13esimo anno di r-ESISTENZA
In una Firenze affogata nel caldo, dove bottegai e manager del turismo internazionale si lamentano e si preoccupano solo per il diminuire dell'affluenza di stranieri (colpa, dicono, oggi del terrorismo internazionale, poi delle guerre che ne seguono e infine ancora del terrorismo che ne segue e cosi via), esiste un'altra citta' che turisti e gioiellieri di Ponte Vecchio non vogliono vedere. La Firenze del caro affito, la Firenze dell'emergenza abitativa, la Firenze che vuole risolvere uno dei problemi fondamentali per sopravvivere: il problema casa.
Il 5 luglio in Via Aldini 5, in una strada tranquilla dell'elegante quartiere delle Cure, alle pendici delle colline di Fiesole, una zona bella, troppo, forse, si festeggiano i 13 anni di occupazione. 23 italian*, 4 albanes*, 3 eritre*, 1 greca e 1 somala sono le persone che vivono lo stabile che si caratterizza per il fatto che ha cercato di riaprire un dialogo con le istituzioni rimettendo in campo la questione dell'autorecupero, attraverso una trattativa informale tra comune ed occupanti che, tra alti e bassi, tuttavia non arriva ancora ad alcun risultato concreto.
La storia di Via Aldini č come tante altre a Firenze: un padrone pubblico, una svendita e/o una speculazione commerciale e infine l'abbandono, alla faccia del voler risolvere il problema casa. Nello specifico Via Aldini ha come storia quella di un ex ospedale psichiatrico per bambini abbandonato negli anni `70 e in seguito passato dal comune all'Asl, che l'ha messo in vendita.
Cosi sotto il caldo afoso, i blackout da condizionatori, i bottegai e i tourist manager che si lamentano, a Firenze la vita continua tra sgomberi e sfratti, nuove occupazioni e sopratutto conintua la festa di R-esistenza (con special guest: collettivo antipscichiatrico Violetta Van Gogh), almeno per gli abitanti di via Aldini.
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