compromettere, in questa fase, tutto il processo.
I difensori contestano, inoltre, il mancato deposito di questo video entro la scadenza dei termini previsti per la presentazione delle prove. Cosa che, a loro dire, non gli avrebbe permesso di visionare il contenuto del dvd per preparare un adeguata risposta processuale. Ieri Nucci ha detto che «il pm ha inteso operare oltre il dettato normativo. Sarà pericoloso - ha sostenuto - permettere che tali documenti, irritualmente formati, entrino nel processo».
L'avvocato Giuseppe Mazzotta ha rincarato la dose, facendo «ancora una volta rilevare come questa difesa non sia stata ancora messa in condizione di visionare le documentazioni in cancelleria». Soffermandosi sulla lista dei testi presentata da Fiordalisi, Mazzotta ha detto che essa «non è complessivamente accettabile. Non si possono chiedere a dei testi dei semplici pareri su determinati fatti».
I CAPI DI STATO. Come anticipato dal "Quotidiano", gli avvocati difensori ieri hanno ufficializzato l'inserimento, nella loro lista testi, dei nomi dei capi di governo, quelli cioè che parteciparono, nel luglio del 2001, al G8 di Genova. I nomi sono altisonanti: si va da Bush a Berlusconi, fino a Putin. Per l'avvocato Carlo Petitto, «la deposizione dei capi di Stato si rende necessaria per capire se effettivamente si creò a Genova quel clima d'intimidazione e di influenza negativa sui lavori del G8, di cui si sarebbero resi responsabili, secondo la tesi dell'accusa, i militanti no global».
Il processo riprenderà oggi, con le decisioni della Onorati in merito alle fonti di prova e alle liste dei testi presentate sia dall'accusa che dalla difesa.
Roberto Grandinetti

dal quotidiano della calabria
E domani si decide sulle intercettazioni ai parlamentari.
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DOPO L'udienza odierna (che si concentrerà sulle fonti di prova depositate dal pm Fiordalisi), le porte della corte di Assise si riapriranno domani per decidere, sempre in merito al procedimento "no global", sulla eventuale distruzione delle intercettazioni telefoniche operate dalla Digos, e ora in mano ai giudici cosentini, sul telefonino del leader delle tute bianche Luca Casarini e sulle quali compaiono spezzoni di conversazione fra l'attuale imputato e i parlamentari Graziella Mascia (Rifondazione), Paolo Cento e Mauro Bulgarelli (entrambi dei Verdi). Sono le stesse intercettazioni al centro della puntata della trasmissione Rai "Punto e a capo" che scatenarono un vespaio di polemiche.
Sulla vicenda intervenne Pier Ferdinando Casini, presidente della Camera dei deputati, che chiese chiarimenti al presidente del tribunale di Cosenza, Madeo.
«Signor presidente - lesse Casini dagli scranni della Camera - è stata segnalata alla presidenza della Camera dei deputati l'eventualità - di cui hanno dato notizia anche organi di informazione - che, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di terzi, siano state acquisite agli atti trascrizioni di intercettazioni di conversazioni alle quali avrebbero preso parte deputati. Al riguardo, le sarò grato se vorrà fornirmi ogni utile elemento di conoscenza sugli eventuali profili di interesse della Camera dei deputati».
Seguì, l'8 marzo scorso, la richiesta del procuratore della Repubblica di Cosenza, che chiese alla corte presieduta dalla Onorati «la distruzione delle parti di registrazioni e delle parti di brogliaccio di ascolto delle conversazioni effettuate da Casarini Luca con membri del Parlamento, in quanto trattasi di colloqui irrilevanti per la decisione». Domani l'attesa risposta del presidente della corte.

da nuovacosenza.com
Ripreso il processo G8 a Cosenza. Si aspetta la decisione sull’audizione dei capi di stato
13/04 La Corte d' assise di Cosenza, davanti alla quale si sta celebrando il processo contro 13 militanti no global accusati di sovversione ed attentato agli organi dello Stato, dovrebbe decidere giovedì se accogliere la richiesta dei difensori degli imputati di ascoltare, come persone offese, i capi di Stato che parteciparono nel luglio del 2001 al G8 di Genova. I difensori degli imputati, tra l' altro, hanno chiesto che vengano a deporre nel processo Bush, Putin, Chirac e Berlusconi. Alla richiesta dei difensori si e' opposto il pubblico ministero, Domenico Fiordalisi, che ne ha sottolineato l' ininfluenza ai fini dell' accertamento delle responsabilita' degli imputati. Secondo quanto riferito, invece, dall' avv. Carlo Petitto, ''la deposizione dei Capi di Stato si rende necessaria per capire se effettivamente si creo' a Genova quel clima d' intimidazione e di influenza negativa sui lavori del G8 di cui si sarebbero resi responsabili, secondo la tesi dell' accusa, i militanti no global''. Il processo si svolge a Cosenza perche', secondo l'accusa, nella citta' calabrese si sarebbero svolte alcune riunioni in cui sarebbero stati programmati incidenti e contestazioni. Il pubblico ministero, da parte sua, ha chiesto la citazione come testimone del Capo della Polizia, Gianni De Gennaro. Anche su questa richiesta la Corte d' assise, presieduta da Maria Antonietta Onorati, dovrebbe pronunciarsi. L' udienza di oggi del processo e' stata dedicata alle controdeduzioni da parte dei difensori degli imputati sulle richieste testimoniali fatte dal pubblico ministero. Tra gli imputati figurano il leader delle tute bianche, Luca Casarini, ed il capo dei disobbedienti, Francesco Caruso. La Corte d'Assise presieduta dal giudice Maria Antonietta Onorati s'e' riservata di decidere. La decisione sara' resa nota giovedì mattina. Il processo vede imputate tredici persone coinvolte nell'inchiesta sui gravi incidenti avvenuti a Napoli e Genova rispettivamente nel marzo e nel luglio del 2001. A giudizio, dopo un'articolata indagine condotta dai carabinieri del Ros e dagli investigatori della Digos, sono finiti: Luca Casarini, leader delle "tute bianche"; Francesco Caruso, ispiratore dei "disobbidienti" napoletani (entrambi assenti oggi in aula); Francesco Cirillo, 52 anni, ambientalista, di Diamante; Antonio Campenni', 37, ricercatore universitario di Parghelia; Anna Curcio, 31, ricercatore universitario, di Cosenza; Michele Santagata, 36, di Cosenza; Lidia Azzarita, 29, di Napoli; Claudio Dionesalvi, 31, di Cosenza; Giuseppe Fonzino, 28, leader dei no global di Taranto; Salvatore Stasi, 48, di Taranto; Emiliano Cirillo, 23, di Diamante; Vittoria Oliva, 62, di Montefiascone (Viterbo); Alfonso De Vito, 33, di San Giuseppe Vesuviano. Sono tutti accusati d'aver fatto parte di un'associazione sovversiva denominata "Rete meridionale del Sud ribelle", costituita formalmente a Cosenza il 19 maggio del 2001. Al sodalizio avrebbero aderito gruppi antagonisti meridionali uniti dall'obiettivo di turbare l'esecuzione delle funzioni del governo italiano, sovvertire violentemente l'ordinamento economico costituito nel nostro Stato, sopprimere la globalizzazione dei mercati economici, alterare l'ordinamento del mercato del lavoro. Attentando in sostanza agli organi costituzionali la "Rete meridionale del Sud ribelle" sarebbe dovuta progressivamente diventare una vasta associazione sovversiva destinata, usando la violenza, a raggiungere i propri scopi. I componenti del gruppo, controllati per mesi da Ros e Digos, avrebbero partecipato alle manifestazioni di Genova (nel luglio 2001) prendendo parte ai violenti scontri con le forze dell'ordine e alle devastazioni. La supposta associazione avrebbe inoltre organizzato, il 2 luglio del 2001, l'invasione delle Agenzie di lavoro interinale di Taranto, Cosenza e Napoli. Il gruppo, infatti, operava attraverso tre diverse "cellule" attive in Calabria, Puglia e Campania. Le intercettazioni telefoniche e ambientali, i pedinamenti, i controlli di alcuni siti internet avrebbero consentito di accertare l'esistenza di una vasta rete di contestatori che si stava preparando a scendere in piazza in occasione del vertice internazionale fissato a Napoli dal 15 al 17 marzo 2001 a cui prendevano parte i primi ministri delle nazioni piu' industrializzate e le delegazioni di 122 Paesi. Gli attivisti dell'associazione - a parere del pm Fiordalisi - parteciparono alle manifestazioni e agli scontri, ripetendo nel luglio successivo l'exploit pure a Genova.

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