LI ABBIAMO LIBERATI NOI
EDIZIONE STRAORDINARIA
Da lungo tempo ormai molti esperti di politica internazionale
(Magdi
Allam in primis, che non ci stancheremo mai di definire il più lucido interprete del panorama geopolitico glocale) cercano di portare
alla luce gli stretti legami che intercorrono tra il movimento
italiano e la Jihad Islamica che difende l'Iraq dall'aggressione
degli Stati Uniti.
Nei mesi scorsi, per motivi di opportunità politica, avevamo sempre
preferito schivare la questione e negare ciò che ormai era evidente
a chiunque frequentasse un poco le stanze del potere parallelo,
quello fatto di persone che credono in quello che dicono.
Oggi invece scegliamo pubblicamente di esplicitare la nostra
concomitanza politica e culturale con l'Estremismo Islamico.
Uno stretto legame che ci ha consentito, attraverso reti informali
trans-nazionali di attivisti e guerriglieri (distinzione più
che altro sul piano formale, perchè chi frequenta indymedia sa che
saper maneggiare un'arma è uno dei requisiti necessari per diventare amministratore del sito), di ottenere la liberazione dei
tre ostaggi. Molte persone hanno lavorato duramente per raggiungere
questo scopo, nelle ultime settimane sono state costruite vere e
proprie reti di diplomazia dal basso alternative e autonome da
quelle istituzionali che, di fatto, le hanno sostituite, tanto da
poter dire fin da ora che il governo provvisorio in Iraq è
destinato a durare meno di qualche mese. La bontà di queste nuove reti alternative di precari e cognitari armati, destinate a definire nuovi equilibri mondiali, è il successo sperato ed è il giusto premio per le energie che sono state profuse e collettivizzate.
Siamo consci che, in periodo elettorale, il governo cercherà di
strumentalizzare la vicenda rivendicandosi tutti i meriti
dell'operazione, per questo siamo disposti a svelare ciò che
avremmo preferito rimanesse nascosto, mossi dall'amore per la
verità. Quindi oggi, martedi 8 giugno 2004, possiamo finalmente
dichiarare con orgoglio e con fierezza: "li abbiamo liberati noi".
Comunicato di Indymedia Italia
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