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Appello per la manifestazione a Gradisca contro il CPT
by antirazzista Saturday, Feb. 05, 2005 at 5:44 PM mail:

nessun lager!

Nè a Gradisca nè altrove
Appello contro il Cpt.


In questi ultimi anni sul territorio italiano, ma non solo, sono stati realizzati i cosiddetti Centri di Permanenza Temporanea, veri e propri centri di detenzione per migranti a vario titolo non regolari o in attesa di regolarizzazione; non si tratta di “centri di accoglienza” ma formalmente non possono nemmeno essere carceri - chi vi viene rinchiuso generalmente non ha commesso reati, sono luoghi di sospensione del diritto dove, ad esempio, viene negato il diritto all’assistenza legale a e alla difesa. Ma la negazione dei diritti è ulteriormente dimostrata anche dallo stravolgimento di qualsiasi normativa con cui vengono scelti i siti destinati ad ospitare i CPT: nessuna amministrazione locale viene preventivamente consultata, anzi le richieste di chiarimenti e le espressioni di contrarietà provenienti dagli enti locali vengono respinti sostenendo che vige per i CPT una condizione di extraterritorialità per la quale non valgono né regole, né le opinioni delle comunità interessate.

Ciò è accaduto anche per il Cpt in costruzione nella nostra Regione. Già nel 2001 voci insistenti volevano che alcune delle caserme dismesse dell’isontino diventassero luoghi destinati ad ospitare un nuovo CPT. Voci che hanno preso concretezza nel novembre del 2003 con l’inizio di riatto presso l’ex caserma Polonio di Gradisca d’Isonzo ma il Governo non ha ammesso che fosse in costruzione un CPT per ben otto mesi. È stato infatti solo nel luglio 2004, sotto la pressione congiunta di enti locali, società civile, partiti e sindacati, che l’esecutivo ha dovuto ammettere che Gradisca sarebbe divenuta sede del CPT di riferimento per tutto il nord est. La realtà di ciò che veniva costruito si è infine palesata agli occhi di tutti con l’innalzamento di quel muro divenuto già, nonostante la struttura non sia in funzione, elemento di vergogna per le nostre comunità. Contro questa decisione si sono chiaramente espressi la Regione FVG, la Provincia di Gorizia, il Comune di Gradisca d’Isonzo e molti dei Comuni della provincia. Dal gennaio ’03 è partita la mobilitazione di diverse realtà della società civile e del mondo politico diretta a creare una coscienza civile che rifiuti la logica del CPT e si opponga alla sua costruzione.

Noi, cittadini e cittadine, amministratori, associazioni, organizzazioni, partiti, sindacati, movimenti e gruppi della società civile locale, lanciamo un appello per una mobilitazione che abbia come obiettivi qualificanti:
— la non apertura del Centro di Permanenza Temporanea
— L’attivazione da parte della Regione Friuli Venezia Giulia, della sua Giunta e del suo Consiglio, di ogni forma di opposizione possibile, sia attraverso strumenti politici che giuridici, facendo leva sulla sua specialità di Regione Autonoma, affinché sia dichiarata la non realizzabilità di Centri di Permanenza Temporanea per migranti territorio regionale.
— il diritto delle comunità di questa regione di scegliere e determinare, in base alle proprie esigenze, i criteri e le finalità di riutilizzo delle aree dismesse e in particolare delle ex servitù militari, presupposto senza il quale nessun dibattito su federalismo e municipalismo può avere senso.
— la valorizzazione e la moltiplicazione di quelle iniziative di accoglienza diffusa e di inclusione che si sono sviluppate in questi anni e che hanno permesso di integrare in Regione oltre 50.000 immigrati anche attraverso la ricollocazione dei fondi destinati alla costruzione e alla gestione del CPT. Sappiamo infatti che per i lavori di costruzione sono già stati spesi 10 milioni di euro e che altri 12 milioni ne saranno spesi per l’ultimazione del secondo lotto; le spese di gestione poi si aggirano attorno ai 2 milioni di euro annui.

La fermezza e la sordità, dimostrata nelle visite del ministro Pisanu e di funzionari del ministero, mirano a far credere che nulla si possa fare per annullare la decisione del Governo, ma ciò non è vero. Nel ’98 un’azione congiunta della società civile e del mondo politico ha portato alla chiusura di un CPT aperto a Trieste, ciò dimostra che anche dinanzi le imposizioni dall’alto, i cittadini, con la loro determinazione, possono far valere i loro diritti e migliorare la loro terra.

Facciamo appello a tutta la nostra comunità, alle istituzioni, alle forze sociali e politiche, alle associazioni, ai movimenti, affinché non solo si esprima contrarietà alla realizzazione di un CPT nella provincia di Gorizia e in regione, ma si realizzi una mobilitazione che sappia essere efficace e vincente per portare il Governo a rivedere tale decisione.

Per questo motivo invitiamo tutti a partecipare alla grande Manifestazione indetta per SABATO 26 FEBBRAIO a Gradisca d’Isonzo.

Rete di associazioni contro i CPT

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Appello
by . Friday, Feb. 18, 2005 at 10:42 AM mail:

Si e' celebrata da pochi giorni la Giornata della Memoria
e fra meno di tre mesi ricorre
il sessantesimo anniversario della Liberazione.

In Friuli queste scadenze assumono accenti particolari,
non solo per l'intensita' e la qualita' dell'esperienza partigiana,
che coinvolse combattenti di molti paesi europei,
in un confronto durissimo di cui recano testimonianza
le mura del campo di sterminio nazista della Risiera di San Sabba,
ma anche perche' questa regione fu la base operativa
da cui venne lanciata una delle piu' criminali operazioni
messe in atto dal regime fascista: l'aggressione alla Jugoslavia,
l'annessione al Regno d'Italia della ''provincia di Lubiana''
e di altre regioni del paese,
il tentato genocidio culturale delle genti slovene.

In Jugoslavia, i fascisti e l'esercito italiano si resero responsabili
di massacri e stragi analoghi a quelli che sarebbero stati perpetrati
in territorio italiano, un paio d'anni dopo,
da Reder e Kesserling - con il concorso, come sempre,
dei ''ragazzi di Salo' '' di turno.
A due passi dal Friuli migliaia di persone vennero trucidate
nel tentativo di ''italianizzare'' a forza la Slovenia.
Decine di migliaia furono i deportati: donne, vecchi, bambini;
la loro unica colpa, non essere ''italiani''
e non avere intenzione di diventarlo.
Molti di loro persero la vita nei lager costruiti dal fascismo
in Slovenia e in Dalmazia, in Friuli e in altre parti d'Italia.

Uno di questi lager sorgeva nella CASERMA di BORGO PIAVE
(attuale caserma Sbaiz), nei pressi del paese di Visco,
che si trova fra Palmanova e GRADISCA D'ISONZO, a sud di Udine.

Per una singolare ''coincidenza'' oggi, nei medesimi luoghi,
proprio mentre le autorita' sono impegnate a celebrare
dagli schermi televisivi la liberazione di Auschwitz,
in un'altra caserma, del tutto simile a quella di Borgo Piave,
si lavora alacremente (e in gran segreto) per dare gli ultimi ritocchi
alle strutture di un NUOVO CAMPO DI CONCENTRAMENTO,
destinato ad altri ''non italiani''.

E' il ''CENTRO DI PERMANENZA TEMPORANEA'' che sta per aprire i battenti
nel complesso dell'ex CASERMA UGO POLONIO di GRADISCA D'ISONZO,
a un tiro di schioppo dal punto in cui sorgeva il lager di Visco.

Vi verranno rinchiusi ogni anno migliaia di ''clandestini'',
persone che non hanno commesso alcun reato.
L'accusa nei loro confronti e' non avere un passaporto dell'Unione
Europea
e averne osato violare le frontiere - per sfuggire alla guerra
e alla fame, per garantire in qualche modo la sopravvivenza
a se' e ai propri familiari.
Alcuni saranno imprigionati perche' sono stati licenziati
e non sono riusciti a rimediare tempestivamente un nuovo
''contratto di soggiorno'' - e forse non e' un caso
che il Centro di Permanenza Temporanea sorga a ridosso
dei Cantieri di Monfalcone, in un'area caratterizzata
da una densissima concentrazione di lavoratori immigrati.
Altri invece finiranno nel lager di Gradisca perche',
essendo nati e cresciuti in Italia,
parlando la nostra lingua e avendo frequentato le nostre scuole,
hanno genitori stranieri - una circostanza sufficiente
ad azzerare ogni diritto civile.

Alla luce di quanto precede, vi propongo l'appello promosso
da un insieme di realta' che sono impegnate
nella costruzione di una grande MANIFESTAZIONE

a GRADISCA D'ISONZO sabato 26 febbraio (ore 14)

per impedire l'apertura del nuovo lager
e innescare una battaglia di civilta' che sappia
scongiurare un'ulteriore gravissima lacerazione
del tessuto democratico di questo paese.

Vi invito a sottoscriverlo e diffonderlo,
comunicando le adesioni al seguente indirizzo:

"Genni Fabrizio - Tenda per la Pace - Monfalcone"
<genni.fabrizio@libero.it>

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prime adesioni
by no cpt Friday, Feb. 18, 2005 at 12:24 PM mail:

Primi Firmatari:
-Coordinamento Regionale Unione Donne in Italia - FVG
-Partito della Rifondazione Comunista Regione FVG
-Federazione dei Verdi Regione FVG
-Legambiente Friuli Venezia Giulia


-Tenda per la Pace e i Diritti - Monfalcone (Go)
-ass. Benkadì - Staranzano (Go)
-Libera: ass., nomi e numeri contro le mafie - Gorizia
-CGIL - Gorizia
-Partito della Rifondazione Comunista Provincia di Gorizia
-Giovani Comunisti - Gorizia
-Terre Offese - Gorizia

-ICS - Trieste
-CoBas Scuola - Trieste
-Partito Umanista - Trieste
-Centro delle Culture - Trieste
-C.U.C.D. "Moebius" - Trieste

-ass. Icaro - Udine
-Donne in Nero - Udine
-Rete Radie Resch - Udine
-Tenda della Pace - Udine

-Europa Plurale
-Comitato Antirazzista Parma
-Carovana della Pace dei Missionari Comboniani
-Beati i Costruttori di Pace

-Roberto Antonaz (ass. regionale PRC)
-Franzil (cons. regionale PRC)
-De Angelis (cons. regionale PRC)
-Canciani (cons. regionale PRC)
-Alessandro Metz (cons. regionale Verdi)
-Renato Kneipp (CGIL FVG)
-Roberto Massera (CGIL GO)
-Margherita Hack
-Franco Giraldi (regista cinematografico)
-Teresa Sarti (fondatrice di Emergency)
-d Andrea Bellavite (sacerdote di Gorizia)
-d Luciano Scaccaglia (parroco di Parma)
-p Rossano Breda (missionario comboniano)
-p Dario Bossi (missionario comboniano)
-fr Claudio Parotti (missionario comboniano)
-Silvia Marcuz (carovana della pace 2004)
-Diego Florian (Beati i Costruttori di Pace - Padova)
-Dante Bedini (direttivo CGIL - Treviso)
-Adalberto Chimera (Caritas Gorizia)

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