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Più collaborazione con le istituzioni per i migranti
by ass. Baobab Tuesday, Oct. 18, 2005 at 5:34 PM mail:

L’associazione Baobab chiede più collaborazione con le istituzioni a proposito degli immigrati



Il coordinamento di associazioni Baobab, che riunisce al suo interno numerose associazioni della città di Cosenza e del suo hinterland che si occupano delle problematiche riguardanti il mondo dei migranti, intende porre alcuni interrogativi agli amministratori ed ai tutori dell’ordine pubblico della città, in relazione alla retata eseguita domenica 16 ottobre da parte del personale della Questura presso il parco Remì a Cosenza. L’operazione di polizia rivolta soprattutto verso immigrati clandestini provenienti in prevalenza dall’est Europa, che sembra continuerà ancora per diversi giorni, ricorda molto un’analoga retata attuata alla fine dello scorso mese di gennaio. Ribadendo, oggi come allora, che ciò che lascia perplessi non è l’operazione in se (perché comunque la Questura ha applicato la legge, una legge a nostro modo di vedere profondamente disumana, razzista e xenofoba, ma pur sempre legge), sono le modalità per cui essa è scattata a destare le maggiori preoccupazioni. Sembra infatti che il cliché sia il seguente: segnalazioni sempre più numerose da parte di cittadini preoccupati per la loro sicurezza, intervento della Questura e ritorno alla calma, salvo un nuovo aumento delle segnalazioni che inevitabilmente si avrà entro qualche mese. Siamo come di fronte ad una diga, in cui superato il livello di guardia si aprono gli “scarichi di troppo pieno” per tornare ad una situazione di normalità.

Gli interrogativi che poniamo sono i seguenti: è possibile che la prassi d’azione verso i clandestini presenti nel nostro territorio consista soprattutto di operazioni di questo tipo?

Non è forse il caso, da parte dei tutori dell’ordine pubblico, di cercare una maggiore collaborazione con le realtà che operano nel mondo dell’immigrazione, in modo da evitare operazioni che sembrano essere di “pulizia” più che di polizia, e che rischiano di colpire indiscriminatamente oppressori ed oppressi? E non è forse il caso, da parte dell’amministrazione, di riflettere in modo sempre più approfondito circa le possibili modalità per risolvere alla base i problemi di disagio e di esclusione da diritti fondamentali vissuti dai numerosi immigrati (clandestini e non) nel nostro territorio, investendo anche le adeguate risorse economiche? I problemi resi ancora più difficili dall’attuale contesto normativo sono molti, ma l’urgenza delle risposte da dare alle esigenze di tanti, uomini e donne, è alta.

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