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by P Friday, Jul. 14, 2006 at 4:24 AM mail:

Solidarietà ai miei compatrioti\e arrestati\e

I compagni e le compagne arrestate avrebbero, secondo quanto affermato dalla Digos, commesso o partecipato ad almeno uno degli attentati più o meno dimostrativi degli ultimi anni. La stampa, e soprattutto quella sarda, pubblica simili affermazioni.

Per chi conosce la "stampa" locale,questo non è sicuramente niente di nuovo. Siamo ormai abituati a vedere scritto nei quotidiani locali solo ed esclusivamente la parola del del padrone, e sembra che questo alle "testate" non dispiaccia.
Solo in rare occasioni ho però visto pubblicati degli articoli riguardanti le reali e più conosciute azioni del movimento, e non mi riferisco solamente a quello di A.M.P.I. Poche volte si è parlato delle manifestazioni organizzate, dei sit-in, delle conferenze o anche dei semplici concerti. Poche volte si è dato peso a quanto scritto in volantini o a quanto affermato da molti compagni e compagne sulle disastrose condizioni dell'università, italina e sarda; sullo sfruttamento del lavoro precario; sulle difficoltà del lavoratore medio di arrivare a fine mese.

C'è poi lo stato. Anche qui come prima. Per chi vive in una realtà come quella sarda, basca o catalana, niente di nuovo. Lo stato italiano non si è mai impegnato, neanche un pò, per comprendere le particolarità e le necessità della Sardegna, considerata ora come lussuoso villaggio vacanze, ora come centro di addestramento per i nostri amati contingenti militari d'occupazione, ora come semplice discarica. Uno stato centralista che si limita a sfruttare e depredare. Uno stato ignorante che non conosce il dialogo, che non è disposto a dare, mai, niente in cambio. Uno stato intollerante e repressivo pronto a sguinzagliare il suo cane più meschino, la Digos, per far tacere tutte le voci che intendono rimanere fuori dal coro.

E ci sono infine loro, i Compagni e le Compagne. Alcuni arrestati, altre indagate, tutti per reati che non hanno commesso, ma semplicemente perchè i servi dello stato avevano bisogno di un capro espiatorio.

Compagni e Compagne che possono essere accusati soltanto del fatto di credere ciecamente in una causa, quella di una Sardegna finalmente Libera e Socialista.

Compagni e Compagne che possono, anzi, devono essere invidiati per la dedizione con cui svolgono il loro impegno politico contro uno stato repressivo, contro il menefreghismo diffuso e soprattutto contro coloro che si dichiarano apertamente sardisti e indipendentisti ma che aspettano sempre che arrivi qualcun'altro per parlare al posto loro.

Compagni e Compagne che si sono sempre impegnati assiduamente e soprattutto sempre alla luce del sole in ogni ambito a loro accessibile, dalle università al mondo del lavoro.

Compagni e Compagne che ho avuto la fortuna di conoscere e a cui vorrei essere vicino ora che la repressione si fa sentire sempre più forte.

LIBEROS!!! PRO UNA SARDIGNA LIBERA E RUJA!!!
P.

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