A gentile richiesta, anche se ormai sarei stanchino di queste sciocchezze, e giusto per infastidire chi ha passato le ultime 24 ore a insultare e irridere eccitato da Report:
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“Confronting the evidence” l’ho visto qualche tempo fa. Non ho visto la trasmissione di Report ieri sera, ma leggendo qua e là non mi pare che la redazione di Rai 3 ne abbia parlato benissimo. Sicuramente avrà contato il timore di essere aggrediti da Bondiellidi e Schifanoidi, ma la stessa Milena Gabanelli ha detto: “Mi aspetto che la veda il più gente possibile, che possieda qualche informazione, che si faccia una propria idea. Il nostro compito finisce qui.”
La redazione non ha infatti analizzato il video, lo ha semplicemente proposto senza contestarne neanche le parti più evidentemente campate per aria. Una scelta legittima.
Inoltre, da un altro pezzo pubblicato nel forum: )Perché scegliere "Confronting the Evidence"?): “Perchè è stato il primo a fare una ricostruzione sistematica. Da confronting the Evidence sono poi partiti tutti gli altri, aggiungendo, togliendo ecc. ”La tua domanda me la sono posta anch'io, ma siccome di Confrontig the evidence abbiamo lasciato solo le parti argomentate, alle quali non sono finora arrivate risposte autorevoli . Pertanto credo che a confutare dovrebbe essere la Commissione, che possiede tutti gli elementi per farlo. Inoltre, la domanda di partenza del programma era "perchè un terzo della popolazione americana crede che la Commissione non ha fatto il suo dovere? Che informazione ha?" Se ci si allontana da questo assunto di base, diventa tutto complicato. “
Posto che il problema non si risolve buttando altre informazione malfatta, parto quindi dall’assunto base e poi spiegherò perché secondo me il video è una patacca.
Il fatto che gran parte della popolazione americana creda che la Commissione non abbia fatto il suo dovere discende dal –fatto- che la Commissione abbia lavorato con i piedi, dal fatto che fosse una Commissione composta di gente molto vicina all’Amministrazione e dal fatto che gran parte degli americani credono che le responsabilità “americane” nel 9/11 non siano state per niente indagate, tanto che parecchie di queste responsabilità sono già state provate in altre sedi autorevolmente.
E’ un fatto assodato che l’amministrazione Bush abbia mentito e provocato danni permanenti e morti fra gli abitanti di Manhattan e tra i soccorritori dichiarando l’aria respirabile e “pulita” mentre sapevano benissimo che così non fosse.
E’ un fatto altrettanto assodato che tutto l’apparato statale, dalle agenzie preposte ad evitare l’attentato, alla sorveglianza aerea, fino alla protezione civile abbiano dato prova di totale incompetenza ed incapacità. Cosa che, di per sé, nel paese che ama considerarsi il primo al mondo ed esempio per gli altri, sarebbe stata più che sufficiente per terminare la carriera politica di qualsiasi amministrazione, in particolare per un'amministrazione che aveva già speso cifre da inchiesta in "sicurezza" presso le aziende degli amici.
Su tutto questo, a prescindere anche dall’ipotesi di complicità attiva negli attentati, non è stata fatta alcuna indagine e quel poco che è stato fatto è stato all’insegna dell’insabbiamento. Ciò non toglie che per la questione dell’inquinamento a Ground Zero il comportamento criminale dell’amministrazione è già stato certificato da organismi pubblici americani.
Questo basta ed avanza per dire che, in ogni caso, l’amministrazione Bush ha una grande responsabilità che si estende prima e dopo gli attentati.
“Confronting the Evidence” è in ogni caso una ignobile patacca, non fosse altro perché mescola argomenti serissimi a sciocchezze colossali montate ad arte (poca).
Già il titolo è un pacco, poiché “evidence” significa “prova”, ma il film di prove non ne offre, offre solamente congetture e qualche trucco da baraccone buono per chi non conosca l’argomento. Non a caso il filmetto è già stato squartato in precedenza.
Vado a memoria e cito le parti che mi sono rimaste impresse per le castronerie o l’evidente malafede.
La caduta della torri. La tesi è che le torri siano cadute perché minate. A sostegno della tesi il video esibisce “lo scienziato”, che con il video spiega che le torri sono cadute troppo in fretta, velocità possibile solo grazie a una demolizione controllata. Dice che i piani non avrebbero potuto cadere alla veolcità di un secondo per uno, fatti tutti i calcoli.
Il che vuol dire che le torri sarebbero dovute cadere in una novantina di secondi. Non occorre essere uno scienziato per capire un minuto e mezzo sarebbe stata un’eternità. Osservate scorrere un minuto e mezzo e provate a immaginare le torri che cadono in quel lasso di tempo. Fatto?
Avete mai visto qualsiasi cosa cadere tanto lentamente? Questo per non parlare del fatto che secondo il video le torri sono cadute “quasi alla velocità della caduta libera, mentre è evidente a tutti che i detriti (quelli si cadenti a velocità di caduta libera) scendevano molto più veloci della cima delle torri che collassava sul resto.
Ancora più ridicolo il confronto con “altri edifici demoliti”, che mostra “altri edifici” che prima vengono visibilmente squassati da una serie di esplosioni e poi si accasciano su se stessi con i piani superiori che cadono quasi interi, poiché il crollo comincia dal basso. Tutte le demolizioni controllate cominciano dal basso, mentre le torri crollano cominciando dall’alto.
Nessuno inoltre ha mai mostrato filmati di edifici simili che cadono da soli, anche perchè di solito non c'è nessuno a riprenderli.
Sulle torri inoltre non si vedono le esplosioni che si vedono sugli altri edifici, ma qualche sbuffo (non decine) che deve essere cercato con attenzione, mentre nelle “demolizioni controllate” le esplosioni sono evidenti.
Il materiale usato per questa operazione sarebbe l’ormai mitica “termite”, che in effetti non esplode. Secondo il video potrebbe essere stata piazzata in qualche giorno precedente durante interventi di manutenzione. Il problema è che la termite, per agire con efficacia sull’acciaio delle colonne, avrebbe dovuto essere applicata in abbondanza direttamente sulla colonna nuda, quindi al normale lavoro di un’impresa di demolizioni controllate (piazzare gli esplosivi), si sarebbe aggiunto quello di rimuovere i materiali attorno alle colonne (muri, tramezzi, rivestimenti e quant’altro) e di risistemarli a regola d’arte, perché con gli affitti che si pagavano alle Twin Towers non sarebbe certo stato possibile fare un lavoro approssimativo, in questo senso, senza sollevare le ire e la rivolta degli affittuari.
Occorre tener presente che per minare una palazzina di medie dimensioni un’impresa impiega un paio di settimane. Solo qualche centinaio di addetti avrebbe potuto quindi compiere il lavoro in un tempo molto breve, poiché non si trattava solo di piazzare gli esplosivi, ma anche di piazzarli ovunque sulle colonne nude e ricoprire tutto come si deve. Quindi le competenze richieste non sarebbero state solamente quelle degli artificieri.
Problema nel problema: la termite si innesca termicamente, quindi l’arrivo degli aerei contro le torri avrebbe necessariamente innescato la termite nei piani coinvolti dagli incendi. A questo punto pero i piani colpiti dagli aerei sarebbero crollati subito, perché a quei piani le colonne sarebbero state “segate” dalla termite investita dal calore e non molto più tardi quando “qualcuno” avrebbe spinto il fatidico bottone per farle crollare all’ora del crollo al quale abbiamo assistito.
Questo dovrebbe portare ad escludere l’impiego della termite, a meno di pensare che gli attentatori avessero già stabilito a quale altezza si sarebbero schiantati gli aerei e che fossero in grado di farglieli arrivare con estrema precisione, posto che a questo punto le cariche sarebbero state sistemate da “appena sotto” i piani colpiti fino a terra. Ipotesi alquanto incompatibile con la realtà.
Il Wtc 7 Il pezzo sul WTC 7 fa sorridere. Il video presenta la facciata opposta alle torri e suggerisce che un palazzo ancora così intero e con pochi piccoli incendi come quelli che si vedono nel video non poteva crollare da solo. Onestà vorrebbe che si mostrasse nell’ordine: http://media.popularmechanics.com/images/0305911-wtc7-lg.jpg o immagini simili, dalle quali è possibile vedere che il WTC 7 fu investito (dall’altra parte a quella mostrata dal video) dai tonnellate e tonnellate di detriti delle torri.
Ancora non sarebbe male, sempre per onestà, che si mostrassero le foto che mostrano i gravi danni alla struttura (http://judi.kw.nl/uploads/fok/wtc7-sw-corner1.jpg ) o l’incendio che ai piani bassi ha consumato l’edificio per oltre 8 ore (http://www.francisdionne.qc.ca/sommaire/wtc7.jpg http://www.physics911.net/WTC7_collapses.jpg incendio molto intenso ai piani bassi per ore e ore, quasi nulla ai piani alti.
Ci sono anche foto più impressionanti che dimostrano come l’edificio fosse bruciato sul lato che il video non mostra, se qualcuno dubita.
Perché cade il WTC 7? Secondo il video ancora per la termite, con il solito problema di sapere come la termite avrebbe potuto resistere a 8 ore di incendio, più quello supplementare rappresentato dal dover minare addirittura i piani degli uffici dell’FBI e del comune di New York nel palazzo.
Il WTC 7 cade (dal basso, come nelle demolizioni controllate) perché 8 ore di incendio sono state alimentate da due serbatoi da 6000 galloni di gasolio (12.000 galloni x 3.79 litri = 45.480 litri di gasolio), piazzati nel WTC 7 (nonostante l’opposizione della Port Authority che aveva predetto “un disastro” in caso d’incendio) quando Rudolph Giuliani decise di fare nel WTC 7 un centro per il controllo delle emergenze cittadine.
Il centro, ribattezzato “Rudy’s bunker” e ridicolizzato dalla stampa era studiato per accogliere 30 persone in un’aerea blindata, con sistemi idrici e di aerazione indipendenti e dotato di robusti generatori, in grado di garantire ai 30 la possibilità di gestire le emergenze in completa autosufficienza e in un ambiente inattaccabile. I 12.000 galloni di gasolio erano ad altezza del suolo con tubature sotto pressione ad alimentare i generatori parecchi piani più su. E' più che plausibile che dopo ore di incendi e dopo l'urto delle rovine delle torri, i piani bassi dell'edificio abbiano ceduto, posto che i 500° ai quali l'acciaio perde le sue qualità meccaniche sono sicuramente stati raggiunti in un incendio del genere.
Il WTC 7 non sarebbe probabilmente crollato se Giuliani non avesse forzato la mano e contraddetto la Port Authority; la quale infatti ha fatto causa (abbastanza nota negli Stati Uniti) e l’ha persa per motivi di giurisdizione, non sul merito. L’ipotesi della demolizione del WTC 7 nasconde in realtà le responsabilità di Giuliani.
Il video attribuisce all’affittuario, Silverstein, la decisione di “tirarlo giù”, ma nessuno ha mai nemmeno provato che squadre di demolitori abbiano attraversato le fiamme carichi di esplosivi per andarli a piazzare e “tirar giù” il palazzo e nemmeno come questo sia stato possibile in poche ore.
Il video inoltre non mostra che il collasso del WTC 7 era in realtà cominciato parecchio prima del crollo, posto che da foto come questa http://thewebfairy.com/killtown/images/wtc7/wtc7-penthouse-kink.jpg si nota come il tetto fosse già collassato prima del crollo totale dell’edificio. Non il massimo del “confrontare le prove”.
Un inciso: quanto al motivo per il quale si sarebbe dovuto abbattere il WTC 7, gran parte dei fantasiosi sospetta di interessi di Silverstein o di segreti da bruciare negli uffici dell’FBI; ben pochi si rendono conto che gli arcivi dell’FBI al WTC 7 avevano parecchi Back-up in giro per il paese, mentre nello stesso incendio sono andati persi i dati degli Uffici della SEC, in particolare quelli relativi al coinvolgimento di Citygroup nel fallimento di Worldcom e ad altri scandali nell’alta finanza ( Giuliani e Citygroup http://www.cooperativeresearch.org/context.jsp?item=a030202diesel ), ipotesi che hanno una maggiore consistenza economica e politica, anche sul movente quindi si poteva fare di meglio.
Il Pentagono
Il video esordisce dicendo che “non ci sono rottami dell’aereo”, evitando con cura di mostrare le note foto: http://italy.indymedia.org/news/2006/09/1147790.php non fosse altro che per smentirle, se si “confrontano le prove” si dovrebbero confrontarle tutte. Ugualmente si presentano “oggetti” alternativi al Boeing senza fare parola dei pali abbattuti sull’autostrada e neanche sull’ormai famoso generatore che, colpito in un angolo dal motore del Boeing (perfettamente compatibile con al distanza fusoliera/motore di quel tipo di Boeing) risulta mancante di un angolo e spostato verso il Pentagono. Da baraccone l’esibizione del libro non toccato dal fuoco nella sezione del Pentagono rimasta in piedi. Il libro mostrato è a un piano che non è stato chiaramente investito dall’incendio (il caburante dell’aereo bruciò in massima parte all’esterno dell’edificio, poiché le ali non riuscirono a penetrarlo), quel libro, come tutto quello intorno ad esso nella sezione “sana” del Pentagono accanto a quella poi crollata, dimostra solo che quella stanza non fu raggiunta dal fuoco.
A tutto questo si può aggiungere l’intervista tagliata ad arte al progettista delle torri (confrontando prove taroccate?) ed altri artifici verbali con i quali il film del miliardario americano tradisce clamorosamente la premessa del titolo, cioè quella di “Confrontare le prove”. Quasi nulla di quello che viene presentato nel film è una “prova”, non almeno nel senso di essere un riscontro incontestabile.
Tutto questo ovviamente non solo rafforza quanto già esposto in: http://italy.indymedia.org/news/2006/06/1086118.php , ma rende bene l’idea della qualità di questo genere di propaganda malfatta.
Ora non resta che attendere le rituali accuse di complicità con gli americani o di “sostenitori della verità ufficiale” dai soliti che ancora devono rispondere esaurientemente alle questioni poste nell’ultimo articolo linkato (questo è solo un dispettuccio per urtare i nervi agli squadristi de noantri), escludendo per favore Pearl Harbour ( Che la flotta giapponese non era composta di americani travestiti) o l’operazione Northwoods (che restò sulla carta e a conoscenza di pochissimi) per aggirare le questioni principali, che sono: - Quanta gente ci sarebbe voluta per fare il 9/11 come ipotizzato dai fantasiosi di “Confronting the evidence” e seguaci- - Come avrebbero fatto a costringere tutta questa gente a mantenere il segreto assoluto - Perché avrebbero dovuto organizzare un attentato chiaramente “sovrabbondante” rispetto alle esigenze ( costruire il casus belli) - e come mai, in cerca di un casus belli, non si sia trovato qualche cadavere di iracheno da buttare in mezzo per risparmiarsi mesi e mesi di balle sull’Iraq. Balle puntualmente scoperte.
I signori sostenitori della versione fantasiosa sarebbero inoltre pregati di spiegare perché Mr. Bush non potrebbe aver “ordinato” l’attentato al fido Bin Laden (ipotesi compatibile con il “se lo sono fatto da soli” e molto più realistica) o perché non potrebbe aver saputo dell’attentato e lasciato fare.
Le ipotesi fantasiose, tra l’altro, impediscono proprio le indagini sulle possibilità più probabili (le due qui sopra) e “alternative” alla versione ufficiale, così come hanno garantito un’ottima copertura alle responsabilità di Giuliani, passate quasi inosservate se non fosse stato per un articolo del New York Times.
Per non parlare di come la già accertata responsabilità diretta di Bush che ha condannato alla malattia e alla morte molte più persone di quante non abbiano colpito derettamente gli "attentatori", diventi un dettalio insignificante per chi accolga le bizzarre tesi proposte ne video.
In questo quadro è perfettamente comprensibile che l'amministrazione Bush non abbia alcun interesse ad annichilire le ricostruzioni fantasiose mentre si impegna ad insabbiare le vere cause legali contando sulla copertura offerta dai media amici (che sullo scandalo ambientale a Manhattan parlano pochissimo e che sulla causa relativa al WTC 7 contro Giuliani si sono segnalati per l'assenza). Anche perchè in questo panorama nessuno chiede conto della vicinanza ai saufiti e neanche delle questioni poste ad esempio da Michael Moore nel suo film (per nulla taroccato) Fareheit 9/11"; per stare in tema di filmati di denuncia.
Infine la domandona: Abbandonare questi filoni di indagine, come pure quelli sulle responsabilità dell’amministrazione che esistono e sono dimostrate anche nel caso che gli attentati abbiano davvero colto di sorpresa Bush & co. , per seguire le ricostruzioni artificiose e chiaramente false di “Confronting the evidence” e operazioni del genere, a chi giova?
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