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g8 del Corriere
by p978z6p9t Friday, Mar. 12, 2004 at 6:03 AM mail:

p98zwwwöghwaägn_

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/07_Luglio/22/g8-0022.shtml

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le famose belle
by rex516 Friday, Mar. 12, 2004 at 3:47 PM mail:

le famose balle del coprire, le porta bene, ma secondo me quelli hanno le scuregge ben condite. Chi sa che puzza!!! Ed un articolo su altra cose nzi mi sa che qua ci metto dentro anche altre cose che ne dite!!!!! E salutiamo anche la compagni oooO_Oooo DEVASTAZIONI DEVASTATORI MA SOPRATTUTTO DEVASTATI Il 9/12/2002 ascoltavo RAI tre mondo. Una signora cambogiana parlava della lotta contro il turismo sessuale nel suo paese. Mi colpì una frase. Eccone il senso: "Forse voi occidentali pensate che il turismo sessuale sia una cosa normale. Non lo è: queste bambine vengono vendute come vergini, poi ricucite e rivendute di nuovo". Quando si dice devastazioni, devastatori ma soprattutto devastati. Tutti con maggiore, minore o nulla coscienza siamo vittime di una devastazione PERMANENTE DURATURA PREVENTIVA., una devastazione economica, ambientale, culturale, etica e politica. Una guerra totale. Una guerra in tutte le accezioni del termine. Una devastazione di esseri umani, di popoli, di paesi. Una devastazione che non conosce e non riconosce riparazione e che Azzera il vivente. GENOVA E’ ANCORA LI’. NON E’ PIÙ’ INSIEME A NOI CARLO GIULIANI. Certo che quando una come me vede i Grandi Devastatori ergersi a giudici e gridare la loro innocenza e invocare la loro LEGITTIMA DIFESA, non può che dire: "Ma che facce di bronzo! di bronzo come quelle dei bronzi di Riace, tanto per restare in quei dintorni." Nel nostro Paese si sta devastando e sovvertendo, in primis la Costituzione, ossia la carta fondante della "società civile"; si devasta l’economia, con operai della Fiat, e non solo loro, devastati; si devasta la sanità pubblica; si devasta l’istruzione pubblica; si devasta il diritto al lavoro; si devasta il diritto alla pensione.. per arrivare persino alla devastazione della devoluzione (e qui si capisce perché il Sud Ribelle doveva finire sul banco degli imputati). Genova devastata? Da chi? Quale orda di barbari ha devastato il porto di Genova e l’economia legata al porto? Se Genova sarà devasta lo sarà da una marea nera di petrolio o da un qualche altro "incidente" dovuto al "santo" profitto del "santo" e libero mercato. Se Genova non avrà la sua lanterna non l’avrà perché un qualche Grande Devastatore la venderà al migliore offerente e non perché qualche "devastatore" la prenderà a sprangate. In merito ai "devastatori", quelli della nostra parte, quelli che hanno lasciato Genova lì, una cosa bisogna dire FORTE E CHIARA che è stata LEGITTIMA DIFESA. Nessuno chiede questo riconoscimento allo Stato e al Potere. Questo riconoscimento ce lo danno i Devastati. Infatti "devastatori" e sovversivi della parte nostra, erano lì, a Genova lasciata li, per difendere i diritti dei devastati. Erano lì, pensate un po’, per difendere pure i diritti dei figli di poliziotti/e, carabinieri/e, digos/e, ros e rose Giudici, affini e collaterali. I quali tutti costoro avranno anche loro, penso, dei figli E come mai non si pongono la domanda. " In che mondo vivranno i nostri figli? vivranno devastati in un mondo devastato, assediati da chi è più devastato di loro?". In questo paese c’è chi si fa questa domanda. In tutto il mondo c’è chi si fa questa domanda. Ciascuno di noi "devastatori" e sovversivi ricorda che, appena fu ucciso Carlo Giuliani, un poliziotto si fece avanti e col braccio teso nel gesto teatrale del "J’accuse", urlò rivolto ad uno dei manifestanti: " sei tu che l’hai ucciso, sei tu, col tuo comportamento, colla tua violenza!". Non ricordo la frase precisa, ma la sostanza era questa. Ecco nato il teorema su cui si fondano i nostri arresti e gli arresti di Genova. In merito a questo teorema chiedo: Chi sono i compartecipi di questo teorema? Il teorema è stato elaborato solo da digos, magistrati e affini? La risposta politica è: NO! Compartecipi sono tutti quelli che additavano a digos e magistrati i "violenti". L’imput alla costruzione del teorema l’hanno dato loro. Di questo debbono prendersi la responsabilità politica e morale, non solo di fronte al movimento, ma di fronte a tutti i Devastati. E’ il Momento in cui tutti debbono prendersi le proprie responsabilità politiche. Io mi prendo le mie e allo stato che mi accusa: "tu vuoi sovvertire l’ordinamento economico vigente" rispondo: SI Si, perché non lo ritengo giusto. Si, perché è inumano. Si, perché devasta anche la logica, oltre il resto! A me e a tanti come me la coscienza impone di essere sovversivi Contro un ordinamento economico che ha, per esempio, nel suo "Bilancio" il lavoro come mera schiavitù, che ha nel suo "Bilancio" i morti di lavoro e di non lavoro, che ha nel suo "Bilancio" bambini e adulti che muoiono di fame e di sete e di embargo, e così via di Bilancio in Bilancio. A me e a tanti come me l’etica impone di essere sovversivi contro un ordinamento economico che si regge solo perché l’industria bellica e la Guerra stessa, sono il motore di questa economia. E forte e chiaro dirò ancora SI, perché sono comunista. Altri diranno: perché sono anarchico Altri diranno: perché sono cristiano, questi ultimi aggiungeranno: "E’ vero che Cristo ha detto di porgere l’altra guancia, ma le guance sono solo 2!!! Me l’avete gonfiate tanto, che mi sono ricordato che pure Gesù si ribellò all’ordinamento economico dell’epoca sua, e preso da un raptus di violenza sfasciò, non le vetrine, ma le bancarelle nel Tempio! L’Impero, il Potere, Lo Stato riconobbero a Cristo l’attenuante della GRAVE PROVOCAZIONE? A quanto pare no, visto che fu crocifisso.L’impero delegò allo Stato vassallo di appellarsi alla LEGITTIMA DIFESA Del Sacro Ordinamento Economico Romano. La Maddalena, che in passato qualche dottore della legge aveva frequentato, chiese: " Ma, come minimo, non c’è Eccesso di Legittima difesa?" E’ vero. Sono comunista e per questo ritengo che l’economia capitalista deve essere eliminata dalle classi subalterne, cosa che noi comunisti chiamiamo rivoluzione. Avere questa convinzione è un reato? Ebbene, sono rea confessa. Ora, siccome si pretende l’abiura alla violenza, è facile per me dirti: ma sai quanti devono abiurare prima di me? TU PER PRIMO!!! Perché forse scordi che per prendere il potere, tu Stato borghese, di troppi morti e di troppe violenze ti sei macchiato: da Cromwell, alla rivoluzione francese, alla rivoluzione amerikana e, perché no alla rivoluzione savoiarda, anche se tutte queste violenze adesso le chiami patriottismo. Ma il contendere fra me e te è questo? Ma il contendere fra te e gli altri arrestati è questo? Io non credo. Il contendere vero, caro stato (scusa la minuscola), è che tu sei il vero sovvertitore di te stesso. Il contendere reale è che tu ordini dei RASTRELLAMENTI Abiurando la tua Carta Costituzionale. Infatti, quando tu Stato hai mandato 12 persone per due teste di cavolo, nel cuore della notte, in casa mia, tu questo hai fatto: hai abiurato la tua Costituzione. Perché Tu hai organizzato questa parata perché mi sono permessa di fare giochi di parole su " Adecco, adeccati e adeccatori" e per aver preparato una bozza di manifesto. Infatti, la sostanza del malloppo di 300 pagine, che mi hanno lasciato, questa era, e per questo sono stata schedata e arrestata. E la sostanza degli altri arresti su questa linea era. Io ti dico che la Carta Costituzionale, che tu e i Padri della Patria, non io, avete scritto, mi da diritto di non renderti conto di quello che penso, dico, scrivo. Se vuoi continuare a comportarti così, prenditi anche tu, Stato, le tue responsabilità politiche e cancella tua Costituzione. Anche perché tanti, molti ormai da tempo si chiedono: " E perché non c’è scritto che la Repubblica democratica è fondata sul lavoro nero, l’Adecco appunto!, i condoni, le rogatorie e il falso in bilancio?" "e perché c’è scritto che l’Italia ripudia la guerra?" " e perché c’è scritto che in nessun caso uno straniero può essere estradato in paesi dove rischia la pena di morte?" quando, a parte il caso di Apo, una famiglia siriana è stata fermata all’aeroporto e rimandata indietro, in Siria dove il capo famiglia è perseguitato politico?" " e perché c’è scritto che l’Italia è una e indivisibile?" e così via… Prenditi le tue responsabilità politiche fino in fondo anche tu, Stato, e cancella questi articoli, tanto hanno capito tutti che le riforme di cui tanto si ciancia, queste sono. Non ti accorgi che qui si sta sovvertendo, come dicevo prima, anche la logica? Ti pare normale che io, sovversiva, debba richiamare te all’osservanza della legge tua? Addirittura della legge da cui fai discendere la tua autorità di Stato? Ma ci sono altri, che si debbono prendere le loro responsabilità politiche. Il ceto politico, appunto ;))) Il ceto politico di sinistra in specifico, in tutte le sue sfumature dai DS, all’Ulivo, ai Verdi, ai girotondisti ai rifondisti e così via enumerando sino " alla società civile". Dopo essere stati arrestati, appena abbiamo potuto parlare, io e Antonio abbiamo detto : questo è un problema di codice Rocco e di leggi speciali, l’abbiamo detto anche prima, che la questione colpisse noi, lo abbiamo detto quando dicevamo che non si trattava solo di segnali inquietanti. E perché Io, che non ho alcuna immunità, lo dico e chi, non solo può dire quello che gli pare con l’immunità, non lo dice, ma soprattutto Non fa? Perché si debbono limitare a fare le foglie di fico di un potere tanto impudente che si denuda da solo? Perché possano aggirarsi per le carceri e gridare allo scandalo, così tutti capiamo che ci servono? Che sono utili? Che si guadagnano lo stipendio? La questione è tanto matura da essere marcia, ormai. Uno Stato che tiene in ibernazione (?) il Codice Rocco e le leggi speciali è uno Stato di Polizia. Pure i legislatori, ossia gli onorevoli si pigliassero le responsabilità politiche loro. La questione è semplice: o la Carta Costituzionale va demolita del tutto o il codice penale va riscritto secondo la Carta Costituzionale. Non richiamo alla responsabilità gli intellettuali, che sempre urlano ai "vulnus alla democrazia" ma questo di vulnus non vedono, perché loro sono irresponsabili per costituzione ;))), salvo le eccezioni, che, è risaputo, confermano la regola. La questione è veramente marcia, perché qui non solo si pretendono gli elenchi degli iscritti ai sindacati, ma si dice che gli operai della Fiat in sciopero sono degli scostumati incivili, i COBAS di Taranto dei delinquenti inveterati. 9/1/2003 Premessa non peregrina. Mentre vado facendo queste considerazioni sugli arresti di Cosenza e di Genova, e quindi sulla situazione politica in Italia e alla fine si vedrà non solo in Italia, ho sentito che l’Anno Giudiziario sarà aperto dai Giudici con tanto di Costituzione in mano. Certo i giudici hanno ragione a rivendicare l’Indipendenza loro, io sono per l’indipendenza di tutti gli individui e di tutti i popoli! Resta il fatto che qualcuno nota, non solo io, che l’unico articolo della Costituzione a cui tengono è quello che garantisce l’indipendenza loro, e tutti gli altri articoli? A questa domanda i Giudici rispondono: finché c’è il codice rocco e le leggi speciali noi quelle dobbiamo applicare, noi non siamo legislatori, non facciamo noi le leggi, compito nostro è di farle osservare. Buon gusto e pudore dovrebbe consigliare di non sfilare colla Costituzione in mano, dato che tanti di loro alla grande hanno "misurato" e "misurano" secondo il codice rocco e le leggi speciali. Qualcuno di loro non si era inventato il "malore attivo"? il che fa capire che sempre poi al clima di quegli anni si ritorna. In merito ad avere opinioni sui Magistrati e sulla Magistratura c’è molta timidezza in giro. Qui, dopo le famose mani pulite, pare che uno debba pure vergognarsi di dire che la Magistratura è una Magistratura di Classe e che le leggi sono leggi di classe. Siccome c’è un contenzioso fra Berlusconi, il suo governo e la Magistratura, pare che non si può più dire una parola sulla Magistratura senza essere annoverati tra i reazionari. Io non ho questa pruderie, la differenza tra me è Berlusconi è chiara. Lui al Magistrato dice: non ho tempo di stare dietro le farneticazioni tue, ho da lavorare! Io al Magistrato dico: spicciati a chiamarmi, spicciati a chiamarci , che questo processo lo voglio io, lo vogliamo tutti! Chi può negare che i magistrati facciano politica? Qui la politica la fanno tutti: magistrati, avvocati, dottori, professori universitari, dirigenti di azienda, ragionieri(non ce la faccio a dire economisti, non ce la faccio proprio!). Insomma basta che uno/a sia dott. in qualcosa e fa politica in Parlamento, non conta se sia dotto o no , o magari edotto, basti che sia dott.. Ammollano il lavoro loro, o magari lo fanno male (avete mai provato ad avere un medico di famiglia che fa pure politica?) e si pigliano questa rogna! Gli unici che non possono fare politica, sono marxisti, anarchici, e rompiscatole sciolti in genere. A questi viene detto. Volete fare Politica? FATELA IN GALERA! Che le contraddizioni e gli scontri politici avvengano nelle aule dei tribunali, è una aberrazione della politica, lo scontro e la lotta politica deve avvenire nell’ambito politico: questo secondo le regole loro, che sempre poi risulta che non osservano. Insomma la borghesia ha fatto una serie di rivoluzioni per uscire dal diritto regale per cui i contrasti regali si risolvevano chiudendo l’avversario (a volte parente) in una torre o consegnandolo al boia! Questo secondo i canoni loro. E noi, che possiamo dire su tutta la questione mani pulite? Noi possiamo dire che tutta la "questione" ha dimostrato che stiamo nel giusto. Cosa dicevano questi imputati eccellenti? "Scusa Giudice, ma come facevo a mantenere il Potere se non facevo queste cose che tu consideri delinquenziali?". Ammettevano che noi abbiamo ragione! Infatti qual è la realtà? che tutto il sistema capitalistico è criminale e criminogeno Chi comanda per restare al potere deve violare le regole stabilite per legge. Chi non comanda e non sa come campare deve violare queste regole per stato di necessità. Chi , cioè noi, è cosciente di questo gran casino, deve sovvertire questo ordinamento criminale e criminogeno per obbligo morale. E così tutti siamo fuori dalla legge. Tranne i giudici. Però, delinquenti siamo solo noi! Così , ancora una volta, tutto pare cambiare perché tutto resti uguale. Mazzette, tangenti corrono ancora allegramente, scandali di valvole cardiache pigliano il posto di scandali sul sangue infetto, la mafia è diventata le mafie e pure qui: di "bilancio in bilancio". Ma, lor signori, dicono che è nata una seconda repubblica, e qualcuno ci ha pure creduto! Mentre, incoscientemente(?), attuavano il Piano Gelli. Come diceva Pasolini, ne sono convinto, ma non lo posso dimostrare. COMPARTECIPAZIONE PSICHICA ALLA VIOLENZA In merito alla formulazione di questo reato, credo che dobbiamo andare oltre quello che appare a prima vista, cioè non dobbiamo farci fuorviare dalla parola violenza. Tutta questa diatriba sulla violenza, secondo me, è stata creata ad arte con la compartecipazione di chi sappiamo. E noi ci siamo caduti come dei baccalà. Io sono una che non crede mai che l’avversario è un fesso, o uno che ha perso la brocca. Mai mi sognerei di dire che Andreotti è un cretino o peggio. Io dico di lui che è l’ultimo erede del Principe Rinascimentale! Se il problema reale fosse quello della violenza, avrebbero formulato l’accusa: Istigazione alla violenza. Anche qui il contendere è ben altro: qui c’è la compartecipazione psichica che si lega alla abiura. Quelle che si vogliono mettere sotto accusa sono le idee. PERCHE’ SONO LE IDEE CHE CAMBIANO IL MONDO. Per sgombrare il campo da equivoci, dico che io non sto rivendicando solo il diritto di pensiero e di parola e di associazione ma anche quello di agire secondo le proprie idee. Quello che si vuole è il dominio non solo di un potere economico unico, ma anche di UN PENSIERO UNICO. Qualsiasi opposizione contraria a questo pensiero unico deve essere annientata. Qui non si vuole una molteplicità di idee, che si confrontino. E non si vuole che queste molteplici idee trovino un punto di coagulo che le facciano diventare FORZA, FORZA POLITICA , FORZA POLITICA RIVOLUZIONARIA Ora, che non lo voglia il Potere si comprende, si comprende meno che tanti compagni non hanno ben chiara questa cosa, cioè l’hanno chiara a livello "di pelle" ma faticano a trovare una strategia ed una tattica che vada al di là delle enunciazioni di principio o della nobile testimonianza o della lotta per le emergenze immediate. Per questo dico: ripartiamo dalla lotta contro il codice rocco e le leggi speciali, senza scordare il resto, perché se non estirpiamo questo bubbone non potremo lottare per le altre cose, finché due, tre persone bastano per fare associazione sovversiva non potremo lottare né per il diritto all’istruzione, né per la sanità pubblica, né per il lavoro stabile e sicuro, né per il reddito di cittadinanza universale e incondizionato, figuratevi contro la guerra! Il gioco è chiaro: è concessa solo una opposizione che sia nei canoni stabiliti, o di un partito, o di un movimento che sia facilmente domabile, che non deragli dalle compatibilità. In pratica l’unica opposizione concessa è l’esodo verso una comunità francescana. Anche perché hanno visto che San Francesco, dopo che si era spogliato, è stato facile rivestirlo alla grande e piazzargli le bancarelle a casa suaJ . Il reato vero, quello grave, sono le idee che nascono e diventano parola e agire. Quindi la colpa reale è che si possa pensare e desiderare di cambiare la realtà, le idee infatti sono contagiose, e colla crisi economica, e l’economia di guerra che tutti incominciamo a provare non vi dico quanto diventeranno contagiose, occorre quindi una guerra preventiva contro queste idee. SI DIVENTA CRIMINALI PERCHE’ SI PENSA E CHI PENSA DEVE ABIURARE PER IL DOMINIO DEL PENSIERO UNICO. Che il Potere si sia messo sull’orlo del baratro della compartecipazione psichica è una devastazione non so quanto tragica o tragicomica. Cominciamo dalla devastazione tragica: Qualcuno potrebbe chiedermi : e perché ti preoccupi che il potere si sia messo sull’orlo di questo baratro come dici tu? Non è meglio? No, non è meglio. Mai il tanto peggio è tanto meglio. Tanti, infatti ,che inzuppavano il biscotto nel "tanto peggio tanto meglio" ora fanno parte del condominio del libertinaggioJ J J . Il tragico sta nel fatto che nel nostro Bel Paese, da troppo tempo si vive in uno stato di conflittualità permanente tra diverse forze ed entità statuali: corpo politico contro magistratura, lotte intestine nella magistratura, polizia contro carabinieri, lotte fra diverse correnti interne a queste forze dell’"ordine", lotte intestine fra diversi settori dei servizi segreti. il regista di tutta questa gran cagnara non sta nel Paese nostro. Chi paga lo scotto di questo conflitti sotterranei e palesi? Noi, che facciamo la solita parte dei "cenci che volano" o "dei vasi di coccio fra i vasi di ferro". E’ storicamente provato che gli scazzi fra i potenti sempre i Popoli li pagano; gli oppositori ai potenti pagano anche loro a diversa intensità di condizioni politiche contingenti. Nessuno può nascondersi che questa devastazione tragica sia arrivata ad un livello di guardia estremamente pericoloso. Su questa devastazione statuale ed istituzionale campeggia la devastazione massima che caratterizza la nostra epoca, e cioè il fatto che sempre più persone intorno ai 35 40 anni o sono state espulse dal mondo del lavoro o non vi sono mai entrate. I popoli, gli oppositori hanno la possibilità o la capacità o i mezzi di intervenire nelle lotte intestine del nemico di classe?? No, finchénon arrivano al grado di maturità di dire: Basta, ci avete stufato tutti, andatevene via, ora facciamo la rivoluzione!, popoli ed oppositori stanno nella condizione di pigliare mazzate. E’ vero che uno pigliando mazzate in genere matura, se sono troppe succede pure che marcisce però! Nel senso che o si abitua a pigliare mazzate o pur di non pigliare mazzate accetta qualsiasi cosa. In questo sta la validità di richiamare lo Stato all’ordine suo e dirgli: tu certe cose non te le puoi permettere! Questa è la devastazione tragica che tocca a noi, e al nostro Paese. Poi ci sono le devastazioni tragicomiche legate proprio alla "semantica" di "compartecipazione psichica" e a gli scenari tragicomici che da detta "semantica" derivano. Ne provo ad elencare alcune: siccome a chi lotta a viso aperto, a chi fa lotte alla luce del sole viene appioppato il reato di COSPIRAZIONE senza che ci siano prove concrete di cospirazione, il cospiratore/a in questione può ribattere: Voi che di fronte alle lotte di massa, piccole o grandi, che di fronte alle manifestazione piccole o grandi di fronte alle riunioni pubbliche piccole o grandi dite che questi sono atti cospirativi, non è che per caso compartecipate psichicamente al fatto che tutti divengano anarco individualisti? E’ questo che la "psiche" vostra vuole? E ancora il cospiratore/a in questione può dire: ma come vi leggevate tutto quello che scrivevo, vi sentivate tutto quello che dicevo per telefono e come mai non mi avete beccato sul fatto? Avete aspettato tutti questi mesi? Mi avete lasciato commettere dei reati, visto che se sono stato/a arrestato/a avrò commesso dei reati! o no? Ma che "compartecipavate psichicamente" con me? " e come la mettiamo con la mia psiche che non era cosciente di star commettendo dei reati? La mia psiche, ingenua forse, era convinta che c’era l’articolo 21 della Costituzione, ma che l’avete già cassato? La mia "psiche" ingenua era convinta che c’era l’articolo 17 e 18, avete cassato pure quelli?". Il cospiratore/a (il fatto che non dico trice è voluto) dirà ancora. "veramente la mia "psiche" ignorante, non aveva capito che l’ADECCO era STATO!!! Ma non era una cosa privata? La mia psiche non era cosciente che l’ADECCO fosse un ufficio del Ministero dell’Industria o del Lavoro o dell’Economia proprio! La mia "psiche" non capisce più cosa è lo Stato e dove finisce lo Stato! Ora io avrò una "psiche" ignorante, ma voi avete una "psiche" contorta forte! Prima state a baccajà che c’è troppo Stato, dite che tutto deve essere privato e privatizzate tutto e poi, quando pare a voi, le cose ritornano Stato! Insomma chiarite cosa è Stato cosa e no! Se non lo chiarite uno/a può dire ma che state a "compartecipare psichicamente" con me contro "l’ordinamento economico dello Stato"? E così via di "psiche in psiche", questa volta, invece che di Bilancio in Bilancio. Io, poi, che non sono disubbidiente, ma discola, aggiungerò: Ma il fatto che state sempre a criminalizzare la violenza di massa, non è indice che "psichicamente" una altra violenza cercate? Io, "psichicamente" non riesco a capire come chi sta al Potere possa pretendere che tutto gli vada liscio come l’olio! Come possa pensare di pretendere l’unanimità di consenso e che tutti siano felici e contenti, con quello che combinate, poi ,"psichicamente" non lo capisco proprio. Vi illudete di trovare "compartecipazione psichica" di tutti contro le rivolte, dimostrando di avere una scarsa, o meglio, nessuna conoscenza della realtà, della vita e della Storia. Le rivolte e le sovversioni contro i Grandi Devastatori ci sono da quando mondo è mondo, infatti. Rileggetevi i libri di Storia, o magari leggete uno per una volta, dato che avete la superbia di voler riscrivere la Storia a vostra immagine e somiglianza, giacché non vi basta di legiferare per le vostra bisogna, ma per nobilitare le vostra bisogna volete riscrivere pure la Storia. E’ risaputo i parvenu sono sempre in cerca di un titolo nobiliare! Per capire fino a che punto sono arrivate la devastazioni tragicomiche con cui siamo chiamati a confrontarci: Io, avendo un carico pendente, essendo una imputata per reati di opinione, non potrei parlare e scrivere, o almeno la prudenza questo mi consiglierebbe, il contrario mi impone l’etica, però, se voglio, a breve avrò una legge che mi permetterà di favorire la prostituzione!!! Io, se voglio, potrò affittare l’appartamento mio a "la mignotta amica mia"! La legge dice: Ci vuole il permesso del condominio e devi osservare i prezzi di mercato AHAHAHAHAH Per il condominio: io sono 1, mi servono la metà dei condomini per avere la maggioranza, basta che passo a costoro la mazzetta ed ho la maggioranza; se ci vuole più della maggioranza passo la mazzetta a tutti! ma dove prendi i soldi per la mazzetta se devi affittare a prezzo di mercato? MA DEBBO INSEGNARVI IO, CHE SONO CONTRO IL LIBERO MERCATO COS’E’ IL LIBERO MERCATO? La conoscete la legge della domanda e dell’offerta? Se io ho un appartamento e 100 mignotte che vogliono l’appartamento, affitterò l’appartamento mio alla mignotta che offre di più, va bene l’amicizia! Ma sul mercato quanto vale? Magari faremo finta di attenerci all’equo canone, ma la mignotta mi darà di più in nero: se poi è nera pure lei ancora più in nero; come succede per le buste paga in senso inversamente proporzionale Se poi uno ha una villetta al mare o una casetta in campagna della nonna, cosa abbastanza diffusa in Italia, ha svoltato, ma ha svoltato veramente! Questo se affitto l’appartamento io o un altro fesso qualsiasi. Ma e la criminalità organizzata, che è una "emergenza"? Quella ha tante mignotte e tante proprietà immobiliari A me sorge un dubbio: Ma tutta sta caciara sulle mignotte per la strada fosse stata fatta per "compartecipazione psichica" al favoreggiamento della prostituzione? Giacchè non si capisce, perché per non volerle in strada, poi se le portano in casa! Ma forse sono io che sono entrata in fissa con la "psiche". Forse, lungimiranti e saggi e coerenti, sapendo che l’Italia è destinata a diventare l’Argentina hanno voluto, magnanimamente, offrire a tutti un mezzo di sostentamento! Siccome ora il metro di "giudizio" è il comportamento psichico, mi vengono spontanee alcune domande. Come la mettiamo con l’inconscio che tanta parte ha nel comportamento psichico? Se è inconscio non può essere giudicato, insomma sta nella situazione della "incapacità di intendere e volere", eppure quasi tutti i comportamenti psichici sono condizionati dall’inconscio o per lo meno dal conflitto fra la parte cosciente e quella inconscia. Quale scuola psicanalitica avrà il diritto di giudicare? E perché quella e non un’altra? Chi dirimerà le "questioni" fra varie scuole psicanalitiche? Quanto dureranno i processi con le diatribe fra le varie correnti psicanalitiche? Tanto, tantissimo, tanto tanto più di ora. Beh, almeno tutti capiranno Kafka e i suoi romanzi! Ma "SOPRATTUTTO": Come si può pretendere una sensibilità univoca rispetto alla violenza? Se di "compartecipazione psichica" si tratta quale giudice potrà trovare un metro di giudizio univoco che sia "uguale per tutti", come dice di fare la signora bendata con tanto di bilancia in mano, famosa tanto quanto l’altra signora che ha in mano una fiaccola? E per entrare nel concreto porto il mio caso personale. Io, Oliva Vittoria "originaria di Addis Abeba (Gazzetta del Mezzogiorno del 17/11/2002); Io, Oliva Vittoria "nata 61 anni fa ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia (corriere di Viterbo del 16/11/2002). Ho notato, infatti che i mezzi di "informazione" e di "informativa", sottolineavano il fatto che ero nata ad Addis Abeba, quasi a voler suggerire :"eh eh attenzione questa è nata ad Addis Abeba. Avessimo l’extracomunitaria grande vecchia? Avessimo trovato sto’ cacio sui maccheroni?". Infatti non era scritto "italiana nata ad Addis Abeba", o magari in maniera più aderente allo stile attuale "di origine terrona, nata ad Addis Abeba". "Informatori" ed "informativi" chiedete alla nonna e saprete perché qualcuno 61 anni fa nasceva in Etiopia!. Allora l’Oliva che avete messo per poco tempo in salamoia e che, data l’aria che tira, si aspetta di rifinire in salamoia, in merito al criterio univoco che dovrebbe sancire per legge la soglia di adesione psichica alla violenza, vi dice quanto segue: A me all’Oliva, appena nata mi hanno messo in un campo di concentramento dove sono stata fino a tre anni, poi sono stata sotto i bombardamenti di Cassino, ho visto i tedeschi cavare gli occhi e sbattere i neonati contro i muri. Ho visto le devastazioni, quelle vere, dei bombardamenti: Avete presente quei fotogrammi, non di un film, ma di un documentario, in cui si vede una giovane donna fra le macerie, che con uno sconforto disperato e annichilito getta in aria la cenere che era diventata la sua casa, la sua vita? Quella donna forse era mia madre. Se non lo era era lo stesso mia madre, senza forse. Perciò chiedo la mia sopportabilità o tollerabilità o adesione alla violenza può essere "uguale", poniamo a quella di un ventenne?. Può essere "uguale", che ne so, a quella di una medichessa figlia di un medico? Visto che in Italia ci sono ancora le caste, se chiedete ai medici figli di non medici avrete conferma che in Italia ci sono ancora le caste, con tanto di casta "intoccabili", che in Italia non coincide con la casta dei "paria". Per parlare chiaro: volete che io gridi alla Devastazione per una due tre vetrine rotte? per uno due tre cassonetti rovesciati? Per una due tre macchine sfasciate? Per me NATURALMENTE PSICHICAMENTE Violenza è il pestaggio che si è perpetrato contro chi manifestava a Genova Per me NATURALMENTE PSICHICAMENTE Violenza sono le cose ignobili accadute a Bolzaneto e alla Diaz Ed ecco che ho sommato un altro reato, vi suggerisco quale: "Empatia alla violenza inveterata e reiterata" Perché poi scattano meccanismo strani, del tipo: vediamo quanti reati riesco a collezionare , riuscissi a raggiungere il primato? Sei tu signora bendata, che ti sei cacciata nel nodo aggrovigliato della compartecipazione psichica. Succede, quando una finge di essere bendata, ma di sotto la benda sbircia bene chi è predestinato alla galera. Sta di fatto che anche tu devi prenderti la responsabilità tua, toglierti la benda, che per te è denudarti, e levare FINALMENTE!!! la dicitura LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI visto che la psiche non è uguale per tutti, figuriamoci la compartecipazione psichica! Se proprio vuoi continuare a tenere una dicitura c’è quella molto più ficcante ,come si usa dire ora, dei Romani, in finale loro hanno inventato il Diritto! SUMMUS IUS, SUMMA INIURIA tralasciando Parva non curat ecc. se no assume un altro significatoJ . Tanto a te, signora bendata, piacciono le frasi lapidarie. Lasciando le devastazioni tragicomiche e tornando a quelle serie e drammatiche: Se noi aspettiamo che tutti gli irresponsabili che ho citato all’inizio mettano all’ordine del giorno la questione codice rocco e leggi di emergenza, abbiamo voglia ad attendere; mentre attendiamo ci arrestano e ci arresteranno in continuazione. Perché qui non c’è solo una economia di guerra ma c’è anche una legislazione di guerra, a livello interno ed internazionale, come dirò nell’ultima parte . Per ora faccio queste considerazioni: Il codice rocco non è stato abolito da Togliatti, quando era al governo, quando era ministro della Giustizia. E’ stata fatta da Togliatti una amnistia per i fascisti perché c’era l’emergenza della ricostruzione. I governi si sono succeduti e il codice rocco sta sempre lì perché c’è sempre una emergenza. l’emergenza del pericolo che viene da est e dei rossi; l’emergenza della mafia; l’emergenza del terrorismo; ora c’è l’emergenza della criminalità legata all’immigrazione, insieme all’emergenza del terrorismo internazionale. Il codice rocco sta sempre lì, con le sue belle leggi speciali infilate una dietro l’altra, fino al 41 bis per tutti quelli che entrano in galera. Come al solito tocca a noi. Partendo dagli arresti di Cosenza e Genova. Da accuse tipo "disturbo all’azione di Governo" e "compartecipazione psichica". Tocca a noi rilanciare la palla e dire: Ma tu, Stato, sempre in emergenza stai?. Io aggiungerò: la miseria! È da quando sono nata, e sono appunto 61 anni, sempre in emergenza mi dici che stai!!! Ma non è che l’emergenza è insita in te? Nella "psiche" tua? Non ti viene in mente che le emergenze in cui fai inciampare gli altri Derivano dalle emergenze che tu creai? A te e agli Stati come te, non viene in mente. Alla maggior parte dell’umanità SI! Prendiamo l'emergenza mafia: basta leggere non quello che scrivo io od altri, ma i faldoni di tutte le commissioni antimafia, per capire perchè finchéha il potere la "psiche" tua la mafia resta una emergenza! Se poi uno pensa all'emergenza "immigrazione clandestina e criminalità immigrati clandestini", si rende conto che solo è un incubo della "psiche " tua gravemente malata di xenofobia. Una "psiche" normale, infatti, constatato che l'immigrazione non può essere fermata, in quanto la "gente" va dove può vivere o si illude di poter vivere: la gente va dove può mangiare, bere, va dove può campare in sostanza, la citata "psiche" normale direbbe: "in finale gli uomini sono dei gran camminatori! se non si fossero spostati dall'Africa non ci sarei nemmeno io PADANO! Si sono sempre messi in viaggio per trovare terra migliore, pascoli migliore, selvaggina migliore prima e poi, coll'andare del tempo, si sono messi "in cammino" per cercare lavoro, casa, pane e companatico: Una psiche "normale" constata la normalità della cosa non farebbe LEGGI SPECIALI per questa cosa normale e non ci sarebbe" l'emergenza dell'immigrazione clandestina" e nemmeno i maledetti "trafficanti di carne umana" e nemmeno "le carrette del mare cariche di disperati": visto che alla "psiche" tua e agli imbonitori della "psiche" tua piacciono tanto le frasi roboanti. E così per tutte le emergenze che non sono altro che le materializzazioni degli incubi che tu e la "psiche" tua create.

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L’arcipelago
by rex516 Friday, Mar. 12, 2004 at 3:48 PM mail:

L’arcipelago della destra radicale "Supplemento ai Quaderni dell'Assemblea Nazionale Anticapitalista". L’arcipelago dell’estrema destra si presenta, ad una prima superficiale osservazione, come un insieme di sigle, partitini, gruppuscoli e movimenti separati tra loro, dalle linee spesso divergenti (o piuttosto “parallele”), costellato da divisioni, litigiosità interne e diatribe puramente ideologiche. Ad un’analisi più attenta ciò che emerge, invece, sono i “fili comuni” che collegano questa pluralità di formazioni più di quanto comunemente si pensi. Le fonti di finanziamento, le collusioni, le sedi logistiche, i nomi stessi dei vari capi carismatici, ad un’indagine più accurata, mostrano forti aree di contiguità, nonché legami con alcuni settori dello Stato. In tal modo è possibile scoprire come gruppi radicali, che fanno la propria fortuna grazie alla linea “dura e pura”, fascista tout court, in critica aperta con le scelte “borghesi” della destra parlamentare, ricevano finanziamenti, ed aprano sedi, in virtù di sotterranei accordi con il partito di Alleanza Nazionale. Proseguendo l’indagine è inoltre possibile fare luce sul ruolo di ben determinate aree che fungono da “camera di compensazione” in cui le giovani reclute delle diverse formazioni, più o meno radicali, operano fianco a fianco Così come possono emergere le “ambigue” origini di gruppi che tentano di accreditarsi nella sinistra antagonista, con una linea dall’apparenza confusamente anticapitalistica, ma che mirano, in realtà, a “contagiare” i sentimenti più genuini e giovani con ideologie puramente nazionaliste (o “nazionalitarie”), nascondendosi dietro la parola d’ordine del superamento della “divisione” destra/sinistra. O ancora come in alcune sedi della destra istituzionale e di “governo” agiscano elementi noti dell’estrema destra neo-fascista e stragista, organizzatori di “campagne” xenofobe e razziste o di attacchi a sedi dell’opposizione proletaria, dell’antagonismo diffuso o dei simboli del movimento operaio. Infine come ancora oggi settori delle “forze dell’ordine” (polizia, carabinieri e finanza) si muovano coprendo le azioni di questi elementi, aspettando la legittima reazione di massa per reprimerla violentemente (vedi fatti di Milano dopo l’omicidio di Dax, le pesanti cariche allo spezzone degli immigrati ad una manifestazione antifascista a Torino ecc…). Senza dubbio il riemergere di quest’area è uno degli effetti di una più forte e decisa istituzionalizzazione del partito storico del neo-fascismo italiano, Alleanza Nazionale. Questo spostamento ha provocato una reazione di recupero dell’identità fascista da parte di gruppi vecchi e nuovi e la ricomparsa di leader storici dell’estrema destra. Del resto il partito di Fini svolge oggi in parte quel ruolo “incubatore” del neo-fascismo radicale che fu proprio del Movimento Sociale Italiano di Almirante e Rauti dal dopo-guerra agli inizi degli anni ’90. Accanto alla linea liberista e “neo-gollista”, infatti, convive in Alleanza Nazionale la linea del populismo, del neo-corporativismo e della “destra sociale”, vera anticamera del radicalismo e “trait d’union” con le formazioni più radicali dell’extraparlamentarismo. Per questo motivo pensiamo sia utile riprendere l’indagine e la conoscenza di quel settore del fascismo radicale (principalmente dell’area romana intesa come “laboratorio politico”) che, come nel ventennio, rispunta con forza ogni qual volta le contraddizioni e le tensioni economico-sociali aumentano. In questo dossier, infatti, abbiamo ripreso i frammenti di un’indagine già in atto emergente dal lavoro di differenti comitati, di onesti giornalisti, ripreso da siti internet, riviste e fonti istituzionali, nel tentativo di ricomprenderlo sotto forma di bilancio complessivo. Questi tasselli, assunti interamente o rielaboranti, servono a ricomporre un collage che dia una visione unitaria sul ruolo della destra neo-fascista dal dopo-guerra ad oggi. Obiettivo di questo lavoro non vuol essere la ricostruzione del ruolo della forma-fascismo nella storia dello stato borghese, poiché non crediamo che il pericolo principale sia rappresentato oggi da un possibile salto “indietro”. C’interessa piuttosto capire la funzione odierna delle ideologie reazionarie, in primis quella fascista e nazista, come sostegno al contenimento delle aspirazioni più genuinamente anticapitaliste del movimento di classe. Di fronte alla ripresa di forti mobilitazioni operaie, alle imponenti manifestazioni contro la guerra e con l’emergere di movimenti che cominciano a radicarsi nel tessuto proletario, la classe dominante schiera le sue “guarnigioni” contro ogni tentativo di trasformazione rivoluzionaria dello stato di cose presente, lanciandole all’assalto degli avamposti della classe antagonista per gettare scompiglio e favorire la repressione. Per questo motivo, il migliore antidoto è quello, ancora una volta, di fondere il sentimento e la difesa dei valori della Resistenza antifascista con quello, principale, della lotta al capitalismo su tutti i fronti. Fascisti, razzisti e tutti quei loschi personaggi al servizio (più o meno consapevole) del mantenimento del potere della classe dominante saranno ricacciati nelle fogne da cui provengono solo togliendo loro l’acqua in cui nuotano, conquistando posizioni di classe nel tessuto sociale, allargando le lotte per il lavoro, per il diritto alla casa, per il diritto a servizi sociali gratuiti, generalizzando queste lotte contro la natura capitalista della società e legandole strettamente alle lotte antimperialiste nel resto del mondo. “Conoscere e trasformare” questa è la consegna che ci ha indotto a produrre questo piccolo lavoro che speriamo sia utile a quanti, d’accordo in toto o solo in parte con noi, sono motivati da una spinta di ribellione e di opposizione all’avanzata di quello che per noi rappresenta l’essenza della reazione su tutti i fronti: l’imperialismo. La strategia della tensione Qual è il filo nero che lega gli avvenimenti di qualche decennio fa con la cronaca attuale e le odierne attività dei gruppi della destra radicale italiana? Dare qualche elemento per rispondere a questa domanda ci sembra essenziale per cominciare questo lavoro. Molti personaggi - che ancora oggi popolano e dirigono la destra radicale (da Pino Rauti a Paolo Signorelli, da Adriano Tilgher a Roberto Fiore, da Franco Freda a Maurizio Boccacci fino a Gaetano Saya) - hanno un passato rilevante nella storia dell’anticomunismo e del terrorismo nero, della politica golpista e stragista attuata in Italia dai primi anni ‘70 ad oggi. Ciò accade proprio in un momento in cui la feroce battaglia per la ridefinizione degli equilibri tra fazioni della borghesia, in atto in Italia da almeno un decennio, ha favorito la parziale riapertura dell’iter giudiziario riguardo alcune stragi: da Piazza Fontana alla strage di Via Fatebenefratelli davanti alla Questura di Milano (avvenuta nel 1973), fino a quella di Piazza della Loggia. Non si può dire che il “vaso di Pandora” sia rovesciato, ma qualche goccia di verità travasa inevitabilmente. Questa nuova stagione (chiamata “Seconda Repubblica”) ha portato ondate di indagini e processi contro questo o quel dirigente politico “corrotto” o “colluso”, con feroci campagne mediatiche a sostegno di questo o quel filone giudiziario, arrivando persino a contrapporre parte del potere politico a quello giudiziario. Il risultato vero è stato quello di raccogliere e contenere la sfiducia delle masse (alimentatasi in cinquant’anni di governo democristiano “filo-atlantista” prima e di “unità nazionale” poi) nei confronti delle istituzioni della democrazia rappresentativa borghese deviando, in seguito, questa spinta a sostegno di nuove e più efficienti “riforme”, tutte in nome della governabilità e della competitività internazionale. Il medesimo obiettivo perseguito, ai giorni nostri, anche dal cosiddetto “movimento dei girotondi”, tanto per esser chiari. Questa strategia è stata utilizzata, quindi, per legittimare un più “moderno” sistema bipolare, distogliendo l’attenzione delle classi lavoratrici dal fatto che la cosiddetta “strategia della tensione” e il sistema “clientelare” fossero, in realtà, facce della stessa medaglia del sistema di governo della borghesia italiana. In questo contesto, la stragrande maggioranza dei partiti e degli uomini politici, a destra come a sinistra, essendosi riciclati “gattopardescamente” nella nuova fase bipolarista, hanno ancora diversi scheletri negli armadi accumulati negli anni della “Prima Repubblica” in nome della “pace sociale”, della “stabilità” e della difesa dell’ordine “democratico”. Quanto detto è stato oggetto, negli ultimi anni, di continue strumentalizzazioni politiche da parte di tutte le fazioni “bipolari” in campo, nessuna esclusa, provocando, anche in questi mesi, insistenti tentativi di delegittimazione di questo o quel settore della Magistratura, della Finanza e della stessa Commissione Stragi. A tutt’oggi, si assiste ad una nuova pesante offensiva per tenere insabbiate le scomode verità dei decenni trascorsi, cercando di riaccreditare, per quanto riguarda le stragi impunite, persino fantomatiche piste anarchiche o attribuendo ridicoli ruoli ai servizi segreti dell’Est, infangando ancora una volta la memoria delle centinaia di vittime delle stragi di stato. Eppure dalle inchieste in corso (soprattutto dalla sentenza di primo grado relativa alla strage alla Questura di Milano e dal dibattimento del processo sulla strage di Piazza Fontana) emergono alcuni elementi che propongono, in una determinata prospettiva, la corretta interpretazione storica e politica della “strategia della tensione”. Non, dunque, l’azione di presunti settori “deviati” o “corrotti” finiti fuori del controllo delle istituzioni “democratiche”, quanto piuttosto un vero e proprio disegno della borghesia italiana orchestrato per mantenere il consenso in una fase storica difficile, attraverso una retorica da “emergenza nazionale” per far fronte al pericolo “destabilizzatore”. Tutto ciò non suonerà nuovo nemmeno alle orecchie più giovani. Nuovi, del resto, non sono neanche i personaggi, i terminali, della destra neo-fascista che si fanno portatori di questa politica di “controllo e scompiglio” tra le fila del movimento di classe. Basti vedere i protagonisti di allora per rendersene conto. Un esempio per tutti: Ordine Nuovo. Quest’organizzazione, fondata da Pino Rauti, è stata considerata l’esecutrice materiale di molte delle citate trame; formazione neonazista, Ordine Nuovo è al contempo anche una creatura concepita all’interno degli apparati statali, la cui evoluzione è stata accompagnata, finanziata e diretta dai servizi segreti italiani e statunitensi. Non un solo esponente di rilievo del citato gruppo nel Triveneto è risultato, infatti, estraneo a legami o a rapporti di dipendenza, anche finanziari, dai servizi segreti. Persino negli atti processuali compare il lungo elenco di nomi in codice utilizzato dai servizi italiani per identificare i propri uomini all’interno di Ordine Nuovo, lo stesso vale per i servizi americani. L’intreccio tra Ordine Nuovo di Pino Rauti ed il Fronte Nazionale, ma anche Ordine Nero di Franco Freda e Mario Tuti, e settori degli apparati statali si è sviluppato in modo capillare nel Veneto, autentico laboratorio della “strategia della tensione”, essendo un’area colma di strutture e basi militari italiane e NATO, a ridosso del confine con l’Est, dove nel dopoguerra sono state reclutate, in funzione anticomunista, interi apparati del personale di sicurezza della passata Repubblica Sociale di Salò. Non a caso la maggior parte degli attuali imputati nei processi per le citate stragi sono rimasti a lungo nell’ombra, protetti da una “rete” anticomunista di carattere nazionale ed internazionale. Il Movimento Sociale Italiano ha svolto, senz’ombra di dubbio, l’importante ruolo di “casa comune” dei principali gruppi eversivi; un ruolo di copertura e di protezione. Il M.S.I. ha, infatti, accolto Ordine Nuovo al proprio interno, prima della strage di piazza Fontana, così come il gruppo La Fenice di Milano, responsabile del fallito attentato al treno Torino-Roma del 1973. Oggi Alleanza Nazionale ricopre in parte il ruolo che fu del MSI delegandolo, perlopiù, ad una sua corrente interna, quella della “destra sociale” ed al suo organo d’informazione, la rivista Area. Il compito della NATO, invece, non è stato solo di ispirazione politica. Attraverso le sue basi, e le sue diramazioni all’interno delle istituzioni italiane ed euro-atlantiche, la NATO ha fornito supporto logistico ed organizzativo ai gruppi fascisti. Gruppi quali Terza Posizione e Avanguardia Nazionale - i cui legami con gli apparati dei servizi segreti, della P2 e dei carabinieri sono ben noti - sono stati protagonisti del medesimo “canovaccio”. Oltre ad essere il braccio armato dei progetti “eversivi” della borghesia italiana (ad es. attraverso la loro struttura illegale chiamata Legione), i menzionati gruppi hanno attuato un’opera costante di corruzione delle coscienze più confuse e “ribelli”, in particolar modo nei settori giovanili, attraverso un’ideologia basata da un lato sui tradizionali miti fascisti, dall’altro su confusi concetti “sociali, anticapitalistici ed antimperialistici”, una sorta di recupero del fascismo delle “origini”. Non a caso è questa la fonte d’ispirazione principale (organizzativamente e ideologicamente) dei gruppi della destra neo-fascista oggi più intraprendenti, quali Forza Nuova ed il Fronte Sociale Nazionale. Questi gruppi sono stati fondati e diretti da quegli stessi personaggi che riscopriamo protagonisti dell’attuale rinascita della destra radicale neo-fascista, in tutte le sue varianti. Tilgher, Fiore, Morsello, Adinolfi, Terracciano, Boccacci, Neri, Murelli, Signorelli, Delle Chiaie, oltre agli stessi Freda e Rauti, sono ancora oggi sulla “cresta dell’onda”. La cosiddetta “strategia della tensione”, in conclusione, è stata una strategia politica il cui motore va ricercato sia all’interno dei vertici di delicatissimi apparati dello stato (Servizi Segreti, Arma dei Carabinieri, Stato Maggiore della Difesa) che in un ampio arco istituzionale e politico, formatosi negli anni del dopo guerra e supportato dalle strutture dell’alleanza atlantica. Dalle numerose inchieste indipendenti svolte dal movimento di classe, e persino da molti dei successivi processi, emerge, come dato storico inquietante, la consapevole discesa nella “illegalità” operata da una parte decisiva dello Stato allo scopo di “stabilizzare” un quadro politico-sociale in fermento. Tutto ciò getta luce non solo sulla storia dello Stato italiano, sulla sua formazione e “maturazione” in direzione imperialista nel secondo dopoguerra, ma anche sulla natura della nostra borghesia e sulla sua disponibilità a porsi su di un terreno eversivo. Oggi, seppur in un contesto differente, a fronte del rinascere di forti movimenti di contestazione al capitalismo e alle sue leggi, la rinnovata insorgenza dell’estrema destra in tutte le sue varianti, e dei loschi personaggi che la popolano, è certamente un fatto che deve far riflettere sia per ragioni di memoria storica, ma ancor più di analisi e battaglia politica. I COLLEGAMENTI TRA STATO, SERVIZI, MASSONERIA ED EVERSIONE NERA “Le Forze Armate sono con noi”…note dalla Relazione della Commissione Stragi Il periodo che corre tra il 1970 ed il 1974 registra la proliferazione di movimenti extraparlamentari neo-fascisti, la nascita di organizzazioni eversive paramilitari o terroristiche, la moltiplicazione dei delitti politici - secondo forme affatto nuove per il Paese - la rinnovata virulenza della malavita comune e delle sue organizzazioni criminali. Sono questi alcuni elementi che formano il quadro entro cui si sviluppa quella che venne definita la “strategia della tensione”, alimentata da settori dello stato preoccupati dalla miscela esplosiva rappresentata dalle forti tensioni sociali generate dalla crescente crisi economica e dalla conseguente instabilità e delegittimazione del quadro politico ed istituzionale. Quegli anni, oltre ad essere caratterizzati, come abbiamo già visto, dall’intensa opera di politicizzazione delle attività massoniche, si contraddistinguono anche per i collegamenti che ci è consentito di identificare tra Licio Gelli, la Loggia P2, i suoi “qualificati” esponenti, i servizi, gli apparati repressivi ed il complesso mondo dell’eversione nera e della malavita. Dai materiali pubblicati dalle varie commissioni parlamentari emerge, infatti, la ragionata convinzione che la Loggia P2 ed i servizi italiani si “collegano” più volte con gruppi ed organizzazioni eversive neo-fasciste, incitandole e favorendole nei loro propositi, con un’azione che mirava ad inserirsi in quelle aree secondo un disegno politico proprio, da non identificare con le finalità, più o meno esplicite, che quelle forze e quei gruppi si proponevano. Innanzitutto, tra le situazioni nelle quali appare documentato un coinvolgimento diretto di Licio Gelli e degli uomini a lui collegati, vi è il cosiddetto “golpe Borghese”, tentato nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970, con l’appoggio degli esponenti oltranzisti del Fronte Nazionale, appoggiati da settori dell’esercito e delle istituzioni. Come tutte le tappe maggiori della “strategia della tensione”, la vicenda ha registrato un lungo iter processuale, conclusosi con sentenza passata in giudicato, ma è interessante lo stesso sottolineare come molti dei personaggi, che nel golpe ebbero un ruolo principale, appartengano alla Loggia P2 o alla massoneria in genere. Questi elementi fanno da cornice a situazioni ancora più eclatanti circa il ruolo che due personaggi come Licio Gelli ed il Direttore del SID, Vito Miceli, ricoprirono durante e dopo il golpe. Recentemente alcune deposizioni di personaggi appartenenti agli ambienti dell’eversione nera consentono di indirizzare l’attenzione direttamente su Licio Gelli in relazione al contrordine operativo che paralizzò il tentativo insurrezionale. E’ stato altresì testimoniato che Licio Gelli teneva il contatto con ufficiali dei carabinieri e che tra i congiurati era diffusa l’opinione che ambienti militari sostenevano o quanto meno tolleravano l’operazione. Certo è che il principe Borghese si esprimeva nel suo proclama con estrema chiarezza: “Le Forze Armate sono con noi”. Accanto alla figura di Licio Gelli, un altro elemento di spicco nell’analisi di questa vicenda è costituito dal generale Vito Miceli, direttore del SID dal 1970 al 1974. In proposito quello che a noi interessa è rilevare come sia accertata l’esistenza di contatti tra il generale Miceli, allora nella sua veste di capo del SIOS, Orlandini e Borghese, contatti risalenti al 1969, epoca nella quale il generale entra nella Loggia P2. Tali eventi si accompagnano significativamente alla sua nomina al vertice dei Servizi, che il Gelli si vantò, come è noto, di aver favorito e che precedono di poco il tentativo di golpe guidato dal principe nero. Questi dati vanno letti in parallelo con la successiva inerzia del generale nei confronti delle indagini sul Fronte Nazionale, condotte dal “reparto D” guidato dal generale Maletti. Il dato relativo all’appartenenza di Licio Gelli a quegli ambienti va considerato anche alla luce delle successive attività che vedono il Venerabile impegnato nel sostegno agli imputati, attraverso un’azione in perfetta sintonia con la documentata inerzia del Direttore del SID. Altri elementi di estremo interesse emergono anche dall’inchiesta di Padova sul movimento denominato Rosa dei Venti, condotta dal giudice Tamburino, nel quale troviamo la presenza di uomini iscritti al “Raggruppamento Gelli”. A proposito di questa inchiesta va ricordato che il giornalista Giorgio Zicari ha testimoniato di aver collaborato con l’Arma dei carabinieri e con i Servizi segreti, entrando in contatto nel 1970 con Carlo Fumagalli e Gaetano Orlando, elementi di spicco del gruppo dei MAR. Quando nel 1974 lo Zicari venne riservatamente convocato dal giudice Tamburino, gli accadde di ricevere nel giro di poche ore l’invito ad un colloquio con il generale Palumbo nel corso del quale l’alto ufficiale gli si rivolse in maniera minacciosa: “...il tema centrale fu che io non dovevo parlare, che poteva succedermi qualcosa, dei fastidi, che io avevo tutto da perdere dalla vicenda, che i magistrati stavano tentando di sostituirsi allo Stato, riempiendo un vuoto di potere, che non si sapeva che cosa il giudice Tamburino volesse cercare, che non ero obbligato a testimoniare...”. E’ di particolare interesse, nel contesto di tali deposizioni, quanto dichiarò anche il generale Siro Rossetti, uscito nel 1974 dalla Loggia P2 in posizione “polemica” nei confronti di Licio Gelli. L’alto ufficiale, riguardo all’esistenza di un’organizzazione “parallela” ai Servizi affermò: “...la mia esperienza mi consente di affermare che sarebbe assurdo che tutto ciò non esistesse...” ed ancora “...a mio avviso l’organizzazione è tale e talmente vasta da avere capacità operative nel campo politico, militare, della finanza, dell’alta delinquenza organizzata...”. Anche riguardo le inchieste sui gruppi neo-fascisti toscani che si macchiarono di diversi attentati (specialmente ai treni) che funestarono l’Italia tra il 1969 e il 1975, emergono forti legami tra carabinieri, servizi segreti, ambienti fascisti e massoneria. E’ il caso del generale Bittoni, comandante della brigata dei Carabinieri di Firenze, che assunse il compito di coordinare le ricerche dei comandi di Perugia e di Arezzo e che si rivelò appartenente alla P2, così come due degli ufficiali superiori del comando di Arezzo incaricati delle indagini (uno di essi parlò della propria iscrizione come di una “necessità”). Si aggiunga a questo che la stessa situazione si verificava per la Questura della stessa città, essendo accertata l’iscrizione alla Loggia non solo di due dei suoi funzionari, ma addirittura del questore pro tempore. In definitiva, sembra potersi concludere sul questo punto che le infiltrazioni piduistiche ad Arezzo nella Polizia e nei Carabinieri (ed il sospetto di infiltrazione anche nella magistratura, come si vedrà in seguito) servirono in quegli anni a conferire al Gelli un’aura di intangibilità, lasciandogli mano libera per le sue attività. Un discorso a parte merita, poi, la strage del treno Italicus, perpetrata con la collocazione di un ordigno esploso nella notte fra il 3 ed il 4 agosto 1974. La conclusione della Commissione è quella “che la strage dell’Italicus è ascrivibile ad una organizzazione terroristica di ispirazione neofascista o neonazista operante in Toscana; che la Loggia P2 svolse opera di istigazione agli attentati e di finanziamento nei confronti dei gruppi della destra extraparlamentare toscana; che la Loggia P2 è quindi gravemente coinvolta nella strage dell’Italicus e può ritenersene anzi addirittura responsabile in termini non giudiziari ma storico-politici, quale essenziale retroterra economico, organizzativo e morale”. Mentre nella sentenza, seppur assolutoria, d’Assise 20.7.1983-19.3.1984 si legge (i numeri tra parentesi indicano le pagine del testo dattiloscritto della sentenza): “(182) A giudizio delle parti civili, gli attuali imputati, membri dell’Ordine Nero, avrebbero eseguito la strage in quanto ispirati, armati e finanziati dalla massoneria, che dell’eversione e del terrorismo di destra si sarebbe avvalsa, nell’ambito della cosiddetta “strategia della tensione” del paese creando anche i presupposti per un eventuale colpo di Stato. La tesi di cui sopra ha invero trovato nel processo, soprattutto con riferimento alla ben nota Loggia massonica P2, gravi e sconcertanti riscontri, pur dovendosi riconoscere una sostanziale insufficienza degli elementi di prova acquisiti sia in ordine all’addebitalità della strage a Tuti Mario e compagni, sia circa la loro appartenenza ad Ordine Nero e sia quanto alla ricorrenza di un vero e proprio concorso di elementi massonici nel delitto per cui è processato”. Significativamente, poi, si precisa in proposito: “(183-184) Peraltro risulta adeguatamente dimostrato: come la Loggia P2, e per essa il suo capo Gelli Licio (dapprima “delegato” dal Gran Maestro della famiglia massonica di Palazzo Giustiniani, poi - dal dicembre 1971 - segretario organizzativo della Loggia, quindi - dal maggio 1975 - Maestro Venerabile della stessa), nutrissero evidenti propensioni al golpismo; come tale formazione aiutasse e finanziasse non solo esponenti della destra parlamentare (all’udienza in data 27.10.1982 il generale Rosseti Siro, già tesoriere della Loggia, ha ricordato come quest’ultima avesse, tra l’altro, sovvenzionato la campagna elettorale del “fratello” ammiraglio Birindelli), ma anche giovani della destra extraparlamentare, quanto meno di Arezzo (ove risiedeva appunto il Gelli); come esponenti non identificati della massoneria avessero offerto alla dirigenza di Ordine Nuovo la cospicua cifra di L. 50 milioni al dichiarato scopo di finanziare il giornale del movimento (vedansi sul punto le deposizioni di Marco Affatigato, il quale ha specificato essere stata tale offerta declinata da Clemente Graziani); come nel periodo ottobre-novembre 1972 un sedicente massone della “Loggia del Gesù” (si ricordi che a Roma, in Piazza del Gesù, aveva sede un’importante “famiglia massonica” poi fusasi con quella di Palazzo Giustiniani), alla guida di un’auto azzurra targata Arezzo, avesse cercato di spingere gli ordinovisti di Lucca a compiere atti di terrorismo, promettendo a Tomei e ad Affatigato armi, esplosivi ed una sovvenzione di L. 500.000”. Scrivono ancora, infatti, i giudici bolognesi: “(13-14) Premesso doversi ritenere manifesta la natura politica dell’orrendo crimine di che trattasi (anche in assenza di inequivoche rivendicazioni), data la natura dell’obiettivo colpito e la gravità delle prevedibili conseguenze della strage sul piano della pacifica convivenza civile (fortunatamente poi risultate assai modeste per la “tenuta” della collettività) e dato l’inserimento dell’attentato in un contesto di analoghi crimini politici verificatisi in Italia negli anni 1974-1975 (si pensi alla strage di Piazza della Loggia ed alle bombe di Ordine Nero)”; ed ancora: “(15) è pacifica l’immediata ascrivibilità del fatto ad un’organizzazione terroristica che intendeva creare insicurezza generale, lacerazioni sociali, disordini violenti e comunque (nell’ottica della cosiddetta strategia della tensione) predisporre il terreno adatto per interventi traumatici, interruttivi della normale, fisiologica e pacifica evoluzione della vita politica del Paese. Ebbene, non è dubbio che, nel variegato quadro delle organizzazioni terroristiche operanti in Italia negli anni in cui fu eseguito il crimine al nostro esame, l’impiego delle bombe e la loro collocazione preferenziale su obiettivi “ferroviari” caratterizzasse, usualmente, gruppi di ispirazione neofascista e neonazista (si ricordino gli attentati sulla linea ferroviaria Roma-Reggio Calabria in occasione dei disordini di Reggio Calabria e dei successivi raduni, il mancato attentato in cui venne ferito Nico Azzi, l’attentato di Vaíano, rivendicato dalle Brigate Popolari Ordine Nuovo, gli attentati dicembre 1974-gennaio 1975, per cui furono condannati dalla corte di assise di Arezzo proprio Tuti e Franci) e che fra tali gruppi debba annoverarsi come già vivo e vitale, nell’agosto 1974, quello ricomprendente Tuti e Franci”. Quanto detto potrebbe bastare per legittimare le conclusioni sopra anticipate. A ciò si aggiunga che sospetti di protezione dell’ultra-destra eversiva gravano su ben individuati uffici della magistratura aretina. Persino la sentenza di Bologna (pag. 191) ne riferisce, confermando il convincimento degli eversori neri di poter contare sull’importante protezione di un magistrato affiliato ad una potentissima loggia massonica; agli atti risultano dichiarazioni assai gravi relative ad autorizzazioni di intercettazioni telefoniche non concesse ed ordini di cattura non emessi (pag. 2). Nel periodo compreso tra la fine del 1973 ed il marzo del 1974 viene alla luce un’ulteriore iniziativa che vede coinvolti uomini risultati iscritti alla P2 o indicati, nella più volte ricordata relazione Santillo del 1976, come aderenti alla stessa quali Edgardo Sogno, Remo Orlandini, Salvatore Drago e Ugo Ricci. Dai documenti in possesso della Commissione si può avanzare l’ipotesi che il gruppo, facente capo a Sogno, pur non ignorando le iniziative più tipicamente eversive, abbia sviluppato sin dalla fine degli anni Sessanta, per proseguire nella prima metà degli anni settanta, una linea “legalitaria”, muovendo però sempre dalla premessa di un grave pericolo per le istituzioni provocato dagli opposti estremismi e dalla incapacità delle forze politiche di farvi fronte. Tale linea quindi si pone gli obiettivi di realizzare riforme anche costituzionali e mutamenti degli equilibri politici al fine di dar vita ad un governo forte, capace di resistere alle minacce incombenti sul paese. E’ possibile citare, in questo contesto, la costituzione dei Comitati di resistenza democratica, sorti nel 1971 per iniziativa di Edgardo Sogno, e le proposte avanzate nei periodici Resistenza democratica e Progetto 80. Quello che più interessa ai fini della nostra indagine è che la complessa tematica legata al gruppo Sogno, le proposte di riforme costituzionali avanzate, come pure, in parte, la strategia adottata, rivelano punti di contatto con il Piano di rinascita democratica e la strategia di Gelli dopo il 1974. Ricordiamo infine che nella busta “Riservata personale” che Gelli conservava a Castiglion Fibocchi era custodita la copia di un anonimo, per la quale ci fu richiesta di informativa su Gelli inviata alla questura di Arezzo nel marzo del 1975 dal giudice Violante che indagava sulla eversione di destra. Nell’anonimo leggiamo tra l’altro: “Il Gelli sembra inoltre collegato al gruppo Sogno e ad altri ambienti che fanno capo all’ex procuratore Spagnuolo oltre che ad ambienti finanziari internazionali”. Un’ultima notazione sul delitto del giudice Occorsio, il quale avrebbe iniziato ad investigare sui possibili collegamenti tra l’Anonima sequestri ed ambienti massonici ed ambienti dell’eversione neo-fascista. Tale almeno fu la confidenza che Occorsio fece ad un giornalista il giorno prima di essere ucciso. Le tendenze attuali Nel panorama attuale, l’arcipelago dell’estrema destra si presenta vasto ed eterogeneo come non si verificava dagli inizi degli anni ’90 e, come allora, con una varietà di posizioni all’apparenza contrastanti. Queste divisioni, più rivalità per il comando che diatribe di natura ideologica, sottendono però una certa volontà di ricomposizione dell’area neo-fascista sotto un’unica bandiera nera. L’attuale parola d’ordine è quella dell’unità dell’area “nazional-popolare”, emersa da un’assemblea tenutasi ad Ostia il 9 e 10 novembre 2002, in cui si è tentato di lanciare questo processo ricompositivo tra le diverse fazioni alla destra di Alleanza Nazionale. In realtà questo tentativo risponde più alle esigenze di sopravvivenza delle piccole formazioni, schiacciate dall’intraprendenza dell’unico gruppo che sembra avere una certa influenza sia sulle giovani potenziali reclute che sui settori della destra istituzionale: Forza Nuova. Questa formazione politica è nata nel 1997 a Londra grazie all’azione ed ai finanziamenti (ne parleremo in seguito) di due elementi ben noti del neo-fascismo italiano ed internazionale: Massimo Morsello (ex-N.A.R.) e Roberto Fiore (ex-Terza Posizione). Forza Nuova è un vero e proprio partito, collegato a livello internazionale con movimenti neo-fascisti in diversi paesi: l’Inghilterra (dove c’è la centrale di Terza Posizione Internazionale), la Spagna (con i falangisti), l’Austria (con gli Haideriani), la Germania (con l’NPD) e la Francia (con il Front National di Le Pen). Fonte d’ispirazione di questa formazione, oltre all’ideologia fascista, all’anticomunismo e alla xenofobia, è il tradizionalismo cattolico (nel programma politico è prevista, tra l’altro, la richiesta di ripristino del Concordato del ’29 e l’abolizione dell’aborto). L’egemonia che Forza Nuova esercita nel panorama dell’estrema destra italiana (unica formazione, insieme a Fiamma Tricolore ad avere un’estensione realmente nazionale), si deve principalmente alla sua forte identità ideologica, alle capacità finanziarie ed al suo attivismo, che ne fa di fatto un polo d’attrazione anche per militanti di altri gruppi quali Fiamma Tricolore, Fronte Nazionale o Azione Giovani. Non a caso Forza Nuova non ha risposto all’appello all’unità lanciato nella citata assemblea di Ostia. In questa sede è nato, invece, il Movimento Nazional-Popolare, come forma di coordinamento di quell’area che comprende Fiamma Tricolore, Fronte Sociale Nazionale, Rinascita Nazionale ed il Polo delle destre sociali, la cui prima iniziativa pubblica è stata un corteo il 30 novembre a Bologna, a cui Forza Nuova non ha preso parte. Questi gruppi sono radicati solo in alcune città, ma le palestre del “laboratorio” della destra neo-fascista continuano ad essere, come in passato, Milano, Padova e Roma. La capitale rimane comunque il punto dove si concentrano le sigle più significative. E’ il caso anche del movimento Fascismo e Libertà (presente anche in Lombardia e Sicilia) o della nuova versione di Base Autonoma, di cui avremo modo di parlare meglio in seguito. Negli ultimi anni, alle sezioni di Azione Giovani, si è affiancata, inoltre, Gioventù Europea , un’associazione nata nell’intento di avvicinare i giovani alla politica con la parola d’ordine della riscoperta delle radici culturali italiane ed europee e nelle cui assemblee (ma anche in manifesti o volantini) si promuovono campagne a sostegno della bandiera tricolore o dei militari italiani all’estero. Seppur con una certa autonomia, si tratta sostanzialmente di un’emanazione della sezione giovanile del partito di A. N., sorta per contrastare l’evidente emorragia di giovani militanti attratti da gruppi più radicali e all’apparenza meno “compromessi” col potere istituzionale. Il mondo associativo dell’estrema destra è sempre stato assai ricco e variegato e, di recente, sembra aver ripreso il suo attivismo. A Roma riveste un certo rilievo la Raido, organismo che s’ispira fortemente al pensiero di Evola. La Raido non fa riferimento ad una frangia specifica dell’estrema destra, ma è collegata a diverse aree e si occupa principalmente della formazione ideologica dei militanti, attraverso pubblicazioni, conferenze, presentazione di libri, incontri e dibattiti. Nello stesso settore si muove anche l’associazione Lepanto, esistente da vent’anni e molto attiva nell’ambito dell’integralismo cattolico (la Militia Christi, per intenderci). In questo panorama va menzionata inoltre la Destra Nazionale (sigla già esistente nel 1972 come corrente fascista filo-monarchica interna al M.S.I.), formazione in forte contrasto con Forza Nuova, capeggiata da un’ex appartenente ai servizi segreti della NATO. Anche la Destra Nazionale non ha aderito all’assemblea di costituzione dell’area nazional-popolare, ma i suoi leader dichiarano di lavorare per un confronto tra le diverse formazioni fasciste romane e, in effetti, in Sicilia alle amministrative 2003 hanno promosso un’alleanza elettorale con Fiamma Tricolore ed il Fronte Sociale Nazionale. Sempre appartenente all’estrema destra, ma anch’essa in aperta critica con l’area di Fiore (tacciato di filo-americanismo per le sue posizioni anti-islamiche) ,c’è, inoltre, la Comunità Politica d’Avanguardia. Da questo filone comincia, poi, quella zona grigia che va sotto il nome di “sinistra nazionale”. Sotto questa categoria vanno sussunte tutte quelle formazioni che, in nome dell’antiamericanismo e di un antimperialismo di facciata, sono riuscite ad accreditarsi in ristretti ambiti del movimento della sinistra antagonista, attraverso l’utilizzo di ambigue parole d’ordine quali “socialismo nazionale”, “comunismo nazionalitario” e tutta la terminologia ereditata dalla corrente proveniente dalla Linea Comunitarista, corrente fuoriuscita da una scissione del Fronte (Sociale) Nazionale di Adriano Tilgher. Non a caso una delle riviste di punta, fautrice di questa tendenza (già tristemente familiare dai tempi della formazione Lotta di Popolo che si muoveva in maniera simile negli ambiti del movimento del post-’68) si chiama Rosso è Nero. Seppur ancor attaccati alla propria tradizione fascista, si rifanno alla stessa corrente ideologica anche le riviste Orion e Sinergie Europee. Il retroterra politico A partire dai primi anni ‘90, sia a livello nazionale che internazionale, si apriva una nuova fase per l’estrema destra e, in particolare, per quei settori che in modo ormai esplicito facevano riferimento al passato nazista, un passato mai passato secondo la deformazione hitleriana del mito dell’eterno ritorno e che ora - con la cosiddetta “fine del comunismo” - simbolicamente rappresentata dalla caduta del Muro di Berlino - poteva tornare alla luce del sole. Due circostanze significative testimoniano il passaggio dell’Italia attraverso la suddetta fase: la ricomparsa sulla scena nazionale di alcuni personaggi chiave della strategia della tensione, come Franco Freda e Stefano Delle Chiaie, capi storici rispettivamente di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale (il primo assolto, in maniera sospetta, dalla strage di Piazza Fontana e il secondo, a suo tempo incriminato per trame eversive, rientrato dall’America Latina) e, in secondo luogo, l’affacciarsi sul panorama musicale italiano, seppur tardivamente rispetto al resto d’Europa, del movimento politico-musicale bonehead, per intendersi quelli che la stampa definirà impropriamente naziskin. A seguito di ciò vengono formandosi in tutta Italia gruppi e gruppetti all’ombra del Movimento Sociale Italiano, composti sia da militanti più o meno vecchi dell’estrema destra extraparlamentare - spesso reduci da esperienze degli anni ‘80, quali i N.A.R. o Terza Posizione - sia dalle nuove leve, provenienti o dalle organizzazioni giovanili missine (F.d.G. e F.U.A.N.) oppure cresciute tra le curve-ultrà e a suon di musica OI!. In questa galassia, nasce nel ‘91 Base Autonoma, network nazionale, che raccoglie numerose formazioni tra le quali: - Movimento Politico (già Occidentale) di Roma, di Maurizio Boccacci (ex-Avanguardia Nazionale) fondato nel 1984; - Veneto Fronte Skinhead a Padova e Vicenza, fondato nel 1985 da Piero Puschiavo; - Azione Skinhead a Milano, capeggiati da Duilio Canu. Queste le sigle più importanti, ma numerose sono le formazioni minori tra le quali, a Milano, quella di Forza Nuova, il cui nome sarà ereditato in seguito (a partire dal ‘97) dall’attuale, omonimo raggruppamento. Dietro le teste rasate e gli atteggiamenti da stadio di gran parte degli aderenti a Base Autonoma, ci sono anche teste pensanti. Principale teorico di Base Autonoma è un certo Sergio Gozzoli, della provincia di Pisa, ideatore della rivista L'Uomo Libero. Nello stesso periodo viene fondato da Franco Freda un nuovo Fronte Nazionale (poi disciolto per legge) e da Stefano Delle Chiaie un’effimera Lega Nazionalpopolare; nonostante i toni critici di entrambe le formazioni verso lo spontaneismo “naziskin” (non ancora veri soldati politici), le simpatie sono reciproche e i contatti non mancano; assoluta e generalizzata è ovviamente la sintonia in materia d’immigrazione, ovvero nell’avversione e nella lotta al “meticciato”. Nei primi anni ‘90, altre formazioni d’estrema destra attive sono Meridiano Zero di Rainaldo Graziani (figlio di Clemente Graziani, ex-gerarca di Salò ed ex-Ordine Nuovo); la Comunità Politica Nazionale di Avanguardia, con la testata Avanguardia “Evoliana” fondata nel 1982 da Leonardo Fonte, su posizioni filo-islamiche; il Movimento Politico Antagonista, su posizioni “nazional-bolsceviche”, avente come riferimento le riviste Orion (Milano) e Aurora (Ferrara). Nel ‘93 il ministero dell'Interno, in seguito ad una serie di aggressioni e attentati, dichiara (formalmente) fuorilegge Base Autonoma, ne chiude alcune sedi e incrimina diversi esponenti con l’accusa di “tentativo di ricostituzione del partito fascista”, “istigazione all'odio razziale”, etc. Meridiano Zero invece, riesce a prevenire le prevedibili misure repressive, proclamando lo scioglimento dell’organizzazione. In realtà l’attività delle formazioni neo-naziste continua, grazie all'ospitalità nelle sezioni del M.S.I., del Fronte della Gioventù, della CISNAL (oggi UGL), che viene ricambiata con aiuti, forniti in svariate occasioni, sottoforma di robusti servizi d’ordine per le manifestazioni missine, specie nel periodo in cui Pino Rauti è segretario del M.S.I. Tale connivenza viene mantenuta anche da Alleanza Nazionale, almeno fino allo “storico” congresso di Fiuggi (1995), congresso in cui Fini dichiara l’abbandono del passato missino (ma non il simbolo della Fiamma mussoliniana, soltanto oggi messo in discussione) in favore di una linea formalmente “democratica” di centro-destra. Dopo Fiuggi, la destra nazi-fascista è attratta dalla nascita del Movimento Sociale - Fiamma Tricolore di Pino Rauti, ex-repubblichino, ex-Ordine Nuovo, ex-M.S.I.; ma dopo pochi anni, l’incapacità di seguire una linea politica coerente tra l’opposizione “dura e pura” ed il compromesso politico con il centro-destra, determina per Fiamma Tricolore la perdita progressiva di settori consistenti, a partire da intere sezioni della Gioventù Nazionale (come succede ad esempio a Padova), giungendo all’attuale grave crisi che, dopo la scissione del Movimento Sociale Europeo (del sindaco di Chieti Cucullo), vede oggi il partito di Rauti impegnato in un processo di riunificazione col Fronte Nazionale (movimento fondato nel ‘97 da un ex-dirigente di Avanguardia Nazionale, Adriano Tilgher, dopo la sua espulsione dallo stesso Movimento Sociale - Fiamma Tricolore). A prendere il posto di Fiamma Tricolore, oltre al citato Fronte Nazionale, che al centro-sud ha avuto per qualche tempo una buona consistenza (anche elettorale), c’è Forza Nuova, mentre continuano il loro percorso indipendente i “filo-islamici” di Comunità Politica d’Avanguardia e sopravvive anche Fascismo e Libertà, piccolo movimento fondato da Giorgio Pisanò ed altri nostalgici della Repubblica Sociale Italiana, a suo tempo fuoriusciti dal Movimento Sociale Italiano. La nascita di Forza Nuova permette in primo luogo la ricostituzione di quella che era stata, un tempo, Base Autonoma, ma con caratteristiche meno “movimentiste” e più “partitiche”; fin dalla sua nascita, infatti, ritroviamo al suo interno gli stessi personaggi e gli stessi gruppi che facevano riferimento, all’epoca, alla prima Base Autonoma, tra cui, anche, parte del Veneto Fronte Skinhead. A questi gruppi si aggregano, inoltre, gli aderenti vicentini di Alternativa d’Azione e spezzoni, più o meno organizzati, di Fiamma Tricolore. Forza Nuova si caratterizza subito per la sua abilità nel tessere rapporti con nuovi interlocutori politici e, allo stesso tempo, per la sua capacità nel raccogliere adesioni nei settori più disparati della destra: dal rampollo borghese di Azione Giovani ai “brutti ceffi” delle tifoserie con le svastiche, dalla “teste rasate” ai professori universitari, dagli integralisti cattolici ai fan del dio Thor, dalle “guardie padane” ai disoccupati napoletani (all’interno dei quali ha formato il proprio gruppo Forza Lavoro Disponibile). MOVIMENTO SOCIALE - FIAMMA TRICOLORE Dopo la frattura di Fiuggi e la nascita di Alleanza Nazionale, Pino Rauti - già combattente della Repubblica Sociale Italiana, fondatore di Ordine Nuovo negli anni ‘60 ed uno dei massimi dirigenti e segretario del Movimento Sociale Italiano - lascia il partito per continuare l’esperienza neo-fascista su di un altro percorso in grado di raccogliere tutto quello che di vivo era rimasto negli ambienti dell’estrema destra. “Non stiamo fondando niente di nuovo, vogliamo solo riaffermare la continuità della nostra storia - afferma Rauti. Sono gli altri quelli di Alleanza Nazionale ad aver operato una scissione, un tradimento, riconoscendo l’antifascismo e sciogliendo il vecchio partito”. Il Movimento Sociale - Fiamma Tricolore si presenta nel 1995 come partito contenitore di tutto l’ambiente neo-fascista italiano, dai gruppi di più recente formazione, come quelli che ruotavano intorno al Movimento Politico, ai piùdatati, come nel caso degli ex di Avanguardia Nazionale riuniti intorno ad Adriano Tilgher e Stefano Delle Chiaie. Tra gli obiettivi prioritari del suo programma il Movimento Sociale - Fiamma Tricolore indica “la battaglia contro i poteri occulti e mondialisti”, la difesa della famiglia e la lotta all’aborto, ma soprattutto “l’opposizione totale” all’immigrazione. Ma il tentativo di pescare nel contraddittorio patrimonio “anticapitalistico” di stampo fascista, recuperando lungo la strada i consensi dei delusi di quella che Rauti definisce la “berlusconizzazione” di Alleanza Nazionale, non paga. Tra il 1995 e il 2000 il partito di Rauti riesce a raccogliere soltanto tra l’1 ed il 2% dei voti anche se a livello locale alcuni accordi tra Movimento Sociale - Fiamma Tricolore e la Casa delle Libertà saranno determinanti per l’elezione di alcuni amministratori (sindaci, presidenti delle regioni e province). Ma la formula Rauti manda in pezzi il partito, sancendo una serie di divisioni e fratture. I primi ad uscire sono Giorgio Pisanò e i vecchi camerati di Fascismo e Libertà. Arriva quindi il commissariamento del settore giovanile del partito, riunito intorno alla pubblicazione Foglio di Lotta che contribuirà, dopo il 1997, alla nascita di Forza Nuova. Anche Modesto Della Rosa, l’unico deputato che aveva seguito Rauti dopo la scissione, lascerà il Movimento Sociale - Fiamma Tricolore. Sarà poi la volta di Adriano Tilgher nel 1997 che, in seguito all’espulsione dal partito, darà vita al Fronte Nazionale. Poche settimane prima si erano riuniti a Roma quasi 200 dirigenti missini per protestare contro l’allora attuale presidenza. La risposta di Rauti fu una serie di provvedimenti di espulsione. “Provengono dalla cultura della destra extraparlamentare, incapace di integrarsi davvero nella vita di un partito, per questo non potevano restare più nella Fiamma” commentò Rauti. Tra il 1999 e il 2000 se ne vanno anche il Sindaco di Chieti Cucullo, un importante dirigente nazionale Cospito e l’europarlamentare Bigliardo fondatore del Movimento Sociale Europeo, che per quanto ne sappiamo si è già sciolto. Attualmente Fiamma Tricolore vive un periodo di grande crisi. Le sue componenti giovanili sono state assorbite da gruppi più radicali quali Forza Nuova o Base Autonoma e, per non scomparire, sta tentando di dar vita al Movimento Nazional-Popolare. Luca Romagnoli, recentemente, è stato eletto nuovo segretario, Rauti rimane come presidente “garante della linea politica” e, in termini di sopravvivenza elettorale, è stata varata l’alleanza “funzionale” con la Casa delle Libertà nel rispetto dell’identità politica e storica del partito. DESTRA NAZIONALE “Prepariamoci a batterci al fianco degli USA in quella che, probabilmente, o meglio sicuramente, sarà la Terza Guerra Mondiale. La civilizzazione contro la barbarie: come le antiche legioni romane che fecero un deserto e lo chiamarono pace. E’ il solo mezzo di cui disponiamo per salvare la nostra cultura, la nostra libertà, le nostre famiglie”. Dopo gli attentati dell’11 settembre, quest’appello, presente sul sito del partito della Destra Nazionale, scompare. “Nei prossimi mesi, l’Italia potrebbe essere colpita da attacchi d’una violenza inimmaginabile da parte dei paesi islamici del bacino mediterraneo. La nostra nazione potrebbe essere distrutta, prima che le forze alleate possano intervenire in aiuto alle Forze armate presenti sul nostro territorio. Un milione e mezzo di islamici sono già presenti sul nostro suolo. Quanti di loro ci attaccheranno? Le Forze armate e la Polizia saranno sufficienti a proteggerci? NO. La nostra difesa, deve venire da noi stessi con i Reparti di Protezione Nazionale. In caso di grave pericolo, saranno un valido supporto alle Forze armate. Vieni a combattere con noi, diventa una Camicia Grigia!” Quest’organizzazione dispone d’un regolare statuto. “I Reparti di Protezione Nazionale si pongono come un’organizzazione volontaria di liberi cittadini che con il loro impegno vogliono esaltare i valori mai estinti che, da sempre, sono presenti nel cuore d’ogni italiano: Dio, Famiglia, Patria”. Nonostante questa “libera associazione di cittadini” disponga di proprie uniformi militari, viene specificato nel suo regolamento che “I Reparti di Protezione Nazionale escludono l’uso delle armi e della violenza così come tutti gli altri comportamenti riconducibili a delle organizzazioni militari o paramilitari...”. Questa dichiarazione d’intenti, all’apparenza angelica, non impedisce tuttavia al gruppo di inserire sul proprio sito, in bella evidenza, un link che rimanda alla pagina web di un vero e proprio supermercato militare con sede negli Stati Uniti. Qui, di fianco al banner pubblicitario della “Smith & Wesson” si possono fare comodamente compere tramite cardita di credito. Gli USA esercitano sicuramente un fascino particolare sui dirigenti di Destra Nazionale che hanno persino ripreso, con qualche piccola modifica, il logo ufficiale della CIA per farne il simbolo del loro partito, proprio come un marchio di fabbrica. Non a caso il leader della Destra Nazionale altri non è che Gaetano Saya, un personaggio che ha fatto carriera nella rete occulta della NATO, “Gladio/Stay behind”. Gaetano Saya, messinese, viene cresciuto dal nonno Matteo Francesco, all’epoca membro del Regio Esercito e aderente alla marcia su Roma, che lo educa all’amore per la “Patria e per il Duce”. Fin da giovanissimo, Saya simpatizza per il Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale e nel 1970, appena quattordicenne, partecipa alle famose “giornate di Reggio Calabria” (la rivolta per il capoluogo aizzate dai fascisti). Nel 1974, a soli diciott’anni, si arruola nel Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza e, dopo l’addestramento e una breve permanenza, viene ingaggiato dai Servizi Segreti della NATO come esperto in ISPEG, controspionaggio e antiterrorismo, da cui si congeda “ufficialmente” solo nel 1997. Viene cooptato nella rete Gladio nel 1975 dal famigerato Generale Giuseppe Santovito, allora capo del SISMI e membro della P2, e, in seguito, iniziato in una Loggia Massonica riservata. Da Apprendista di primo grado diviene, in breve, Maestro Venerabile della Loggia“Divulgazione 1”. “Divulgazione 1”, loggia massonica ancor più segreta della P2, aveva una dimensione internazionale ed era parte integrante dei dispositivi sotterranei della NATO. Nel Novembre 1997, viene citato come principale teste d’accusa della Procura della Repubblica di Palermo, nel processo contro Giulio Andreotti accusato dallo stesso Saya di essere il mandante dell’omicidio del Generale dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa (anche lui membro della P2) nel 1982. E’ in questa occasione che Saya dichiara pubblicamente, davanti ai giudici, di essere un vecchio agente segreto dell’Alleanza Atlantica e di aver mantenuto rapporti stretti con ambienti massonici americani e con Licio Gelli. A testimonianza di ciò esibisce la sua corrispondenza amichevole, proseguita fino agli inizi degli anni ’90, col Maestro Venerabile della P2. Riguardo alle accuse mosse ad Andreotti, Saya afferma di aver ricevuto questa informazione direttamente dal generale Santovito “il 16 giugno 1982”, se ne ricordava perfettamente poiché lo stesso giorno a Palermo “aveva avuto luogo un regolamento di conti”, un clan mafioso aveva assassinato Alfio Ferlito, capo d’un clan rivale, crivellandolo di colpi durante il suo trasferimento da una prigione ad un’altra. Congedatosi dai Servizi, e messosi in “sonno” Massonico, Saya è uno dei protagonisti della contestazione alla “svolta di Fiuggi”, 27 gennaio 1995, ed, insieme ad un gruppo di fedelissimi, decide di ridar vita al movimento politico fascista-monarchico della Destra Nazionale, già voluto da Almirante e poi soppresso. Per Saya, il cambiamento di nome in Alleanza Nazionale, è stato un tradimento. “Fini ha venduto la bandiera del social-fascismo e del corporativismo per diventare una corrente, e neanche la più radicale, di Berlusconi”. A partire da quella data, Saya riunisce attorno a sè un piccolo drappello di guardiani del tempio mussoliniano che si proclamano i soli leggittimi eredi del fascismo“degli ideali che il mondo intero ci ha invidiato: la Storia ci darà ragione”. Il movimento della Destra Nazionale si strutturerà in partito il 12 luglio 2000 presentandosi, con scarsi risultati, alle elezioni amministrative del 2003, in lista congiunta con il Fronte Sociale Nazionale. FORZA NUOVA Forza Nuova, vecchi fascisti… Nel maggio 1993 quasi tutte le formazioni neonaziste italiane (Movimento Politico, Meridiano Zero, Azione Skinhead e tutti i gruppi che componevano la prima Base Autonoma) vengono sciolte o si sciolgono spontaneamente e le centinaia di militanti che gravitano attorno a quell’area vanno ad ingrossare le fila del Movimento Sociale Italiano, poi Movimento Sociale - Fiamma Tricolore. E’ qui che inizia l’incubazione di Forza Nuova intorno alla rivista Foglio di Lotta, finanziato dal latitante a Londra Roberto Fiore. Nel 1997 il leader del Movimento Sociale - Fiamma Tricolore, Pino Rauti, vieta la diffusione della rivista, intimorito dal consenso che questa incominciava a riscuotere, specialmente tra i più giovani. I militanti di Foglio di Lotta decidono allora l’uscita dal partito per dar vita ad una nuova creatura politica, Forza Nuova. Forza Nuova nasce a Londra il 27 settembre 1997, e già nella data, giorno di Sant’Arcangelo Michele, fa riferimento diretto alla Guardia di Ferro, il movimento cattolico integralista, ultranazionalista e antisemita rumeno. Le attività di Forza Nuova saranno, durante i primi mesi, dirette da Londra, città in cui risiedono i due leader del partito, Roberto Fiore e Massimo Morsello. Sia Fiore che Morsello sono figure della destra neofascista anni ‘70. Fiore era uno dei capi di Terza Posizione mentre Morsello, in gioventù cantautore missino nei Campi Hobbit, proviene dai Nuclei Armati Rivoluzionari (N.A.R.) di Alibrandi e Fioravanti. Fuggiti a Londra nel 1980 dopo la strage alla stazione di Bologna, inseguiti da mandati di cattura della magistratura italiana, i due hanno costruito un piccolo impero economico che ha offerto la base materiale per la creazione in Italia di Forza Nuova. Il giro d’affari delle società controllate da Fiore e Morsello si aggira intorno ai trenta miliardi l’anno. Al centro di questo piccolo impero economico l’agenzia di viaggi e società di servizi Meeting Point. In Italia esiste una rete di agenzie turistiche collegate a questo circuito imprenditoriale: la Easy London, che offre pacchetti casa-lavoro-studio a Londra. Fiore e Morsello devono aspettare il 1999 per poter tornare in Italia, il primo dopo la caduta in prescrizione dei reati di cui è accusato, il secondo per motivi di salute (Morsello morirà, infatti, di tumore nel 2001). A dare il benvenuto a Morsello, al suo rientro in Italia, vi è un comitato d’accoglienza composto da svariati deputati di Alleanza Nazionale come l’attuale presidente della Regione Lazio Francesco Storace, Alberto Simeone, oltre al parlamentare europeo di Forza Italia Ernesto Caccavale e all'ex sottosegretario alla giustizia Carlo Taormina. Il programma di Forza Nuova è articolato in otto punti centrali, che mostrano la volontà di recuperare, un po’ in tutte le direzioni, il radicalismo di destra. Si va dalla richiesta di abrogazione della legge sull’aborto a proposte in favore di una legislazione che metta al centro la valorizzazione della famiglia e la crescita demografica. Si arriva a chiedere il ripristino del concordato tra Stato e Chiesa stipulato durante il fascismo. Si propone, inoltre, la messa al bando della massoneria e di tutte “le sette segrete”; il blocco dell’immigrazione e un “rimpatrio umano” per gli immigrati, l’abolizione dell'usura e la formazione delle corporazioni dei lavoratori. Infine, Forza Nuova richiede l’abrogazione delle “leggi liberticide” Scelba e Mancino. Nella propaganda ricorrono spesso parole d'ordine come “contro ogni droga”, nonché campagne in difesa dei prodotti made in Italy, intitolate “compra italiano”. Oltre a ciò, numerosi sono i riferimenti al patrimonio caro a Terza Posizione, cioè a quella che fu la scuola quadri degli attuali capi di Forza Nuova, ad esempio, nell’esaltazione dello “stile legionario”, l’idea di un combattente politico sempre pronto e costantemente in azione. Forza Nuova si presenta come partito (beneficiando in questo modo dei fondi pubblici), anche se, fin dall’inizio, aggrega attorno a sé elementi fuoriusciti dai più disparati movimenti: dal Movimento Sociale - Fiamma Tricolore ai sopravvissuti dell'esperienza politica di Base Autonoma dei primi anni ‘90. L’ultras calcistico padovano Paolo Cartossidis, l’ex leader di Azione Skinhead Duilio Canu, quello di Movimento Politico Maurizio Boccacci, sono solo alcuni dei personaggi che in questi anni sono stati veri e propri quadri all'interno di Forza Nuova. I militanti vengono reclutati allo stadio tra le fila degli Ultras, negli ambienti dell’integralismo cattolico a destra di Comunione e Liberazione, tra i giovani delle altre formazioni di destra ormai in via d’estinzione (Movimento Sociale - Fiamma Tricolore, Fronte Sociale Nazionale di Adriano Tilgher ed il recentemente disciolto Fronte Nazionale di Franco Freda). Nell’aprile 1999, Caratossidis, studente di Scienze Politiche, spiega la strategia movimentista di Forza Nuova in un’intervista a Repubblica: “Lo stadio, le discoteche, le birrerie e anche i centri sociali sono un bacino da sfruttare per la ricerca di voti e consensi…Se si fa propaganda con i volantini, mille distribuiti tra gli spalti hanno più valore che davanti a un supermercato. Con pochi soldi, uno striscione allo stadio ha una visibilità nazionale”. Eppure, la xenofobia, l’omofobia, le continue rivendicazioni di discendenza diretta dal fascismo, non fanno di Forza Nuova un partito isolato. A livello locale numerosissime sono le collaborazioni intorno a tematiche specifiche (ad esempio raccolte firme contro l'immigrazione), ad iniziative di quartiere (spesso organizzate fianco a fianco ad Azione Giovani), così come gli accordi elettorali con il Polo delle Libertà (a Bologna, Padova, Milano..., Fiore stesso, invitato al congresso di Comunione e Liberazione, annunciò l’appoggio di Forza Nuova a Berlusconi per sconfiggere i “comunisti” alle elezioni). Nel 2002, inoltre, viene saldato e consolidato il rapporto con la Lega Nord, in particolare con i suoi esponenti più radicali, costituendo un fronte comune nella lotta contro gli immigrati. Borghezio, ad esempio, è stato più volte invitato ad intervenire al termine di manifestazioni di Forza Nuova (anche a Roma il 2 novembre), mostrandosi perfettamente a suo agio di fronte a una selva di braccia tese. Persino in occasione delle recenti polemiche medianiche che hanno visto Forza Nuova protagonista in seguito all’aggressione, in diretta TV, a Verona del presidente dell’Unione Islamici Italiani, Abdel Smith, che ha portato ai domiciliari 21 militanti dell’organizzazione (tra cui i dirigenti veneti), esponenti di Alleanza Nazionale e della Lega non hanno esitato ad esprimere solidarietà nei confronti degli arrestati; il solito Borghezio è andato a trovarli in carcere e il Sindaco di Treviso Gentilini (Lega Nord) ha auspicato proficue collaborazioni in vista delle elezioni. In questi ultimi anni, a Roma, Forza Nuova è stato, senza dubbio, il gruppo più attivo a livello cittadino (senza contare i gruppetti di quartiere); il gruppo possiede persino un negozio, l’Emporio Italico con sede in via Luigi Ungarelli, nella zona della Batteria Nomentana. Ogni estate i forzanovisti riesumano la loro opposizione al Gay Pride, affiggendo manifesti omofobi e organizzando contromanifestazioni. In particolare nel 2000, quando Roma ospitò il World Gay Pride, Forza Nuova convocò una grossa mobilitazione, portando in piazza 600 neofascisti, che sarebbe dovuta culminare, il giorno del corteo del World Pride, in una contromanifestazione annunciata con minacce e paventati scontri. Ma la morte, qualche giorno prima, della giovane figlia di Morsello, e il lutto di tutto il partito, portano all’annullamento della provocatoria manifestazione (forse anche in previsione delle scarse probabilità di riuscire a sostenere quanto annunciato). Agli appuntamenti fissi di Forza Nuova (28 ottobre, commemorazione della marcia su Roma, con visita alle tombe dei fascisti al Verano e 25 aprile, Festa della Liberazione, sempre al Verano per quello che loro considerano lutto nazionale) si sono aggiunti, quest’ultimo anno, banchetti, volantinaggi e raccolta firme in pieno centro (via del Corso) con cadenze quasi settimanali, oltre alla manifestazione a piazza Venezia svoltasi il 2 novembre 2002, con comizio finale dell'onorevole Borghezio della Lega Nord. Del gruppo romano è anche Andrea Insabato, che nel dicembre 2000 rimase ferito nell’esplosione dell’ordigno che lui stesso aveva collocato davanti alla redazione del Manifesto. Insabato, fino ad allora “cassiere” di Forza Nuova, e anello di congiunzione con il movimento ultracattolico Militia Christi, viene, in seguito a questo episodio, declassato nelle conferenze stampa al rango di semplice simpatizzante del movimento, seppure “amico di sempre” di Fiore e Morsello. D’altronde, il primo a far visita a Insabato in ospedale è proprio un militante di Forza Nuova del quartiere di Primavalle, Giuliano Castellino (attuale capo di Base Autonoma). Per completare l’elenco possiamo infine menzionare Francesco Bianco, ex responsabile a Roma di Forza Nuova, nonché ex-N.A.R. protagonista di rapine e azioni insieme ai fratelli Fioravanti, Alibrandi e Anselmi. Bianco, pur rimanendo un personaggio minore della galassia N.A.R., è stato arrestato e condannato ad alcuni anni di galera per banda armata. Easy London... cosa c’è dietro a Forza Nuova? Da quasi quattro decenni la Gran Bretagna, in particolare Londra, è diventata il luogo in cui ex-terroristi neri e neo-fascisti, provenienti da ogni parte del mondo, possono trovare indisturbati rifugio dopo aver commesso le peggiori infamie. Molti sono gli esempi, dal dopo guerra a oggi, cui si potrebbe far ricorso: dalla lunga latitanza in terra inglese di James Earl Ray, l’assassino di Martin Luter King, all’accoglienza che l’estrema destra locale offrì per diverso tempo a George Parisey, terrorista algerino, arrestato successivamente (grazie al lavoro di svariati militanti antifascisti) in compagnia di un comandante dell’Oswald Mosley’s Union Movement, vecchio gruppo ultra conservatore britannico. I legami tra la destra internazionale e la Gran Bretagna sono, come ribadito, molto saldi; ma la connessione con l’Italia è sicuramente la più forte; sono italiani, infatti, i referenti dell’organizzazione meglio conosciuta come International Third Position ed è ancora grazie al contributo di italiani che la destra nazionale è riuscita a costruire, con l’appoggio di varie strutture locali, un enorme apparato finanziario capace di sostenere economicamente (in maniera più o meno nascosta) molte organizzazioni neo-fasciste in Europa ma, ovviamente, concentrando i maggiori sforzi e le maggiori sovvenzioni all’ Italia, dove il referente politico-militante si chiama Forza Nuova. Se a qualcuno non fosse ancora chiaro i nostri manager in camicia nera rispondono ai nomi di Roberto Fiore - segretario di Forza Nuova- e Massimo Morsello (ora deceduto). Cerchiamo ora di ricostruire la storia che ha portato due fascisti tout court dalla semplice latitanza alla costituzione di quel macro-apparato finanziario che trova la sua direzione nella società Meeting Point. Quando Roberto Fiore e Massimo Morsello fuggirono dall’Italia, dopo la strage alla stazione di Bologna del 1980, erano i leaders riconosciuti dell’organizzazione d’estrema destra Terza Posizione. Terza Posizione, organizzazione paramilitare, era sospettata fortemente di avere legami con la loggia massonica P2 di Licio Gelli, così come con gli ambienti dei servizi segreti e della malavita organizzata. Dopo essere fuggiti in Libano, Fiore e Morsello riappaiono a Londra, all’inizio degli anni ‘80. Seguendo le relazioni pubblicate nell’agosto del 1998 su The Guardian, i due terroristi neri erano stati reclutati in Libano dai servizi segreti inglesi del Military Intelligence 6 (M16). I due, sfruttando i consolidati agganci con il National Front (sciolto nel 1989) e con Nick Griffin (leader del British National Party, oltre

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IL FALCO PELLEGRINO
by rex516 Friday, Mar. 12, 2004 at 3:52 PM mail:

IL FALCO PELLEGRINO In un bel racconto di Glenwain Wescott, il Falco Pellegrino, la protagonista principale è un falco femmina Lucy, la rapace catturata adulta e ridotta alla schiavitù del cappuccio e del guanto di cuoio. Una figura veramente tragica e inutilmente fiera, come corruschi e fieri sono i rapaci: cosa c'è di più angosciante di un rapace addomesticato che agli ordini del carceriere alterna su comando i punti di fuga e i punti di ritorno?. Sempre più spesso penso a Lucy a cui la luce è concessa per comando del carceriere; Lucy, nata per roteare nella luce per calare in picchiata e ridotta alla parodia di se stessa in questa tragica pendolarità di punti di fuga e di punti di ritorni eterodiretti. Come per uno sprazzo di luce improvvisa mi sorprendo a pensare che tutti noi siamo Lucy, che a tutti noi è negata la luce della ragione e della scelta, nella vita individuale e nella vita collettiva. La catena il cappuccio e il guanto ci condizionano; gli artigli i becchi adunchi e le ali diventano accessori utili solo per l'elemosina di un pezzo di carne meritato per il divertimento di vederci arrancare in uno spazio limitato. Credo che la seconda Intifada espliciti questo tragico meccanismo. Quando scoppiò la seconda Intifada e quando i kamikaze palestinesi cominciarono a farsi saltare, fu chiaro a che punto disperante si era giunti E parecchi di noi pensarono: è atroce, ma quale altra strada è rimasta? Non staranno certo a cercare di dare morte e darsi la morte all'infinito, gli altri pure valuteranno anche che non è conveniente vivere in uno stato di continua angoscia di rimetterci la pelle nel momento e nel punto più impensato. Di fronte all' estinzione reciproca troveranno una soluzione, non si è trovata con i compromessi politici, la troveranno per forza di fronte all'evidenza di una distruzione infinita. E invece no, il meccanismo si è avvitato su se stesso ed è iniziata questa tragica pendolarità. Per dirla chiara palestinesi ed israeliani sono inchiodati alla catena al cappuccio e al guanto dei reciproci dirigenti. I falconieri se ne sbattono altamente dei morti della propria parte, anzi da questa ecatombe traggono la loro forza economica e politica. Come tutte le guerre pure la guerra nei santi territori è un bel business, quanto valgono sul mercato i cadaveri dell'una e dell'altra parte rispetto alle questioni di geopolitica e di controllo delle materie prime e a tutto il giro dei soldi per armi e costruzioni di muri e abbattimenti di casupole? quelli, i cadaveri, servono al più per le casse delle pompe funebri. Ormai i falchi pellegrini vanno a comando a schiattare e far schiattare dall'una e dall'altra parte nel indifferenza generale, tra l'altro, perché poi a tutto si fa l'abitudine. E chissà quanti in cuor loro, e chi ha il coraggio di dirlo a voce alta? pensano: crepassero tutti, che finisse sta palla che va avanti da decenni. Perché poi pure questo accade che al di là della partecipazione e della solidarietà nella reiterazione infinita di atti ripetitivi, subentra l'assuefazione, l'indifferenza e alla fine il fastidio. Come ci si abitua alla cecità del cappuccio alla catena e al guanto di cuoio nel personale, in merito al lavoro, in merito ai rapporti individuali, in merito a quel che ti sarebbe dovuto e che si riduce poi ad un pezzo di carne che ti meriti coi tuoi svolazzamenti limitati, così ti abitui alle peggiori convulsioni di una umanità sul baratro della barbarie, così ti abitui allo sconquasso di un pianeta giunto allo stremo. Chi più si indigna come per Tell al Zatar chi più si mobilita come per l'alluvione di Firenze? Alluvioni si alternano a roghi, la terra prende fuoco o si sbriciola e pure questo diventa ineluttabile. La barbarie ha raggiunto un tale livello di totalità da diventare scontata. Echi di stermini, genocidi, catastrofi umane ed ambientali sono filtrate dal cappuccio: la luce decide il falconiere quando la devi vedere e quando no e fino a che punto puoi vederla la luce per il suo comodo; la catena diventa sempre più corta; il guanto di cuoio un pugno di ferro; il cappuccio ottenebra. Artigli, becco adunco ed ali sono inutili accessori, è facile prevedere che i nuovi nati implumi ed indifesi resteranno tali a vita. Intanto la caccia è aperta per i falchi pellegrini non in cattività. Poi ti sorprendi a pensare come questo meccanismo sia generalizzato e totalizzante. Come "il non c'è soluzione" sia universale e riguardi ogni questione. Magari ti vengono in mente le balene che spiaggiano a riva, e tanti falchi pellegrini, ancora più addomesticati, che ributtano in mare le balene, e quelle che ritornano a spiaggiare e loro i falchi pellegrini "buoni" che le ricacciano ancora in mare e così via, e le balene sembrano dire "lasciateci crepare in pace, ma che è mare questo?". Dove poi soluzioni apparenti vengono trovate queste sono tragicomiche: sparisce la sabbia dalle rive? beh, ci mettiamo la sabbia "nuova" magari sintetica, ci sono animali in estinzione, beh facciamo i parchi protetti, ci sono gli incendi? eliminiamo gli alberi! e così via. Le soluzioni apparenti che si trovano sul piano politico mondiale non sono tragicomiche sono solo tragiche. Infatti la soluzione che poi è non soluzione che poi diviene boomerang è: GUERRA.. così la spirale della barbarie totale si dipana in maniera esponenziale. Se mi fermo a pensare all'Iraq, o magari all'Afghanistan o a qualsiasi "punto caldo" ho chiaro quel che ci aspetta e quale sarà il futuro di tutti. Ma parlo dell'Iraq perché credo che sia un paradigma ancora più significante per capire quanto si è falchi pellegrini e quante specie di falchi pellegrini ci sono. Comincio col dire che il movimento contro la guerra all'Iraq è stato un bell'esempio di falco pellegrino;-)))))) Infatti ha protestato fin quando e tanto quanto catena, cappuccio e guanto di cuoio gliel'hanno permesso contro la guerra, ma avesse detto una parola contro LA PERQUISA ordinata contro l'Iraq, quella no, andava bene, quella era una cosa legale!!!!! era accettato da tutti che UNA PERQUISA si facesse contro l'Iraq, un falco pellegrino del resto non può vedere più in là di quanto catena, cappuccio e guanto di cuoio e falconiere le conceda! Quando poi il falconiere gli ha detto che la guerra era finita ed era stata pure vinta, gli ha rimesso prontamente il cappuccio e il falco pellegrino ha smesso di svolazzare. Tanto a furia di stare alla catena corta ha pure la memoria corta. Se ne sta mestamente sul trespolo a chiedersi com'è che i suoi "voli" non sono riusciti a fermare la guerra : poi, del resto, ora il falconiere gli toglie il cappuccio per farlo svolazzare in quel di Riva del Garda, e di qua e di là a suo comando. Ma ben altri falchi pellegrini ci sono, questi si veramente tragici e corruschi rapaci in cattività. I primi sono gli invasori e cioè dai marines a tutti i militari che vanno ed andranno a portare "democrazia e civiltà", compresi i nostri carabinieri, in giro per i "paesi canaglie". Tutti costoro è dalla guerra nell'Iraq1 che stanno a combattere poi un altra guerra loro personale. quella degli effetti e delle conseguenze sulla chiorba loro dell'uranio impoverito: Vanno in giro per il mondo abboffando tutti di uranio impoverito, poi è logico si beccano gli effetti collaterali! Ma continuano ad andare, del resto questi sono pure falchi pellegrini di allevamento, e quindi vanno convinti pure. Seguendo gli ordini illudendosi pure di seguire invece la LEGGE, magari pure la LEGGE DI DIO!, quando eseguono gli ordini dei peggio fuori legge che ci sono: questo a giudizio dell'umanità sottomessa intera. Poi tornano, magari pure con una medaglia e cominciano i dolori con le conseguenze dell'uranio impoverito, e il falconiere dice loro "che rompicoglioni!" Si pigliano di rompicoglioni fuori casa quando vanno e dentro casa quando tornano. Questo problema dei veterani rompicoglioni è almeno dalla prima guerra mondiale che va avanti, ma se uno magari si va a spulciare i libri di storia poi si accorge che i problemi di veterani e reduci ci sono sempre stati. Niente da fare falchi pellegrini di allevamento sono e continuano pure loro questo pendolarità di punto di fuga e punto di ritorno. E chi ha lacrime per piangere su questi di falchi pellegrini? c'è una tale siccità che ogni liquido diventa prezioso! non ci sono lacrime per loro, come non ci sono per un falco sbirro in paranoia, o per un falco guardia carceraria in paranoia pure lui, tralasciamo i Falchi Giudici che quelli hanno la paranoia di credere di non stare in paranoia. Ma torno all'Iraq per cercare di rendere tangibile quello che appunto ci attende. Tutti mi dicono che in Iraq c'è una resistenza. Siamo sicuri? Io vedo un gran proliferare di falchi pellegrini in cattività pure lì. Al massimo posso dire che c'è un fottio di diverse catene cappucci e guanti di cuoio. Chi ha i falconieri sciiti, chi quelli sunniti, chi quelli del partito baath... che a loro volta diventano falchi pellegrini degli angloamericani e pure di "tutti insieme col controllo ONU". Ma, scusate, per fare una resistenza seria uno non dovrebbe liberarsi prima di catena cappuccio e guanto di cuoio? uno non dovrebbe mandare vaffanculo il falconiere?. Se non diventi un Falco Pellegrino non in cattività che resistenza vuoi fare?. Continui perennemente a reiterare questo tragico punto di fuga e punto di ritorno eterodiretto. Allora una come me, che disperatamente e caparbiamente cerca di restare una rapace selvatica, si accorge come il paradigma Palestina sia totale. E si convince sempre più che se i falchi in cattività non si liberano non c'è soluzione. Perché i falconieri hanno trovato con questo meccanismo di cacciarti nella condizione che "non c'è nessuna soluzione" e da questo traggono la loro forza. Ma la specie più irritante di falchi pellegrini in cattività sapete quale è? almeno per me; perché oggi parlo solo per me e forse solo con me: quei falchi pellegrini dediti alla politica di movimento o antagonista o disobbediente o chiamala ogni tanto con un nome diverso. Se per gli altri ho un angosciata pietà o uno schietto disprezzo, per questi ho una palese irritazione. Già, perché malgrado stiano alla catena e abbiano il cappuccio e tanto di guanto di cuoio pretendono di essere maestri di volo. Non solo sono indifferenti al fatto che i falchi pellegrini selvatici vengano impallinati, ma schiavi come sono del proprio falconiere sono convinti che la schiavitù loro non sia colpa del falconiere ma dei Falchi Pellegrini liberi! il Falco Pellegrino Dai picchi marini alle inaccessibili montagne lì dove il cielo è libero vola il Falco Pellegrino il suo nido è alto e l' occhio penetra la valle intera. Rotea l'antico dio Horus e quando cala in picchiata corta la coda le ali lunghe appuntite gli artigli affilati sa quel che deve fare serra le ali e non si getta sulla preda per non spezzarsi le gambe solo la sfiora con l'artiglio posteriore la disorienta e in volo la sorprende. vittoria

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asciugone regina
by plia Friday, Mar. 12, 2004 at 4:00 PM mail:

minchia che asciugone che sei!!!!!

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