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LA BRIGATA BRENNO NON NE PARLA PIU' NESSUNO MA ESISTE ANCORA
by Paolo Dorigo n.49 progressivo Sunday, Sep. 11, 2005 at 8:27 PM mail: paolodorigo@alice.it

ERA PIENA DI CARAMBA E MALAVITOSI DI BASSA LEVA MA AVEVA MOLTI CONTATTI E LI HANNO ANCORA ...

Da "Umanità Nova" n. 36 del 22/11/98

Mestre: misteri d'Italia
La Uno Bianca di Brenno
Pochi mesi fa, proprio su questo giornale (vedi UN n del), avevamo anticipato che dietro l'agguato ad una volante di polizia, avvenuto a Marghera nella notte tra il 3 e il 4 settembre del '95, ci fosse una struttura paramilitare semiclandestina, analoga alla cosiddetta "Banda della Uno Bianca" capeggiata dai noti fratelli Savi.

Quella notte infatti, in seguito ad un controllo apparentemente casuale, una autopattuglia della PS aveva fermato un'auto sospetta, i cui passeggeri avevano immediatamente aperto il fuoco sui poliziotti mettendoli fuori combattimento e ferendone gravemente uno, rimasto paralizzato per sempre.

In seguito a indagini "a senso unico" e sulla base delle testimonianze dei poliziotti, puntualmente e con livore sostenuti dal SAP, erano stati arrestati e rinviati a giudizio alcuni nomadi che, in sede processuale, sono stati pienamente assolti.

La conferma delle nostre supposizioni è venuta prima del previsto, in quanto, in seguito ad un nuovo ed inaspettato "pentimento", adesso sta venendo alla luce una realtà ancor più inquietante.

Apprendiamo infatti dai giornali che le indagini ordinate dalla magistratura veneziana hanno portato alla scoperta dei probabili responsabili della sparatoria e che tre componenti del misterioso "commando" sono stati arrestati.

Questi apparterrebbero ad un'organizzazione di estrema destra denominata "Associazione legione Brenno" che conterebbe una quarantina di "legionari", tra cui ben quattro carabinieri e un ex - appartenete alla Benemerita ricercato in Svizzera per essere stato l'esecutore materiale del conflitto a fuoco, sparsi tra Padova, Verona, Treviso, Trento, Brescia, Milano, Forlì e Imperia.

Questo gruppo, il cui nome si rifà non stranamente al leggendario capo dei Galli e che si ispira al mito dei Templari, sarebbe nato nei primi anni Novanta per sostenere le formazioni armate croate dell'Hos, ossia ,di quel Partito del Diritto erede degli Ustascia filonazisti, ed il suo "secondo livello" clandestino avrebbe arruolato e inviato mercenari italiani a combattere contro i "comunisti" serbi prima in Croazia e poi in Bosnia, trafficando in armi e in esplosivi da e per la Jugoslavia.

Come ogni struttura di questo tipo, anche la "Legione Brenno" aveva avviato vari intrallazzi con la malavita nazionale, soprattutto per lo spaccio di stupefacenti attuato attraverso una rete di propri uomini di fiducia ingaggiati come personale della Security in numerose grosse discoteche del Nord.

Si è pure appreso che, negli ultimi tempi, per sfuggire alle indagini gran parte della Legione si era trasferita nell'imperiese, riciclandosi come guardia personale del sedicente re Giorgio del fantomatico "principato di Seborga".

Sul movente dello spietato conflitto a fuoco di tre anni fa, si continua a parlare di un carico d'armi a bordo dell'auto, ventilando anche l'ipotesi di un possibile attentato al presidente Scalfaro in visita a Venezia in quei giorni; ma su questo aspetto della vicenda si è, e non casualmente, più lontani dalla verità e pesa maggiormente l'ombra di operazioni "coperte" dei servizi segreti per cui c'è licenza di sparare ed uccidere, dato che poi ci sarà chi addosserà la responsabilità agli zingari di turno, lasciando liberi di espatriare i maggiori indiziati.

A pochi giorni di distanza, dalle prime notizie rese pubbliche sull'inchiesta che ha portato alla luce l'esistenza di un livello paramilitare segreto della "Legione Brenno", i giornali si sono scatenati in un'orgiastica danza di presunte rivelazioni, veline, ipotesi e connessioni che francamente lasciano perplessi quanto confusi.

Si è parlato del Petrolchimico come possibile obbiettivo dello strano gruppo, si è ventialto un rapporto con il caso di Ilaria Alpi in quanto il "pentito" avrebbe saputo la verità sull'assassinio della giornalista in Somalia, si è scoperto un collegamento ideologico tra "Legione Brenno" e gli 8 "patrioti" venetisti della Serenissima Armata, alimentando così un complottismo spettacolare che appare del tutto funzionale a confondere le idee e le acque su una trama destinata a rimanere occulta.

L'impressione che se ne ricava è che, fortuitamente, alcuni magistrati si sono imbattuti in un qualcosa che rappresenta appena la punta di un iceberg di dimensioni inimmaginate.

Selezioniamo quindi per i compagni e i lettori, solo alcuni aspetti della vicenda emersi in questi giorni che sembrano meno incerti e più interessanti.

Il primo è che alcuni dei "Legionari" provengono dagli stessi paesi dei Serenissimi, quelli del campanile, ed in particolare da Casale di Scodosia e che come questi hanno alle spalle analoghi percorsi politici dentro la Liga Veneta; la cosa ha riempito di stupore i giornalisti, facendo loro scrivere che quelli della "Legione Brenno" non erano fascisti ma secessionisti.

Tale distinzione appare però alquanto banale poiché, sia per provenienza che per cultura, i "soldati" e gli "ideologi" del cosiddetto Veneto Serenissimo Governo possono tranquillamente essere ritenuti dei nazionalisti di estrema destra, con in più una parentela con un certo integralismo cattolico. Inoltre, quelle zone interne tra le province di Padova, Vicenza e Verona, da vari decenni sono teatro di operazioni che vedono un formicolare di fascisti, servizi segreti, strutture coperte della NATO.

Secondo punto è che, durante le diverse guerre che si sono succedute in ex - Jugoslavia negli ultimi anni, il Triveneto è stato crocevia per traffici illegali d'armi e per il passaggio di mercenari italiani legati agli ambienti fascisti; basti ricordare che già nel '91 la magistratura veneziana aveva accertato l'esistenza di un traffico d'armi, per una cifra di circa 50 milioni di dollari, a favore delle milizie croate ustascia.

Ultima considerazione riguarda il vero "complotto" che nessun organo dello stato può mettere a nudo e di cui abbiamo sin troppi tasselli (Gladio, P2, Falange Armata, Lupi Grigi, Uno Bianca, etc.), tra cui la Legione Brenno appare solo l'ultimo in ordine di tempo; tutti risultano più o meno organicamente collegati l'uno all'altro, ma manca ancora una capacità di lettura in profondità che riesca a metterli insieme smascherandone il contesto e le finalità ultime tanto da domandarsi su quanti livelli nascosti può contare il potere e fin dove arrivi l'ingenuità democratica di chi crede ancora alla riforma dei servizi segreti.

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