Voci prigioniere
Dall'inizio della guerra in Iraq sono morti 47
giornalisti,
32 nell'ultimo anno. Vengono uccisi
i giornalisti indipendenti e quelli filooccidentali. Impossibile stabilire chi o che cosa
fa la differenza fra la vita e la morte in Iraq. Una cosa è certa: la
libertà d'informazione è considerata una forza nemica. Dopo l'intervento dei servizi segreti, non ci sono più giornalisti italiani in Iraq.
Il mondo dell'informazione viene investito anche dalla "strategia" dei sequestri; dopo la liberazione dei reporter francesi Chesnot e Malbrunot, non si hanno più notizie di altri quattro giornalisti rapiti. Il sequestro più recente è quello di una giornalista irakena (di cui forse e' stato rinvenuto il corpo), mentre sono stati rilasciati i due giornalisti indonesiani rapiti alcuni giorni fa. Poco tempo prima era toccato alla francese Florence Aubenas e alla giornalista de Il Manifesto Giuliana
Sgrena, sequestrata lo scorso 4 febbraio. Abbiamo visto tutti il video in cui la Sgrena è stata costretta a dire una
verità già scritta più volte sulle pagine del suo giornale: il popolo iracheno è contrario all'invasione e sta soffrendo lutti e distruzioni inaccettabili a causa della "democrazia" portata dall'Occidente.
Sabato 19 febbraio 2005 si sono tenute in tutta Italia manifestazioni e iniziative per la liberazione di Giuliana, Florance, Hussein, di tutti gli ostaggi e del popolo iracheno. In particolare, a Roma centinaia di migliaia di persone hanno dato vita ad una grande manifestazione.
Dopo un mese in ostaggio, Giuliana Sgrena e' stata liberata.
Che venga liberato il popolo iracheno e con esso tutti gli ostaggi di questa guerra.
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