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[post dinamico] - Oaxaca
by imc Sunday, Oct. 29, 2006 at 5:44 PM mail:

Post dedicato alla raccolta di informazioni, aggiornamenti, e approfondimenti

.: Leggi la feature Barrticate e morte a Oaxaca :.

:: post dinamici - how to ::

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Chi era Brad
by Francesca Bria da Liberazione Sunday, Oct. 29, 2006 at 9:29 PM mail:

La breve e intensa vita d’un animatore di Indymedia. E di molto altro ancora
Brad, un mediattivista innamorato dei popoli e delle loro lotte


di Francesca Bria
«Cosa si può dire di questo movimento di Oaxaca, di questo movimento rivoluzionario? Sappiamo che si sta costruendo, sta crescendo, sta prendendo forma, sta cercando disperatamente una strada verso la democrazia diretta… la gente è stanca dei regimi autoritari, in questa lotta, in queste strade non puoi non sentire il messaggio della Selva Lacandona. Vedo le loro facce, indigeni, donne, bambini, così coraggiosi, sempre combattivi e risoluti… Oggi c’è stato un nuovo morto, un martire in più in questa guerra sporca, una volta ancora per piangere e soffrire, una volta ancora per conoscere il potere e la sua brutta faccia, un nuovo proiettile nella notte, un’altra notte sulle barricate».
Queste alcuni frasi tratte dall’ultimo reportage che Brad Will, il video reporter di Indymedia di 36 anni, ha scritto da Oaxaca dove si trovava quando è stato ferito a morte dai paramilitari messicani il 27 ottobre. L’ultimo reportage scritto da Brad dal titolo premonitore “Morte a Oaxaca”, raccontava l’assassinio dell’attivista messicano Alejandro García Hernández, ucciso sulle barricate durante un’azione organizzata dall’Assemblea popolare del Popolo di Oaxaca, organizzazione formata da contadini, indigeni, sindacalisti, insegnanti, comitati di quartiere e gruppi di base.

Brad si trovava in Messico da gennaio di quest’anno per documentare la carovana della
“Otra campagna”, seguendo il Subcomandante Marcos dal Chiapas fino a Città del Messico.

Nei primi di ottobre si era poi spostato ad Oaxaca e aveva continuato a fare il proprio lavoro anche quando era rimasto l’unico giornalista straniero presente sul posto e quando la situazione era diventata molto tesa. Quasi ogni giorno mandava su Indymedia reportage, foto e video anche se riusciva a fatica a trovare una connesione internet per uploadare le i suoi materiali.

Era con la sua telecamera in mano quando è stato ucciso. La telecamera più che un semplice strumento di lavoro era quasi una protesi per Brad e lo accompagnava sempre in tutte le sue avventure. La sua vita da attivista Brad ce l’ha raccontata attraverso le immagini, attraverso i suoi video girati in posti e situazioni dove molti di noi non andrebbero mai, dove i giornalisti che lavorano per le grandi testate non arrivano. A Brad piaceva parlare delle storie della gente, delle lotte organizzate dal basso, della possibilità di trasformare la società e non è un mistero che amasse il rischio e le situazioni estreme.

Dal 1999 era parte attiva di Indymedia, network globale di giornalisti indipendenti. E da Seattle in poi aveva dato vita con i suoi compagni a quello che diventerà un nuovo modo di fare giornalismo, inventandosi un media partecipato dove tutti possono pubblicare le proprie foto, i video e i reportage. Un giornalismo fatto attraverso la partecipazione, la cooperazione e la condivisione delle informazioni. Brad amava ripetere lo slogan fondante di Indymedia: “Don't hate the media, Be the media”, non odiare i media ma diventa tu stesso il Media. E ne aveva fatto una pratica di vita.

Ha contribuito alla fondazione di vari centri di media indipendenti a Seattle, in Messico, in Argentina e a New York. Da Seattle in poi lo abbiamo incontrato spesso: a Praga contro la Banca Mondiale, a Genova contro il G8, a Porto Alegre per il social forum, in Argentina durante la rivolta del 2001, in Equador contro la costruzione dell'oleodotto, a Miami contro l’area di libero commercio delle Americhe (Ftaa), in Bolivia contro la privatizzazione dell’acqua, del petrolio e del gas, in Brasile a fianco del Movimento Sim Terra, a New Orleans dopo l’uragano Katrina.

Tra i suoi ultimi video ricordiamo “The Miami Model”, video sulla protesta di Miami contro l’Ftaa, i video reportage sulle azioni di occupazione di terre del Mst a Goiania, in Brasile; e i reportage da New Orleans, dove Brad era stato per documentare il disastro ambientale ma anche per portare soccorsi alle famiglie colpite.

Nella sede di Indymedia New York Brad aveva la sua base operativa e viene ricordato dai suoi compagni come filmaker appassionato e ambientalista convinto. Oltre al suo computer e alla sua inseparabile telecamera portava con sè in ufficio anche materiale riciclato: riciclava un pò di tutto, cibo e verdura, a volte infatti riceveva le lamentele dei suoi colleghi per il cattivo odore che lasciava in giro.

L’ecologia e l’ambientalismo erano alla base della sua idea di attivismo. Dalla fine degli anni ‘90 era stato impegnato nella campagna contro il cambiamento del clima lavorando per una rete di Ong ambientaliste, girava solamente in bicicletta ed era uno degli animatori delle partecipatissime Critical Mass, ovvero raduni di ciclisti che promuovono un’alternativa sostenibile alla cultura delle macchine, del petrolio e dell’ingiustizia ambientale.

Per Brad la critica al capitalismo aveva senso solo in una prospettiva di cambio radicale, a partire dalla propria vita e da parziali esperienze di cambiamento locale inserite in una dimensione globale. Per questo motivo nel 1999 insieme ad Earth First, organizzazione ambientalista inglese, aveva dato vita ai Reclaim the Streets, le prime Street parade anticapitaliste, e alle azioni di “guerrilla gardening”, pratica degli ambientalisti che consiste nel piantare alberi, fiori e semi in strade e piazze contro l’inquinamento.

A New York, oltre alla sua attività di filmaker e giornalista indipendente, Brad lavorava come volontario al “Blackout Bookstore and Info-Shop”, libreria anarchica e centro sociale gestito insieme ad alcuni compagni e artisti nel Lower East Side di New York. Qui si trova il mondo culturale di Brad: dalle ultime teorie sulla globalizzazione economica, a libri ambientalisti, riviste specializzate in teorie sociali fino alle ultime funzine anarchiche e archivi di video indipendenti. Ma la caratteristica di questo posto è che più una libreria è un luogo integrato nella comunità: ed è questo il motivo per cui Brad contribuiva alla riuscita di questo progetto, per lui un centro di aggregazione, uno spazio dove organizzare video proiezioni, dibattiti, azioni e cene sociali.

Alla festa di inaugurazione della libreria nel 1994, dove Brad era presente, è stato presentato il libro “Zapatisti” della casa editrice Autonomedia. E’ proprio il movimento zapatista che ha ispirato la nascita del centro sociale di Brad e la sua intera vita politica. E sono le parole e le azioni del subcomandante Marcos e delle comunità messicane che Brad ha seguito come esempio di ribellione, fino alla sua morte.


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aggiornamento dal Messico
by imc Sunday, Oct. 29, 2006 at 9:32 PM mail:

Tutta la gente sta scendendo nelle piazze per denunciare le violenze della polizia. Migliaia di persone in Città del Mesico manifestano contro la repressione della polizia a Oaxaca. Intanto a Oaxaca si stanno facendo barricate per evitare che la polizia federale possa entrare nella città. La polizia ha già sparato con i cannoni ad acqua contro i cordoni.

Purtroppo tre camion di polizia sono riusciti ad arrivare quasi al centro della città di Oaxaca, infiltrandosi tra le maglie delle barricate.

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aggiornamento ore 21 40
by imc Sunday, Oct. 29, 2006 at 9:49 PM mail:

I tank della polizia federale preventiva stanno avanzando nel centro della città di Oaxaca. Si sta cercando di andare incontro alla polizia per accerchiarla pacificamente e costringerla ad uscire dalla città.
Dalla radio dell'università si sta chiedendo ai compagni di recarsi li per proteggere la possibilità di continuare a parlare attraverso la radio. Si sta chiedendo di fare un cordone umano intorno alla radio.

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aggiornamento 22 10
by imc Sunday, Oct. 29, 2006 at 10:24 PM mail:

La polizia ha cominciato a tirare sassi contro le barricate ferendo diverse persone. Sono ora in atto diversi lanci di sassi anche se dalla radio universitaria si fa appello alla calma per non portare la manifestazione ad un massacro. I compagni continuano a marciare anche andando verso la città universitaria per proteggere la radio. Cercando contemporaneamente di circondare la polizia.
La polizia avanza nel centro della città. Ci sono tre elicotteri che stanno solvolando in maniera bassa con franchi tiratori. La polizia in grigio con passamontagna sta rastrellando nelle case, ha arrestato finora 4 persone.

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aggiornamento 22.10
by imc Sunday, Oct. 29, 2006 at 11:14 PM mail:

la polizia ha conquistato la piazza dello Zocalo.
dalla radio vengono date indicazioni ai manifestanti perche' arretrino verso la citta' universitaria e permettano alla testa del corteo di uscire dallo zocalo.
si chiede anche di portare viveri all'interno dell'universita' per prepararsi a resistere.

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Aggiornamento 24
by imc Monday, Oct. 30, 2006 at 12:19 AM mail:

I manifestanti sono arretrati dallo zocalo ad un ponte, dove la polizia li ha caricati violentemente lanciando lacrimogeni anche dagli elicotteri.
Dalla radio si chiedono cibo, acqua e protezioni contro i lacrimogeni per le barricate.
Poco fa 50 manifestanti sono stati arrestati e caricati su uno dei tre elicotteri che sorvolano la zona.
Nelle strade intanto si e' passati al corpo a corpo tra manifestanti e polizia, che ha preso a inondare i manifestanti di acqua con acido.
Un manifestante e' stato colpito da proiettili.
Manifestazioni sono in corso anche a citta' del messico e michoacan.

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aggiornamento 02:02
by IMC Monday, Oct. 30, 2006 at 2:03 AM mail:

Il segnale di Radio Università, che in queste ore stava aggiornando sugli avvenimenti di Oaxaca, è caduto. Molto probabilmente è stata interrotta l'energia elettrica.

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Anche su decoder dovrebbero arrivare news
by Cabal_Underground Monday, Oct. 30, 2006 at 9:48 AM mail:

Da una ns sorella che quando può ci manda news e foto da oaxaca è arrivato questo.

Dalla ns inviata L. del Monte: Non ho piu mandato niente ma la cosa qui e' grave: 16 morti di cui 4 sono di ieri. uno era un compagno di indymedia new york che ho conosciuto la settimana scorsa. Gli hanno messo due pallottole, copriva oaxaca da poche settimane e girava proiettando due documentari sulla guerra in libano di un amico suo di indy. oggi dovrebbero entrare i federali e i militari. la citta è deserta. tutto chiuso. domani se posso mando notizie e foto.

ciao a tutti

In giornata dovrebbero quindi arrivare news in italiano e foto.

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identificati gli assassini
by imc Monday, Oct. 30, 2006 at 7:44 PM mail:





Juan Carlos Soriano, Manuel Aguilar, capo del personale del municipio di Santa Lucia del Camino, Abel Santiago Zárate, consigliere comunale per la 'Seguridad Pública' e noto militante del Partido Revolucionario Institucional (PRI) e Pedro Carmona, un ex paramilitare sarebbero stati individuati e riconosciuti come gli autori dell'omicidio del reporter statunitense Brad Will, ucciso durante gli scontri fra manifestanti e agenti di polizia a Oaxaca. Secondo testimoni un altro uomo sarebbe implicato nella morte del cineoperatore.

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Omaggio a Brad
by Annamaria Monday, Oct. 30, 2006 at 11:58 PM mail: maribel_1994@yahoo.it

La Jornada - Lunedì 30 ottobre 2006

Luis Hernández Navarro

Brad Will

Il lungo e magro corpo giace sul freddo asfalto di una strada nel municipio Santa Lucía del Camino, Oaxaca. Sul dorso nudo un filo di sangue mostra le ferite mortali provocate da due pallottole calibro nove millimetri. Legata al polso c'è una videocamera HD professionale. Il suo nome è Bradley Will ed era nato negli Stati Uniti. Aveva 36 anni. Era giornalista della rete alternativa Indymedia.

Brad Will è stato assassinato lo scorso 27 ottobre. Stava riprendendo l'attacco dei pistoleri al servizio di Ulises Ruiz contro le barricate innalzate nella colonia Calicanto. Un consigliere comunale, il capo della sicurezza del municipio e due poliziotti sparavano sugli oppositori al governatore dello stato. Lo hanno fatto anche contro Brad che stava documentando l'aggressione, sempre dietro un gruppo di giovani. Non si esponeva allo scoperto, ma i pistoleri lo tenevano di mira. E caduto sotto i colpi.

Malato, Will era arrivato in Messico nell'ottobre del 2006. Il suo amico, il giornalista Al Giordano, editore di The Narco News Bulletin, gli aveva raccomandato di non viaggiare per il paese. "Conoscendo - ha scritto Giordano - la sfortuna che aveva incontrato Brad nel coprire altre notizie (la polizia l'aveva picchiato a New York ed in Brasile mentre faceva questo lavoro importante, ma pericoloso), le sue difficoltà con la lingua spagnola ed il rischio elevato che corrono i giornalisti indipendenti (...) lo pregai di non andare.”. Il giornalista non lo ascoltò.

Nonostante queste difficoltà Brad si era integrato rapidamente nelle sue attività di informazione a Oaxaca. Non era per nulla un novellino. Oltre a lavorare per Indymedia era stato promotore di radio libere negli Stati Uniti, dove collaborava alla stazione radio newyorkese Steal This Radio, una delle più importanti stazioni pirata della metà degli anni novanta. Attivista dell'informazione, dovunque ci fossero mobilitazioni popolari Brad cercava il modo di esserci per raccontare la storia. Narrò e filmò così occupazioni di terre nel nordest degli Stati Uniti, lotte contro la privatizzazione in Bolivia, proteste contro la globalizzazione neoliberale e occupazione di di terre in Brasile.

Il suo lavoro giornalistico nel sud del Messico risultò impeccabile. Così tanto che è finto per risultare scomodo al potere. Le immagini che aveva ripreso delle aggressioni contro il movimento popolare oaxaqueño avevano catturato le facce dei pistoleri ed assassini. La sua ultima cronaca, "Morte a Oaxaca", è una drammatica testimonianza dell'assassinio di Alejandro García Hernández, attivista dell'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO), e della repressione del governatore Ulises Ruiz contro i ribelli.

Brad è un esempio della nuova generazione di attivisti dell'informazione transnazionali incubati e riprodotti dalla lotta di Seattle contro l'Organizzazione Mondiale del Commercio nel 1999. Si tratta di giornalisti che lavorano fuori dai grandi consorzi informativi, utilizzando gli strumenti informatici più moderni, come il php, linguaggio di programmazione che permette la pubblicazione aperta ed interattiva attraverso Internet (si veda Wilkipedia).

Indymedia, la rete mondiale dei centri di media indipendenti con la quale egli collaborava, è una dimostrazione emblematica di questo impegno politico. Formata da collettivi locali nei cinque continenti, è nata dalla collaborazione tra attivisti tecnologici - hackers - ed attivisti dell'informazione tradizionali. La cosa innovativa del suo modello è che è stata pioniere nel raggruppare, rendere visibili e favorire la pubblicazione di informazioni generate da chi partecipava a proteste sociali, rompendo il cerchio mediatico dei grandi consorzi informativi.

Will è vissuto con grande semplicità, in un edificio abbandonato, lontano dalle comodità materiali. Il suo lavoro di giornalista era volontario. La maggioranza delle sue entrate servivano per finanziare la sua attività. Musicista e compositore, è diventato, inoltre, un trovatore della nuova epica altromondista.

Per il suo compagno Teo Ballve, "il suo viso sembrava sempre felice. Non posso descriverlo altrimenti. Ricordo il suo entusiasmo. Ricordo il suo impegno". Secondo la sua amica Jennifer Whitney aveva "un enorme cuore aperto, ed assolutamente dedito a mettersi al servizio della gente in lotta. Era una di quelle strane persone che sembrano, almeno in superficie, aver trovato una specie di equilibrio tra la grande serietà delle lotte che documentava e l'allegria e la speranza necessarie per fare il lavoro".

Il 17 febbraio 2005, Brad scrisse, dopo una selvaggia repressione governativa contro un'occupazione di terre nella città di Goiania, Brasile, sulla quale informò ampiamente: "Non posso dire come ci si sente bene ad essere vivo". Tragicamente, dopo la sua esperienza oaxaqueña, non può dire la stessa cosa.

Questo 29 ottobre, in piena offensiva poliziesca contro il movimento popolare, tra gas lacrimogeni e gendarmi che picchiavano i cittadini che resistevano alla repressione con i loro corpi, centinaia di oaxaqueños umili hanno fatto visita al suo feretro per rendergli un ultimo omaggio. Donne che piangevano e pregavano baciavano la bara per ringraziare il suo impegno ed onestà, e dargli l'addio. Il ricordo di Brad rimarrà vivo nella memoria di una delle più grandi rivolte nella storia contemporanea del Messico.

(Traduzione Comitato Chiapas “Maribel” – Bergamo)

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arrestate 11 persone ad un presidio di protesta a NYC
by da nyc imc Tuesday, Oct. 31, 2006 at 1:03 AM mail:

http://nyc.indymedia.org/en/2006/10/78080.html

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foto da Oaxaca
by Cabal_Underground Tuesday, Oct. 31, 2006 at 10:19 AM mail:

arrivate un po' di foto del 30 ott. attendiamo altre in giornata.

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el yunque
by Alle Tuesday, Oct. 31, 2006 at 7:49 PM mail:

chi non potesse leggere direttamente i libri di Alvaro Delgado x "mondadori" (vincitori di premi giornalistici in mexico)puo informarsi(wikipedia) su l' Organizzazione Nazionale de "el Yunque" e la sua attivita nel PRI dagli anni 30- a OGGI PURTROPPO


http://es.wikipedia.org/wiki/Organizaci%C3%B3n_Nacional_del_Yunque

e' in spagnolo ma si capisce

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brad will, presente!
by iena Wednesday, Nov. 01, 2006 at 11:42 AM mail:

un altro morto. un fotografo, un americano,ma soprattutto un ragazzo allegro, un ambientalista, un amico.
brad mi è piaciuto fin dalla prima volta in cui l'ho visto:
colla chitarra al collo, alla fine di una biclettata di critical mass che attraversava le zone piu' remote di brooklyn. brad propone di proseguire per andare a vedere il mare. lo seguiamo, perchè l'entusiasmo nel suo sorriso dava sicurezza e prometteva divertimento.
alla spiaggia si fa un fuocherello e brad inizia a cantare le canzoni degli operai e dei tagliaboschi dell'america precedente al macartismo ( peet sieger, woblies,jonny cash,etc) ascolto affascinata.. poi mi chiede di dirgli
le parole di bella ciao, dato che conosceva solo il ritornello.
l'ho ricontrato molte volte,dormiva col sacco a pelo per terra di fianco ai server di indymedia.. mi chese di genova, mi raccontò dell'argentina. ogni volta che ci si rivedeva l'ho abbracciato perchè aveva un calore umano cosi speciale, così poco nordamericano. poi mi raccontava delle spedizioni notturne con i piu giovani punk arrivati come lui dalle città provinciali, alla ricerca di cibo e pane scartato dai negozi in chiusura.
nel 2001, brad organizzò con altri mediattivisti due eventi su carlo giuliani.
anche se era un bravo fotografo, la sua miglire capacità era riuscire a far stare tutti insieme, dai brontoloni ai giovani, ai tecnici agli idealisti nelle riunioni.
brad irradiava spontaneitaà e non si è mai
vantato delle sue avventure come giornalista.
recentemente, in messico, stava insegnando ai gruppi locali come produrre i propri video e altri materiali per media indipendenti..
la sua morte non conta più delle altre morti ( siano di messicani, ecuadoriani, colombiani) in questi giorni orrendi a oaxaca, ma, come quella di carlo giuliani,
dimostra come nessuno sia esente dai colpi sparati sulla folla da un governo repressivo.
Ancora una volta, il tesserino di giornalista, come in iraq o in palestina non è abbastanza per proteggere chi sceglie di andare a testimoniare, a vedere ad aiutare chi lotta.
ciao brad!

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le parole di brad will
by iena Wednesday, Nov. 01, 2006 at 11:48 AM mail:

brad parla di sè e del suo lavoro ai media.
documento interessante, soprattutto considerando che i media americani ufficiali non stanno dando alcuna rilevanza
al suo caso.

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raccolta post oaxaca
by a Wednesday, Nov. 01, 2006 at 3:39 PM mail:

http://italy.indymedia.org/news/2006/10/1173941_comment.php#1174436

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Presidio di solidarietà contro la repressione del movimento popolare di Oaxaca
by giovedi 2 novembre a Firenze Wednesday, Nov. 01, 2006 at 4:55 PM mail:

Presidio di solidarietà
contro la repressione
del movimento popolare a Oaxaca (Messico)

Giovedì 2 Novembre ore 18
davanti al Consolato Messicano
Via Arte della Lana 4(tra Via Porta Rossa e Via Calzaiuoli)

4 morti, decine di feriti, un centinaio di arresti.
Questo l?ultimo bilancio dell?intervento militare dell?esercito federale
messicano, mandato dal Presidente uscente ultraliberista Vicente Fox a
reprimere la rivolta popolare nella città di Oaxaca.
L?assemblea popolare dei cittadini di Oaxaca (APPO), formata da centinaia di
organizzazioni, chiede da tempo il ripristino della democrazia nella regione,
con la destituzione dello screditato governatore della regione Ulises Ruiz,
responsabile del malgoverno e di politiche autoritarie e antipopolari, con
sistematiche violenze e sopraffazioni verso gli abitanti - in gran parte indios
- che hanno portato all?assassinio di decine di esponenti delle lotte sociali.
Per far cessare le azioni di resistenza civile, iniziate con le rivendicazioni
sindacali dei maestri in sciopero da cinque mesi, ma estese alle realtà di
base e poi alla quasi totalità della popolazione, il governo messicano ha
inviato a Oaxaca, temendo il diffondersi delle proteste in tutto il paese,
migliaia di armati della guardia nazionale e dell?esercito.
L?offensiva militare di assalto alla città di Oaxaca si è scatenata con
l?impiego di idranti, elicotteri, tanks, buldozzer, blindati.
E? stato aperto il fuoco sui manifestanti che stavano occupando il centro
della città e dimostrando con presidi, cartelli, striscioni una ferma e
compatta opposizione alla sistematica violazione dei diritti e alla brutale
repressione in corso.
Nella feroce e sanguinaria aggressione in tenuta di guerra, dove erano presenti
anche paramilitari inviati dallo stesso Fox e dal governatore Ruiz, sono
partite le raffiche. Sono stati assassinati, tra gli altri, un ragazzo di 14
anni e il reporter di Indymedia Brad Will, che stava riprendendo l?attacco
sferrato verso la popolazione civile.
Gli arrestati, tra cui molte donne, sono stati trasferiti illegalmente in
carceri militari.
Molti cittadini sono stati sequestrati e di loro non si hanno notizie.

SOSTENIAMO LA LOTTA DEL POPOLO DI OAXACA;
CONDANNIAMO L?INVASIONE E L?OCCUPAZIONE MILITARE;
CHIEDIAMO DA SUBITO:
- IL RITIRO DELLE FORZE FEDERALI E DELL?ESERCITO
- LA LIBERTA? IMMEDIATA DEI DETENUTI E DEI SEQUESTRATI
- LE DIMISSIONI DEL GOVERNATORE RUIZ
- LA CONDANNA DEI RESPONSABILI DELLA REPRESSIONE
- IL RIPRISTINO DELLE LIBERTA? DEMOCRATICHE

Prime adesioni:
Comitato La Madrugada, CPA Fi Sud, Cantiere Sociale Camillo Cienfuegos,
Comitato Fiorentino Fermiamo la guerra, PRC/Fi, Unaltracittaunaltromondo,
Giovani Comunisti, Circolo Aziendale Ferrovieri PRC/Fi Spartaco Lavagnini,
Rivista L?Ernesto, Giù le mani dal Venezuela, FalceMartello

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Un punto della situazione con Gianni Proeittis
by radiondarossa Wednesday, Nov. 01, 2006 at 8:26 PM mail:

Un sunto della situazione su Oaxaca dove la lotta non si ferma. Ascolta

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PRESIDIO AMBASCIATA MESSICO
by YA BASTA MOLTITUDIA Thursday, Nov. 02, 2006 at 11:36 AM mail:


GIOVEDI 2 NOVEMBRE ORE 18,00 PRESIDIO ALL'AMBASCIATA DEL MESSICO
NESSUNO TOCCHI OAXACA!
CONTINUA LA MOBILITAZIONE…
FACCIAMO NOSTRO L’APPELLO DELL’EZLN
ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
MESSICO
30 Ottobre 2006
Ai Popoli del Mondo
Ai/Alle Compagn@ aderenti alla Sesta Internazionale
Dalla Commissione Intergalattica dell'EZLN
Sorelle e fratelli
Compagne e compagni
Al Popolo di Oaxaca, che ci sta chiamando, per questo lanciamo anche noi un APPELLO.
Dobbiamo mostrare nei fatti la PAROLA. Non siete Soli.
Come i/le compagni/e dell'Assemblea Popolare del Popolo di Oaxaca, che ci stanno mostrando la loro dignità nella lotta.
L'Appello è a fare azioni di lotta pacifiche. Occupazioni di Ambasciate, Blocchi, Marce, presidi, meeting, azioni di protesta, da tutte le parti del mondo. Per il 1° di Novembre 2006 e di nuovo il 20 Novembre.
Facciamo insieme mobilitazioni in tutte le parti del mondo lo stesso giorno: il 1° di Novembre ed il 20 di Novembre.
Perché ieri quel malvagio di Fox, governo dei ricchi del Messico, ha fatto intervenire i suoi Poliziotti della Federale Preventiva ed i suoi elicotteri dei soldati messicani, per far una guerra ingiusta al popolo di Oaxaca: questo è quello che Fox chiama dialogo.
Ci sono morti, feriti, imprigionati.
Per questo il nostro appello è per:
1- che se ne vada immediatamente l'esercito messicano e la polizia federale preventiva
2 - la libertà immediata dei/delle compagni/e detenuti/e
3 - la giustizia per i/le compagni/e assasinati/e e punizione degli assassini
4 - che se ne vada immediatamente quell'assassino di Ulises Ruiz.

Esigere la libertà dei/delle nostri/e compagni/e prigionieri/e politici di Atenco.
La nostra forza fratelli e sorelle, compagni e compagne, è che siamo i poveri del mondo: lottiamo tutti e tutte insieme.
Se lo aspetta il popolo di Oaxaca.
Commissione Intergalattica dell'EZLN
Tenente Colonnello Insurgente Moisés

A SOSTEGNO DEL POPOLO DI OAXACA INVITIAMO TUTTE E TUTTI ALLA MOBILITAZIONE SOTTO

L’AMBASCIATA MESSICANA
ROMA VIA LAZZARO SPALLANZANI 6
GIOVEDI 2 NOVEMBRE ORE 18,00

ASSOCIAZIONE YA BASTA! MOLTITUDIA


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l'università sotto attacco
by (((i))) Thursday, Nov. 02, 2006 at 9:41 PM mail:

in questo momento la polizia sta attaccando l'università e la radio (http://radio.dyne.org:8000/ondarossa.mp3 tradotta in diretta)

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foto della battaglia all'universita'
by imc nyc Friday, Nov. 03, 2006 at 1:13 AM mail:

http://nyc.indymedia.org/en/2006/11/78641.html

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la gente di oaxaca ricorda brad will
by a Friday, Nov. 03, 2006 at 2:09 AM mail:

Homenaje a Brad, él vive en el corazón y las luchas de Indymedia ((( i ))) :

http://nyc.indymedia.org/en/2006/11/78612.html



Oaxaca residents build altars to honor victims:

http://nyc.indymedia.org/en/2006/11/78583.html




More photos of tributes to Brad in Oaxaca :

http://nyc.indymedia.org/en/2006/11/78494.html

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Nuove foto da Oaxaca
by Cabal Underground Friday, Nov. 03, 2006 at 9:07 AM mail:

Come al solito dalla sister L. del Monte

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News e foto da Oaxaca
by Cabal Underground Saturday, Nov. 04, 2006 at 1:00 PM mail:

L. del Monte continua a fare il suo dovere controinformativo da Oaxaca: Giovedì 2 novembre. E' battaglia! (con foto)

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Solidarietà da spezzano albanese cosenza
by sp Saturday, Nov. 04, 2006 at 5:18 PM mail:

http://italy.indymedia.org/news/2006/11/1176046.php

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manifestazione di domenica 5/11/06 e foto
by an pa Monday, Nov. 06, 2006 at 4:31 PM mail:

qui potete trovere le foto della manifestazione di ieri a oaxaca. una manifestazione pacifica e senza nessuno scontro.

le foto a questo link:
QUI

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Oaxaca
by Nat Monday, Nov. 06, 2006 at 5:44 PM mail:

Vi forwardo una mail che mi e' arrivata:


Please inform yourselves about the situation in Oaxaca, complex and labyrinthine though it may be. A political scientist speaking on the CBC last night summed it up best: the people of Oaxaca State want democratic
change, much like the people in Eastern Europe demanded before the fall of the Iron Curtain. For that, they demand that the Governor of the State step down, that fair and transparent elections be called. Here is an email I
received, which I am circulating to you:

(Please forward this email to as many people as you can. It's very urgent)

The situation in Oaxaca, Mexico has become extremely dangerous. The paramilitary assasinations have escalated to the point that the city is now being ocuppied by federal troops and the Mexican army. They are rounding up
innocent people and disappearing them. It's urgent that the international community takes action to let the Mexican government know that their actions are not going unnoticed. What follows is a list of simple things you can
undertake to help by internationalizing the situation:

To let Mexican officials know that the international community is watching:

PLEASE, it's urgent that you send emails to the list of addresses below.
Your message can be this simple (you can cut & paste or make your own):

*The world is watching your actions in Oaxaca. Withdraw the federal police & the army, control the paramilitary forces & negotiate a non-violent solution immediately!

*El mundo entero esta vigilando las acciones gubernamentales en Oaxaca. Retiren al ejercito y a la policia federal y controlen a los paramilitares
de Ulises. ¡Queremos una solución no-violenta!

Send your message to the following addresses:

PRESIDENT OF MEXICO
Presidente Vicente Fox Quesada
Fax: Fax: 011 52 (55) 5516 9537 / 5573 2126,
E-mail : radio.presidencia.gob.mx OR webadmon@appresidencia.gob.mx

NATIONAL SECRETARY OF GOVERNMENTAL AFFAIRS
Licenciado Carlos Abascal Carranza, Secretario de Gobernación
Bucareli 99, 1er. piso, Col. Juárez, Delegación Cuauhtémoc, México D.F.,
C.P. 06600, México
Fax: 011 52 (55) 509- 3 3414

GOVERNOR OF OAXACA
Lic. Ulises Ruiz Ortiz, Gobernador Constitucional del Estado de Oaxaca
Fax. 01 (951) 51 6-59-66,516-06-77
fax: 516-37-37/ cel: 0449515470377
gobernador@oaxaca.gob.mx

PERSONAL SECRETARY TO THE GOVERNOR OF OAXACA
Felipe Sardain
Secretario Particular del Gobernador
TEL: 011-52-951-515-6056/ 515-57-26
EMAIL: felipezardain@oaxaca.gob.mx

SECRETARY GENERAL OF OAXACAN GOVERNMENTAL AFFAIRS
Secretario General de Gobierno de Oaxaca
TEL: 011-52-951-516-22-21/ 516-22-81
EMAIL: sriagral@oaxaca.gob.mx

ATTORNEY GENERAL OF THE STATE OF OAXACA
Procuradora General de Justicia del Estado de Oaxaca
Tel. 011 52 (951) 511-51-74, 511-51-21, 511-51-20, 511-50-20
fax 011 52 951 511-52-19
EMAIL: procuraduria7@oaxaca.gob.mx

In addition to contacting the Mexican government, we encourage you to
contact your own elected representatives and heads of state and demand that
they put pressure on the Mexican government to stop the violence
immediately.
In the U.S., you can contact the White House at the number/fax/email
below:
tel: 202-456-1111
fax: 202-456-2461
email: comments@whitehouse.gov.

To keep informed:

*IF YOU SPEAK/READ SPANISH, you can keep up-to-date at:
http://www.jornada.unam.mx
http://www.asamblea.popular.oaxaca.com (listen to the popular radio broadcast)
www. noticias-oax.com.mx

*FOR COVERAGE IN ENGLISH:
http://www.narconews.com (look especially for articles by Nancy Davies)
*A CONTINUOUS LISTSERVE ON OAXACA AT:
http://www.yahoogroups.com/oaxacastudyactiongroup

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La “Comuna” di Oaxaca
by Battaglia Comunista Saturday, Nov. 11, 2006 at 11:33 PM mail:

La “Comuna” di Oaxaca
Il continente latino americano tra rivolta sociale e pantano riformista
Il continente latinoamericano, ricco di risorse naturali e di miseria, di rabbia sociale e di rassegnazione, per molti aspetti sta vivendo una nuova fase storica di cui se, oggi, è possibile abbozzare le linee generali, è però meno facile prevedere gli sbocchi.

Anni di spudorato saccheggio – detto neoliberista - hanno accumulato un potenziale esplosivo enorme, finora capitalizzato da quei settori della borghesia che, per questo e altri motivi ancora, forse intravedono la possibilità di scrollarsi di dosso il più che secolare dominio statunitense.

E’ in tale contesto che si inserisce la Comuna de Oaxaca.

Lo stato di Oaxaca (la cui capitale porta lo stesso nome), nel Messico meridionale, è una delle regioni più povere del paese centroamericano; da lì parte un forte flusso migratorio verso l’immensa periferia di Città del Messico, verso le maquilas addossate al confine statunitense – dove lo sfruttamento della classe operaia, per lo più femminile, non conosce freni – o verso gli USA. L’ineguaglianza o, meglio, la divisione in classi appare nettissima, anche se la classe operaia propriamente detta non occupa gli ultimi gradini della scala sociale. Questo “privilegio” tocca ai disoccupati e ai poverissimi contadini appartenenti alle popolazioni indigene, angariati e sfruttati dai caciques, grandi proprietari terrieri, che hanno ai loro ordini , oltre alle forze dello stato, squadre armate di assassini e gentaglia simile.

Il governatore dello stato, Ulisses Ruiz Ortiz, eletto nelle file del PRI (con l’accusa di frode elettorale, corruzione e chi più ne ha più ne metta), ha appoggiato il leader del partito di destra PAN, Felipe Calderòn, che ha “vinto” le elezioni presidenziali in maniera smaccatamente truffaldina, e che i suoi oppositori chiamano “simpaticamente” FECAL.

Tale è dunque il quadro in cui si inscrivono l’esperienza e la sanguinosa repressione della Comuna di Oaxaca. Essa prende le mosse l’estate scorsa da un “rituale” sciopero dei maestri. Praticamente ogni anno gli insegnanti scendono in sciopero verso maggio, appoggiati dal mastodontico sindacato della scuola SNTE che, forse più che in altri paesi, è intimamente colluso col potere – un tempo il PRI, oggi anche il PAN – e, come spesso accade, si presta volentieri agli intrighi dei politicanti, strumentalizzando le genuine rivendicazioni dei maestri ai fini dei laidi giochi di potere interborghesi.

Ad Oaxaca, però, domina la Secciòn 22 del SNTE che, secondo più fonti, sfugge al controllo totale della dirigenza sindacale e pratica un sindacalismo più combattivo.

Punto di svolta, il 14 giugno, quando il governatore manda la polizia a disperdere il plantòn – sorta di presidio permanente – degli scioperanti. Ne seguono scontri violentissimi; dopo una ritirata iniziale, i maestri si riorganizzano e ricevono l’aiuto degli strati poveri della popolazione. Due giorni dopo, un corteo di 300.000 persone sfila per le vie di Oaxaca, chiedendo le dimissioni di Ruiz. Il 17 nasce la APPO (Asamblea Popular de los Pueblos de Oaxaca), organismo che riunisce diverse organizzazioni: dalla Secciòn 22 ai comitati contadini, ai disoccupati… Dunque, ancora una volta l’intervento repressivo dello stato impone un salto qualitativo alla situazione: quello che era un “normale” episodio sindacale si trasforma in un movimento apertamente politico.

Nascono comitati di lotta, funzionanti, se abbiamo capito bene, sul principio della democrazia diretta, vengono occupati edifici e luoghi pubblici, alcune radio si attivano per coordinare la lotta, si mettono in piedi squadre di autodifesa per proteggersi tanto dalle forze repressive dello stato e dagli squadroni della morte (che cominciano ad ammazzare) che dalla criminalità comune.

Questo stato di cose si trascina per qualche tempo, anche perché il governatore, per diverse ragioni, è restio a far intervenire l’esercito (per es., il 60% della fanteria è composto da oaxacheni). Poi, a fine ottobre, si scatena la repressione, attuata dalle forze speciali, con il solito tragico corteo di arrestati, feriti, morti.

Al di là di quella che sarà la conclusione della vicenda, quali spunti di riflessione offre l’esperienza della APPO e della rivolta di Oaxaca? Una è già stata accennata: spesso e volentieri è la borghesia che impone il terreno di lotta e su questo è obbligato a scendere chi vuol lottare contro di essa, per quanto sconnesso e scivoloso esso sia. La seconda, ma non in ordine di importanza, è che una volta di più emerge drammaticamente l’assenza/necessità del partito.

La popolazione povera di Oaxaca e anche settori di piccola borghesia hanno dimostrato una generosa determinazione alla lotta, ma rimane invischiata in una melassa politica in cui accanto a parole d’ordine classiste ne convivono altre interclassiste, di stampo classicamente riformista e democratico-nazionalista.

Per esempio, come nei moti argentini del 2001, i manifestanti sventolano la bandiera nazionale e allo stesso tempo vogliono un mondo senza sfruttati né sfruttatori (vedi: http://www.asambleapopula-rdeoaxaca.com).

Se a Oaxaca fosse presente il partito di classe, cercherebbe di sviluppare gli aspetti classisti della lotta, di orientarla sul terreno di classe, di strapparne la direzione politica a stalinisti, trotskysti (molto attivi) e riformisti in genere, che fanno delle dimissioni di Ruiz e del ripristino (?) della democrazia il loro principale obiettivo.

Operebbe per allargare la lotta al di fuori dei confini dello stato, di suscitare la simpatia e l’attiva solidarietà del proletariato messicano (e degli strati sociali ad esso vicini), finora (1 novembre) spettatore passivo e decisamente più interessato allo scontro, tutto interno alla borghesia, tra AMLO (A.M. Loper Obrador, il candidato del PRD cui è stata scippata la vittoria alle presidenziali) e FECAL.

Battaglia Comunista - Partito Comunista Internazionalista

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Oaxaca, dopo la battaglia dell'università e la 6° megamarcha
by Martin Juarez (LTS, Messico) Sunday, Nov. 12, 2006 at 6:23 PM mail:

Oaxaca, dopo la battaglia dell'università e la 6° megamarcha
http://italy.indymedia.org/news/2006/11/1181124.php


Uno degli ultimi articoli della LTS del Messico sulla situazione a Oaxaca. Potete seguire quotidianamente (dichiarazioni e articoli d'analisi della FTQI e della LTS, articoli e communicati dell'APPO e delle organizzazioni oacaqueñas, interviste di dirigenti dell'Assemblea, articoli della stampa messicana) sul sito web http://www.ft-ci.org
Oaxaca
Dopo la battaglia della Città Universitaria, bisogna riprendere l’offensiva

Martín Juárez

Nonostante la APPO e il popolo di Oaxaca abbiano dovuto ritirarsi all’interno della città universitaria dopo l’entrata della Polizia Federale (PFP) il 29 ottobre, sono rimaste in piedi le barricate. Anzi, nuove barricate sono state costruite e la direzione della XXII° sezione del CNTE non ha potuto imporre il ritorno al lavoro e la fine dello sciopero a causa della scontentezza e dell’opposizione degli insegnanti in lotta . L’avanguardia e le masse combattive avevano perso una battaglia ma non la guerra. È quello che ha dimostrato la battaglia della Città Universitaria del 2 novembre che ha permesso di far fare marcia indietro alla polizia.

La battaglia della Città Universitaria, un trionfo delle masse
Malgrado l’entrata della polizia a Oaxaca e l’occupazione dello Zócalo (Piazza centrale della capitale) da parte delle forze repressive , il dispiegamento poliziesco-militare non ha sconfitto il movimento oaxaqueño . Di fronte a questo fatto, settori del regime hanno proposto che il governatore Úlises Ruiz presenti le sue dimissioni o chieda una “licencia”. Questo ha ovviamente generato nuove discussioni e crisi all’interno del regime tripartito poiché il PRI continua rifiutare la via d’uscita proposta dal PAN e dal PRD. Vertendo le rivendicazioni centrali del movimento oaxaqueño sulle dimissioni di Úlises Ruiz, il pericolo più grande per le istituzioni è comunque che le masse leggano come una loro vittoria l’eventuale partenza di URO.
Di fronte a questa possibilità, per placare la discussione e favorire una soluzione negoziata fra i tre principali partiti del regime e per farla finita una volta per tutte con questa lotta che potrebbe avere un impatto su Messico DF, su altri Stati della federazione messicana e su altri settori di lavoratori e popolari, il governo ha deciso di attaccare la Città Universitaria. Dopo una settimana di logorio dell’avanguardia da parte delle forze repressive, il governo ha stabilito di portare un colpo decisivo al movimento per “normalizzare” e “stabilizzare” lo Stato di Oaxaca attaccando la Città Universitaria.
È effettivamente dall’Università Benito Juárez che si continuava a trasmettere Radio Universidad. È dall’università che si riorganizzavano le barricate dopo l’occupazione dello Zócalo da parte della PFP. Essa si era trasformata nel corso degli ultimi giorni nell’ultimo bastione di resistenza.
Alla fine della mattinata, il 2 novembre, è scattato l’attacco. Ma l’azione repressiva della PFP (fortemente appoggiata da blindati leggeri ed elicotteri, con il sostegno della polizia statale e di gruppi paramilitari ) ha invece rilanciato la dinamica di lotta fra gli studenti combattivi, i settori più militanti dell’APPO, mille cittadini e contadini (“colonos”), scesi verso la Città Universitaria dai “barrios” e dai campi, i lavoratori e gli insegnanti dell’università. Scandendo “Fuori la PFP di Oaxaca”, i combattenti hanno circondato le forze di polizia, dimostrato la loro superiorità numerica e la loro determinazione ad affrontarle militarmente. Tutto ciò ha obbligato la PFP a ritirarsi. La sconfitta della polizia figurerà ormai fra le pagine più eroiche della Comune di Oaxaca e della storia delle lotte delle masse di questo paese.
La direzione del movimento non ha organizzato la resistenza. È la stessa radio Universidad che in gran parte ha centralizzato e coordinato le azioni, facendo appello a non dare nessuna fiducia alla SEGOB e al Comando della PFP. Sono quindi i settori di massa che spontaneamente sono scesi in piazza per affrontare la polizia con i metodi più radicali ormai adottati dall’avanguardia combattente oaxaqueña .
Questo ha rimontato il morale delle masse di Oaxaca. Come appunto diceva una compagna di Radio Universidad dopo la battaglia, “il 14 giugno abbiamo sconfitto URO, oggi abbiamo sconfitto la PFP di Fox. Oaxaca non è Atenco! ”.
La battaglia della Città Universitaria è stata determinante per il corso della lotta attuale. Se avesse vinto la posizione crumira del dirigente del sindacato insegnante Rueda Pacheco, il movimento sarebbe stato sconfitto . Nonostante questo, la resistenza trionfante ha rafforzato la determinazione e il morale del popolo di Oaxaca. Questa è la ragione per cui domenica 6 novembre hanno sfilato più di un milione di persone per le strade di Oaxaca, provenienti da tutto lo Stato e dell’insieme del Messico . Questa “megamarcha” ha espresso nelle piazze l’enorme appoggio popolare all’APPO, ha dimostrato come il movimento poteva riprendere l’offensiva ed ha stretto il tiranno e repressore Úlises Ruiz al muro. Bisogna mettere in piedi una politica che cerchi di estendere la lotta e imporre la caduta di URO, l’unica strada per fare trionfare le rivendicazioni dei lavoratori e del popolo di Oaxaca.

Riprendere l’offensiva
La battaglia della Città Universitaria, la determinazione e la volontà di lotta dimostrate dalle masse oaxaqueñas, tutto ciò rimette all’ordine del giorno la necessità di difendere una politica che permetta di trionfare. Non possono esserci negoziazioni né fine dello sciopero degli insegnanti prima che la PFP non si sia ritirata ed URO non si sia dimesso. Insieme a questo dobbiamo esigere la liberazione immediata dei prigionieri politici, la riapparizione con vita dei desaparecidos ed esigere che vengano giudicati gli assassini ed i repressori.
L’appello alla “megamarcha” del 6 novembre è stato una grande vittoria poiché ha dimostrato al governo e alla PFP l’enorme appoggio popolare all’APPO e orienta il movimento nel senso dell’offensiva. Bisogna continuare su questa strada. I sindacati devono fare un appello immediato allo sciopero generale nello Stato di Oaxaca, rispondendo all’appello lanciato dall’APPO.
Oggi più che mai dobbiamo rigettare qualsiasi “misura di pacificazione” proposta dal governo cosi come l’occupazione della città da parte della PFP. Non si può regalare la vittoria ottenuta con la battaglia della Città Universitaria.
Allo stesso tempo, è urgente discutere e battersi nei sindacati per uno sciopero nazionale, per le dimissioni di URO e il ritiro delle truppe da Oaxaca. È fondamentale dare impulso a questo programma di mobilitazione e di lotta in maniera ampia ed unitaria, ma con una prospettiva indipendente rispetto alle istituzioni e ai partiti del Congresso.
Bisogna raddoppiare l’azione di solidarietà operaia e giovanile, sia sul piano nazionale che internazionale, che i compagni e le compagne di altri paesi accrescano le campagne di solidarietà che già sono state lanciate. Dobbiamo dimostrare con queste azioni di mobilitazione e di lotta agli eroici e alle eroiche compagni e compagne di Oaxaca che non sono soli/e. La carovana di solidarietà che è partita da Messico DF è stato un fattore importante. Ma bisogna anche andare aldilà. Dobbiamo organizzare un coordinamento nazionale di sostegno a Oaxaca. Le diverse organizzazioni che intervengono nel DF e negli altri Stati e che appoggiano il movimento oaxaqueño assieme ai sindacati devono eleggere delegati per conformare questo coordinamento e votare unitariamente e democraticamente le azioni da portare avanti. A sua volta, l’APPO può aiutare ad organizzare un organismo nazionale che, indipendente dagli interessi dei partiti del regime, avanzi verso l’unità classista e combattiva.

Lottiamo per la vittoria di Oaxaca!
Come LTS-CC proponiamo che si realizzi uno sciopero nazionale e una mobilitazione nazionale unitaria capeggiata dalla classe operaia e dalle sue organizzazioni per far sì che URO se ne vada una volta per tutte. Lo sciopero e la mobilitazione devono far parte della lotta per mettere in piedi un governo provvisorio dell’APPO e delle organizzazioni combattive. Per trionfare, bisogna difendere un orientamento chiaramente indipendente da quello del PRD. López Obrador e gli altri dirigenti del PRD proveranno a canalizzare la lotta, facendo appello alla fiducia nelle istituzioni della “democrazia” e in un nuovo politico borghese che sostituisca URO, tutto ciò per fare in modo che il movimento oaxaqueño non radicalizzi i suoi metodi e rivendicazioni. Una vittoria a Oaxaca rafforzerebbe la lotta nazionale contro il “regime dell’alternanza”. L’obiettivo di questa lotta dovrebbe essere preparare uno sciopero generale politico per fare in modo che se ne vadano Fox, Calderón ed i politici borghesi, per costruire un’alternativa di governo dei lavoratori e dei loro alleati delle campagne e le città.

Fuori Úlises Ruiz!

Fuori la PFP e le truppe da Oaxaca!

W la Comune di Oaxaca!

http://www.ft-ci.org
http://www.ft-europa.org

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Reportage da Oaxaca
by a Thursday, Nov. 16, 2006 at 6:53 PM mail:

http://italy.indymedia.org/news/2006/11/1183381.php

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appello di amnesty su oaxaca
by a Thursday, Nov. 16, 2006 at 6:56 PM mail:

Messico: firma l'appello e chiedi giustizia per le violenze di Oaxaca

Messico: la crisi di Oaxaca

Data di pubblicazione dell'appello: 06.11.2006
Status dell'appello: attivo

Nel maggio scorso in Oaxaca (Stato di Oaxaca - Messico) circa 70.000 insegnanti statali hanno scioperato, occupando il centro della città, per chiedere aumenti salariali. Altri movimenti sociali, riuniti nella APPO (Asamblea Popular del Pueblo de Oaxaca) hanno supportato le loro richieste chiedendo le dimissioni del governatore, Ulises Ruiz, accusato di portare avanti una gestione clientelare e personalistica dello stato.

La situazione è andata degenerando nei mesi successivi con intimidazioni da parte del governo nei confronti dei manifestanti.
Il 27 ottobre la violenza è esplosa quando uomini armati, tra cui anche ufficiali di polizia in divisa, hanno attaccato i manifestanti e le barricate costruite settimane prima in diversi punti di Oaxaca. Ci sono stati arresti, pestaggi e intimidazioni. Negli scontri è stato ucciso Brandley Roland Will, giornalista di Indymedia. Stando ai rapporti è deceduto in seguito a colpi di arma da fuoco durante scontri con individui in abiti civili fra i quali c’erano agenti della polizia municipale.

Il 29 ottobre in seguito alla recrudescenza degli scontri il governo federale ha ordinato l’intervento di almeno 4000 agenti della Polizia Federale Preventiva (PFP) che, contro i manifestanti, ha usato gas lacrimogeni, idranti, spray al pepe, manganelli.
Jorge Alberto López Bernal e Fidel Sáncez García sono morti durante le operazioni di polizia. Si contano almeno 30 persone detenute e 20 persone sono state dichiarate disperse dalle organizzazioni locali dei diritti umani. Molti i manifestanti feriti e almeno uno anche tra le PFP. Ad oggi almeno 12 persone sono morte a Oaxaca in seguito alle violenze degli ultimi mesi.

Amnesty International chiede indagini immediate, esaustive e imparziali sulla morte dei dimostranti. Chiede inoltre che con urgenza le autorità statali e federali assicurino le misure necessarie per far rientrare la crisi in Oaxaca, nel rispetto degli standard internazionali dei diritti umani.



Partecipa alla nostra azione, scegliendo una di queste possibilità:

- Firma on line questo appello andando alla pagina

http://www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/messico?page=azioni_urgenti

- Stampa e spedisci l’appello qui sotto all'indirizzo:

Lic. Vicente Fox Quesada
Presidente de los Estados Unidos Mexicanos
Residencia Oficial de “Los Pinos”
Col. San Miguel Chapultepec
México D.F., C.P. 11850
México

Testo dell’appello

Señor Presidente,

Me dirijo a Ud para expresar mi preocupación por el clima de violencia en Oaxaca. En particular me turba el uso excesivo de la fuerza por Policía Federal Preventiva contra los manifestantes y ciudadanos de Oaxaca.

De acuerdo a informes recibidos, al menos dos manifestantes murieron durante el operativo del 29 de octubre. Alberto Jorge López Bernal, quien aparentemente murió como consecuencia del impacto que sufrió por una bomba de gas lacrimógeno en el estómago y Fidel Sánchez García. Varios otros manifestantes fueron lesionados.
Por lo tanto, pido que el uso de la fuerza contra los manifestantes sea usado sólo como último recurso y con apego estricto a las normas internacionales de proporcionalidad y necesidad de acuerdo a la amenaza enfrentada.
Pido, también que se lleven a cabo investigaciones inmediatas, exhaustivas y imparciales sobre la muerte de Alberto Jorge López Bernal y Fidel Sánchez García.
Asimismo, pido que se deba garantizar el pleno respeto a la integridad física y debido proceso de todas las personas que se encuentran detenidas por los hechos del 29 de octubre.
Al final, pido que se lleve a cabo una investigación inmediata, exhaustiva e imparcial también sobre la muerte del periodista Bradley Roland Hill ocurrida el 27 de octubre.

Finalmente insto a las autoridades federales y estatales a garantizar que todas las medidas tomadas para abordar la crisis de Oaxaca respetan plenamente el derecho internacional de los derechos humanos y no contribuyen a agravar la situación de los derechos humanos.

Confiando en su interés, le envío mi más respetuoso saludo.






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Presidio a Milano 17/11 ore 15
by Coordinadora Friday, Nov. 17, 2006 at 11:08 AM mail: info@coordinadora.it

Comunicato/adesioni e Mobilitazione a Milano 17 novembre 2006

NELL'AMBITO DELLE MOBILITAZIONI DI SOLIDARIETA' CON IL POPOLO DI OAXACA OGGI, 17 NOVEMBRE 2006, DALLE ORE 15 ALLE ORE 19, PRESIDIO AL CONSOLATO GENERALE DEL MESSICO A MILANO, VIA CAPPUCCINI 4 (FERMATA METRO ROSSA "PALESTRO")

COMUNICATO/APPELLO INVIATO AI GOVERNI FEDERALE MESSICANO E STATALE DI OAXACA, ALLE RAPPRESENTANZE DIPLOMATICHE MESSICANE IN ITALIA, ALLE ORGANIZZAZONI DEI DIRITTI UMANI NAZIONALI E INTERNAZIONALI, ALLA STAMPA NAZIONALE E INTERNAZIONALE, AL POPOLO DI OAXACA:

COMUNICADO DE SOLIDARIDAD CON EL PUEBLO DE OAXACA
MOVILIZACION EN MILAN, ITALIA
17 de noviembre de 2006

Los colectivos e individuos abajo firmantes expresamos nuestra indignaciòn ante la decisiòn del gobierno federal del presidente Vicente Fox a utilizar las fuerzas represivas con el fin de someter a los compañeros de la Asamblea Popular del Pueblo de Oaxaca quienes demandan la salida del Gobernador del estado Ulises Ruiz.

El dia 27 de octubre la brutalidad del regimen golpeò no solo los corazones sino tambièn las conciencias de miles de mexicanos y personas al rededor del mundo. Como de costumbre el gobierno Mexicano reprimiò de manera sangrienta las exigencias y demandas del pueblo Oaxaqueno valièndose de paramilitares y policias vestidos de civil que dispararòn en contra de los compañeros de la APPO quienes desde el inicio de la lucha han optado por la resoluciòn pacifica y el diàlogo. Hasta el dia de hoy no se confirma el numero de muertos y detenidos, asi como el numero de compañeros desaparecidos.

El pueblo oaxaqueño se destingue por su historia de lucha con màs de 500 años de resistencia indigena, negra y popular, esta lucha bien la conocen los gobiernos federal y estatal, por tal motivo hacemos un llamado a estar todos pendientes de lo que pueda aun ocurrir pues es posible que la violencia se generalice y el mal gobierno continue a atacar no solo al movimento oaxaqueño sino tambièn a las personas que se organizan para protestar en contra de las medidas represivas que se han tomado.

El clima de violencia crece en Oaxaca, el gobierno està desplegando diversos cuerpos policiacos que mantienen a la Ciudad en estado de sitio. No le serà dificil mandar al ejèrcito pues conocemos bien que parte del estado Oaxaqueno esta seminado con las tristemente famosas Bases de Operaciòn Mixta especializadas en la guerra de contrainsurgencia.

Como colectivos e individuos solidarizados con la lucha del pueblo mexicano por la justicia y la dignidad que desde la noche de los tiempos se han visto negada, externamos nuestra indignaciòn y preocupaciòn dados los antecedentes del mal gobierno mexicano que reprime y asesina con total libertad e impunidad. Recordemos los hechos de Atenco y el conflicto minero que este año han sacudido al tan golpeado pueblo mexicano.

- Manifestamos nuestra solidaridad con el pueblo de Oaxaca!

- Exigimos la renuncia inmediata del gobernador Ulises Ruiz!

- Libertad para los compañeros presos y presentaciòn con vida de los desaparecidos!

Promovido por Coordinadora.it - info@coordinadora.it

Atentamente:

Agenzia Formativa Nuovi Rapporti Onlus;
Amici del Chiapas di Trento;
Associazione Azad per la libertà del popolo Kurdo;
Associazione Destinazione Chiapas, Bologna;
Associazione Naga Onlus;
Associazione OLLIN di Bologna;
Associazione Paviainseriea, Pavia;
Associazione Priscilla, Napoli;
Associazione Tatawelo;
Audioresistance, Roma;
Cantieri Sociali;
Cascina Autogestita Torchiera Senzacqua, Milano;
Centro delle Culture, Milano;
Centro Sociale Autogestito Pacì Paciana, Bergamo;
Centro Sociale 28 Maggio, Rovato Brescia;
Circolo "CHE GUEVARA" di Rifondazione Comunista di Cornaredo (Mi);
Collettivo Italia Centroamerica CICA;
Collettivo La Fenice di Saronno;
Circolo Libertario “Emiliano Zapata” di Pordenone;
Collettivo (R)inascita, Sarno;
Collettivo Rossomagenta del Magentino (MI);
Collettivo Terra e Libertà, Franciacorta (Ovest Bresciano);
Comitato Chiapas, Brescia;
Comitato Chiapas di Castellanza (VA);
Comitato Chiapas “Maribel”, Bergamo;
Comitato Chiapas Savona;
Comitato Chiapas di Torino;
Comitato Chiapas XX Ottobre, Bassano del Grappa;
Comitato Global Local di Bolzano;
Comitato Intercomunale Per la Pace del Magentino, MI;
Comitato Inquilini Molise-Calvairate-Ponti, Presidente Franca Caffa;
Cooperativa Sociale Dedalus, Napoli;
CSA Baraonda, Segrate (MI);
Federazione Anarchica Milanese;
Gruppo Anarchico Germinal, TS;
Gruppo Libertario di Cultura Alternativa L’Erba”, Casatenovo Lecco;
Gruppo Libertario “Montes Azules”, Savona;
Gruppo Mani Tese di Lucca;
Gruppo Tierra y Libertad, Milano;
Guacamaya, gruppo combat punk del magentino;
La Comunità Kurda di Milano;
Latinoamercia-online.it;
Postello Autogestito@PergolaMove, Milano:
PRC Circolo Aziendale Ferrovieri Spartaco Lavagnini, Firenze;
Progetto Libertario Flores Magon, Milano;
Progetto PergolaMove, Milano;
Radio Silvanetti, Rovato Brescia;
Red Solidaria Década Contra la impunidad, México;
Rete di Sostegno al Chiapas Rebelde;
RSU Opsedale San Raffaele;
SINCOBAS;
Socialpress, collettivo politico e sito di movimento;
Spazio Sociale Anarchico Libera, Modena;
Submarcos Rekords, etichetta di musica punk indipendente;
USI-Bergamo;

Andrea Morniroli, Assessore alle Politiche Sociali di Giugliano in Campania;
Angela Lombardi, Deputata PRC;
Angelo Zorzoli, Consigliere Comunale “Verdi Per la Pace” Pavia;
Carmen Russo, Unaltracittà/Unaltromondo, Firenze;
Cinzia Cislaghi, Bastaguerra Milano;
Emilio Lambiase, presidente Associazione Italia Cuba, Salerno;
Emilio Molinari, Presidente Comitato Italiano per un contratto Mondiale sull’Acqua
Gabriele Postorino, Mani Tese Gruppo di Lucca;
John Gilbert, Presidente, Direttivo FLC-CGIL toscana
Juraci Portes De Oliveira, Movimento Sem Terra, Brasile
Laura Quagliuolo, Donne In Nero, Milano;
Luciano Muhlbauer, Consigliere PRC Regione Lombardia;
Luigia Pasi, Segretaria Nazionale SINCOBAS;
Marco Bersani, ATTAC Milano;
Marco Caiani, Hacklab Gnufunk, Pavia;
Margherita Napoletano, Capogruppo PRC del Comune di Segrate MI;
Marzia de Luca-PRC Mugello;
Maurizio Gaffeo, Associazione Paliacate-Corsico;
Michele Di Bona, Cantieri Sociali;
Nicola Bullard, Focus on the Global South, Thailandia
Piero Maestri, Consigliere Provinciale di Milano, PRC
Sabina Siniscalchi, Parlamentare Italiana;
Sandra Cangemi, giornalista, Coordinamento Nord Sud del Mondo, Milano;

Lucio Ghidotti, Sorisole BG; Matteo Castellani, Torre Boldone BG; Chiara Vergani, Ranica BG; Enzo Liboni, Albino BG; Mattia Tartaglia, Ranica BG; Giannina Brambilla, Bergamo; Carenini Ivan, Bergamo; Ferrandi Milvo, Torre Boldone BG; Castelletti Livia, Bergamo; Consuleo Locati, Seriate BG; Chiara Garbarella, Viganò San Martino BG; Alberto Biffi, Seriate BG; Maccaroni Marco, Bergamo; Nadia Belli, Grassobbio BG; Nadia Agustoni, Bergamo; Patrizia Bonicelli, Bergamo; Marina Gandossi, Bergamo; Anna Pacchiani, Bergamo; Massimo Vecchi, Bergamo; Patrizia Capoferri, Bergamo; Annamaria Pontoglio, Bergamo; Pierina Luzzi, Bergamo; Emiliano Guzman, Bergamo; Francisco Guzman, Bergamo; Giorgio Brambilla, Bergamo; Valentino Balini, Bergamo; Mauro Marrone, Cologno al Serio BG; Chiara Cortiana, Bergamo; Simone Gallina, Genova; Corrado Di Dio, Rosolini (SR); Francesco Moscardo, Savona; Giampaolo Della Monica, Cava Dè Tirreni, Salerno; Luigi Cossio, Trieste; Federico Londero, Gemona del Friuli (UD); Marco Gastoni, Milano; Valentina Negri, Milano; Cinzia Cacace, Siena; Andrea Secci, Milano; Alessandro Romaniello; Maria Tonalli Martinez Zaldivar; Juan Pablo Martinez Zaldivar; Giulio Peruzzi, Siena; Massimo Bani, Firenze; Piero Farina, Sondrio; Francesca Nava, Roma; Gianluca Peciola, Roma; Luciano Unmarino; Vitaliano Buzzola, Savona; Andrea Papi; Gianna Berti, Siena; Antonio Pagliula; Vittoria Locatelli, Porlezza Como; Michele Prestia, Monza; Simone Parasole, Milano; Irene Michieletto, Venezia; Giovanni Proserpio, Cornaredo MI; Albino Caroli, Cornaredo MI; Marco Viola, Cornaredo MI; Cerrone Giuseppe, Volturara Irpina AV; Giovanni Esposito, Salerno; Lucia Capriglione, Salerno; Pietro Custodi, Domodossola VB; Ciro Annunziata, Nocera Inferiore SA; Fabio de Felice, Bari; Giuseppe Foscari, Cava de' Tirreni SA; Vienna Cammarota, Felitto; Antonella Alfano, Cava dè Tirreni SA; Silvia Nesticò, Roma; Maria Di Serio, Cava de' Tirreni SA; Gerardo Calabrese, Salerno; Valentina Landolfi, Salerno; Francesco Grieco, S. Tecla SA; Maria Rosaria Cimino, Salerno; Antonio Di Giuda, Salerno; Christian Manca, Cagliari; Antonio Russo; Rosa Brunetti; Roberta Meloni, Foggia; Maco Mais, Villacidro CA; Andrea De Lotto; MariaGrazia Botticci; Maria Bucciarelli, Salerno; Mirella De Gregorio, Milano; Giorgio Nobili, Milano; Silvia Cortesi; Carmelo Cecere, Salerno; Ermanno de Gregorio, Erik de Gregorio, Ewald de Gregorio, Lino de Gregorio, Anna Trebo, Tina Fusar Poli, Milano; Eliana Spadaro, Pavia; Paolo Limonta, Milano; Patrizia Grecchi, Milano; Giancarlo Negri, Pavia; Adriana Nave, Napoli; Luisa Melis, Cagliari; Marco Puddu, Musei CA; Cossio Luigi; Sara Simionato; Raffaele Viezzi; Fernando Olivares Lovo; Federico de Nitto; Laura Comuzzi; Anita Rochedy; Roberta Iavarone; Patrizia Proto, Salerno; Fabio Avantifiori, Roma; Dodesini Antonella, Romano di Lombardia BG; Rosemary Liedl, Milano; Barbara Corazza, Pordenone; Giuliana Sali; Mauro D’Ascanio, Vicenza; Adriana Ferrari, Cesano Maderno MI; Laura Carlsen; Chiara Panzeri; Giuseppe Liguori; Pisana Cersosimo; Michele Tratter; Carlo Crucitti; Eria Tabacchi; Claudia Aceto; Gabriele Ciapparella; Giovanna Sanna; Edoardo Filippi; Francesco Paparazzo; Simone Dal Toé; Anna Rosa Maoret; Lorenzo Sossan; Magda Gabb; Marina Benciovini; Mauro D’Ascanio; Anna Di Sapio; Laura Morini; Anna Laura Jaredo; Luciano Fadda; Domenica Mazia; Francesca Pesci; Anna Comini; Sandra Caciagli; Nicola Vismara; Lorenzo Rossi; Dario Figini; Silvia Vienni; Chiara Mariotti; Albert Kappers; Cristina Genovese; Debora Tosi; Romana Montanini; Virna Guidoni; Daniela Guerzoni; Michela Cappuccio; Giovanni Federighi; Giulia Albero; Giulio Sensi; Roberto Sensi; Raffaella Manzotti; Micol Dell’Oro; Alessia Navone; Maria Luisa Parisi; Barbara Hoffmann; Barbara Raffaelli; Claudia Patriginani; Franca Diana; Matteo Macerati; Lara Ghiotto; Daniele Piazza; Gea Gaibari; Mauro Minetti; Daniela Negri; Sergio Razore; Beatriz De la Vega; Anna Cavazza; Ilenia Malagoli; Ilaria Berio; Valentina Peagno; Barbara Prevedello; Filomena Giordano; Elena Bottazzi; Stefano Colombo; Erica Merati; Valeria Bergamelli; Chiara Mauri; Stefania Bergami; Lioba Lankes; Andrea Bertonasco; Chiara Basso; Fabio Buscaini; Palma Felina; Maria Damin; Elisabeth Cosandey; Luca Forte; Giampaolo Ventoruzzo; Anna Gottardo; Silvia Barbieri; Paola Sessa; Gabriele Postorino; Stefano Zauli; Claudia Lirosi; Adriana Bagnul; Angelo Bertonasco; Roberta Bonello; Elena Fanetti; Silvia Crestati; Silvio Ruzzer; Giorgio Ruzzer; Giuseppe Felicetti; Roberto Ariaudo; Silvia Rovella; Catia De Pier; Rosario Raciti; Elena Adiamoli; Valeria Oliva; Stefano Gatti; Marco Genovesio; Alessandro Patella; Paola Mani; Cecilia Rinaldini; Annalisa Pistoleri; Elisa Pasotti; Roberta Cavaliere; Andrea Trentin; Andrea Grossi; Massimiliano Lepratti; Paolo Groppi; Gabriella Colonna; Lucia Scurati; Christof Kossler; Valentina Sammartino Calabrese; Stefano Giorgetti; Roberto Calzà; Regina Bertolini; Chiara Sempio; Thomas Viehweider; Elisabetta Schiavon; Sefora Dal Porto; Luca Fusi; Benedetta Pricolo; Mario Calessi; Margherita Alberti; Gianluca Leani; Yolanda Borghi; Elena Tognello; Bettina Barbieri; Bruna Barducci; Luca Vanzolini; Elena Borghesi; Alberto Corbino; Silvia Guidi Daniela Invernizzi; Renato Briganti; Roberto Aureli; Gianfranco Maino; Carlo Benzi; Marina Medi; Sara Meraviglia; Roberto Luterotti; Rosanna Bodio; Erina Faccini; Paola Filippi; Valentina D’Alonzo; Olivier Crespi Reghizzi; Giacomo Cantini; Susanna de Guio.

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Comunicato in italiano:



Italia, 17 novembre 2006

I collettivi e gli individui firmatari esprimono la propria indignazione nei confronti della decisione del governo federale del presidente Vicente Fox di utilizzare le forze repressive al fine di reprimere i compagni e le compagne dell’Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO) che chiedono le dimissioni del governatore dello stato Ulises Ruiz.

Il 27 ottobre scorso la brutalità del regime ha colpito non solo i cuori ma anche le coscienze di milioni di messicani e di persone in tutti gli angoli del mondo. Come è suo costume, il governo messicano ha represso nel sangue le rivendicazioni del popolo di Oaxaca utilizzando paramilitari e agenti di polizia in borghese che hanno sparato contro i compagni e le compagne della APPO che, fin dall’inizio della protesta, hanno optato per la risoluzione pacifica e per il dialogo. Fino ad oggi non siamo in grado di confermare il numero esatto di morti e detenuti, così come il numero di compagni e compagne desaparecidos.

Il popolo oaxaqueño si distingue per la sua storia di lotta con più di 500 anni di resistenza indigena e popolare che i governi statali e federali ben conoscono; per questo facciamo appello ai compagni, alle compagne ed alla società civile in generale a prestare attenzione a quanto accade e può accadere, perché è possibile che la violenza si generalizzi e che il governo continui ad attaccare non soltanto il movimento oaxaqueño ma anche le persone che si organizzano per protestare contro le misure repressive applicate.

Il clima di violenza a Oaxaca cresce ed il governo sta dispiegando diversi corpi di polizia che mantengono la città in stato d’assedio. Non è difficile mandare l’esercito perché parte dello stato di Oaxaca è disseminato dalle tristemente note Basi di Operazioni Miste, specializzate nella guerra di contrainsurgencia.

Come collettivi e individui solidali con la lotta del popolo messicano per la giustizia e la dignità, che dalla notte dei tempi si sono visti negare, vogliamo gridare a gran voce la nostra indignazione e preoccupazione, visti i precedenti del malgoverno messicano che reprime ed uccide con brutalità e totale impunità. Ricordiamo i fatti di Atenco ed il conflitto con i minatori che quest’anno hanno scosso il già tanto colpito popolo messicano.

Manifestiamo la nostra solidarietà con il popolo di Oaxaca!

Esigiamo le immediate dimissioni del governatore Ulises Ruiz!

Libertà per i compagni e le compagne arrestate e immediato ritorno in libertà dei desaparecidos!

Appello promosso da COORDINADORA.IT – info@coordinadora.it

http://www.coordinadora.it/


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