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Il licenziamento di Giampietro e le orecchie da mercante di Veltroni e dell'Ass. Milano
by free lance Monday, Sep. 19, 2005 at 10:25 AM mail:

Di fronte a queste storie di vita che gridano vendetta, il Sindaco e l'Assessore Milano, rimasti ipocritamente sordi, meriterebbero la lapidazione con pomodori pachino

Sono un ex-operatore sociale licenziato il 30 aprile 2005 dalla Presidente della cooperativa "Isola" convenzionata con il V Dipartimento del Comune di Roma, dopo una ’collaborazione’ durata oltre tre anni. Dico collaborazione perché ero inquadrato con il contratto a progetto mentre a tutti gli effetti si trattava di un rapporto di lavoro subordinato. Fatto è che sono stato sostituito con altro lavoratore nel giro di un solo giorno. A seguito di questa doccia fredda ho attraversato un periodo di depressione ma ho subito avviato un azione legale contro la coop. in oggetto e richiesto una procedura di verifica all’Osservatorio del Lavoro del Comune di Roma. La procedura avviata dall’Osservatorio però si è arenata perché il V Dipartimento del Comune di Roma (Assessorato alle politiche sociali), che è il committente per il quale la cooperativa lavorava e lavora, non ha inviato la documantazione richiesta.
Il Comune di Roma ai sensi della delibera 135/2000 avrebbe dovuto rescindere il contratto alla cooperativa rea di non aver mai applicato i CCNL (contratto collettivo nazionale di lavoro) ma ha seguito la linea morbida della sanatoria grazie alla quale i miei ex-colleghi di lavoro si sono visti riconoscere nel mese di luglio 2005 il CCNL. La conclusione della vicenda è che il sottoscritto dopo oltre tre anni di lotte per il rispetto di sacrosanti diritti resta disoccupato mentre gli ’ultimi arrivati’ riscuotono il risultato in un colpevole silenzio.
Cosa ci insegna questo epilogo?
Sul versante politico l’inapplicazione dei contratti di lavoro non ha destato sorpresa, la cosa era infatti nota perchè già denunciata in un incontro, avvenuto due anni prima, tra alcuni operatori sociali in stato di agitazione e l’Assessora Milano e la Dott.ssa Marchetti. Le due principali referenti del V Dipartimento non si assunsero all’epoca nessun impegno in merito ai diritti dei lavoratori del sociale in quanto non si ritenevano corresponsabili delle inadempienze delle cooperative. Negli anni successivi però non è stata ordinata nessuna verifica sulla regolarità dei contratti di lavoro, forse non hanno considerato il problema dei diritti dei loro lavoratori come qualcosa che li riguardasse. Qui bisogna precisare che l’emergenza sociale è un’attività pianificata completamente dal V Dipartimento che ne detta gli orari, fornisce gli automezzi e indica i luoghi dove intervenire.
In seguito alla mia segnalazione all’Osservatorio del Lavoro nella cooperativa Isola i contratti sono stati regolarizzati ma della documentazione sul fatto che sia avvenuto o meno un licenziamento selvaggio nessuna traccia. Mi sembra che la strada seguita dagli amministratori del Comune riecheggi il vecchio ritornello "chi ha dato, ha dato, chi ha avuto, ha avuto..." e mostri una forte assonanza con la politica dei condoni.
Al sottoscritto che è rimasto senza lavoro e senza reddito cosa insegna la vicenda?
La prima è che se si vuole difendere il diritto a mantenere il proprio lavoro lo si può fare soltanto in via giudiziaria. E’ noto infatti che nella società italiana l’organo Giuridico è spesso chiamato a svolgere funzione di supplenza dell’organo politico. La seconda è quella di prendere atto che nei servizi sociali non conta la competenza e l’esperienza maturata nel settore ma l’accettazione della condizione di sfruttato e di fedele sottomissione ai padroni delle cooperative. La terza è che si può parlare di diritti e di qualità nei servizi solo se non urta gli interessi di persone più potenti di noi e nei confronti delle quali siamo indifesi. In questo le cooperative sono delle vere e proprie organizzazioni mafiose che in modo viscido come serpenti agiscono nel silenzio nell’attesa di lanciare stoccate mortali.
Giampietro

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