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CSOA Macchia Rossa - comunicati
  • I comunicati del 2006
  • I comunicati del 2005
  • UNIFICHIAMO LE LOTTE !
    ESTENDIAMO LA RIVOLTA !

     Il 28 gennaio la Fiom ha indetto lo sciopero generale dei metalmeccanici e i COBAS hanno indetto lo sciopero generale di tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici.                
    Dopo l'infame accordo di Pomigliano, arriva l'infame accordo di Mirafiori: la Fiat punta a distruggere la conflittualità in fabbrica e ad azzerare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici mettendoli l'uno contro l'altra, in una guerra di competizione fratricida. La Fiat sta imponendo un modello aziendalista e neocorporativo, che mira a cancellare per intero il contratto nazionale di lavoro e Marchionne è la testa d'ariete di questo progetto supportato da tutta la Confindustria, dal Governo Berlusconi, dal PD e dai sindacati servi come Cisl-Uil-Ugl.
    Ma quello che sta avvenendo nelle fabbriche Fiat avviene, da anni, in moltissimi altri posti di lavoro, sconosciuti purtroppo alle cronache, sia giornalistiche, che, perfino di Movimento.
    Questo sciopero, per quanto importante, non basterà a fermare la politica schiavista di Marchionne, del Governo Bossi Berlusconi e dei suoi servi sciocchi del PD e della Cisl-Uil-Ugl. Bisogna assolutamente andare oltre lo sciopero FIOM  e COBAS e attuare uno sciopero generale totale, di tutti i lavoratori e le lavoratrici di ogni posto di lavoro, di tutti i disoccupati e le disoccupate. Dobbiamo unire le lotte degli studenti e delle studentesse, dei\delle precarie, dei\delle migranti, degli abitanti di Terzigno come di quelli de L'Aquila, delle operatrici dei consultori come dei lavoratori e delle lavoratrici del canile di Roma, delle maestre d'asilo e di tutte le insegnanti e gli insegnanti, degli\delle occupanti di case e degli\delle sfrattate.
    Dobbiamo farci promotori e promotrici di questo sciopero autorganizzandolo dal basso, senza aspettare che la CGIL si decida a organizzarlo, quando probabilmente sarà troppo tardi. Dobbiamo impegnarci in prima persona, come compagne e compagni, affinché questo sciopero sintetizzi in sé il lato economico e politico, affinché la battaglia sia generale, contro la crisi economica e contro le istituzioni stesse del capitalismo.
    Dobbiamo costruire un Movimento di massa, che prenda esempio dalla bellissima rivolta di Piazza del Popolo dello scorso 14 dicembre per andare oltre: promuovendo 

    L'AUTORGANIZZAZIONE SOCIALE DEL PROLETARIATO
    E L'AUTOGESTIONE DELLE LOTTE SOCIALI !

    VENERDI 28 GENNAIO
    SCIOPERO GENERALE TOTALE

    C.S.O.A. "MACCHIA ROSSA" MAGLIANA

    LIBERTA' IMMEDIATA PER MARIO MILIUCCI !

    Il 23 dicembre 2010 si è tenuta la prima udienza del processo a Mario e gli altri e le altre compagne arrestati\e durante la rivolta precaria e studentesca di Piazza del Popolo dello scorso 14 dicembre 2010.  Il processo è stato rinviato al 24 gennaio per dare la possibilità alla difesa di acquisire ulteriori prove testimoniali , videoregistrazioni e fotografie; al contempo i giudici hanno respinto la libertà provvisoria a Mario, motivando capziosamente la permanenza in Italia – indicando in particolare la giornata di lotta a Palermo e Milano – di un “ clima di tensione sociale”, onde per cui Mario rimane agli arresti intanto fino al 24 gennaio.   
    I giudici per fortuna hanno però deciso di respingere l'assurda richiesta avanzata da ALEMAGNO per la costituzione di parte civile del Comune di Roma , in quanto a Mario non è addossata nessuna “lesione dell’arredo urbano”.   
    Ai numerosi compagni/e presenti – studenti, lavoratori, amici degli imputati – l’atteggiamento dei giudici non è apparso né sereno, né imparziale , costoro sono sembrati partecipi e schierati con il clima fazioso e colpevolista voluto dal governo da subito e all’indomani del 14 dicembre.
    All’oggi – dopo una settimana di prove documentali e testimoniali ripetutamente apparse in TV , sui quotidiani e periodici – è ormai noto alla cittadinanza che gli arrestati sono stati rastrellati a caso, con il titolo abusivo e generico del reato di “ resistenza in concorso”.   
    Per il resto , è fallito anche il tentativo di dividere i manifestanti in “ buoni e cattivi” sia per la compattezza del movimento , sia per la consapevolezza di larga parte della società di riconoscere alla protesta e alla condizione diffusa della precarietà motivazioni valide e concrete, che vanno ascoltate e avviate a soluzione, piuttosto che ignorate e/o represse.   
    L’accanimento giudiziario non ha ragion d’essere, men che mai l’assunzione sussidiata della politica: il trasformarsi in arbitri del conflitto non compete alla magistratura , tantomeno far pendere l’ago della bilancia dalla parte dei forcaioli, trasformando in capri espiatori gli arrestati del movimento solo per soddisfare i propositi di vendetta di una classe politica inadempiente e corrotte.
    Tenere ulteriormente agli arresti domiciliari Mario è un abuso, una iniqua punizione, una pena affligente ancor prima della sentenza: è l'ennesima l’amara constazione di quanto dispotismo alberghi ancora nelle istituzioni, soprattutto tra coloro che dimentichi del dettato costituzionale e della dichiarazione dei diritti dell’uomo, abusano del codice penale per perseguitare il conflitto e i suoi protagonisti.
    Vogliamo Mario libero ! Vogliamo che il Movimento tutto si schieri a sua difesa e non solo le poche decine di compagne e compagni presenti ai precedenti presidi svolti a piazzale Clodio.
    Mario è uno di noi, lo rivendichiamo come un nostro compagno e non può e non deve pagare per tutte e tutti: a Piazza del Popolo eravamo in decine di migliaia a difenderci dalla violenza delle Forze del Disordine !


    PER L'AUTORGANIZZAZIONE SOCIALE
    PER L'AUTOGESTIONE DELLE LOTTE

    LUNEDI 24 GENNAIO ORE 9.30
    PRESIDIO A PIAZZALE CLODIO

    CSOA "MACCHIA ROSSA" MAGLIANA
    Costruiamo una campagna di solidarietà
    con gli arrestati e le arrestate del 14 dicembre

    Il 14 dicembre, a Roma, la piazza era gremita di studenti, lavoratori e lavoratrici, prevalentemente precari/e, che il sistema socio-economico vuole sempre più sfruttati/e per pagare il prezzo della crisi, negando loro qualunque prospettiva di una vita dignitosa.
    La riforma Gelmini è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
    Questa piazza ha manifestato in massa la sua giusta rabbia, mentre a poche centinaia di metri uno dei governi più corrotti che questo paese abbia mai avuto si assicurava la sopravvivenza attraverso la compravendita di consensi parlamentari.

    Per tutta risposta le forze dell'ordine rastrellavano persone per le vie del centro di Roma, e si scatenavano le dichiarazioni forcaiole degli uomini politici di vario colore. Costoro, abbandonando per un momento le loro critiche alle “toghe rosse”, hanno invocato un vigoroso intervento della magistratura.
    E a quanto pare la magistratura ha aderito con solerzia all'appello (alla faccia della divisione tra i poteri), tanto è vero che ad oggi numerosi compagni e compagne, arrestati a caso ed accusati di poco o nulla, sono sottoposti a spropositate misure cautelari.

    In particolare uno di loro, Mario, è in regime di arresti domiciliari nonostante sia incensurato ed accusato di reati “minori”. Un altro benché minorenne sarà sottoposto fino a giugno agli arresti domiciliari.
    Proseguono le indagini e si preannunciano ulteriori e numerosi provvedimenti penali nei confronti di centinaia di partecipanti alla giornata del 14 dicembre.

    E' quanto mai necessario, dopo una giornata “corale” come quella del 14 dicembre a Roma, costruire una campagna di solidarietà collettiva verso i compagni e le compagne oggetto di misure repressive.


    Sabato 15 gennaio ore 17.30
    ASSEMBLEA PUBBLICA PER LA COSTRUZIONE DI UN GRUPPO DI SOSTEGNO LEGALE
    al Volturno Occupato - via Volturno 37

    sostegnolegale14dicembre@autistici.org
    MARIO LIBERO !
    LIBERE\I TUTTE\I !!!

    Martedi 14 dicembre, mentre nella sala dei bottoni la parte più corrotta della classe politica italiana salvava se stessa perpetrando per l'ennesima volta la compravendita di favori come estrema mercificazione dell'agire politico, decine di migliaia di persone manifestavano per le strade di Roma.
    Studenti, compagni/e, terremotati dell'aquila, lavoratori/rici, movimenti contro le discariche della Campania hanno percorso le strade della città cercando con determinazione di raggiungere il Parlamento e difendendo il corteo dalle cariche poliziesche in Piazza del Popolo e Piazzale Flaminio.
    Ma stavolta il solito gioco dei mass media teso a dividere i manifestanti fra buoni e cattivi non funziona. Come non può funzionare lo spauracchio dei presunti black block. Basta guardare i video e le immagini di una Piazza del Popolo gremita di persone che non arretravano di fronte a lacrimogeni e manganellate per capire che la stragrande maggioranza di chi è sceso in piazza ieri non è più disponibile a subire questo stato di cose. Infatti, le scelte politiche ed economiche in atto non fanno
    altro che erodere sempre di più le condizioni di vita materiale di tutte e tutti, attraverso un abbassamento del costo del lavoro, attraverso tagli e privatizzazioni ai servizi e all'educazione, attraverso la distruzione sistematica dei territori in cui viviamo.
    Se questa è la situazione non possiamo far altro che schierarci a fianco
    di chi quotidianamente si batte contro queste politiche. Con gli/le studenti che stanno occupando scuole e Università, come con i/le 7 occupanti dei Movimenti per il diritto all'abitare che sono state\i sul tetto della Regione Lazio per più di una settimana e alla fine hanno ottenuto almeno un tavolo di contrattazione con la governatrice fascista Renata Polverini.
    Ma soprattutto esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai 23 attualmente sottoposti a diverse misure repressive (domiciliari, obbligo di firma, fogli di via) gli scontri avvenuti durante la manifestazione di ieri. Criminale è chi sfrutta quotidianamente i/le lavoratori/rici, chi rinchiude gli/le immigrati nei lager/CIE, chi azzera la cultura in Italia, chi licenzia gli/le operai/e e trasferisce le fabbriche all'estero per pagare meno i salari, chi quotidianamente fa affari con la mafia e finisci sempre assolto.

    LIBERTA' IMMEDIATA PER MARIO !
    LIBERTA' PER I COMPAGNI E LE COMPAGNE!

    GIOVEDI 23 DICEMBRE ORE 9.30
    PRESIDIO A P.LE CLODIO
    Ottobre 2010

    I consultori non si toccano!

    scarica il volantino in PDF

    I consultori sono uno degli ultimi servizi sanitari rimasti gratuiti (senza ticket) e aperti a tutte e a tutti.
    Che cosa fanno concretamente? Visite ginecologiche e pediatriche, corsi pre-parto per mamme e papà, consulenza e prescrizioni mediche sui metodi anticoncezionali e sull'aborto, gratis, e senza pregiudizi religiosi.
    Tutto questo allo scopo di incentivare una paternità e maternità responsabile, e di proteggere la salute delle donne.

    Il consultorio di Magliana, per chi non lo conosce, è un posto frequentatissimo da mamme papà e bambini del quartiere, di tutte le nazionalità.

    Tutto questo rischia di sparire!
    La Regione Lazio sta per approvare la cosiddetta "Legge Tarzia", che prende nome dalla consigliera Olimpia Tarzia, integralista cattolica eletta nella lista Polverini.
    Questa legge, di ispirazione medioevale, si propone di privatizzare i consultori e darli in gestione ad associazioni religiose.
    In questo modo mette d'accordo sia i finanzieri che vogliono una sanità a pagamento, sia la Chiesa Cattolica che vuole (oltre ad un po' di soldi che non guastano mai) sacrificare la salute delle donne in nome di improbabili "diritti dell'embrione".
    • Se non vuoi che siano i preti a dirti quando e come crescere i tuoi figli o figlie.
    • Se pensi che la sanità debba essere pubblica e gratuita.
    • Se pensi che le donne non siano incubatrici che camminano.
    • Se vuoi difendere ciò che è stato conquistato con le lotte.
    Partecipa alla raccolta di firme contro la proposta di Legge Regionale Tarzia contro i consultori.

    Puoi firmare al consultorio, oppure al CSOA Macchia Rossa, oppure ai banchetti per le strade del nostro quartiere.
    15 aprile 2010

    Ancora un procedimento contro un compagno del CSOA Macchia Rossa

    Nella serata del 26 ottobre 2008 gli agenti del commissariato Monteverde si recano prima a casa dei genitori di un nostro compagno, poi a casa sua, dove lo prelevano, portandolo in commissariato. I metodi sono i soliti: intimidazioni, minacce, notizie false (ai genitori raccontano di una fantomatica aggressione con tre persone all’ospedale di cui uno in coma: di questo fatto non rimane traccia nelle carte processuali).

    Dopo il tentativo di interrogatorio, lo riaccompagnano a casa per effettuare una perquisizione, nel corso della quale sequestrano fotografie e materiale politico di vario genere (tutto materiale pubblico, beninteso) che viene utilizzato a fini processuali per giustificare il teorema accusatorio.

    Il compagno, dopo aver trascorso il resto della notte nel centro di identificazione di Tor Cervara, viene rilasciato la mattina successiva.

    Per quell'episodio il nostro compagno, già coinvolto nella vergognosa inchiesta dei Carabinieri relativa alla vicenda dell'occupazione “8 marzo”, si trova ora ad affrontare un processo penale in cui gli si contestano i più svariati e fantasiosi reati, tra cui resistenza e violenza a pubblico ufficiale (sic!). La prima udienza è fissata per il 27 aprile 2010.

    Ancora una volta la polizia (come in altre occasioni i carabinieri) usa metodi “spicci”, per usare un eufemismo, ai danni di un compagno che da anni fa politica alla luce del sole. Ancora una volta, per coprire i suddetti metodi, si rovescia la realtà dando vita, con la connivenza della magistratura (alla faccia dell'indipendenza tra i poteri), a processi che influiscono, con le loro fastidiose conseguenze, per anni nella vita e nelle attività politiche di compagni e compagne.

    Gli esempi, purtroppo, sono talmente numerosi che non si possono elencare. Tra i più gravi viene alla mente, oltre alla ben nota vicenda dell'occupazione “8 marzo”, la limitazione della libertà al compagno di Acrobax colpito da un provvedimento fortemente restrittivo emesso della questura di Roma.

    In un paese con tendenze autoritarie sempre più sfacciate, esprimere solidarietà attiva ai compagni e alle compagne coinvolti/e in vicende giudiziarie è oggi quanto mai necessario per impedire i tentativi di criminalizzazione delle nostre istanze e per garantire l’agibilità politica a tutte e tutti coloro che si battono per una società senza sfruttati ne sfruttatori.




    7 aprile 2010

    PDL: UN PARTITO DI COATTI E DI GOVERNO

    GRAVE INTIMIDAZIONE CONTRO IL CENTRO SOCIALE MACCHIA ROSSA


    Il pomeriggio del 7 aprile esponenti del PDL Magliana, accompagnati da alcuni brutti ceffi, si sono presentati al Csoa Macchia Rossa, in quel momento pieno di gente del quartiere per le attività della Ciclofficina.

    Costoro hanno lanciato una sorta di ultimatum minacciando di aggredire i\le militanti del Centro sociale e di far "saltare in aria le sedi". Evidentemente ha dato loro fastidio il fatto che il Centro sociale abbia denunciato pubblicamente il loro atteggiamento ambiguo sulla vicenda dell'assalto razzista contro i bengalesi: da un lato, come partito di governo, esprimevano falsa solidarietà agli aggrediti, sollecitando l'intervento delle forze dell'ordine, dall'altro si atteggiavano a coatti di strada, fomentando il razzismo.

    Il centro sociale non si tocca, lo difenderemo con la lotta! Risponderemo con la mobilitazione politica e militante ad ogni minaccia, intimidazione, aggressione!

    Ora e sempre resistenza antifascista!

    17 febbraio 2010

    Comunicato sullo stupro avvenuto nella ex-scuola "8 marzo"


    Alcuni giorni fa all'interno della scuola occupata "8 marzo" tre uomini occupanti hanno agito violenza contro una donna ospite, anche lei, dell'occupazione. La donna ha denunciato gli stupratori.

    Noi ci schieriamo a fianco di questa donna a cui riconosciamo il coraggio della denuncia ed esprimiamo a lei tutta la nostra solidarietà.

    Purtroppo la nostra esperienza politica e sociale ci ha insegnato che la sopraffazione degli uomini sulle donne avviene anche in quegli ambienti che dovrebbero essere liberi, come gli spazi di movimento, e che tali violenze non cesseranno mai di esistere se non vengono costantemente messi in discussione i rapporti di potere tra i generi e contemporaneamente e fermamente condannati gli atteggiamenti e i comportamenti sessisti che troppo spesso vengono assunti come "normali" in una società patriarcale e uomo-centrica e passano pertanto in secondo piano.

    Abbiamo invece appreso, con rabbia e rammarico, che la donna non ha ricevuto alcun tipo di solidarietà da parte degli altri occupanti. Anzi è stata letteralmente cacciata fuori dalla 8 marzo dopo essere stata picchiata! Inoltre non solo gli occupanti, continuano a convivere tranquillamente con gli uomini violenti, ma, a quanto ci viene riferito, iniziano a girare voci che denigrano la donna per il suo stile di vita e per i suoi comportamenti: un copione che da sempre accompagna gli episodi di violenza contro le donne quando queste denunciano pubblicamente la violenza subita.

    Tra le persone accusate di violenza c'è Sandro Capuani, un occupante che, pur non avendo mai fatto parte del CSOA Macchia Rossa, è stato coinvolto nel procedimento giudiziario contro alcuni militanti e una militante del centro sociale e della 8 marzo occupata.

    Esprimiamo la nostra netta condanna nei confronti di tale soggetto a cui, da ora in avanti, neghiamo ogni forma di sostegno politico, legale ed umano.

    A questo punto ci aspettiamo ogni sorta di strumentalizzazione da parte dei carabinieri della stazione di villa Bonelli e dai cosiddetti giornalisti loro sodali, vista la fervida fantasia di cui hanno saputo dare prova. Questo non toglie nulla alla drammaticità dei fatti.

    Nell'ottobre del 2007 c'era stata un'altra grave aggressione ai danni di una occupante della "8 marzo" da parte del suo compagno. Allora, però, il comportamento degli/delle occupanti era stato ben diverso: l'aggressore era stato messo in fuga ed il massimo sostegno era stato fornito alla donna, arrivando anche a testimoniare in tribunale sull'avvenuta aggressione.

    Dal 14 settembre 2009, data del ben noto arresto di alcuni compagni e di una compagna, le cose sono cambiate. Hanno tentato di farci credere che in un'occupazione dove ci sia un'assemblea che si dà delle regole finalizzate ad una convivenza civile ed al contrasto di comportamenti violenti, in particolare contro le donne, è da considerarsi un crimine. Un crimine da punire con la galera. O almeno questo, secondo il teorema accusatorio costruito da magistratura e carabinieri, è quello che vogliono farci credere.

    Nei mesi successivi a quella data la situazione all'interno della "8 marzo" non ha fatto che peggiorare: dietro l'esplicita minaccia della repressione, i meccanismi di autogestione hanno smesso di funzionare, compagni e compagne sono stati progressivamente allontanati/e dall'occupazione, che si è di fatto auto-isolata dal contesto cittadino della lotta per la casa. A parte alcuni che hanno tentato di evitarlo, la maggioranza degli\delle occupanti, sempre dietro la minaccia dei carabinieri, ha di fatto abbandonato la strada dell'autorganizzazione, accettando la convivenza con informatori e spie, tralasciando la lotta e negando nei fatti la solidarietà ai compagni e alla compagna inquisiti.

    Per tutti questi motivi, purtroppo, ad oggi i compagni e le compagne del CSOA Macchia Rossa non hanno nulla a che fare con la gestione dell'occupazione "8 marzo" e dichiarano pubblicamente e politicamente la loro estraneità a quello che accade in un'occupazione gestita dai carabinieri e priva delle fondamenta dell'autorganizzazione sociale, della lotta e della solidarietà.

    CSOA Macchia Rossa - Magliana

    Comunicato ottobre 2009

    Il 14 settembre scorso nel quartiere Magliana, a Roma, si è consumato il tentativo di sgomberare l’occupazione a scopo abitativo dell’ex-scuola Otto Marzo. Nonostante il consistente spiegamento delle forze dell’ordine (circa 200 carabinieri guidati dal comandante provinciale dell’Arma) l’operazione non è riuscita. A fermarla è bastata la resistenza pacifica ma determinata delle 40 famiglie che abitano nell’ex edificio scolastico. Constatato l’insuccesso, i carabinieri hanno tratto in arresto alcuni occupanti: 5 lavoratori precari che non potendosi permettere un affitto a prezzi “romani” hanno avuto il merito di non rassegnarsi a sopravvivere ma di lottare insieme ad altri, spinti dalla necessità materiale di avere una casa e dal desiderio di un diverso abitare. È così che in 2 anni di occupazione gli arrestati insieme ad altri nuclei familiari hanno recuperato uno spazio pubblico abbandonato al degrado restituendolo all’intero quartiere: oggi l’ampio giardino della ex- scuola è uno dei pochi spazi verdi di Magliana, mentre le sue mura ospitano una scuola di teatro e una palestra popolare tirata su con le fatiche degli occupanti. Un auto-recupero che evidentemente nella capitale fa paura a molti: Roma vive, in effetti, da anni una condizione di emergenza abitativa, nonostante gli appartamenti sfitti sfiorino le 200.000 unità. Una città paradossale: la popolazione non cresce da circa vent’anni ma si continua a costruire senza sosta, mentre il bisogno di casa ha fatto sorgere diverse occupazioni, a scopo abitativo, di stabili pubblici abbandonati.

    Dopo la sentenza del riesame, che ha avuto luogo il 29 settembre scorso, 3 dei 5 arrestati sono ora agli domiciliari, uno di loro invece ha l’obbligo di firma quotidiana presso il commissariato di P.S., mentre il quinto è stato liberato dopo 10 giorni di detenzione. Per un sesto occupante, che si trova all’estero per motivi di lavoro, pende una richiesta di arresto presso il proprio domicilio.

    Le accuse a loro carico sono state formulate da un unico testimone: un ex-occupante allontanato dallo stabile perché violento e sessista, che oggi li accusa di estorsione, violenza privata, nonché di furto di rame e di corrente elettrica. In particolare quest’uomo, sostiene che i sei avrebbero preteso in cambio della permanenza nello stabile un “pizzo” di 150 euro mensili per ogni singolo abitante (compresi i minori). Non è stato ancora possibile per gli avvocati della difesa ascoltare quest’individuo, né far testimoniare gli altri abitanti della “8 Marzo” che scagionerebbero gli accusati. Così prima che il riesame deliberasse la scarcerazione, il Gip ha confermato gli arresti a scopo cautelare benché non esistesse alcun pericolo di fuga e nonostante l’impianto accusatorio sia a dir poco fantasioso: com’è possibile, per esempio, che famiglie numerose come alcune di quelle della “8 marzo” possano pagare una cifra che complessivamente supererebbe quella di un affitto? Com’è possibile non tener conto dell’incompatibilità dell’accusa di estorsione con lo stile di vita e i movimenti di denaro, ampiamente documentati dalla difesa, di 6 precari squattrinati?

    Per quanto riguarda poi il presunto furto di rame, l’accusa sostiene che gli arrestati avrebbero sventrato l’intero palazzo per ricavarne il prezioso materiale dall’impianto elettrico il quale però oggi risulta perfettamente funzionante; ma, nel caso fosse reale tale assurda imputazione, come sarebbe possibile accusarli anche di furto di elettricità? Delle due l’una.

    Per quanto riguarda il furto di elettricità bisogna inoltre ricordare che gli occupanti hanno fatto, più volte, richiesta di regolare allaccio per poter pagare la corrente di cui usufruiscono. Tale regolarizzazione non gli è stata però mai accordata.

    A rimarcare l’infondatezza delle accuse si aggiungono le numerose attestazioni di solidarietà che i 6 hanno ricevuto da tutti i movimenti di lotta per la casa, dai movimenti studenteschi e universitari, da numerosi centri sociali e associazioni socio-culturali della città che hanno organizzato varie iniziative politiche in loro sostegno.

    Per quanto concerne le vicende personali dei 6 occupanti accusati è necessario evidenziare che uno di loro è in gravi condizioni di salute e attende da tempo un intervento molto delicato. Nel corso dei 16 giorni di detenzione gli è stata nei fatti negata la possibilità di una visita specialistica da parte di un chirurgo oncologo.

    Siamo sgomenti di fronte a una tale sospensione dei diritti civili nel nostro paese e chiediamo pertanto la fine di qualsiasi restrizione alla libertà di tutti loro. Allo stesso tempo però, al di là delle decisioni del Gip e del tribunale del riesame, non possiamo dirci sorpresi dall’intera vicenda.

    Con questo appello vogliamo, difatti, portare all’attenzione generale eventi che altrimenti rimarrebbero rubricati nella cronaca locale, per riannodarli in un discorso politico più ampio che riguarda tanto il disastro urbanistico della città di Roma quanto le ingiustizie sociali che si consumano nel paese in cui viviamo.

    La campagna d’autunno di Alemanno è cominciata, per chi non se ne fosse accorto, il primo settembre scorso con lo sgombero dell'ex ospedale Regina Elena. L’edificio di proprietà dell’università (anch’esso abbandonato al degrado da diversi anni) in cui dal 2007 avevano trovato una sistemazione circa 300 nuclei familiari. Ciò che è accaduto il 14 settembre, primo giorno di scuola, a Magliana non è che la prosecuzione di tale campagna. Per i circa 30 bambini che vivono nella Otto Marzo l’anno scolastico è così iniziato sul tetto dello stabile che li ospita insieme alle loro famiglie. Tema dell’insolita lezione, il diritto all’abitare. Il metodo d’insegnamento seguito, invece, è lo stesso degli operai della Insse. All’alba, bambini e genitori sono stati infatti costretti a rifugiarsi sul tetto dell’edificio in cui vivono per difendersi dall’operazione di sgombero.

    Nelle ore successive al blitz, il sindaco Gianni Alemanno ha fatto riferimento, commentando l’operazione, all’esistenza di un “vero e proprio racket delle occupazioni”, del quale sarebbero vittime “persone costrette a pagare un affitto e a partecipare a manifestazioni” e altre addirittura “aggredite e malmenate perché non pagavano questi veri e propri pizzi”. Una tesi, quella sottoscritta dal primo cittadino capitolino, che fa eco a quanto più volte sostenuto dal presidente della Commissione Sicurezza del Comune, Fabrizio Santori. Il quale, del resto, nei giorni scorsi aveva avuto modo di lanciare i suoi strali contro il blog del comitato d’occupazione della “Otto Marzo”, definendolo “un canale d’informazione deviato”.

    In effetti, la libertà d’informazione sembra essere l’altro nodo della questione esplosa a Magliana. “Ma nun c’avete ‘na famija pure voi?”, gridava un occupante a un carabiniere prima che salisse la tensione. “Io sono come un muratore”, rispondeva l’altro “se il costruttore mi dice che devo fare una casa a forma di piramide, io la faccio”. Mai paragone fu più calzante: sono difatti Il Messaggero e Il Tempo, quotidiani dei costruttori Caltagirone e Bonifaci, ad aver dato risonanza negli ultimi giorni alla campagna dei “si dice” e dei “pare che” contro l’occupazione. Senza che i giornalisti di queste testate siano mai venuti a fare un’inchiesta nell’occupazione di questo quartiere già preda decenni addietro del famigerato sacco di Roma. Gli unici giornalisti main stream a essere venuti nell’ex scuola a fare domande e riprese erano stati quelli di Report, (Il Male Comune, puntata del 31 maggio 2009). Milena Gabanelli aveva spiegato cosa significasse l’auto-recupero della “Otto Marzo” per le famiglie di Magliana, inserendo quest’occupazione nella più generale situazione abitativa e urbanistica romana (questa sì, veramente preoccupante).

    Quest’autunno la trasmissione di Rai Tre sembra abbia avuto non pochi problemi a ripartire. Proprio per il giorno degli arresti il comitato d’occupazione aveva indetto una conferenza stampa per prendersi il diritto di replica alla campagna diffamatoria del Messaggero e del Tempo. Qualche muratore ha però costruito una piramide di troppo che ha costretto gli occupanti a ridiscutere la loro agenda.

    La vicenda di Magliana e gli arresti dei 6 precari, spingono dunque a una riflessione più ampia sul concetto di libertà di stampa.

    Chi oggi ritiene che la profonda crisi democratica che pervade il paese riguardi esclusivamente la programmazione dei palinsesti Rai è destinato a rimanere minoritario. Continuerà, cioè, a restare ostaggio di un populismo che ha gioco facile nell’alimentare l’idea che esista un’élite intellettuale e politica ossessionata a tal punto dalla persona del premier da arrivare a preoccuparsi di quanto accade sotto le sue lenzuola. Le preoccupazioni, destate da quello che si presenta come l’esito più recente di una crisi democratica dalle profonde radici storiche, niente hanno a che vedere con la ripugnanza estetica suscitata dal cattivo gusto di Berlusconi. Se questo è vero, va in egual modo evidenziato che l’inquietudine avvertita da molti non può limitarsi al feroce attacco subito in questi giorni da alcuni quotidiani nazionali, quali La Repubblica e L’Unità. Lo stretto controllo che il potere esercita sulla propria rappresentazione è in effetti fortemente connesso a ciò che si iscrive sulla pelle e nel quotidiano delle persone. Appare evidente, in tal senso, che vi è da tempo un tentativo di far sembrare naturali e ineluttabili processi economico -sociali che invece appartengono alla dimensione dell’agire politico. L’intento è cioè quello di ridurre questioni collettive come il disagio abitativo, la precarietà e la riduzione del potere d’acquisto degli stipendi, a problemi che riguardano il singolo e il suo personale fallimento sociale. Implicazione non trascurabile di questo discorso, ormai egemone, è che coloro che tentano di organizzare nei territori lotte su tali temi sono non solo generici “farabutti”, ma addirittura criminali che attentano all’ordine e alla sicurezza pubblica.

    Invitiamo perciò a sottoscrivere questo appello tramite il quale si chiede che i 5 occupanti vengano immediatamente liberati poiché i fatti contestati non sussistono, che le accuse, assurde ed infamanti, vengano ritirate e pubblicamente smentite e, in ultimo, che si faccia piena chiarezza su quella che è una lotta per il diritto all'abitare che non può, e non deve, essere ricostruita come una questione di malavita.

    Per aderire a questo appello mandate una e mail con nome, cognome e professione, all’indirizzo: occupa@inventati.org

    Comitato di Occupazione Magliana

    CSOA Macchia Rossa

    ADERISCONO: Ciclofficina Magliana, Coordinamento cittadino di lotta per la casa, B.P.M.- Blocchi Precari Metropolitani, Asia- R.D.B. ,Action, L.O.A. Acrobax Project, Volturno-Occupato, Horus Liberato, C.S.O.A. Corto circuito, C.S.O.A. Spartaco, C.S.O.A. La strada, C.S.O.A. Sans Papier, Spazio Sociale 32, Militant, Atelier ESC, Point Break, Strike S.P.A., Casa Occupata Portonaccio, Senza Tregua, All Reds Rugby Roma, Spazio Sociale Ex 51, Laboratorio Sociale “La Talpa”, USI-A.I.T. ,C.S.O.A. EX Snia, Associazione Yakaar Italia Senegal, Circolo di Rifondazione comunista "Primo Maggio" Corviale, CST Decolliamo, L38SQUAT, Comunisti-sinistra popolare, La rete dei comunisti (Roma), Federazione romana del PRC, Luna e le altre, Collettivo "l'Officina" di Ostia, Coordinamento dei Collettivi – Sapienza, Collettivo di Fisica – Sapienza, CSOA Forte Prenestino, Assemblea Coordinata e Continuativa Contro la Precarietà, Sportello Casa Primavalle e Spazio Antagonista Primavalle, Co.M.Uni.A. (cospirazione metropolitana per l'università autogestita) della Sapienza, Comitato di lotta per la casa di Livorno, Lab6b Economia (Sapienza), Kollatino underground, Comitato di quartiere Pigneto Prenestino, Cantiere Sociale Tiburtino, Collettivo Giovanile Tifiamo Rivolta, Assemblea permanente di Fisica - La Sapienza, Confederazione COBAS – Roma, Sinistra e Libertà XV Municipio,Centro Donna L.I.S.A., Ciclofficina exLavaderia, A.R.C.A. associazione romana casa e ambiente, Radio Onda Rossa, Collettivo Antagonista K4R del Liceo Classico Anco Marzio, Martedi autogestito da femministe e lesbiche-Radio Onda Rossa, Le Ribellule,Coordinamento donne contro il razzismo, Laboratorio Sociale Autogestito 100celle, Agenzia X, Sinistra e Libertà I° Municipio, Radio Città Aperta, Mithra (collettivo musicale romano), Palestra Popolare Valerio Verbano, Astra 19 Spa, Associazione interculturale Villaggio Globale, Collettivo "tutti potenziali bersagli", C.S.O. Ricomincio dal Faro, Collettivo Comunista Romano, Associazione Marxista Unità Comunista, Associazione Artemide, Rosso Controinformazione

    Le minacce di sgombero non ci fermano, anzi...

    In questi giorni, l'amministrazione del nostro sindaco neo-fascista ha dichiarato guerra aperta alle occupazioni ed al movimento di lotta per la casa in generale. La maschera del dialogo è stata gettata, per far posto alla faccia feroce dei difensori degli interessi di chi comanda veramente in questa città: i palazzinari.

    Abbiamo letto su "Il Tempo" di ieri l'ennesimo articolo infamante della decoratrice di carta da toilette (che ama definirsi giornalista) Grazia Maria Coletti. La signora cita un noto alcolizzato come testimone di presunte nefandezze delle occupazioni cittadine. Tutto ciò non merita risposta. Però constatiamo con piacere che la signora dev'essere stata raggiunta dalla nostra querela per i suoi precedenti articoli, visto che stavolta si astiene dal fare nomi...

    Con singolare coincidenza temporale è arrivata ieri agli atti del consiglio comunale un'ordinanza a firma del consigliere di PDL Federico Rocca (noto ai più per la sua guida maldestra) che, sulla base di episodi completamente inventati e dell'accanimento poliziesco che da ormai sei mesi la nostra occupazione sta subendo, chiede al consiglio comunale lo sgombero. A questo punto appare chiaro che dietro la solerzia dei militi dell'Arma nel perseguitare l'8 marzo occupata non c'è soltanto la  passione per il proprio lavoro di servi dello Stato (che per loro, sia chiaro, è un complimento), ma una strategia, seppur goffa, di un'area di A.N. - PDL.

    Il testo intero non è una lettura  interessante. Ci basta ricordare che:
    • Il consigliere Rocca afferma che l'edificio nel '99 è stato destinato ad ospitare un commissariato. Questo è vero. Tuttavia dimentica che tale progetto è naufragato (non prima di aver sperperato un bel po' di soldi pubblici) e che nel 2004 il Comune ha deciso di assegnarla a Sviluppo Italia, sancendo l'accordo con la delibera del 28 settembre del 2006. In seguito anche questo progetto è naufragato a causa dello scandalo giudiziario che ha coinvolto i dirigenti di Sviluppo Italia. 
    • Il consigliere Rocca sostiene che il Comune ha richiesto la restituzione dello stabile per la realizzazione di un "polo ludico ricreativo". Ciò è semplicemente frutto della sua fantasia. Lo stabile, dove trovano alloggio quaranta famiglie e dove sono ospitate numerose attività sociali aperte (gratuitamente!) a tutti e tutte, sarebbe sgomberato per essere abbandonato al degrado puro e semplice in attesa, supponiamo, di ulteriori speculazioni.
    • Il consigliere Rocca chiede lo sgombero, per il bene dei poveri cittadini "perlopiù immigrati" che sarebbero così liberati dalla schiavitù dell'occupazione. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i/le diretti interessati/e.

    Da parte nostra continuiamo la lotta al fianco delle famiglie sgomberate dal Regina Elena e di tutte le altre occupazioni minacciate di sgombero. Lotteremo fino all'ultimo per difendere le nostre case e perché tutti e tutte coloro che vedono negato il loro bisogno di alloggi trovino una soluzione.   Visto che questa amministrazione è totalmente al servizio degli speculatori, non ha alcuna intenzione di trovare soluzioni all'emergenza abitativa in cui vivono decine di migliaia di famiglie nella città (di cui circa 2000 nelle occupazioni dei Movimenti) neanche in un momento in cui la crisi economica produce la perdita di un numero enorme di posti di lavoro.

    Per questo continueremo, come abbiamo sempre fatto, a trovare da soli/e le risposte ai bisogni sociali che ci vengono negati come la casa e il reddito. 

    Consapevoli che la divisione in classi e che l'iniqua distribuzione della ricchezza non sono un'ineluttabile legge naturale ma il frutto di processi all'interno della storia umana, dimostriamo con le nostre lotte che un'organizzazione sociale basata su valori di solidarietà, giustizia redistributiva e rispetto della diversità è non solo auspicabile ma possibile.

    4 Settembre 2009

    VENERDI' 24 MARZO 2009 CORTEO A MAGLIANA

    CONTRO LA CRISI DEI PADRONI E' ORA DI LOTTARE PER LA CASA E I BISOGNI SOCIALI!

    LE NOSTRE VITE VALGONO PIU' DEI LORO PROFITTI!

     

    Siamo colpiti da una crisi economica causata dalle scelte distruttive di un sistema economico liberista che antepone sempre i profitti alle vite delle persone. Le decine di migliaia di cassaintegrati dimostrano la gravità di questa situazione che i padroni vorranno far pagare ai lavoratori e alle lavoratrici.

    Intanto le emergenze si aggravano: la casa è un bisogno primario che, se non è soddisfatto, nega la dignità delle persone. A Roma i movimenti per il diritto all’abitare, negli anni, hanno saputo costruire risposte politiche, collettive e conflittuali a questo problema.
    Anche a Magliana in questi anni, la lotta per la casa si è fatta sentire: decine di picchetti anti-sfratto, un comitato di inquilini con e senza titolo delle case INPS e soprattutto l'occupazione della ex-scuola 8 marzo che, come decine di altre in città, rappresenta una risposta immediata all'emergenza abitativa. Nell'occupazione, nata nel giugno 2007, vivono circa 40 nuclei familiari che in questi 2 anni hanno recuperato uno spazio abbandonato da 15 anni per restituire al quartiere spazi verdi e non, per attività sociali (sportello legale, assemblee, gruppo d'acquisto), sportive (palestra, campo di calcetto) e culturali (cineforum, teatro, concerti).

    Ma le persone che si organizzano e lottano danno fastidio: così il governo vara leggi autoritarie come le limitazioni del diritto di sciopero e il "pacchetto sicurezza". Così si prova a sgomberare la nuova occupazione del BPM a via Prenestina, così si cerca di criminalizzare chi lotta.
    In particolare l’occupazione 8 marzo è stata bersaglio congiunto di provocazioni, di aggressioni fasciste e inchieste poliziesche. Tutto comincia la notte del 14 marzo scorso quando ignoti fascisti lanciano bottiglie incendiarie contro le finestre dell’occupazione in cui dormono famiglie e bambini/e con intento omicida. E continua con le “attenzioni” insistenti delle forze dell’ordine attraverso fermi, convocazioni in caserma, perquisizioni, minacce di sgombero e denunce probabilmente nel maldestro tentativo di dipingerci come criminali comuni.

    In questo paese è legale chiedere un affitto di 1200 € a chi ne guadagna 800 (è tollerato chiederglieli a nero), è legale costruire ospedali che costano 100 milioni di euro e che crollano alla prima scossa di terremoto, è legale mantenere un palazzo pubblico in stato di abbandono per 15 anni mentre la gente dorme in macchina o nelle baracche. Ebbene in questo paese la nostra "colpa" è quella di aver occupato uno stabile abbandonato. Questo è il reato che abbiamo compiuto ed è un reato che riteniamo necessario!

    • No alla criminalizzazione delle lotte sociali - Difendiamo le occupazioni 
    • Case popolari, verde e servizi pubblici nei nostri quartieri
    • No alla messa all'asta delle case dell'INPS e degli altri enti
    • Estendiamo le lotte sociali per difenderci dalla Crisi!
        
    VENERDI 24 APRILE 2009
     CORTEO A MAGLIANA!
    Appuntamento h16:30 all’8 Marzo Occupata via dell’Impruneta 51

    Promuovono:
    COORDINAMENTO CITTADINO DI LOTTA PER LA CASA
    COMITATO D’OCCUPAZIONE MAGLIANA
    C.S.O.A. MACCHIA ROSSA
    2008
    STORIE DI ORDINARIA INGIUSTIZIA...
    Giovedì 19 luglio si è svolta un’enorme operazione di sgombero nella zona del viadotto della Magliana. Tale intervento voluto dal Sindaco di Roma Walter Veltroni e dall’ex Prefetto Achille Serra è una delle operazioni di maggiori dimensioni svolte negli ultimi anni in città, si valuta in 1.300 le persone cacciate. Una novità in questo tipo di sgomberi è stato che, oltre alla consueta presenza di Polizia, Carabinieri e Vigili Urbani, erano presenti anche poliziotti della Romania come da accordi intercorsi tra Veltroni e il Premier rumeno.
    Non è la prima volta che viene effettuato uno sgombero nella medesima area. Questa volta la situazione è stata aggravata dalle terribili condizioni atmosferiche con temperature che sfioravano i 40 gradi. Centinaia di persone costrette ad allontanarsi con le loro suppellettili sull’Autostrada Roma Fiumicino. Bambini, donne incinte e con neonati senza acqua, cibo ne un posto dove andare.
    Le dichiarazioni trionfalistiche del Sindaco/Re Walter Veltroni e del Presidente del XV Municipio Gianni Paris sono gravissime. Si invoca la legalità, la sicurezza e il decoro. Quale legalità invocano costoro in un Italia già condannata dal Consiglio d’Europa per la brutalità degli sgomberi e per il mancato rispetto della normativa europea in merito? Brutalità efferatissima quella che si è vista alla Magliana. Di quale legalità blaterano questi paladini della giustizia? Quella in cui decine di migliaia di migranti vengono trattati quotidianamente da schiavi nei cantieri della Roma che corre e produce? Appare chiaro che la legalità vale due pesi e due misure. I baraccati sono pericolosi fuori legge, chi sfrutta il lavoro nero, chi detiene decine o centinaia di appartamenti affittati al nero a prezzi da strozzini è un onesto cittadino che reclama legge, ordine, sicurezza. E i nostri amministratori sono pronti ad eseguire.
    Le politiche antisociali e razziste del Comune di Roma sono chiare ed evidenti agli occhi di tutti e tutte nonostante gli sforzi di Veltroni per nasconderli alla città e al mondo, mentre dall’altro lato mostra la sua ipocrita vetrina delle notti bianche e delle estati romane. In questo senso va l’accordo di realizzare cinque enormi campi nomadi al di fuori del Grande Raccordo Anulare. Cinque enormi campi di concentramento privi di tutto in cui rinchiudere migliaia di persone indesiderate. Come il campo di Castel Romano dove oltre 300 nomadi sono costretti da due anni a vivere senza acqua potabile ne impianto fognario a 15 km dalla città. Campo realizzato oltretutto all’interno di un’area naturale protetta e scelto proprio perché è una delle località meno abitate del Comune di Roma. Sul fronte dell’emergenza abitativa nessuna soluzione concreta ad una situazione che non fa che aggravarsi grazie alla cartolarizzazione (cioè alla svendita) dell’enorme patrimonio pubblico immobiliare di Roma. Si minaccia il pugno duro per chi stanco di subire queste politiche si organizza ed occupa. Le occupazioni realizzate dai movimenti di lotta per la casa in questi ultimi mesi sono mantenute in uno stato d’assedio e sotto la costante minaccia di sgombero. Intanto in tutto il Comune di Roma si edificano i nuovi quartieri in cui speculatori e palazzinari ingrassano devastando gli ultimi scampoli della campagna romana, realizzando immobili che vengono venduti ed affittati a cifre esorbitanti.
    Costruire l’opposizione al modello veltroniano di sviluppo della metropoli è oggi più che mai possibile e necessario. Rompere il muro di silenzio in cui passano le vergognose scelte sulle politiche sociali è indispensabile per smascherare questi "democratici di sinistra" che altro non sono che burattini nelle mani dei poteri forti della città.
    NO AGLI SFRATTI! NO AGLI SGOMBERI!
    SGOMBERIAMO A.N. DA MAGLIANA!

    La situazione abitativa nel nostro quartiere è drammatica: i prezzi degli affitti sono alle stelle, le case ex-INPDAI stanno per essere cartolarizzate, e chi le occupa non si sa che fine farà. Anche chi ha un lavoro più meno stabile non riesce a pagare un affitto né tanto meno ad accedere un mutuo bancario per comprare una casa.
    Le baraccopoli che sorgono sugli argini del Tevere non sono che la manifestazione più drammatica di tale emergenza abitativa che colpisce ancor più duramente gli/le immigrati/e che con lavori al nero ancora più precari, spesso non possono accedere nemmeno ad un posto letto.

    Come se tutto ciò non bastasse, ora ci troviamo a dover sopportare anche la becera propaganda razzista di Alleanza Nazionale, che di fronte ad una situazione come questa non trova di meglio da fare che cercare facili consensi chiedendo lo sgombero dell'insediamento di baracche lungo il   Tevere.

    Ricordiamo che:

    1.La baraccopoli in questione è sorta in seguito allo sgombero auspicato ed ottenuto dall'esponente di A.N. Piergiorgio Benvenuti (se ne vanta lui stesso) della baraccopoli di Ponte Marconi. L'unico inutile effetto di tale sgombero è stato quello di trasferire le baracche qui a Magliana. Forse Benvenuti spera che si trasferiscano nuovamente a Marconi per ricominciare daccapo la sua campagna razzista?
    2.Non vogliamo certo difendere alcuni comportamenti oggettivamente fastidiosi (neanche a noi piace respirare di sera la plastica bruciata), ma pensiamo che non si possa ignorare il fatto che i problemi di noi abitanti di Magliana sono ben altri: il lavoro precario, il problema della casa che abbiamo descritto all'inizio. Per non parlare di allagamenti continui ed automobili in eccesso.

     Benvenuti e Alleanza nazionale da sempre schierati al fianco dei padroni e sempre accompagnati da una adeguata scorta della Polizia sono tra i principali responsabili di questa situazione catastrofica sul piano sociale. Rifiutiamo la loro propaganda razzista, che vorrebbe fomentare l'odio verso chi rovista nei cassonetti anziché verso chi ci sfrutta e specula su di noi (padroni, palazzinari, agenzie immobiliari, padroni di casa).

    Lottiamo per la casa: occupiamo le case sfitte, resistiamo agli sfratti, rifiutiamoci di pagare affitti da rapina.

    CACCIAMO BENVENUTI E ALLENZA NAZIONALE DA MAGLIANA


    Appuntamento giovedì 7 giugno 2007
    ore 16 in via Pieve Fosciana 56

    C.S.O.A. Macchia Rossa -
    via Pieve Fosciana 56 - 82
    www.inventati.org/macchiarossa

    Comitato d'Occupazione Magliana
    via Pieve Fosciana 88
    occupa.noblogs.org
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