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EuroParadiso, l'Unione europea chiede chiarimenti
by inimitable Wednesday, Nov. 29, 2006 at 9:22 PM mail:

martedì 28 novembre 2006

Mentre la quarta commissione regionale, lunedì 20 novembre, decideva di rinviare la delibera sulle zone di protezione speciale (Zps) alla Giunta regionale, da Roma partivano le comunicazioni agli enti locali per un incontro con i rappresentanti della Direzione generale dell’ambiente della Commissione europea. Una ‘riunione pacchetto’ (la chiamano così) “al fine di esaminare alcune questioni controverse in materia di normativa ambientale che, a parere della Commissione, sollevano problemi di compatibilità con le disposizioni comunitarie”. E tra le questioni da affrontare con i commissari di Bruxelles, c’è anche la vicenda del mega villaggio EuroParadiso, come si legge nella lettera inviata l’11 ottobre scorso dalla Commissione delle comunità europee all’ambasciatore Rocco Cangelosi, rappresentante permanente d’Italia presso l’Unione europea, per invitarlo ad organizzare l’incontro con le autorità italiane. Nella missiva, l’Unione europea ringrazia l’ambasciatore “per le misure che il Governo italiano ha adottato al fine di migliorare il seguito delle procedure di reclamo e di infrazione, attraverso la creazione ed il rafforzamento di strutture dedicate presso i ministeri dell’Ambiente, degli Esteri e delle Politiche europee”, ma rileva al contempo “che i tempi di risposta delle autorità italiane alle richieste di informazioni della Commissione rimangono in alcuni casi insoddisfacenti; in particolare, rispetto a cinque nuove procedure di reclamo portate all’attenzione delle autorità italiane”. Si tratta dei primi cinque punti all’ordine del giorno della riunione di ‘pacchetto’ che avrà luogo a breve e che precedono la discussione su EuroParadiso.
Al centro dell’attenzione dei commissari c’è la delibera con la quale il Consiglio comunale di Crotone ha avviato lo scorso anno l’iter per la variante al Piano regolatore generale, necessaria per trasformare oltre mille ettari di terreno alla foce del Neto da agricoli in edificabili, al fine di consentire la realizzazione del mega villaggio. La Commissione ricorda che la maggior parte di EuroParadiso ricade “nell’area del Sic IT9320095 ‘Foce Neto’, designato come Sic il 19 luglio 2006, ma già Sic proposto dal 3 aprile 2000, nonché nella Zps IT9320302 ‘Marchesato - Fiume Neto’, già Iba n. 149. Il sito - si legge ancora all’ordine del giorno - comprende una elevata varietà di habitat, tra cui due habitat prioritari, faggete appenniniche e formazioni substeppiche di graminacee e piante annuali di thero-brachypodietea. E’ inoltre luogo di transito e nidificazione di numerosissime specie di uccelli acquatici e marini, nonché sito riproduttivo delle specie di rettili caretta caretta (prioritara), emys orbicularis e testudo hermanni, tutte menzionate negli allegati II e IV della direttiva 92/43/CEE”.
All’attenzione dei commissari c’è anche il decreto con il quale il Dipartimento urbanistica ed ambiente della Regione Calabria ha approvato alla fine del 2002 il nuovo Prg di Crotone, omettendo “di richiedere - segnalava a suo tempo Legambiente - lo studio per la valutazione di incidenza al Comune di Crotone”, nonostante l’esistenza di cinque proposti siti di interesse comunitario (pSic) sul territorio.
La riunione “pacchetto” è stata organizzata dal Dipartimento per le politiche comunitarie della Presidenza del Consiglio dei ministri, d’intesa con il ministero Affari esteri e con il ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, come richiesto dalla Commissione europea. “I casi all’ordine del giorno - scrive la Presidenza del Consiglio dei ministri nella lettera di convocazione inviata agli enti locali - riguardano sia contestazioni in corso per le quali è stata inviata dalla Commissione europea una richiesta formale di informazioni, sia nuovi casi segnalati dalla predetta autorità con la nota dell’11 ottobre 2006”. EuroParadiso rientra in quest’ultima categoria.
Le ‘riunioni pacchetto’ con gli stati membri vengono promosse periodicamente dalla Direzione generale per l’ambiente dell’Unione europea, per discutere direttamente con le amministrazioni competenti i reclami e le procedure di infrazione per non comunicazione, non conformità ed errata applicazione del diritto comunitario in materia di ambiente.


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