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La Valle che Resiste
by csoaAskatasuna#TO Wednesday, Nov. 02, 2005 at 3:41 PM mail: askatasuna@ecn.org

La Valle che Resiste Cronache NO TAV

La Valle che Resiste
Cronache NO TAV

La mobilitazione popolare della Valle di Susa del 31 ottobre, ha fatto storia ed oggi finalmente, ha sfondato il muro d’omertà che l’informazione gli ha sempre dedicato, approdando sui tg nazionali e sulle prime pagine dei giornali.
L’iniziativa è incominciata dal pomeriggio di domenica 30 ottobre, quando i comitati hanno organizzato una merenda sul luogo che poi risulterà essere uno dei punti fondamentali della resistenza del giorno dopo, al bivio tra Urbiano e il Seghino, punto di snodo delle due uniche strade che davano accesso ai siti individuati per i sondaggi, due al Seghino e uno a Mompantero vecchia.
Da lì è partita la mobilitazione permanente che dalla notte del 30 ci ha visti iniziare il blocco per il giorno dopo. Quest’esigenza nasceva, a ragione veduta, dalla possibilità che le forze dell’ordine bloccassero l’accesso stradale da Mompantero e occupassero i terreni nella notte per giocare d’anticipo. Così facendo abbiamo anticipato le forze dell’ordine che fin dalle 2 di notte si sono iniziate a radunare alla caserma di Susa e nei pressi del cimitero di Mompantero, luogo da cui parte la strada per raggiungere i siti, e luogo individuato dai sindaci come concentramento della manifestazione che doveva partire alle 7.15 per raggiungere noi e i siti superiori.
Alle quattro, mentre da un punto di osservazione seguivamo i movimenti di un vero e proprio esercito (1000 gli agenti schierati tra polizia, carabinieri e guardia di finanza), le prime avanguardie dei comitati e della popolazione ci raggiungevano salendo e posizionandosi sui siti di sondaggio.
Da lì abbiamo visto macchine della digos e una campagnola dei carabinieri salire verso di noi in avanscoperta ma sono stati bloccati e respinti.
Il movimento a valle si fa sempre più frenetico e iniziamo a ergere le barricate sulla strada per impedire il passaggio dei mezzi e degli uomini delle forze dell’ordine.
Nel frattempo alcuni amministratori hanno già imboccato sentieri e le mulattiere per aggirare il probabile ostacolo della questura, per giungere in tempo ai siti.
Poco prima che faccia giorno scatta l’operazione degli “occupanti”, la strada che dal cimitero porta al Seghino è chiusa, i mezzi s’incolonnano e iniziano a salire ammassandosi in maniera impressionante per i tornanti della strada riempiendola totalmente, non sappiamo quantificarli ma occupano l’intero tratto stradale per alcuni chilometri; tra loro vediamo la presenza di una ruspa e di due camioncini della ditta che deve recintare i terreni.
Da quel punto scatta la nostra risposta, rafforziamo le barricate e ci prepariamo a resistere con determinazione e convinzione.
Nel frattempo giunge dai sentieri il sindaco di Chianocco che insieme ad una consigliera di Avigliana (che era già con noi dalla notte) si schierano in fascia tricolore alla prima barricata, noi tutti dietro incoronati e pronti. Arrivano digos e poliziotti, il vice questore Sanna ci intima di lasciarli passare, tenta di intimidire, forte del mare di caschi blu alle sue spalle, gli amministratori identificandoli ma non gli riesce.
Dal concentramento di Mompantero intanto ci giungono le notizie di alcune cariche e di fermi, la popolazione ha provato a passare il blocco e ha tentato di impedire che salissero altri mezzi a dar manforte all’esercito già presente.
La polizia inizia ad avanzare, serriamo le fila e iniziamo a tenere duro spalla contro spalla facendogli pesare ogni centimetro di strada che gli lasciamo, non siamo molti, ma la ragione di questa lotta ci rende così determinati che gli facciamo guadagnare pochi metri. A un certo punto però tutto cambia, la nostra forza aumenta e la polizia arranca, ci giriamo e siamo tantissimi, alcune centinaia. La polizia si è mossa come un esercito di occupazione bloccando e investendo di mezzi le nostre strade, la popolazione valsusina invece agile e determinata aggira i blocchi da basso per sentieri e mulattiere e ci raggiunge, arrivano altri amministratori e la storia cambia. Come un tempo quando l’esercito nazista e i fascisti occupavano la valle, le brigate partigiane lavoravano d’astuzia, conoscendo il territorio, amando la montagna, trovando in essa i mezzi per difendersi al meglio. Così anche in questo caso, centinaia di persone hanno solcato i sentieri partigiani con astuzia e sono giunti da noi e ai siti superiori, prendendo di sorpresa il novello esercito.
Continua la resistenza e la polizia inizia a tentare di prendere trascinare da se alcuni manifestanti, riuscendo a fermare 3 persone tra cui la vigilessa di Villardora presente in divisa a dar manforte al blocco. La lotta continua e non lasciamo mai un centimetro alla controparte senza farglielo sudare, gli agenti cambiano più volte le prime file portando uomini freschi e dotandosi degli scudi di plexiglas per spingere più forte. La fila degli amministratori s’ingrossa e anch’essi si oppongono alle forze dell’ordine ricevendo, come nel caso del presidente del consiglio provinciale Vallero alcuni colpi di manganello.
Intanto la presenza ai presidi superiori aumenta, sono state erette barricate e la polizia inizia a salire a piedi verso gli altri. In basso man mano le azioni di disturbo aumentano, c’è qualche momento di contatto con i carabinieri che feriscono e fermano alcuni manifestanti tra cui un’altra vigilessa presente a manifestare impugnando il gonfalone del proprio comune. La gente continua a salire da altre mulattiere, ci porta informazioni, forza e allegria.Ci giungono le notizie di scioperi spontanei nelle fabbriche valsusine, almeno 4 sospendono il lavoro e scendono in strada a manifestare in solidarietà alla lotta NO TAV e alla battaglia in corso.
Sui sentieri che erano teatro della lotta partigiana, presidiati dalla IV Divisione "G.L." "Stellina” continua la resistenza e blocchiamo la polizia al ponte del Ganduglia, quello sarà, come in tute le battaglie della storia, l’elemento della nostra vittoria. Continua la resistenza, respingiamo l’ennesimo attacco e riusciamo a far indietreggiare di qualche metro gli agenti. Quello sarà il punto di stallo, si susseguirà ancora qualche tentativo di passare il blocco ma gli agenti non supereranno mai il ponte.
Intanto fin dalle 11 la stazione di Bussoleno è occupata e i treni sono bloccati, l’occupazione rimarrà fino a tarda sera, bloccando il TGV, facendo sopprimere 40 treni e ritardandone una ventina. Il treno Talgo che va verso Barcellona è fatto passare da Ventimiglia.
Lo scenario si sposta al presidio superiore dove la polizia è salita in un numero consistente, tenta lo sfondamento ma è respinta. Si trova in difficoltà estrema perché è bloccata su una salita che non gli consente movimenti particolari, la determinazione dei manifestanti la farà tornare indietro con un nulla di fatto.
Tornando indietro gli agenti evidentemente non soddisfatti, invece che ridiscendere dallo stesso sentiero dal quale erano saliti vogliono rientrare nelle loro fila passando da dietro il blocco del ponte che teniamo da ore, la situazione si scalda perché la provocazione è grande, le squadre di carabinieri si bardano e caricano i fucili lancia-lacrimogeni puntandoli contro. Ci si prepara e alla fine per sbloccare la situazione si creano due cordoni che li scortano al loro posto, facendoli passare tra due ali di folla, nel classico stile i carabinieri sfilano minacciando e insultando.
Siamo giunti all’imbrunire e il calare del sole ci porta verso l’ora in cui i tecnici non possono più prendere possesso dei terreni, la oro autorizzazione li copre fino alle 19. La polizia non smobilita del tutto e non intende andarsene prima di noi. Sentendo i legali del movimento e giudicando conclusa la giornata intavoliamo una trattativa che ci consente di lasciare i presidi tutti insieme per non rischiare che nessuno sia fermato. Così tutti insieme con le macchine e a piedi scendiamo dalla montagna e giungiamo a Mompantero dove altri manifestanti ci aspettano accogliendoci con una solidarietà ed una felicità indescrivibile. Intanto la stazione di Bussoleno rimane occupata e aspettano che noi li raggiungiamo e diamo garanzie sulla nostra presenza prima di smobilitare. Arriviamo alla stazione e usciamo da essa cantando Bella Ciao.
Sembra tutto finito, cantiamo vittoria e ci sembra giusto, i fermati vengono rilasciati, uno di essi è stato malmenato nella caserma di Susa, e sono tutti denunciati per resistenza a pubblico ufficiale, comprese le due vigilesse.
Ma nella serata ci giungono le notizie della azione poliziesca, che vista la sconfitta subita decide di proseguire l’occupazione, stazionando in montagna, ri-bloccando gli accessi e annunciando la conquista dei terreni. I difensori della legge la infrangono e comunicano ai mass media di essere riusciti nell’intento prefissatosi.
In mille uomini, armati e istruiti, non sono riusciti a forzare nessuno dei blocchi, solo con l’inganno e l’illegalità che li contraddistingue riescono a conquistare i terreni.
Il risultato del movimento rimane, la vittoria è lampante, la provocazione della questura lascia il tempo che trova.
Probabilmente i legali della Comunità montana si opporranno a quest’azione ma il primo novembre dalle nove del mattino il movimento NO TAV si ri-mobilita e risponde alla provocazione occupando la stazione prima di Borgone e poi Avigliana mandando in tilt i trasporti ferroviari per il secondo giorno consecutivo.
Nel frattempo un gruppo di NO TAV eludendo il presidio delle forze dell’ordine sale fino ai siti in teoria picchettati dai tecnici di LTF ma documentando con fotografia, la grande notizia del possesso del terreno si rivela una bufala: nopn c’è un picchetto, né un macchinario, ci un nastro bianco rosso che delimitata in malo modo i terreni. Ciò significa che fino a ieri nel tardo pomeriggio il picchettaggio è stato solo un bluff da dare in pasto alle televisioni per sminuire la nostra giornata vittoriosa.
Poi alle 15 il movimento si riconvoca al presidio di Bruzolo e in poco tempo in più di 500 si occupa la statale per Susa. Si decide il da farsi è alle 17 ci si sposta a Condove, visto che il passaggio del TGV è fissato alle 17.25.
Lì avviene il blocco di massa della ferrovia e della statale 25. La polizia chiude il ponte che dalla statale 24 porta attraversando la ferrovia sulla 25 e allora chi non riesce a raggiunge blocca l’altra strada, così il risultato è completo: ferrovia e le due statali, la valle è bloccata!
Alle 17.30 si abbassano le sbarre del passaggio a livello con i binari occupati dai NO TAV, del TGV neanche l’ombra scoppia un applauso collettivo.
Teniamo i blocchi e per le 19.30 sciogliamo la mobilitazione.
LA BATTAGLIA CONTINUA

01/11/2005
Dalla Valle di Susa in Lotta

comitato di lotta popolare no tav
csoa Askatasuna

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fino alla vittoria!! metalsauro Wednesday, Nov. 02, 2005 at 10:13 PM
continuate così! una compagna sarda Wednesday, Nov. 02, 2005 at 4:27 PM
la storia che si ripete ??? barbun Wednesday, Nov. 02, 2005 at 4:15 PM
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