Indymedia Italia


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A proprosito di Pasquinelli, Preve e Martinez
by durden Saturday, Dec. 06, 2003 at 1:13 PM mail:

Premettendo che la solidarietà alla resistenza irakena contro le forze d'occupazione straniere non si discute, vi posto qualcosa a proposito dei firmatari della manifestazione del 6 dicembre..

FIRMATARI DELL¹APPELLO al 6 ottobre 2003

(...)

Piemonte

Costanzo Preve, Torino (ex-filosofo marxista collaboratore dal 1997 della Rivista Indipendenza, dei Comunitaristi ed ora di Socialismo e Liberazione)=fascista, provocatore o rincoglionito ?

Toscana

Enrico Galoppini, Pisa (negazionista, fautore dell'alleanza antiebraica tra Islam e Fascismo, in questo senso "antiamericanista", collaboratore di tutte le riviste più schifosamente nazi-fasciste)

Miguel Martinez, Firenze (ex-combattente fascista per le dittature in America Latina, come Delle Chiaie...)

Umbria

Moreno Pasquinelli, portavoce del campo Antimperialista (non trovo parole, fatelo voi...)

Lazio

Tiberio Graziani, Roma (scrive nella casa editrice AR di Franco Freda, insieme a Mutti, Colla e gentaglia varia ; parentucolo della famiglia Graziani, X-mas il padre e Meridiano Zero il figlio)

Biagio Cacciola, Fiuggi (ex-FUAN nel '77, poi segreteria nazionale di Fiamma Tricolore, poi uscito e fondatore di "Socialismo Tricolore" all'interno del Nuovo PSI) - Maurizio Neri, Roma (bastardo arrestato per la strage di Bologna insieme alla Mambro, Fiorvanti, Signorelli, Fiore e Morsello, poi diventato Fronte Nazionale (Rosso è Nero) una volta uscito con Tilgher da Fiamma Tricolore, ora capo dei Comunitaristi)

Dall'estero

- Serge Thion, Parigi, Francia (to' anche all'estero pizzicano questi bavosi...come mai ? Questo è un noto nazista, revisionista, negazionista dell'olocausto e della gassazione degli ebrei come Faurisson ; vicino agli ambienti neo-nazi del tradizionalismo cattolico)

Aspettiamo con ansia Mutti, Murelli, Colla, Delle Chiaie e Fioravanti...

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Preve fascista???? tutto ma questo no!
by compagno y aquilano Saturday, Dec. 06, 2003 at 2:41 PM mail:

In questi mesi si è parlato tanto delle "infiltrazioni" fasciste all'interno degli antiamericanisti. Io sono stato alla prima riunione a firenze a settembre e sono stato iscritto per un po alla mailing list di discussione degli antiamericanisti. Ne ho sentite tante ma che Preve sia un fascista è una vera è propria minchiata che non meriterebbe neanche di una risposta. Forse ogni tanto a Preve gli sale un po di arteria e sicuramente si atteggia un po: scrive su qualsiasi giornale che gli dia un po di spazio. Sono perplesso sulla manifestazione del 13:

- Primo in molti hanno sbagliato a ritirare le adesioni dopo gli articoli usciti sulle "infiltrazioni", bisognava invece denunciare queste infiltrazioni senza rinunciare a manifestare in appoggio alla resistenza irakena. Magari scrocchiare e cacciare i fasci durante la manifestazione.

- Poi bisogna stare attenti a non cadere nelle trappole: è molto sottile il confine fra apoggio alla resistenza irakena e appoggio a componenti terroristiche-capitalistiche. Esempio: Mao per fare la rivoluzione in Cina si alleò con componenti reazionarie, ma il partito dei lavoratori era molto più forte degli "alleati reazionari" ed una volta che mao fu al potere scalzò questi ultimi. Oggi non c'è neanche un minimo confronto fra la forza delle organizzazioni terroristiche islamiche e le forze antiimperialiste dell'occidente.
Gli antiamericanisti sono molto ambigui soprattutto su questo secondo aspetto, tantè che già alla prima riunione di firenze ho sentito due interventi che non escludevano una specie di alleanza con organizzazioni islamiche fondamentaliste. Io penso che attualmente in Irak ci sia una guerra intercapitalista, la cosiddetta resistenza del popolo irakeno è sacrosanta e va difesa ma bisogna stare attenti alla sua alleanza con organizzazioni islamiche organizzate (come Al Queda) che non vogliono altro che una fetta di potere all'interno della globalizzazione capitalista.

Non dimentichiamoci che siamo si antimperialisti (in primis contro l'America) ma soprattutto ANTICAPITALISTI, e il mondo che vogliamo non è certo quello che vuole Saddam o Bin Laden.

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thion
by # Saturday, Dec. 06, 2003 at 2:58 PM mail:

Serge Thion è un anarco-comunista, che c'entra il tradizionalismo cattolico?

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x durden
by antifa Saturday, Dec. 06, 2003 at 3:10 PM mail:

Caro amico dell'on. Bondi, dell'on. Malan, di Magdi Allam, Paolo Mieli, Libero e altri nemici del 13 dicembre, hai ripostato un messaggio, peraltro con la data ormai superata da un mese - 6 dicembre - e con praticamente tutti i dati sbagliati. Francamente la tua solidarietà alla resistenza irachena sembra un po' pelosa.

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x antifa
by durden Saturday, Dec. 06, 2003 at 3:15 PM mail:

chi mi conosce sa che sono per la resistenza irachena in maniera limpida e fin dalla primissima ora..non ho bisogno comunque di etichette di eticità/autenticità.
sopratutto sono per la resistenza irachena senza dover cercare accordi o visibilità con gente legata all'eversione di destra degli anni '70, veri e propri rigurgiti della storia dello stato occulto.

per il resto, ognuno fa come crede, in ogni caso penso che scendere in piazza con QUEGLI individui è un orrore storico di portata immane

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per favore
by roushan Saturday, Dec. 06, 2003 at 3:59 PM mail:

invece di ripetere per la 1000sima volta martinez ex combattente fascista nell'america latina... etc. o in altri casi ex addestratore di milizie paramilitari etc. ....
potresti tu o almeno uno di quelli che ripetono questa ""notizia"" dirci dove troviamo elementi a sostegno di questa che non è certo una notizia di dominio pubblico, su cui tutti concordano, e che pur essendo ripetuta 1000 volte in queste condizioni rimane (per me) una fandonia ?
visto che martinez nega e anzi ha denunciato il foglio per aver riportato la ""notizia"", ma sembra che tutti anche su indy riportino (con autorevolezza zero) cose dette non si sa bene da chi o da fonti che a loro volta riportano....
insomma prima di dare dello squadrista fascista assassino a uno che non è certo un personaggio noto o notorio, una piccola verifica no ?? a prescindere se si è d'accordo o meno con la manifestazione o il campo antimperialista.
se invece come fonti su indymedia ci affidiamo a luttwak o magdi allam bè... no comment...

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durden
by uno del 13 Saturday, Dec. 06, 2003 at 4:05 PM mail:

Durden appunto, chi cazzo te conosce?

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eccoti un pò di roba
by durden Saturday, Dec. 06, 2003 at 4:58 PM mail:

vi giro un dossier in cui c'è qualche notizia su un paio di persone con cui Pasquinelli ha intenzione di scendere in piazza.. per quanto riguarda chi sarei io..vi rispondo che basta cercare nel motore di ricerca interno i miei articoli.. in realtà il problema è un altro: da un pò di tempo compare in indy gente mai vista che accoglie con entusiasmo questa obrobriosa alleanza tra sinistra antagonista e reduci di Terzaposizione.. che non ci sia qualcosa dietro?


DOSSIER FORZA NUOVA E DINTORNI

A cura della redazione de "La Nuova Alabarda"

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NON SOLO HAIDER...

Da quando in Austria è andato al potere il partito di Jörg Haider i “benpensanti” d’Italia (e di tutta Europa) hanno iniziato a gridare al pericolo neonazista, ai “xenofobi”, ai “razzisti”.
Ma il nazismo ed il fascismo non sono solo xenofobia e razzismo, odio per gli immigrati ed i “diversi”, è riduttivo per le sinistre limitarsi a considerarli esclusivamente come tali. Scriveva Gabriele Ranzato: “non c’è vera ed efficace lotta antifascista che non sia insieme lotta per il socialismo, una lotta, cioè, che del fascismo cancelli la matrice di classe”. E’ questa matrice di classe che purtroppo ultimamente la sinistra si è dimenticata di evidenziare nella propria lotta antifascista ed è proprio questa “dimenticanza” che rende poco costruttivo l’antifascismo degli ultimi anni. Così, quando sentiamo i rappresentanti di Forza Nuova o della Fiamma Tricolore sostenere di essere loro i veri “antagonisti alla globalizzazione capitalistica” non possiamo continuare ad accusarli solo di “xenofobia”, dobbiamo riprendere la “matrice di classe” che ha fatto del fascismo null’altro che il braccio armato del capitale, nell’Italia di Mussolini come nella Germania di Hitler, come nel Cile di Pinochet. Se non teniamo presente questo, cadiamo come pere cotte nella trappola di certi “antifascisti” del tipo del sindaco di Trieste Riccardo Illy che metterebbe volentieri fuorilegge sia i movimenti neonazisti che i partiti comunisti.

Scrive Michael Schmidt nel suo interessante testo “Neonazisti” [1]: < il neonazismo 'non' è un problema tedesco. Certo, in Germania ci sono “radici” molto profonde ma sarebbe una follia liquidare sbrigativamente l’avanzata dell’estremismo di destra negli altri paesi come fenomeno passeggero. Ormai si è creata una rete di estremisti che operano su scala internazionale: non hanno una struttura gerarchica nè si muovono su un unico piano. Ogni gruppo, ogni individuo, stabilisce collegamenti con i paesi vicini e mantiene il contatto con elementi della destra “estrema” e “moderata”. E per diverse ragioni: per esempio per “aiutarsi” a fare propaganda o per garantire un rifugio ai terroristi >.

A Trieste dovrebbe svolgersi a novembre un raduno dell’internazionale nera promosso da Forza Nuova, e subito si sono levate voci di protesta contro questo movimento e contro le simpatie che esso ha per il leader del FPÖ Haider. Ma quasi nessuno ha battuto ciglio negli ultimi anni perché altre forze politiche di destra o “centrodestra” (come Alleanza Nazionale e Forza Italia) hanno tutto sommato portato avanti più o meno gli stessi contenuti eversivi di Forza Nuova.
In questo dossier intendiamo ricostruire un po’ la storia di Forza Nuova (ma non solo di essa), analizzare le sue radici storiche e quanto da loro pubblicato (sia nel loro sito Internet che su carta) e le loro attività correnti. Ma assieme a ciò che dice Forza Nuova vi presenteremo anche ciò che dicono le altre organizzazioni, neo o vetero nazifasciste, con particolare riguardo a ciò che avviene a Trieste, città peculiare per molti aspetti e che non a torto il poeta Umberto Saba definì “la più fascista d’Italia”.

COMINCIAMO CON IL PARLARE DI TERZA POSIZIONE...

In una lettera apparsa sul quotidiano triestino “Il Piccolo” (25.2.2000) il responsabile provinciale della sezione triestina di Forza Nuova, Fabio Bellani, definì “evidente mistificazione” quanto scritto dallo stesso quotidiano in occasione della manifestazione di contestazione della trasmissione “Circus” di Michele Santoro (presente a Trieste, ricordiamo, per dibattere del “caso Haider”), ossia l’avere rilevato la presenza di “Terza posizione”. Che “non esiste più da 20 anni”, scrive Bellani, il che è anche vero, però se Forza Nuova non desidera essere confusa con Terza posizione dovrebbe evitare di scrivere, come invece fa in certi suoi bollettini e documenti “Forza Nuova per la Terza posizione”. Ma cos’era Terza Posizione?
Scrive Gianni Flamini [2] < ... Francesco Mangiameli, Roberto Fiore, Gabriele Adinolfi (...) stavano fondando una nuova organizzazione e dando alle stampe un giornale. Si sarebbero chiamati entrambi “Terza posizione” >. Era il 1979, e Flamini cita un brano dei loro scritti: < “Terza posizione rimuove le stagnanti acque della rassegnazione e si manifesta come polo per tutti coloro che vogliono disegnare con noi il futuro del nostro sistema. Dobbiamo considerarci naturali alleati dell’Islam, a cui non può non andare la nostra stima” >. Il 14.12.1979, in una sede romana del movimento vengono arrestati tre esponenti di Terza posizione, colti nel bel mezzo del trasporto di una cassa piena di bombe a mano. Nella perquisizione successiva la DIGOS troverà divise da carabiniere e guardia di finanza, documenti rubati e falsi, fucili ed esplosivi vari. Su possibili legami tra Terza posizione ed i terroristi dei NAR indagò all’epoca il giudice Mario Amato, che fu assassinato da Gilberto Cavallini, dei NAR, il 23.6.1980.
Ancora Flamini [3] a proposito di questo omicidio: < Da qualche settimana (si parla dell’aprile del 1980, n.d.r.) viene dipanandosi nel carcere di Regina Coeli una tetra storia di denunce, ritrattazioni e ricatti che ha come protagonista un detenuto marchigiano, Marco Mario Massimi, arrivato alla soglia dei quarant’anni provvisto di un solido passaporto di avventuriero e falsario, oltre che di attivismo neofascista. A metà aprile il detenuto Massimi ha mandato un circospetto messaggio al giudice Mario Amato (...) per avvertirlo che è disposto a raccontargli qualche storia sepolta nell’archivio delle imprese criminali dei NAR (...) Massimi ha parlato di vari misfatti e anche di un omicidio (...) di Antonio Leandri (...) ucciso per sbaglio perché scambiato per l’avvocato missino Giorgio Arcangeli, odiato come spia dagli affiliati ai famosi Nuclei >. Secondo Massimi < ... quel delitto (...) era stato deciso durante un incontro al quale erano presenti anche due professori >. Che sarebbero stati il criminologo Aldo Semerari (psichiatra forense, massone, diplomatico del Sovrano Ordine di Malta e “da sempre agente dei servizi d’informazione militare”) e Paolo Signorelli (detto il “professore”, era “noto anche per l’abitudine di arricchire le sue lezioni di storia e filosofia con discorsi sul fascismo, sul nazismo, sulla purezza della razza e sulle prospettive di un nuovo fascismo in Italia”; fu tra i fondatori di “Lotta popolare” nel 1976 e poi della rivista “Costruiamo l’azione” nel 1978; arrestato nel ‘79, divise per un mese la propria cella con il leader dei NAR Valerio Fioravanti). Dalla ricostruzione di Flamini appare che le rivelazioni di Massimi, invece di rimanere riservate, si propalarono e < Massimi aveva fatto presto ad accorgersene, se non altro per via dell’agitato valzer di avvocati di destra che si era subito ritrovato intorno. Tutti interessati a difenderlo >. Tra essi Nicola Madia, Francesco Caroleo Grimaldi e Antonio De Nardellis, i quali si sarebbero ritrovati, assieme a Semerari e Signorelli, la sera del 13 aprile 1980, perché c’era “un grave stato di pericolo” per il professor Semerari, almeno stando a quanto risulterebbe dalle intercettazioni delle telefonate fatte da Madia. In seguito, a richiesta degli inquirenti sul perché di quel raduno, dopo negazioni e tergiversamenti, < qualcuno dei convocati ammetterà che la riunione (...) serviva soltanto per studiare eventuali misure perfettamente legali contro il giudice Amato, per esempio presentando una querela contro di lui >. Querela che non verrà mai presentata, ma nel frattempo Massimi aveva ritrattato le sue dichiarazioni ed aveva anche denunciato il giudice Amato per abuso di potere.
Quaranta giorni dopo il giudice Amato cadrà ucciso nell’agguato tesogli dai NAR. Semerari invece verrà ritrovato cadavere a Napoli il 1° aprile 1982 ed il suo omicidio verrà attribuito alla camorra.

Torniamo a Terza Posizione. Dopo le perquisizioni del ‘79 Fiore e Adinolfi lasciano l’organizzazione in mano a Giorgio Vale, ed in questo modo < avviene il salto di qualità: l’attività deliquenziale non è più sporadica (...) Vale (...) perfettamente a suo agio nel ruolo di capo legionario organizza campi paramilitari dove allena gli altri terroristi... > [4]. Gli “ideologi” Fiore e Adinolfi invece fuggono nel settembre del 1980 < secondo le accuse di Valerio Fioravanti, all’estero, con la “cassa” del movimento... .>. Dopo quasi vent’anni di “esilio” a Londra Fiore ricomincerà a costruire un altro gruppo di estrema destra, Forza Nuova appunto, che si avvarrà di contatti con molti altri movimenti simili che stanno nascendo un po’ qua e un po’ là in Europa. Altra sorte avrà Mangiameli, che sarà ritrovato cadavere a Roma l’11.9.1980, ucciso dai fratelli Valerio e Cristiano Fioravanti e Giorgio Vale dei NAR, perché avrebbe tenuto per sè il denaro che questi gli avevano affidato con l’incarico di organizzare l’evasione del terrorista Concutelli. Ancora Cingolani: < nel corso degli anni, delle ricostruzioni, delle confessioni di alcuni pentiti, l’omicido di Francesco Mangiameli assume tuttavia altri significati; secondo alcuni testi e secondo i giudici di Bologna (...) il vero movente dell’omicidio (...) andrebbe ricercato nel fatto che Mangiameli era venuto a conoscenza di particolare inconfessabili e di oscuri rapporti tra Valerio Fioravanti e la P2; del connubio cioè che secondo la sentenza di primo grado dei giudici di Bologna è responsabile dell’ideazione e dell’esecuzione della strage del 2 agosto (...) Valerio Fioravanti aveva conosciuto Mangiameli (...) agli inizi del 1980 ed era stato proprio Roberto Fiore a presentarglielo. In quel periodo vi era una sorta di “corteggiamento” di Terza Posizione nei confronti del capo militare dei NAR e del suo gruppo... >. Ed ecco uno stralcio del volantino scritto da Francesca Mambro per la rivendicazione dell’omicidio di Mangiameli: < ... abbiamo giustiziato il demenziale profittatore Francesco Mangiameli degno compare di quel Roberto Fiore e di quel Gabriele Adinolfi, rappresentanti della vigliaccheria cronica... >.
< A proposito di Fiore e Adinolfi affermerà Valerio Fioravanti: “I capi di Terza posizione erano abili perché non dicevano ai giovani militanti occorre fare questa o quella rapina, ma nel corso di una riunione esponevano l’esigenza di avere del denaro per delle iniziative e facevano in modo che i ragazzi volontariamente proponessero un piano di rapina. In questo modo, molti ragazzi erano stati mandati allo sbaraglio e poi arrestati” >.

DAL LIBANO A LONDRA E DI NUOVO IN ITALIA.

Scrive Silvio Maranzana [5]: < Due terroristi dei NAR stanno orchestrando da Londra lo sbarco in Italia di un nuovo movimento fascista >. L’articolo ricostruisce l’attività di Fiore e del suo camerata, il cantautore Massimo Morsello (conosciuto nel’ambiente come il “De Gregori di destra”) latitanti nella compiacente Londra, dove sono diventati “imprenditori di successo”, titolari della “Meeting point”, un’azienda che organizza concerti e turismo scolastico, soggiorni e prevendite di biglietti per partite. Così pure, scrive Maranzana, secondo la polizia inglese i Nostri avrebbero organizzato attraverso la società “Trust of St. Michael the Archangel” delle vendite di beneficienza per raccogliere fondi “destinati a fondare in Spagna un villaggio fascista”. Un progetto per un villaggio spagnolo “dove i nazionalisti di tutta Europa possano vivere nel nuovo ordine” appare anche, prosegue Maranzana, nel bollettino interno dell’organizzazione “neonazista” “Third position international”, tanto per riprendere le solite sigle. All’idea di questo “villaggio” < Morsello se la ride. “Una città nera? Magari si potesse costruire, me ne andrei là di corsa. Purtroppo però sono tutte invenzioni di un giornalista” >. Però nel novembre 1999 il quotidiano “Liberazione” riprenderà un articolo dello spagnolo “El paìs” nel quale si legge che “il gruppo neonazista britannico Terza posizione internazionale” (toh! coincidenza? n.d.r.) “si appresta a ricostruire un villaggio abbandonato che ha comprato interamente due anni fa (...) nella regione di Valencia”.
Quanto alla permanenza a Londra dei due condannati per associazione sovversiva in Italia, troviamo che il quotidiano “Il Manifesto” del 5.11.1998 riprende un articolo dell’inglese “Guardian”, il quale avrebbe sostenuto “sulla base di nuove informazioni di un’ex agente della CIA in Europa” che Fiore e Morsello sarebbero stati “reclutati” in Libano nei primi anni ‘80 (si erano lì rifugiati subito dopo essere scappati dall’Italia) dal servizio segreto inglese MI6 e che per questo motivo la Gran Bretagna non concesse mai la loro estradizione all’Italia. Michael Schmidt [6] riferisce che la rivista inglese “Searchlight” (giugno e luglio 1989) sostenne più precisamente che il MI6 riteneva < sufficientemente importante quello che Fiore sa sui campi di addestramento di Al Fatah in Libano, per permettergli di gestire anche tre ditte a Londra >.
Il Libano coi suoi campi paramilitari è un leit-motiv anche per alcuni triestini che furono coinvolti nei primi anni ‘80 nel corso delle inchieste sui NAR: i fratelli Livio e Ciro Lai, Gilberto Paris Lippi, Fausto Biloslavo ed Antonio Azzano. Questi ultimi tre il 1° luglio 1981 < vengono arrestati per ordine della magistratura di Bologna per reticenza e falsa testimonianza in merito a loro soggiorni nel Libano, in campeggi paramilitari dei falangisti. Due giorni dopo viene precisato che l’inchiesta si colloca nel quadro delle indagini sulla strage del 2 agosto alla stazione ferroriaria > [7].
Gilberto Paris Lippi, negli anni ‘70 militante del Fronte della Gioventù, diventerà negli anni ‘90 esponente di spicco di A.N. arrivando a ricoprire la carica di vicepresidente della Provincia di Trieste e poi di consigliere regionale.
Biloslavo (sulla cui figura ci dilunghiamo un po’ perché lo ritroveremo anche più avanti in altre occasioni pubbliche) diventerà poi reporter di guerra per conto dell’agenzia Albatross, fondata assieme a Giovanni Micalessin ed Almerigo Grilz (questi, che fu negli anni ‘70 dirigente del Fronte della Gioventù e poi del M.S.I., rimase ucciso in Mozambico nel 1987 mentre seguiva i guerriglieri anticomunisti della Renamo, finanziati dal governo razzista sudafricano); negli anni ‘80 andò più volte in Afghanistan; nel 1987 fu arrestato ed imprigionato per alcuni mesi dalle autorità afghane perché sospettato di contatti coi guerriglieri; ritornò ancora una volta a Kabul e fu investito da un camion, restando vivo per miracolo. Si recò anche diverse volte nella ex Jugoslavia: nel 1993, durante un reportage nell’entroterra dalmata, rivelò [8] < l’esistenza di un’esplosiva missiva di un generale italiano (...) da poco in pensione (che) consigliava i serbi su come conquistare Zara... >, ed anche che < in Krajina un ex mercenario serbo stava addestrando la “brigata Garibaldi” composta da uno sparuto gruppo di italiani >. Questa notizia fu “smentita” sulle pagine del “Piccolo” dove il giornalista Paolo Rumiz scrisse < di “bombe”, complotti e disinformazione per “tirare l’Italia nella trappola balcanica” accusando direttamente ed indirettamente il sottoscritto, l’Indipendente, altri giornalisti oltre a politici vari, dall’ex senatore Arduino Agnelli all’ex sindaco di Trieste Giulio Staffieri >. La polemica innescata sfociò in una querela da parte di Biloslavo che la ritirò tre anni dopo a fronte della pubblicazione sul “Piccolo” del testo dal quale abbiamo tratto i brani sopra evidenziati. Biloslavo è inoltre uno dei giornalisti “specializzati” sull’argomento “foibe”, ha pubblicato diversi articoli (sul “Borghese”, su “Epoca”, “Il Giornale Nuovo” ed altri) sugli “infoibatori titini” che ancora si troverebbero in Slovenia e Croazia. Fu lui a lanciare la campagna contro gli “infoibatori” che percepiscono le pensioni italiane, raccolta poi dal P.M. romano Pititto. Ha anche scritto degli articoli in cui riprendeva le (sbagliate) ricostruzioni storiche di Marco Pirina, dando ad esse una patente di legittimità. Pubblicò nel 1985 un’intervista che sostenne di avere fatto telefonicamente al partigiano fiumano Oskar Piskulic, indagato per l’uccisione di tre persone nel corso dell’insurrezione di Fiume, e rese testimonianza al P.M. Pititto, che conduceva l’inchiesta, in merito a questo suo colloquio con Piskulic. Però in altra sede Piskulic ha negato di avere concesso interviste a Biloslavo, telefoniche o di persona che fossero.
Biloslavo in seguito fece le seguenti dichiarazioni (pubblicate sul “Piccolo” del 27.11.97) in merito alla comparsa del suo nome tra quelli degli otto triestini che sarebbero stati frequentatori di una campo falangista libanese secondo quanto scritto da Giuseppe De Lutiis [9]: < E’ non solo falso, ma ridicolo e difatti nessun organo inquirente mi ha mai chiesto informazioni. Io a Beirut ci sono stato per alcune settimane tra il ‘78 ed il ‘79, ospite a casa di alcuni amici cristiano-maroniti. (...) non ho mai saputo della partecipazione di estremisti di destra triestini a campi di addestramento... >. Ma questa affermazione è in netta contraddizione con quanto scritto dalla stampa dell’epoca e poi riportato da Tonel: sul “Piccolo” [10] infatti leggiamo che < sono stati interrogati ieri nel carcere di San Giovanni in Monte a Bologna i tre triestini arrestati il 2 luglio scorso... >. Quindi non corrisponderebbe al vero che “nessun organo inquirente” abbia chiesto “informazioni” a Biloslavo. Ricordiamo anche che l’avvocato dei tre era quel Marcantonio Bezicheri che fu a suo tempo difensore di Freda e che ritroveremo anche più avanti.

Torniamo ai fondatori di Forza Nuova. Massimo Morsello che, secondo Gianni Barbacetto [11] si autodefinisce “fascista, cattolico, latitante e cantautore politicamente scorretto” è rientrato in Italia nella primavera del ‘99 grazie alla legge Simeone perché gravemente ammalato (si parlò di cancro in fase terminale). Ma dopo qualche mese Morsello pare avere riacquistato la salute, difatti va in giro a fare concerti e comizi ed è intervenuto pure ad una manifestazione a Trieste nel maggio scorso.

Nello stesso articolo Barbacetto ricostruisce così la “genesi” di Forza Nuova, nata all’inizio come una sorta di movimento d’opinione all’interno della Fiamma tricolore, dove coagulava i militanti attorno al proprio bollettino, il “Foglio di lotta” (che esce tuttora).
Nel 1997 lo stesso Rauti decise di mettere fine a questa fronda impedendo la diffusione del “Foglio” e “richiamando i camerati alla disciplina”. Ma a quel punto ci fu la scissione vera e propria e < Fiore e Morsello, da Londra, indicarono la data - il 29 settembre, San Michele Arcangelo, protettore della Guardia di Ferro di Codreanu, il leader del fascismo romeno - in cui, gettate alle ortiche le vecchie prudenze rautiane, sarebbe finalmente nata una forza nuova >. In contemporanea si formò, attorno ad un gruppo di giornalisti di estrema destra (Mario Consoli, Piero Sella, Sergio Gozzoli, fondatori del giornale “Uomo Nuovo”) un gruppo che, avendo un rapporto privilegiato con Le Pen, cercava di costruire un “Fronte nazionale” anche in Italia.
Parte del nucleo dirigente di Forza Nuova è stato coinvolto nell’inchiesta sugli Hammerskin italiani, facenti parte di quella rete neonazista internazionale fondata una decina d’anni fa in Texas e poi diffusasi in Europa, presentantesi come “l’elite dell’elite” degli skinheads. Il loro simbolo sono due martelli in marcia (quelli che appaiono nel film “The wall” dei Pink Floyd), e si ritengono < nuovi cavalieri di un medioevo postmoderno, crociati schierati in difesa dell’Europa bianca >.
Anche Fiore fu coinvolto nell’inchiesta sugli “Hammerskin”, accusato di esserne il finanziatore e fu per questo motivo che dovette rinviare di un anno il suo rientro in Italia. Sia il leader milanese degli Hammerskin, Duilio Canu, che quello di Padova, Alessandro Ambrosino, diventarono poi dirigenti locali di Forza Nuova.
Altro dirigente di Forza Nuova è quel Maurizio Boccacci che fu per anni leader del “Movimento Politico”, associazione dell’estrema destra che alla fine degli anni ‘80 costituì [12] < il punto di riferimento e di organizzazione di centinaia di estremisti di destra > a Roma < ... nata nel 1985 sulle ceneri di Terza Posizione >. (Toh! chi si rivede). < Anche il simbolo è simile. E la struttura semiclandestina è composta di giovani disposti a colpire comunque. Frequentano le palestre, conoscono il karatè ed il full-contact. (...) Il leader si chiama Maurizio Boccacci, 35 anni, che è passato dalle file di Avanguardia Nazionale di Stefano Delle Chiaie, al FUAN di via Siena, la scuola di Paolo Signorelli (ve lo ricordate? n.d.r.) dove sono cresciuti anche il giovane Alibrandi, Francesca Mambro e Giusva Fioravanti. Le sedi (...) sono piene di materiale di propaganda neonazista, stendardi e gagliardetti, magliette con le riproduzioni di Hitler, anfibi con le punte di metallo e, naturalmente, le armi per la battaglia contro i negri e gli ebrei >. L’articolo prosegue con un elenco dei pestaggi compiuti dai naziskin del Movimento Politico. Nel 1992 fece scalpore la notizia che una sede del Movimento Politico fu presa d’assalto da un gruppo di giovani ebrei stanchi delle continue aggressioni dei neonazisti.

COSTRUIRE UNA 'FORZA NUOVA'.

Viste queste premesse e vista la presenza assidua che Forza Nuova ha a Trieste da due anni in qua (precisiamo subito che quanto a presenza numerica alle manifestazioni contano dalle cinque alle trenta persone al massimo) siamo andati a cercare notizie su di loro, ed ecco quanto abbiamo tratto dal materiale da essi stessi fornito (sia su volantini e riviste che sul sito Internet www. forzanuova.org).
Cos’è dunque Forza Nuova?
I loro “punti fermi” (come essi stessi li definiscono nei loro documenti) sono otto, e precisamente:
1: abrogazione delle leggi abortiste;
2: famiglia e crescita demografica al centro della politica di rinascita nazionale;
3: blocco dell’immigrazione e avvio di un umano rimpatrio;
4: messa al bando di massoneria e sette segrete;
5: sradicamento dell’usura e azzeramento del debito pubblico;
6: ripristino del concordato Stato-Chiesa del 1929;
7: abrogazione delle leggi liberticide Mancino e Scelba;
8: formazione di Corporazioni per la difesa dei lavoratori e della comunità nazionale.
Sono di conseguenza fascisti, palesemente fascisti, non quelle cose addomesticate come A.N. di oggi. Sono corporativisti, cattolici integralisti, antiabortisti, odiano gli immigrati e i “non europei” (dove tra questi includono pure, non si capisce a quale titolo, tutti gli ebrei); sono contrari al divorzio e favorevoli “alla famiglia”; propugnano uno stile di vita “legionario”, cantano le lodi della Decima Mas di Borghese come della Falange spagnola di de Rivera, come della legione romena Arcangelo Michele (toh! chi si rivede) di Codreanu.
Così esprimono i loro ideali di lotta nel n° 17 del loro bollettino: < Oggi, a dispetto di tutto, esistono ancora parti sane del popolo che aspettano solo di incontrare una Guida militante per risvegliarsi, per liberarsi dalle strutture di menzogna che la opprimono e la avvelenano, per sostituirle con gerarchie naturali espresse dal popolo stesso. Ma questa guida militante potrà forgiarsi, ergersi su tutto e farsi riconoscere dal popolo solo per mezzo dello spirito di Sacrificio. La Storia insegna che senza sudore, lacrime e sangue non si arriva alla Vittoria finale >. (Già, ma di chi sarebbero il sangue, il sudore e le lacrime? non della Guida, di solito...).
Il punto di forza sul quale si fondano è “la sopravvivenza del nostro popolo” (quello italiano, s’intende) minacciata da tre fattori “pericolosissimi”: l’aborto (“ogni anno si uccidono”, dicono “200.000 futuri italiani”), l’immigrazione ed il crollo demografico. Per risolvere quest’ultimo problema suggeriscono di fare delle leggi che svolgano “un ruolo di incentivo alla procreazione” sotto forma di “aiuti” che vadano a “premiare le famiglie che arrivano al terzo figlio o vanno oltre”. (Pare che Roberto Fiore abbia sette figli). Contro l’immigrazione che mina “l’identità del popolo italiano” propongono due soluzioni: innanzitutto bloccare l’immigrazione e “qualora vi siano richieste di mano d’opera dal nord si deve attingere al meridione italiano o ai paesi di cultura europea o favorire il ritorno di quei numerosissimi italiani emigrati e disposti a tornare temporaneamente o definitivamente nella terra d’origine; poi “l’inizio di un umano rimpatrio degli immigrati” che dovrà avvalersi, di “centri di sviluppo italiani nei paesi del terzo mondo che grazie alla tecnologia europea favoriscano il progresso dei paesi in difficoltà creando al tempo stesso occasione di lavoro per gli italiani”.
Dunque sono contrari all’immigrazione dei “non europei” in Italia, ma sono favorevoli al colonialismo che favorisca l’emigrazione degli italiani nel mondo. Del resto, se l’Italia accetta il loro discorso di boom demografico, da qualche parte gli italiani dovranno pure andare a lavorare, dopo che l’Italia sarà satura.

Sono contrari al “bilinguismo” (dove per esso intendono ogni forma di tutela di qualsivoglia minoranza etnica) e nell’ipernazionalista Trieste trovano consenso tra tutti coloro che negano alla comunità etnica slovena il diritto di esprimersi nella propria lingua; così pure sono contrari alla legge Mancino dato che essa proibisce di dire “s’ciavo” (epiteto dispregiativo che i razzisti triestini usano per gli sloveni) ed altri insulti di marchio razzista e considerano questa legge “un’arma puntata contro chi vuole esprimere le proprie opinioni”, stando a quanto asserito più volte da Fabio Bellani.
Sono contrari alla massoneria ed alle organizzazioni internazionali come la Trilateral ed il Bilderberg, quali esponenti del mondialismo capitalista, ma che certe frange del terrorismo nero siano state usate in passato da certa massoneria (P2) non sembra creare loro problemi di coscienza. O forse è anche a cose come queste che si riferiscono quando parlano di “esempi di machiavellismo negativi” quali “collusioni ambigue in funzioni di golpe (vero o presunto)” in un articolo sul nuovo ruolo di A.N. (vedasi il n° 20 del loro bollettino “Foglio di lotta”, che appare anche nel sito Internet).

Sono populisti, e lo dimostrano con tre delle loro più importanti attività: la campagna “compra italiano”, la “Befana tricolore” e l’associazione “Italica” che organizza campeggi estivi per “bambini provenienti da famiglie bisognose”.
Nel Bollettino n° 13 vediamo come si strutturano queste attività.
< Dal popolo per il popolo: la Befana tricolore.
Viene scelta la zona adatta ... un quartiere proletario o povero ... si contattano con una lettera le famiglie dove il capofamiglia è senza lavoro o sottoccupato... vengono poi coinvolti tutti i militanti ed i simpatizzanti del movimento in raccolta di fondi, vestiario, giocattoli ... viene annunciata la Befana Tricolore con volantini e manifesti ... si diramano poi comunicati ... le manifestazioni vanno tenute preferibilmente nelle sedi di Forza Nuova. Il tutto deve essere poi concluso con un’appello alla popolazione ... per la ricostruzione del Patrimonio tradizionale e del tessuto sociale della città o del quartiere >.
A parte la strumentalizzazione politica che traspare da questo modo di fare “carità pelosa” svolgendo le iniziative di beneficienza (?) nelle sedi del movimento, c’è anche altro che dà da pensare. L’individuazione delle famiglie che vanno contattate a questo modo richiede una forte presenza di controllo sul territorio da parte dei forzanovisti, che del resto strutturano le proprie sedi in maniera molto “funzionale”, quasi militarista, a leggere le loro indicazioni per i militanti. Ma fino a che punto si spinge la loro attività? Fino ad una sorta di “schedatura” della popolazione dei quartieri? E cosa può accadere ad una famiglia, che pure “bisognosa”, magari decida per convinzione antifascista di rifiutare la “Befana tricolore”? In quale “schedatura” potrà incorrere?

Il progetto “Compra italiano” (del quale sarebbe tra i maggiori organizzatori l’ex Hammerskin padovano Ambrosino) invece funziona così: < è ... una campagna lanciata recentemente dalla Corporazione Lucana ... i contadini riuniti sotto la Corporazione Lucana spediscono il loro camion carico di arance verso le varie città d’Italia dove vengono gestite in modo autonomo da individui o gruppi legati alle sezioni di Forza Nuova ... le arance passano di mano una volta sola e vengono distribuite direttamente dai piccoli distributori sparsi nelle varie città > (logicamente tutti membri di Forza Nuova).
E cosa fa invece l’associazione “Italica”? Organizza i “pionieri d’Italia” la cui “struttura è attualmente suddivisa in reparti, composti da quattro o sei squadriglie con bambini da 6 a 14 anni, suddivisi in maschili e femminili; a capo di questi reparti vi è un consiglio-capi composto prevalentemente da ex appartenenti ad associazioni scoutistiche preesistenti. Attualmente si sta pensando di creare anche un reparto di ragazzi più adulti, quale scuola di preparazione per la formazione dei consigli capi di tutta Italia >.
Segue (Bollettino n° 17 del settembre ‘98) una descrizione delle “uscite” di questi “reparti” e di queste “squadriglie”, < in preparazione del campo estivo che si svolgerà in Francia ... il progetto ... è stato perfezionato durante le colonie estive Evita Peron 1998 con le quali si è potuto sperimentare il metodo che verrà utilizzato nelle attività pionieristiche >. Colonie queste che Forza Nuova avrebbe organizzato per venire incontro alle “famiglie bisognose” (anche qui vediamo una ricerca selettiva delle famiglie cui proporre un soggiorno estivo per i figli). Iniziativa lodevolissima? Ma la giornalista Cristiana Mangani del “Messaggero” ha raccolto alcune testimonianze che sono state pubblicate in un articolo nel giugno ‘98. I ragazzini da lei sentiti sarebbero stati “reclutati” nelle case ex Bastogi dalla sezione di Forza Nuova di Cave dei Tirreni, per un soggiorno gratuito a Gressoney. I genitori, dopo avere inviato i figli in montagna, allarmati dal tono di una delle telefonate a casa fatta da un bambino, < hanno preteso che il gruppo tornasse a Roma e si sono trovati davanti dei ragazzini spaventati, arrabbiati, pieni di graffi e lividi. Ieri hanno chiamato la polizia e denunciato l’associazione Forza Nuova ... >. Raccontano i ragazzini: < una volta due di noi sono stati portati nel bosco perché non volevano dormire ... siamo dei bambini piuttosto vivaci, ma loro ci hanno trattato come rifiuti. Dovete imparare a vivere, ci dicevano. Vi mettiamo a posto noi >. E un altro: < Uno di noi ha reagito per la pasta che faceva schifo, lo hanno preso e sbattuto contro il muro. Se non ti sta bene, gli hanno detto, te ne puoi anche andare. E hanno aggiunto: vai a fare del bene a persone come queste >. E via di seguito con racconti simili. Così conclude la giornalista: < nessuno pensava di trovare piccoli lord sulle montagne di Gressoney. Tantomeno però di imbattersi in una scuola di addestramento per marines >.
Un altro dei cavalli di battaglia di Forza Nuova è “l’opposizione all’anticultura” (in effetti il loro linguaggio è molto “contro”, si dichiarano ripetutamente “antagonisti”, ricalcando sia vecchie parole d’ordine di certa sinistra che di altri “vecchi” fascisti alla Freda e Ventura). Sostengono ad esempio (e purtroppo non hanno tutti i torti...) che l’insegnamento umanistico nelle scuole, oltre a fare schifo, viene pure ridimensionato dalle riforme scolastiche per lasciare più spazio ad altre materie “scientifiche”. Si preoccupano molto dell’insegnamento della storia, sostenendo che lo studio di essa è subordinato alle logiche del potere e che essendo questo in mano alla sinistra vengono insegnati dei falsi storici funzionali a chi sta al potere (tenendo presente che i libri di storia sono più o meno sempre quelli da trent’anni a questa parte e che la “sinistra” è al potere da solo quattro, tutto il discorso ci pare un po’ forzato...).
Ad ogni modo la loro risposta è di organizzare < corsi di Storia da tenere nei propri locali ... tenuti da professori del movimento o d’area, che ricalchino la struttura dei normali corsi scolastici e che quindi si rivelino utili agli studenti nei loro studi. Al termine di questi corsi ... verranno stilate e distribuite dispense del corso >.

PROGETTO CONTROPOTERE.

Ci troviamo quindi di fronte ad un movimento politico che è organizzato in maniera quasi militarista, che ha comunque una discreta disponibilità di fondi finanziari (loro sostengono che si tratta di “autotassazione”, ma ricordiamo che l’attività londinese della Meeting Point aveva fruttato un bel po’ di soldi ai suoi titolari) e che si “autogestisce” (o quantomeno ha in programma di fare) un mucchio di cose: dalla scuola alle colonie estive (che sembrano piuttosto campi paramilitari), dalla distribuzione diretta di generi alimentari al controllo nei quartieri. Sotto questa luce assume un aspetto particolare anche il nome del loro “progetto Contropotere”: cosa intendono per “contropotere”? La creazione di uno stato all’interno dello Stato?
Se ci limitiamo a leggere sui giornali e sui loro bollettini ufficiali, vediamo che il “progetto Contropotere” appare sostanzialmente come la creazione di una sorta di centri sociali ideologicamente schierati all’estrema destra. Uno spazio per iniziative culturali (secondo il concetto che di “cultura” ha quel tipo di persone, ovviamente), di socializzazione, per dibattiti, per i loro progetti “compraitaliano” eccetera.
Nel sito Internet, invece, il progetto Contropotere viene descritto in ben altro modo.
< L’esperienza degli ultimi anni ci insegna che se pur necessario, concentrarsi su tematiche politiche del momento può non essere sufficiente; va compiuto uno sforzo continuo per creare strutture durature che garantiscano la continuità del movimento in caso di attacchi, tradimenti e atti repressivi ... alcuni movimenti europei si sono adoperati negli ultimi anni nel gettare semi di contropotere ... abbiamo visto il progetto villaggio in Spagna, progetto che potrebbe essere seguito presto da nuove iniziative simili in altri paesi... >. Domanda: ma se qui Forza Nuova “rivendica” il “progetto villaggio in Spagna” come mai Morsello s’era tanto preoccupato di negare che esistessero dei progetti simili, se questi “villaggi” sono iniziative del tutto innocenti?
Vengono poi descritti tre esempi di queste “nuove iniziative” in Inghilterra, Normandia ed Irlanda, dove < vi sono tre proprietà aventi in comunte le seguenti caratteristiche:
1) la presenza di vasti appezzamenti di terra;
2) l’appartenenza delle proprietà a militanti o associazioni non lucrative gestite da militanti;
3) la presenza di attività economiche, di strutture politico-culturali, di piccole Cappelle >.
In queste proprietà (quella inglese comprende 10 ettari di terreno ed una “casa di notevoli dimensioni” che oltre al resto comprende anche 5 stanze “per i residenti e gli ospiti”) le “strutture economiche” consisterebbero in “uno studio per la produzione di video” e di “edizione, produzione e distribuzione di libri”.
Dulcis in fundo questa considerazione sull’importanza dell’acquisto di tali proprietà: < anche nei casi più estremi di repressione le strutture sono lì a disposizione di chi continuerà la lotta politica. A questo proposito è di particolare importanza la fisionomia giuridica delle associazioni non a scopo di lucro che garantiscono l’uso delle proprietà per fini prestabiliti stabiliti negli statuti e che proteggono il tutto da possibili atti persecutori >.
Il “progetto Contropotere” così come descritto somiglia più alla creazione di una serie di basi logistiche che non ad un < laboratorio di idee dove poter coniugare pensiero ed azione al di fuori degli schemi imposti dai burattinai del sistema >, come dichiarato da Fabio Bellani al “Piccolo” del 26.5.1999.

Vediamo adesso come è diffusa sul territorio nazionale Forza Nuova. Nel febbraio 1999 era presente in 10 regioni (Sicilia, Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Abruzzo, Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), a settembre 2000 le regioni erano diventate 17, con in più Marche, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Calabria, Liguria e Molise.
Ecco la situazione regione per regione. In Piemonte c’era una sezione a Torino nel ‘99 ed è rimasta nel 2000; in Lombardia nel febbraio 1999 erano aperte le sezioni di Milano, Brescia, Bergamo e Gallarate; nel 2000 risultano in più una a Campione d’Italia ed una a Lodi, mentre non c’è più quella di Brescia; Veneto: nel 1999 Vicenza, Padova e Schio, nel 2000 Padova e Verona; Toscana: nel 1999 Lucca, Casteldelpiano e Grosseto, quest’ultima non risulta nel 2000; Abruzzo nel 1999 una sede a Pescara e nel 2000 una a Vasto ed una a Lanciano; Lazio: nel 1999 Roma, Cave, Viterbo, Santa Marinella, Sora e Latina, nel 2000 non appaiono queste ultime tre mentre abbiamo in più Gaeta e Montelanico; Campania: nel 1999 Napoli, Salerno e Fratta Maggiore, quest’ultima non c’è nel 2000 ma ci sono in più Pianura e Caserta; Basilicata: nel 1999 Bernalda e nel 2000 Metaponto; Puglia: nel 1999 Bari, Fasano, Brindisi e Taranto, la quale non risulterà nel 2000, però abbiamo in più le seguenti sezioni: San Michele Salentino, S. Vito dei Normanni, Lecce, Carmiano, Martina Franca e Santeramo in colle; Sicilia: Palermo nel 1999 come nel 2000; infine nel 2000 abbiamo in più le seguenti sedi: Falconara e Macerata nelle Marche; Trieste e Udine nel Friuli Venezia Giulia, Bologna in Emilia Romagna; Perugia in Umbria; Termoli nel Molise.
Come si può vedere il massimo dello sviluppo l’organizzazione l’ha visto nelle Puglie, regione che negli ultimi anni ha assunto due peculiarità, collegate tra di loro dai traffici degli “scafisti”: l’ingresso di “clandestini” in Italia e l’attività di contrabbando che si è trasformata in una e vera propria guerra contro lo Stato.

ANALOGIE ED AFFINITA’.

Andando indietro nel tempo possiamo trovare delle interessanti analogie tra Forza Nuova (che è stata fondata ufficialmente, lo ricordiamo, nel settembre 1997) ed altri raggruppamenti od organizzazioni di vario tipo.
Così il culto che professano per Codreanu, al punto da intitolare a suo nome un sottosito internet ci ricorda che negli anni ‘70 Ordine Nero aveva fondato a Trieste una “sezione Codreanu”, sigla con la quale venne firmato un volantino di minacce inviato al giudice istruttore Coassin che indagava su una bomba piazzata presso la scuola slovena sita nel rione triestino di San Giovanni nell’aprile del ‘74. Nel gennaio del 1990 invece troviamo un’intervista fatta da una giornalista del “Meridiano” di Trieste alla romena Maria Popa, stabilitasi a Trieste nel 1972 in seguito al matrimonio con il triestino Claudio Bressan. Maria Popa parla della situazione creatasi in Romania dopo l’abbattimento del regime di Ceasescu e del “Comitato di solidarietà italo-romena”, da lei fondato assieme al marito ed altre persone, tra le quali c’era pure Francesco Neami, che ha in comune con Bressan la passata militanza in Ordine Nuovo. Nel 1997 Bressan accuserà il suo ex camerata Manlio Portolan (ora dirigente della Fiamma Tricolore) di avere collaborato coi servizi segreti fornendo loro informazioni sull’ambiente dell’estrema sinistra triestina, accusa immediatamente smentita da Portolan. Sulla cui appartenenza alla struttura Gladio si vociferò a suo tempo (ne parla Giuseppe De Lutiis nel suo “Il lato oscuro del potere” [13] ); nell’elenco dei “gladiatori” fu segnalato (21.1.87) tale “Mario” Portolan che, secondo alcune ricostruzioni del giudice Felice Casson di Venezia, andrebbe invece identificato come “Manlio”. Non si è giunti tuttavia ad alcuna conclusione ufficiale e definitiva.
Tornando al “Comitato di solidarietà italo-romena”, che inviò diversi “convogli” contenenti aiuti materiali nella Romania della rivoluzione del’89/90, va ancora ricordato il curioso “feeling” che si verificò nell’occasione tra Neami, Bressan ed i loro amici ed il senatore del PSI Arduino Agnelli, noto a Trieste per le sue posizioni nazionaliste e neoirredentiste nei confronti dell’Istria e della Dalmazia, il senatore che abbiamo già trovato nella polemica tra i giornalisti Biloslavo e Rumiz su questioni croate.

Altre affinità di Forza Nuova le troviamo con la meno nota associazione denominata “Nuova Acropoli”, della quale ha parlato la rivista “Cuore” nel numero del 3.12.1994.
Nuova Acropoli fu fondata in Argentina nel 1957 e si diffuse in Italia all’inizio degli anni ‘80; così viene descritta nell’articolo sopra citato.
< ... 5mila membri nel 1989 (500 solo in Italia) ed un patrimonio dichiarato di oltre 8 milioni di dollari, Nuova Acropoli è “esteriormente un’organizzazione culturale e umanistica, ma nasconde (...) una struttura piramidale molto rigida ed occulta ai propri adepti di base” (dal Manuale del Dirigente riservato ai livelli superiori del gruppo). Al vertice della piramide c’è un Comandante Mondiale, dal potere assoluto, che governa per “decreti” >.
(E’ interessante a questo punto rilevare come il termine “comandante” sia d’uso ricorrente in certi ambienti: “comandante” era, per i suoi adepti, Junio Valerio Borghese, il “principe nero” della Decima Mas; Marco Pirina, lo pseudostorico revisionista di Pordenone che si dedica da anni a stampare libri pieni di falsità storiche allo scopo di infangare la Resistenza ed il movimento partigiano sostenne, una volta, di essere stato inquisito per il fallito golpe Borghese solo perché il suo nome si trovava nell’agendina del “comandante” Sandro Saccucci; Giorgio Rustia, il leader triestino di Contropotere, ha una volta definito Roberto Fiore, in una conferenza pubblica “comandante fondatore”).
Continuiamo con l’articolo di “Cuore”.
< Il gruppo dirigente della setta è formato dall’ elite degli “asciati”, gli unici a poter vantare un contatto diretto con il comandante mondiale. Vengono quindi i semplici membri, suddivisi in tre strutture dai toni tipicamente hitleriani. C’è innanzitutto il “Corpo di sicurezza”. Indossa divise nere che si richiamano alle SS, simbolo della folgore compreso e svolge una funzione più o meno mascherata (...) di vigilanza e di pronto intervento. In Italia ha preso da qualche anno - subito dopo la “svolta ambientalista” avvenuta nei primi anni ‘80 - il nome di “Dipartimento di protezione civile”. ... si affiancano le “Brigate Maschili” (...) e le “Brigate Femminili” (...) >.
Vediamo ora se quanto segue ricorda qualcosa di cui abbiamo parlato prima.
< Nuova Acropoli nel proprio sistema educativo prevede strutture anche per i più piccoli: l’edificazione dell’Uomo Nuovo (“uomo nuovo”? come la testata a cui collabora Gozzoli? n.d.r.) ha inizio sin dalla prima infanzia attraverso (...) una sorta di asilo nido in cui tra l’altro si insegna la tecnica per riuscire a vedere “Gnomi, elfi e fate”; quindi, dai 7 ai 14 anni, i bambini vengono divisi tra la struttura maschile dei “Cavalieri della tavola rotonda” e quella femminile della “Tavola di Iside”. (...) Nuova Acropoli insegna una dottrinaccia filosofeggiante in cui l’umanità si divide in razze superiori ed inferiori (...) si associa una malsana etica dell’“uomo forte”, che comporta l’obbligo di “evitare l’iperprotezione dei più deboli a danno delle persone più importanti...” > eccetera eccetera.
Nuova Acropoli, spiega ancora l’articolo, negli anni Ottanta, al seguito della “moda” ecologista, si diffuse come associazione ambientalista che organizzava incontri, seminari, corsi ed attività varie, spesso con il patrocinio delle istituzioni (nel 1989 a Genova, ad esempio, le Ferrovie affidarono alla locale sezione di Nuova Acropoli la gestione di un corso per annunciatori nelle stazioni). Ma anche gite per anziani a Venezia col patrocinio del Comune e la partecipazione del sindaco; un campo di addestramento “per l’ecologia attiva” nel parco d’Abruzzo, sotto l’egida dell’Ente parco, dell’aeroclub dell’Aquila, del Corpo forestale dello Stato e della Regione Abruzzo e via di seguito.
Infine, nell’ottobre del 1989 un “campo” di Nuova Acropoli (una cascina acquistata qualche anno prima: ricorda niente?) fu perquisito dai carabinieri della stazione di Montefiascone che vi trovarono “gagliardetti, labari, coltelli, una radio ricetrasmittente priva di licenza e numerosi bossoli di pistola” e vi arrestarono un giovane del “Corpo di sicurezza”. Armi da fuoco furono invece trovate in altre sezioni non italiane: a Madrid e ad Atene (dove la responsabile fu condannata a 12 anni di carcere).
Ed ecco i referenti internazionali di questi “militanti”.
< Il fondatore, Livraga Rizzi, ha rivendicato negli anni ‘70 i propri rapporti con i circoli golpisti argentini ed uruguagi, con i cileni di “Patria y libertad”, con la Falange spagnola. Ed anche la sezione italiana, almeno agli inizi, sfoggia stretti rapporti di amicizia con quest’area: fondata a Roma nel 1975 (tra il 1976 ed il 1979 aprirà filiali in quindici città) viene inzialmente aiutata da Serafino Di Luia, fondatore della nazi-maoista Lotta di Popolo, mentre Gabriele Adinolfi (toh! chi si rivede, n.d.r.) uno dei padri di Terza Posizione incoraggia i propri camerati a frequentare l’organizzazione >.
Ma come mai ad un certo punto è stata “scoperta” questa associazione? Grazie al memoriale di Miguel Martinez, un italo-messicano che, dopo essere stato tra i dirigenti dell’organizzazione se ne è staccato spiegando quali sono le effettive finalità di essa. Dall’intervista pubblicata su “Cuore” stralciamo alcuni passaggi particolarmente interessanti su come venivano “reclutati” gli adepti.
< Si inizia con un corso, all’interno del quale l’adepto viene seguito individualmente. Lo si sonda, se ne capiscono gli interessi, lo si indirizza verso un lavoro all’interno dell’organizzazione. All’inizio in maniera subdola, fintamente assembleare. ... attraverso l’introduzione di argomenti militari, abituandolo a eseguire gli ordini. (...) Si comincia con l’utilizzo di piccoli codici (segnali particolari, gergalità, giochi di ruolo) e ci si ritrova inquadrati, stretti in divise similnaziste, a fare il saluto romano. O a sparare >.
A questo punto vengono in mente quelle associazioni (per lo più collegate al circuito della “New age”) che stanno sempre più diffondendosi sul territorio e che si occupano di esoterismo e di medievalismo, che organizzano campionati di giochi di ruolo e magari anche le uscite di 'soft air', cioè i “giochi di guerra” in cui ci si spara con armi vere anche se rese inoffensive (per il momento). A Trieste si è svolto l’anno scorso un festival della “new age”, interessante da visitare per conoscere certe realtà misticheggianti ed esoteriche che non abbiamo però trovato nel festival svoltosi nel 2000.
Altro punto interessante dell’intervista di Martinez è l’accenno all’“uso dei mass media che anno dopo anno si è affinato”, e cioè, dato che negli anni ‘80 l’argomento ecologia “tirava sui giornali” Nuova Acropoli ha iniziato “a pulire parchi su parchi. Previa allerta dei cronisti, ovviamente”.

FORZA NUOVA A TRIESTE.

La prima uscita “ufficiale” di Forza Nuova a Trieste ha avuto luogo il 28.3.1998, quando una dozzina circa di militanti, circondati da una notevole quantità di forze dell’ordine in tenuta antisommossa, ha manifestato contro i SERT e contro la droga. Si sono poi “presentati” il 9 maggio successivo, con una conferenza alla quale ha presenziato pure Sergio Gozzoli.
Hanno poi proseguito con una conferenza contro l’immigrazione (novembre ‘98); una contro il “bilinguismo” (dicembre ‘98), alla quale ha preso la parola anche Giorgio Rustia (persona della quale parleremo più approfonditamente in altra parte di questo dossier); diversi presidi contro il bilinguismo, contro l’immigrazione e a sostegno del cosiddetto processo “contro gli infoibatori”. Nell’aprile del ‘99 una loro delegazione (Paolo Karatossidis e Riccardo Baggio, di Padova e Luciano Fragasso di Vasto) avrebbe dovuto partire da Trieste per incontrarsi con Seselj a Belgrado, in piena aggressione NATO contro la Jugoslavia, ma furono fermati al confine serbo.
Nel maggio del ‘99 hanno invece inaugurato la loro sede nelle case popolari di Valmaura, quartiere dormitorio ad alto rischio teppistico (i due stadi ed il palazzetto dello sport si trovano in quella zona, il che la rende appetibile agli ultras); nel corso dell’estate hanno indetto varie conferenze anche con la sigla di “Contropotere”. A settembre hanno indetto una “festa di contropotere” con chioschi, musica, cabaret e le solite conferenze di Rustia sui “revisionismi storici”.
Ad ottobre un’altra conferenza sui “revisionismi storici”, con Giorgio Rustia. Era prevista pure la presenza di Marco Pirina, che però ha dato forfait, deludendo i suoi innumerevoli fans. Il dottor Rustia, in compenso, ha presentato un proprio “studio” teso a dimostrare le “falsità” scritte nei testi dell’Istituto Regionale per la storia del Movimento di Liberazione ed il fatto che in realtà le “foibe” non servirono tanto all’eliminazione degli italiani in quanto tali, ma degli anticomunisti in generale, non importa di quale nazionalità.
A novembre altra conferenza, questa volta sul tema “quando a Trieste si moriva per l’italianità”. Relazioni dell’immancabile Rustia e di Sergio Gozzoli, che ha dissertato per più di un’ora sui temi dell’europeismo visto come contraltare alla colonizzazione nordamericana e sulla necessità di costruire una forza politica organica in grado di coagulare i popoli europei in un’Europa delle etnie e delle identità locali autonome piuttosto che delle nazioni. Ha poi definito gli stili di vita dei militanti di questa forza politica: detentori di una cultura che esalti il senso della virilità e della femminilità, dell’audacia e della forza di carattere nei giovani; una cultura che protegga la famiglia e sostenga la religione (ma “non ha importanza che ci si creda o meno”, secondo Gozzoli, il che potrebbe anche apparire blasfemo); una cultura che insegni il rigore, l’autodisciplina, l’orgoglio per la virtù; ed infine un paio di consigli pratici ai militanti: “il vostro tempo sia sempre tempo di milizia”, “cercate donne che vi diano tanti figli”, cosicché in questa battaglia tra un po’ di tempo si potrà essere in molti.
Va detto che ad ascoltare questo discorso di Gozzoli alla fine erano rimaste poco meno di dieci persone, oltre ad un paio di giornalisti ed alcuni poliziotti.
Nello stesso periodo Forza Nuova ha inaugurato una nuova sede, abbandonando le case popolari della periferia per stabilirsi in un ex negozio nella centralissima zona di Barriera.


CAMERATI DI VIAGGIO.

Il 2000 è stato l’anno in cui Forza Nuova è salita prepotentemente alla ribalta dopo avere promosso manifestazioni di solidarietà con Haider ed il suo partito, e visto che in Italia si tende ad essere più antinazisti che antifascisti, dato che agli italiani si perdona di più che non ai tedeschi, anche gli antifascisti più tiepidi si sono accorti che esiste un “pericolo” Forza Nuova. Ma non c’è solo Forza Nuova...
Il 25 aprile del 2000 a Trieste ha visto, oltre alla solita commemorazione alla Risiera di S. Sabba, anche una serie di iniziative dell’estrema destra. La Fiamma tricolore ha compiuto il consueto “pellegrinaggio” alla foiba di Basovizza (con corteo di macchine schiamazzante attraverso il paese, che è abitato prevalentemente da sloveni) e poi ha convocato in mattinata un convegno dal titolo “I crimini dei vincitori”, con il segretario Portolan e l’avvocato Bezicheri, il noto difensore di estremisti di destra più o meno eversivi nonché avvocato di parte civile al processo romano cosiddetto “per le foibe” (in realtà c’è un unico imputato accusato dell’omicidio di tre persone a Fiume nel maggio ‘45) per conto di una non meglio nota associazione di “Amici e discendenti di esuli”.
Altro convegno indetto da Fascismo e Libertà sul tema: “L’Italia dei grandi processi ingiusti: severa e crudele con Priebke, assolutoria con gli assassini delle Foibe”. Relatori: don Curzio Nitoglia (direttore della rivista “Sodalitium”), Mario Spataro (giornalista e revisionista storico), l’avvocato Sinagra ed il presidente nazionale del movimento Giuseppe Martorana. Chi si fosse aspettato da un sacerdote un discorso di pace, amore e perdono, è rimasto deluso, dato che da don Nitoglia abbiamo invece appreso che: “la guerra non si fa con le caramelle”; che il comandamento dice “non uccidere gli innocenti” (noi sapevamo che dice di “non uccidere” tout court, salvo i casi di legittima difesa) e che in guerra si deve uccidere per non essere uccisi; che i fucilati alle Ardeatine non erano “innocenti” perché tutti detenuti o politici o comuni, quindi Priebke non ha commesso alcun peccato mortale; che le rappresaglie in guerra sono lecite, dopo via Rasella la rappresaglia: “si doveva fare”, ha sostenuto il prete, altrimenti “quante altre bombe sarebbero scoppiate il giorno dopo”? Oltretutto la rappresaglia delle Ardeatine non è stata neanche la peggiore della storia, basti pensare che Graziani (il governatore della Libia) fece uccidere per rappresaglia 3000 africani. Ancora secondo Nitoglia i tedeschi in questo caso furono “più che corretti” perché “altri” avrebbero ucciso molto di più: difatti “proprio qui a Trieste sono stati buttati nelle foibe circa 10.000 italiani solo perché italiani”. Che non vi siano “proprio qui a Trieste” foibe sufficienti a contenere diecimila corpi, non pare creare alcun problema a don Nitoglia (per conoscenza storica diciamo che nella provincia di Trieste furono recuperati circa una quarantina di corpi di persone gettate nelle foibe per vendette personali nel maggio del ‘45).
Ancora: Priebke fu condannato per un “crimine fra virgolette” da lui commesso per eseguire degli ordini; inoltre il battaglione Bolzano, bersaglio dell’attentato di via Rasella non era delle S.S. ma della “polizia italiana che doveva mantenere l’ordine pubblico a Roma sotto l’ordine dei tedeschi”; ed i partigiani avevano commesso quell’attentato per attirare una rappresaglia tedesca contro l’Italia e l’odio dei cittadini romani nei confronti dei tedeschi, dato che fino a quel momento l’occupazione tedesca era stata “pacifica” ed i romani simpatizzavano coi tedeschi.
Non vale la pena di riferire nei particolari l’intervento del giornalista Spataro (autore di libri di revisionismo storico), ne citiamo solo un paio di battute, tanto per far capire il livello intellettuale, giuridico e politico del soggetto: su Pinochet ha detto che nessuno si preoccupa invece di dire ciò che aveva combinato Allende, e cioè “stava per portare il Cile a livello di Cuba” (cosa che, vista la bassa mortalità infantile di Cuba rispetto a quella degli altri stati dell’America latina ma anche degli USA, non avrebbe dovuto spaventare più che tanto i cileni); e poi se l’è presa con i “cervelli cloroformizzati dalle televisioni” e dai vari Lilli Gruber e Mentana. Quanto alle torture per cui fu accusato Priebke: “dato che il terrorista non parla la tortura è necessaria”, posizione questa che farebbe rivoltare nella tomba persino il non-comunista Cesare Beccaria.
Infine l’avvocato Sinagra (asserito ed orgoglioso affiliato alla loggia P2, noto per essere stato il difensore di fiducia di Gelli come pure del governo turco all’epoca dell’'affaire' Ocalan, come dell’ex ufficiale Olivera, torturatore agli ordini del dittatore argentino Videla, nonché per essere stato il “promotore” del cosiddetto “processo per le foibe”, per cui, come dice egli stesso, il suo nome è collegato “al genocidio degli italiani” delle regioni che lui considera “italianissime” d’Istria, Dalmazia e Carnaro), che dopo avere rivolto un caloroso saluto ai “camerati” Cauter e Martorana, ha più o meno ripetuto le stesse cose da lui dette in altre occasioni (di cui abbiamo riferiremo più avanti), ed ha infine esposto un’interessante teoria. Il fascismo in Italia, dice, era nato dall’esigenza di saldare assieme la soluzione di due problemi: la giustizia sociale e l’unità nazionale, ed è in seguito cessato per sconfitta militare e non per verifica economica, come invece è successo col comunismo (che rimane per Sinagra la “tragedia di questo secolo”), ed il problema del fascismo in Italia è che è durato troppo poco. Che è sì un’esperienza passata, ma da quel simbolo (cioè il fascio littorio) escono due filoni che rappresentano i due problemi che devono essere risolti ancora oggi (la giustizia sociale e l’unità nazionale) “gli spunti per non dimenticare che ciascuno di noi è parte di un tutto”, e sarebbe questo il significato profondo del concetto del “fare la guardia al bidone di benzina”: il fascismo era una esperienza che accomunava tutti in un’unico fascio.
Ancora nella medesima occasione il “commissario federale” di Fascismo e Libertà per il Veneto, Foti, ha dichiarato che “questo regime ci ha dato poco o niente se non la possibilità di combattere” e che ora “è il momento di alzare il livello dello scontro”. Senza precisare di quale tipo di “scontro” intenda parlare, se politico o di altro tipo.
Curiosamente ritroveremo Nitoglia e Spataro come oratori pure in una conferenza indetta da Forza nuova, svoltasi nella serata (dopo avere “reso omaggio” alla foiba di Basovizza ed alla targa in onore di tale Ennio Beltramini), “Quale liberazione?”, assieme ai soliti Bellani e Rustia e certo Franco Damiani.

Il concetto di Sinagra in merito ai due significati del fascismo potrebbe ricordare vagamente quel “fas e jus” che un altro curioso personaggio, Pietro Molinari, usa come simbologia per il proprio movimento, l’Alleanza Dio e Popolo, da lui definito “partito etico politico onniconfessionale ed ambidestro”. Da qualche anno Molinari si presenta sulle piazze di Trieste con questo suo movimento che trae spunto (egli sostiene) innanzitutto da Mazzini, ma anche da Gesù Cristo, e che “Marx, Lenin, Stalin, Mussolini e Hitler operarono con intuizioni unidirezionate, ma tradotte in pratica con modi diversi”. Molinari, che distribuisce sia opuscoli patinati che ciclostilati apparentemente scritti con un’anacronistica testina rotante, si pone come obiettivo “l’arresto” dei politici che, secondo lui, avrebbero tradito i dettami costituzionali. Hanno con lui contatti gli esponenti locali del comitato contro l’uranio impoverito che fanno riferimento al sito Internet gestito da Marco Saba.

SUL REVISIONISMO STORICO E LE “FOIBE”.

Abbiamo visto che le “iniziative” di Forza Nuova sono spesso incentrate su temi storici o pseudo tali, e dato l’accenno ai “corsi di storia” che l’associazione organizza, è a questo punto necessario fare una (non molto breve...) digressione per affrontare il tema del revisionismo storico come è stato portato avanti negli ultimi anni, e non solo da “estremisti” di destra, ma dagli stessi rappresentanti della storiografia “democratica”.
Il revisionismo storico italiano è diverso da quello spiccatamente europeo, soprattutto inglese e tedesco, che si pone lo scopo di riabilitare il nazismo negandone le parti peggiori, ad esempio sostenendo che le camere a gas di Auschwitz non sono mai esistite, che non vi fu un genocidio del popolo ebraico, che i documenti esistenti in merito sono dei falsi storici, come ad esempio lo stesso diario di Anna Frank.
In Italia più che di riabilitazione del fascismo ci troviamo di fronte ad una denigrazione del movimento partigiano, forse perché, essendo già passata nella coscienza popolare l’idea che il fascismo di Mussolini fu una dittatura “all’acqua di rose” (cosa che è più difficile da sostenere per Hitler), è necessario “alzare il tiro” e quindi capovolgere le parti. Trasformare gli antifascisti da oppressi che si erano ribellati ai propri oppressori in “terroristi”, “eversori”, “fuorilegge”, dando per assodato dunque che la legge fascista fosse giusta e da rispettare. “Dimenticando” che il fascismo non era andato al potere con libere elezioni ma mediante un colpo di stato, e che i suoi metodi di governo non erano propriamente democratici.
Significativa è da questo punto di vista l’esistenza di una “Consulta per revisione storica” della quale farebbero parte, secondo l’ANSA del 5.1.1999, i “nazisti Merlino e Signorelli” e l’avvocato Sinagra. Di quest’ultimo abbiamo già parlato e parleremo ancora; Signorelli l’abbiamo precedentemente incontrato e “Merlino” è forse quel Mario Merlino di Avanguardia Nazionale che fece l’infiltrato nei gruppi anarchici romani alla fine degli anni ‘60? Ed è lo stesso Mario Merlino che l’avvocato Sinagra ha citato come teste di parte civile nel cosiddetto “processo per le foibe” del quale parleremo più avanti?

Trieste, essendo stata dopo l’8.9.1943, direttamente annessa al Terzo Reich (sotto la denominazione di Adriatisches Küstenland, Litorale Adriatico), ha avuto sul proprio territorio un forno crematorio annesso ad un campo di concentramento e sterminio: la Risiera di San Sabba. I revisionisti sostengono che tale campo non fu di sterminio ma di smistamento (come se da un punto di vista morale le cose fossero diverse!), il che corrisponde solo parzialmente al vero, perché, se è esatto che gli Ebrei rastrellati e portati in Risiera furono poi per la maggior parte deportati nei lager tedeschi (dove del resto trovarono quasi tutti la morte), d’altra parte nella Risiera furono assassinate, si calcola, circa cinquemila persone, per lo più partigiani sloveni e croati ed italiani.
Nel 1992 il Movimento Fascismo e Libertà diffuse un volantino nel quale affermava che nella Risiera < non è mai esistito un campo di sterminio, non è mai esistita una camera a gas, non è mai esistito un forno crematorio > fu < solo parzialmente campo di transito per prigionieri politici. Durante tutto quel periodo, nella ex risiera, morirono per mano nazista e per cause naturali, una decina di persone. (...) La verità è che il “campo di sterminio” è stato inventato negli anni sessanta per contrastare la tremenda realtà delle foibe nelle quali i comunisti slavi, con la complicità di quelli italiani. avevano massacrato oltre diecimila triestini, istriani e goriziani... >. Per la diffusione di questo volantino il Movimento fu assolto dall’accusa di apologia del fascismo: difatti non si riesce a capire perché furono denunciati per quel reato e non per quello di diffusione di notizie false ed incitamento all’odio etnico. Ma è purtroppo così che si muovono le cose in Italia.

Le “foibe”, dunque, cioè il grosso cavallo di battaglia della storiografia nazionalista sul confine orientale. Con questo termine si intendono le pretese esecuzioni sommarie che sarebbero state operate dai partigiani jugoslavi dopo la liberazione di Trieste e Gorizia e della regione istriana. La propaganda nazionalfascista, dal 1945 in poi, ha sostenuto che “migliaia di persone” sarebbero state “infoibate” (cioè gettate nelle “foibe”, le cavità naturali presenti nel Carso triestino ed istriano) “sol perché italiane”. Col passare degli anni la storiografia “progressista”, invece di fare chiarezza sulle menzogne di marca fascista e neoirredentista, si è invece appiattita su di esse, e troviamo oggidì sindaci “progressisti”, storici “democratici” ed esponenti del centrosinistra sostenere le stesse tesi che fino a dieci-quindici anni fa erano patrimonio esclusivo degli ambienti della destra più retriva, con l’unica differenza che dalla “causale etnica” (“infoibati sol perché italiani”) si è passati a quella “politica” (“infoibati perché contrari al comunismo titoista”). Tutto ciò ovviamente è strumentale alla nuova demonizzazione del comunismo, quella in atto da una decina d’anni a questa parte, dopo la “caduta del muro di Berlino”: mentre prima l’anticomunismo viscerale era patrimonio esclusivo dalle destre, da una decina d’anni in qua abbiamo assistito ad una “conversione” su questi temi da parte di certi settori che potremmo definire i “pentiti” della sinistra, proprio per questo ancora più fanaticamente anticomunisti. In questa trasformazione della storiografia “democratica” in funzione anticomunista abbiamo assistito addirittura a delle rivalutazioni dell’operato di Stalin in chiave antititoista.
Per quanto concerne le foibe va detto che in realtà di esecuzioni sommarie alla fine del conflitto nella cosiddetta “Venezia Giulia” ve ne furono, ma in misura molto inferiore a quanto accadde nelle altre città d’Italia, come a Milano o nel famoso “triangolo rosso”. Lo storico Mario Pacor così descrisse il “malcontento operaio” nel maggio del ‘45, quando Trieste era sotto amministrazione partigiana jugoslava:
< Fu così che agli operai insorti non fu permesso di procedere a quelle liquidazioni di fascisti responsabili di persecuzioni e violenze, a quegli atti di “giustizia sommaria” che invece si ebbero a migliaia a Milano, Torino, in Emilia e in tutta l’Alta Italia nelle giornate della liberazione e poi ancora per più giorni. “Non ce lo permettono” mi dissero ancora al

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Non c'è futuro senza memoria
by cerca Saturday, Dec. 06, 2003 at 5:20 PM mail:

dal giornalista di "Rinascita" all'avvocato delle SS Priebke e Misha:

il 13 dicembre si svolge una manifestazione a sostegno della reistenza irachena.Questa manifestazione come dice il portavoce del campo antimperialista Moreno Pasquinelli e' aperta a tutti:

"..proprio a tutti senza esclusione" (...) "Il fascismo e i fascisti sono oggi il nostro nemico principale?Assolutamente no. Mi pare davvero pleonastico dovere spiegare su una lista di antiamericanisti e antimperialisti chi sia oggi il nemico principale.(...)"Mai fare spallucce a fenomeni minotitari, poiche domani potrebbero non esserlo. Mi riferisco in particolare a due testate della destra radicale, il quotidiano Rinascita e Italicum. Quest'area, per chi non lo sapesse, si schiera contro l'imperialismo americano, considera Berlusconi il nemico principale, e l'Ulivo il male minore (nelle recenti elezioni friulane hanno votato per Illy!!)"

Ora cerchiamo di specificare meglio e circostanziare sia le provenienze che le varie collaborazioni dirette e indirette tra gli esponenti del Campo Antimperialista e i vari ambienti e personaggi dell' "Area"

Ripartiamo da questo estratto da un e-mail del portavoce del Campo:

"Non ci saranno fascisti alla nostra manifestazione. Non siamo in alcun
sodalizio. Lo abbiamo spiegato e ripetuto in mille salse e sedi. E
continueremo a ripeterlo con calma e razionalita'. Ci sono *fascisti* nella
lunghissima lista delle adesioni? Che si facciano questi maledetti nomi
invece di alzare la cortina fumogena e di far leva su passioni prepolitiche
e irrazionali."

ci chiediamo sarà vero?

Intanto il Campo Antimperialista non fa' mistero (lo scrive sul notiziario di giugno 2003) di aver accettato l'adesione di "Socialismo e Liberazione" di Maurizio Neri, fuoriuscito dal Fronte Sociale Nazionale di Adriano Tilgher e Stefano Delle Chiaie, gia' della organizzazione nera "Costruiamo l'Azione"..

Dietro questo "Socialismo e Liberazione" (dove si pubblicano quasi esclusivamente interventi di Costanzo Preve) troviamo anche un'altro nome inquietante quello di Carlo Terracciano, "discepolo" di F.G.Freda, un tempo con Mario Tuti nella rivista "Quex", poi con Orion. Quest'ultima rivista (Orion) piu' le edizioni Barbarossa sono di Maurizio Murelli e ha come amministratrice la signora Alessandra Colla (coniugata Murelli con lo stesso Murelli che il 5 maggio 1972, a Monza, ha sparato a cinque compagni. ) che ha partecipato attivamente e pubblicamente alla lista antiamericanista fino ad un' incidente di percorso.

Il camerata nazionalbolscevico Murelli fra l'altro promotore di "Sinergie Europee" ( e del convegno italiano di EuroNat: la rete nazi-fascista europea) oltre ad aver "casualmente" pubblicato interventi di Miguel Martinez-Kelebek su Orion, e' noto per intrattenere un'antica "collaborazione" con Claudio Mutti. Claudio Mutti fa parte della schiera dei sostenitori e promotori della Manifestazione che pero' "casualmente" non appare nella lista ufficiale dei firmatari. Quest'ultimo Professore in nero ha sempre "casualmente" avuto l'onore di pubblicare attraverso la sua casa editrice "all'insegna del veltro" degli scritti di Enrico Galoppini [Fascismo e Islam] ( firmatario, attivissimo nella costruzione del manifesto antiamericanista e della manifestazione del 6 dic. oltre che "casuale "collaboratore di "Diorama Leterario" di Marco Tarchi-De Benoistiano della prima ora) e Tiberio Graziani (firmatario dell'appello). Tiberio>Graziani è molto attivo oltralpe, editore di "Avatar edizioni" lo ritroviamo anche nella post-fazione del libro"Les Croisés de l'Oncle Sam" di Tahir de la Nive oltre che come traduttore di "Omaggio a Drieu La Rochelle". Sempre inseguendo questa intricata rete di "casualita'" lo troviamo collaboratore insieme a Claudio Mutti su un sito tedesco "Eiserne Krone" dove sempre casualmente tra un opera di J.Evola e l'altra troviamo l'appello God Smash America primo manifesto fatto a Febbraio 2003. Sempre in questo sito (Eiserne Krone) troviamo come autore Martin A. Schwarz (Robert Schwarzbauer), che pure lui sempre "casualmente" ha a che fare con Willi Langthaler del AIK (Antiimperialistischen Koordination)- Austria naturalmente anche lui firmatario dell'appello. Rimandendo all' estero troviamo Serge Thion, negazionista francese, però quando alcuni firmatari fanno notare che la sua presenza ed alcune altre non sembrano essere gradite la risposta da parte degli organizzatori e' netta e difensiva "No all'antifascismo reale" che come incipit ha: "Ma se non facciamo una manifestazione assieme con Thion con chi vogliamo farla", naturalmente non e' un caso che lo stesso Serge Thion venga citato ed invitato ad iniziative di Forza Nuova come anche dal camerata A.B. Mariantoni.

Torniamo in Italia e troviamo tra alcuni firmatari un intreccio a scatole cinesi tra collaboratori/editori di "Rinascita Nazionale", "Italia Sociale" e "Italicum": iniziamo da qui: tra gli "ospiti-relatori" dell'ultimo campo antimperialista, sempre perche' il caso ci mette lo zampino, troviamo Maria Lina Veca (Marilina Veca) che e' collaboratrice" esterna" di "Italiasociale" ( il cui direttore responsabile e' Ugo Gaudenzi) insieme a Claudio Mutti, Carlo Terracciano e dove troviamo anche il Generale Amos Spiazzi. Naturalmente il sig. Ugo Gaudenzi (che e' anche direttore e coordinatore nazionale di Rinascita Nazionale) non appare nella lista dei firmatari però e' accorso a difendere a spada tratta la manifestazione del 6 Dicembre anche con velate minaccie:"Questa volta non ci pugnaleranno alle spalle, questi vari Magdi Allam, Fulvio Grimaldi e loro mentori. Lo dovranno fare a loro rischio e pericolo" come scrive su Rinascita. Sempre casualmente Luigi Tedeschi (firmatario dell'appello) che e' direttore di "Italicum" la quale rivista vanta la collaborazione oltre che di Enrico Galoppini, anche di Giorgio Vitali (firmatario dell'appello) e che per uno strano caso della sorte e' tra i fondatori di "Rinascita Nazionale " a cui collabora anche Gabriele Adinolfi (tra i fondatori di Terza Posizione). Continuando ad aprire le scatole cinesi il caso vuole che Luigi Tedeschi scriva prefazioni a libri di Rutilio Sermonti, personaggio di ex ordine nuovo, editi, come sempre, dalla casa editrice di Claudio Mutti (All'Insegna del Veltro). Altro firmatario dell'appello è Biagio Cacciola (ex-capogruppo consiliare del Gruppo misto a Frosinone, ex-Msi-FTF, ed esponente del Fronte nazionale -nonche' ex del gruppo univ.-La Caravella") che datosi al socialismo tricolore ha , ma sempre assai casualmente, goduto dell'appoggio di Ugo Gaudenzi alle elezioni 2002 a Frosinone("Gaudenzi lancia Abbate e Cacciola" -titola il messaggero).

Bisogna dire che questo gruppo di firmatari paiono veramente amici di lunga data.

Continuando tra gli altri firmatari troviamo Walter Catalano che collabora a varie riviste tra cui «Diorama Letterario» insieme a Giancarlo Paciello (anche lui firmatario) il quale fa parte della redazione di Koiné-rivista che ha >saltato il fosso" e del comitato editoriale della CRT. Un altro firmatario molto e' Alessandro Lattanzi webmaster del sito "Aurora". Altro conoscente di Marco Tarchi (Diorama Letteraro) e firmatario è: Alessandro Bedini ex esponente del Msi.

Un altro firmatario e' Antonello Cresti di Firenze , nel suo curriculum scritto e pubblicato in rete di suo pugno scrive: "Parallelamente la mia collaborazione viene richiesta per lavori di analisi socio-politica, in maniera trasversale, da sinistra ("Comunitarismo" , "Voce Operaia" (mente politica del campo autoscioltasi nel maggio 2001 per dare vita ad un "terzo polo" nel movimento ndr) (http://www.voceoperaia.it)" "Il Bolscevico", "COM", "Rosso XXI") a destra ("L’Officina" e "Italicum"). Insieme a Walter Catalano (voce recitante) e il gruppo di Cresti i "Nihil Project" hanno chiuso il 6 Settembre, per scelta militante, alle ore 21,30 la "rassegna antimperialista di Assisi".

Continua l'elenco dei "firmatari" :

Alberto Ostidich: Scrive per le edizioni AR di Freda, collabora con Italicum. Tra i suoi illuminanti saggi troviamo "Sulla Democrazia"(edizioni Ar) in cui si puo' leggere: "E' quindi l'inferire a pretendere di essere come il superiore, per invidia verso di lui. Risentimento questo, che la mitologia ci ricorda essere insito nell'uomo, con la scalata all'Olimpo dei Titani o con la ribellione di Lucifero.[......] Il primato della quantità sulla qualità è dunque assai opinabile". Fautore da sempre di "Una Sinistra aristocratica e popolare, nazionale e sociale(...)che avrà bisogno di richiamarsi non solo a Sorel, Corridoni o Berto Ricci, ma anche a Gramsci e a Proudhon, e così definirsi élitaria e d'avanguardia" si definisce uno che "vuole andare oltre la destra e la sinistra... Ostidich propone una trasversalità ampia ed assoluta, una Sinistra nazionale...

Franco Cardini illustre storico , docente all'Università di Firenze e medioevalista di prestigio mondiale ed ex consigliere Rai,"uomo che viene dagli studi sul tradizionalismo religioso" e' "uno che pubblicava da Akropolis e Camunia" . Cardini è presidente dell'associazione Identità Europea e ha redatto numerosi contributi per le terze pagine dei quotidiani "Il Giornale" e "Avvenire"(fece epoca la sua difesa del movimento Vandeano su "Avvenire" qualche anno fa. ) Si definisce "intellettuale disorganico" ":ex-aderente a Giovane Europa :"un reazionario di razza e di rango".

Eduardo Zarelli e Arianna Editrice: direttore della casa editrice Arianna, collaboratore della rivista virtuale di geofilosofia Est/Ovest di ispirazione neoconservatrice, spiritualista. comunitarista, nonche' curatore del libro di Friedrich Georg Jünger, La perfezione della tecnica, Roma, Settimo Sigillo, 2000. La casa editrice Arianna si distingue per aver pubblicato in Italia i libri di Alain De Benoist, come si può notare è consigliata dallo stesso De Benoist tra i suoi link preferiti.

Stefano Fabei docente a Perugia ha pubblicato diversi libri su un argomento in Italia poco conosciuto non soltanto al grande pubblico ma anche a molti storici di professione. Si tratta della storia dei rapporti che, a partire dal primo dopoguerra, intercorsero tra i movimenti di liberazione del Terzo Mondo, islamici ed indù in particolare, il fascismo ed il nazionalsocialismo: fenomeno scarsamente o per niente indagato tanto dagli storici della decolonizzazione quanto da quelli dei «fascismi».Ad esempio: La politica maghrebina del Terzo Reich edito da Claudio Mutti (Edizioni all'Insegna del Veltro)

Adolfo Morganti responsabile diocesano del GRIS (Gruppo Ricerca e Informazione sulle sette) di Rimini, dell'associazione Culturale "Il Cerchio" oltre che essere il Coordinatore nazionale dell'Ass. "Identità Europea", ovviamente collabora attivamente con Franco Cardini sia a Identità Europea che nell'organizzazione di molti convegni. Morganti ha anche una passione musicale e nel 1980 entra a far parte della " La Compagnia dell'Anello" come percussionista. Con Identità Europea organizza tutti gli anni l' "Università d'estate"evento al quale prendono parte esponenti delle diverse anime della destra radicale, oltre che simpatizzanti di AN e della Lega Nord. Ha partecipato inoltre come relatore all' evento culturale organizzato da Alleanza Nazionale a Strasburgo "Europa e Islam" ovviamente in compagnia di Franco Cardini.

Luca Tadolini presidente del Centro Studi Italia, associazione culturale che promuove lo studio storico, politico e sociale della Destra politica italiana ed internazionale, dei concetti di Tradizione, Patria e Nazione. Svolge l'analisi e la revisione degli eventi storici, politici e sociali, moderni e contemporanei, che hanno interessato l'Italia senza escludere rapporti e prospettive internazionali. Cura inoltre la ricerca della storia della Repubblica Sociale Italiana in collegamento con l'Istituto Storico della R.S.I. con sede in Terranuova Bracciolini (AR). Oltre a questo l'avv. Tadolini è il Responsabile del Dipartimento Culturale di Alleanza Nazionale di Reggio Emilia. Ha pubblicato per l'Edzioni all'Insegna del Veltro (CLaudio Mutti) il libro " I franchi tiratori di Mussolini" "...La documentazione raccolta da Tadolini smonta largamente la mitologia resistenzialistica partigiana, ed evidenzia il ruolo, principalmente etico-politico (ma in alcuni casi anche militare, come a Firenze) dell'altra resistenza non organizzata contro gli invasori anglo-americana.."

Nicola Ferrarese attivista fin dal '77 nel MSI di Almirante , due arresti e due proscioglimenti; fino al 2001 è stato segretario federale del M.S. Fiamma Tricolore di Piacenza periodo in cui si è contraddistinto per le azioni prese contro la costruzione di un campo nomadi a Piacenza. Dopo aver lasciato la Fiamma Tricolore si ricandida per l'elezioni comunali nella lista "Blocco civico sicurezza Fronte d'azione" e si dedica all' Associazione La Lupa e alla Comunita' Militante di Piacenza, il 25 Maggio di quest'anno viene indagato per l'incendio alla sede di Rifondazione Comunista a Piacenza.

Luca Palmerini di Europa Avanguardia l'anno passato a Roma ha organizzato con Azione Giovani e Associazione Lorien un seminario nazionale sulla musica alternativa dal 1965 al 2002 dove si ritrovano diverse personalità dal gruppo Gesta Bellica a Enzo Cipriano a capo della casa edistrice Settimo Sigillo e della Libreria Europa che come lui definisce:" punti di riferimento per tutto l’ambiente "di destra" italiano".

Mario Porrini e Maurizio Messina entrambe collaborano sia con Centro Italicum che con il quotidiano Rinascita Nazionale

L'avvocato Lorenzo Borré di Roma è stato il difensore di due personaggi storici delle SS: l'ex ufficiale nazista Erich Priebke e di Michael Misha Seifert, ex SS del campo di Bolzano

Il professore Alberto B. Mariantoni, attualmente collaboratore "internazionale" di Rinascita Nazionale, è riconosciuto come personaggio di rilievo nella destra italiana, fu rinviato a giudizio per il tentato golpe Borghese e ora intrattiene una sua sezione nel sito Nuoviorizzontieuropei dove vengono proposti articoli del camerata professore e giornalista. Quest'estate ha svolto un ruolo di rilievo per la costruzione del cartello elettorale 2004 promosso dalla Fiamma Tricolore.

Ora la rete di "presenze casuali nere" che vi sono in questa manifestazione e nella lista antiamericanisti e' cosi' intricata che non e' facile sbrogliarla speriamo di aver reso il tutto piu' semplice e comprensibile.

I nomi riportati sono inseriti nell'elenco completo dei firmatari dell'appello al 22 Novembre 2003

http://italy.indymedia.org//news/2003/10/405970.php

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x gli amici di Ferrara
by Vepxsitqaosani Saturday, Dec. 06, 2003 at 5:58 PM mail:

Visto che copiate dal "Foglio", vi riporto la rettifica che "Il Foglio" è stato costretto a pubblicare. Beccandosi anche una denuncia:

Spett.le direttore,

Sul Foglio di martedì 2 dicembre, in un articolo anonimo dal titolo "Rossi e neri. Il 13 dicembre manifestazione per la 'resistenza' irachena con preti, nazi e no global", mi trovo qualificato come "ex miliziano e addestratore di gruppi paramilitari di estrema destra sudamericana". Una definizione inqualificabile per chi, come me, vive facendo semplicemente il traduttore di manuali tecnici e non ha mai usato un'arma in vita sua.

Premesso che non sono mai stato in Sudamerica, l'unico "gruppo sudamericano" di cui io abbia fatto parte (quattordici anni fa e in Italia) è un circolo teosofico di nome Nuova Acropoli, diretto da due persone di origine ebraica - Delia Steinberg Guzman e Fernando Schwarz - e che ha una prospera sede in Israele, come potete verificare dal sito dell'associazione stessa: http://www.acropolis.org/.

Miguel Guillermo Martinez
kelebek@imolanet.com

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buffoncello?
by durden Saturday, Dec. 06, 2003 at 6:04 PM mail:

sul fatto che io sarei un "buffoncello" non oso replicare, solo uno di destra potrebbe pensare che l'epiteto buffoncello sia negativo e dispregiativo.. buffoncello? i buffoni sono i ludici che dileggiano il potere
va bene, mi piace.
sul fatto che i fascistoni non andranno a quella manifestazione ho i miei seri dubbi. è poco importante se un direttore di una rivista della estrema destra sociale dà o non dà la sua adesione a una manifestazione, mi sembra evidente però che egli parla e può parlare solo a nome suo. numerosi sono infatti i rigurgiti sanguinolenti della eversione di destra anni '70 che parteciperanno a quella vergognosa manifestazione.
pensatela come vi pare ma scendere in piazza con gente immischiata nella strage della stazione di bologna non mi sembra una gran cosa..

Dalle palazzine suburbane della periferia cagliaritana, il "buffoncello" durden

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x durden
by .... Saturday, Dec. 06, 2003 at 6:17 PM mail:

ho fatto una ricerca sul motore di ricerca e sai cosa è venuto fuori??!!
che fai le squadrette per il fantacalcio??!!
UAH! UAH UAH AUH! UUUUUHHH! UAH UAH.

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e martinez?
by juary Saturday, Dec. 06, 2003 at 10:13 PM mail:

caro durden, ci devi ancora
dimostrare la storiella di Martinez ex-paramilitare
di estrema destra...(http://www.kelebekler.com è il suo
sito.)
sei uno stalinista e nemmeno lo sai.

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Martinez
by Zio Frankie Wednesday, Dec. 17, 2003 at 10:23 AM mail:

Circa l'ex addestratore di bande paramilitari Miguel Guillermo Martinez Ball ed il suo ruolo nel gruppo Al Awda Italia che propaganda il negazionismo antisemita hanno scritto Giuliano Ferrara, Magdi Allam e Dimitri Buffa. I relativi articoli sono riprodotti in

http://www.amislam.com/scheidt.htm

Martinez ha risposto con patetiche smentite che negano l'evidenza. Vuole persino dare ad intendere che i quotidiani siano stati "costretti" a pubblicare le sue smentite, mentre concedere diritto di rettifica è prassi corrente della stampa.

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