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In fuga da Gaza
by L'Orient - Le Jour Thursday, Jun. 29, 2006 at 12:46 PM mail:

Breve reportage del quotidiano libanese L'Orient Le Jour sulla situazione a Gaza

Uomini, donne, bambini si ammassano nelle macchine o nei carretti tirati da asini. Fuggono dai carri armati israeliani che sono penetrati ieri prima dell’alba nel sud della striscia di Gaza.

“Andiamo in un posto sicuro. Abbiamo visto i carri entrare e abbiamo deciso di partire prima che succeda qualcos’altro”, dice Mohammad Abou Zakr, che preferisce mettersi al riparo nel centro della città di Rafah con le donne della sua famiglia e i numerosi bambini.
Con i suoi vecchi sandali e i suoi pantaloni sporchi questo uomo cinquantenne racconta che si è lasciato alle spalle la sua fattoria dopo l’entrata delle truppe israeliane la notte di martedì.

Al rombare delle pale degli elicotteri da combattimento le famiglie, uomini donne e bambini, si pigiano su carretti tirati da asini in direzione di Rafah.

Donne velate camminano lungo le strade debolmente illuminate tenendo per mano i loro bambini. Rifiutano di parlare perché hanno fretta di metersi al riparo con le loro famiglie e i loro amici.

“Tutti stanno partendo. Vanno verso ovest perché temono l’avanzata, fuggiamo dall’invasione”, racconta Auda Adwan, senza lavoro come decine di altri giovani che fuggono verso Rafah. Il dottor Ali Moussa, che dirige l’ospedale di Rafah, informa che la sua équipe di medici, infermieri e tecnici è pronta a ricevere i feriti.
“Abbiamo messo da parte quantità supplementari di medicine. Abbiamo anche stockato riserve di sangue grazie ai donatori di questi ultimi due giorni, dopo che si è saputo che l’esercito israeliano si preparava all’intervento armato”, spiega.
“Abbiamo aumentato i turni di lavoro della nostra unità di emergenza. Abbiamo anche annullato tutte le operazioni meno imprtanti. Le nostre sale operatorie sono riservate da giorni per questa emergenza”, aggiunge.

“Non dormiamo da tre giorni”, racconta Abu Hamza, uno dei portavoce della Jihad islamica. “Andiamo in tutte le strade dove supponiamo possa passare il nemico e prepariamo ogni cosa per contrastarlo. E aspettiamo”

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